28 novembre 2009

Le borse

Post di oggi decisamente più tranquillo e rilassato di quello che ho avuto il coraggio di pubblicare ieri.
Argomento del giorno: la borsa.
Premessa: sono assolutamente di parte. Io amo le borse, le adoro con tutta me stessa e me ne comprerei a dozzine per ogni giro per negozi che faccio, stravedo per questo accessorio tanto che mio padre ha minacciato quanto segue: "Alla prossima borsa che compri, te e il tuo armadio uscite dalla finestra". Non è un bel pensiero nei confronti del mio trasporto...

Le borse comunque hanno una loro travagliata storia che le differenzia parecchio dal concetto moderno. Esse sono oggi caratterizzate dai seguenti punti: praticità ed eleganza. Questo perchè la borsa deve contenere diversi articoli fondamentali per la vita quotidiana, dal portafoglio ai documenti alla trousse ai taccuini, penne, cellulari, ombrelli e così via.

In passato invece la borsa aveva una funzionalità prevalentemente decorativa, essa era un contenitore per portare con sè il necessaire fondamentale: fazzoletti, soldi.
Le borse di epoca Georgiana e Vittoriana non avevano grandi differenze di fondo, se si esclude l'estetica.
Erano piccole, grosse pressappoco quanto una moderna pochette, quindi le dimensioni di un portafoglio da signora utilizzato negli anni Duemila, erano fabbricate in stoffa morbida cotone, seta, broccato o damasco, rifasciate internamente da uan fodera e con chiusura a bottone o a clip oppure tramite cordino, in questo caso la borsetta assumeva la caratteristica forma a "sacchettino".
La parte migliore era la decorazione che era eseguita sull'esterno: essa era molto elaborata e distingueva le borsette di qualità da quelle "da quattro soldi".
Le decorazioni potevano essere fatte tramite l'applicazione di pizzi e trine a formare disegni e sagome geometriche, oppure creando disegni cucendo assieme perline o fili colorati.
Solitamente avevano una lunga tracolla molto sottile fatta d'argento o di stoffa con cui le si appendevano alle spalle a tracolla, oppure i cordini per stringerne i lembi fungevano anche da appendino e le si fissava al polso assieme al ventaglio.

La filosofia di creazione delle borsette era di due tipi: abbinata all'abito o intercambiabile.
Nel primo caso la borsetta era cucita nello stesso tessuto del vestito, si intonava coi colori generali della toeletta ed era fatta per stare bene con un determinato taglio d'abito. Questo tipo di borse erano usate per lo più per le serate di gala, con gli abiti eleganti.

Per i viaggi e i vestiti di tutti i giorni si utilizzavano invece borsette di materiale e colori neutri, abbinabili a tutto. Le ragazze non avevano molte borse, esistevano quindi versioni estive e autunnali, ma intercambiabili con i vari capi d'abbigliamento.

Cosa si teneva nella borsa?
Il contenuto era misero, soprattutto anche per lo scarso spazio.
L'elemento fondamentale era il fazzoletto ricamato con le iniziali, che poteva sempre tornare utile.
Portare denaro con sé era considerato disdicevole per una signora, ma si trattava di un'abitudine piuttosto comune, in quel caso monete e banconote non erano raccolte in un apposita custodia o portamonete, ma sparse sul fondo della borsetta.
Una ragazza teneva nella borsa i guanti, se era costretta a toglierli, e gli occhiali, se li portava.
Gli occhiali erano un accessorio che le donne dovevano usare solo se necessario perchè le "sfiguravano". Difficile che una signora girasse con un paio di occhiali sul naso tutto il dì, questa consuetidine cominciò a perdersi durante la seconda metà dell'Ottocento quando le lenti iniziarono ad essere materiale di consumo e non più solo un accessorio per ricchi.

Alcune ragazze recavano con sè nella borsa taccuino e matita, ma erano rarità, questo accessorio era solamente di figura il che spiega anche come mai non si sia modificato granchè nel corso dei secoli, rimanendo pressocchè immutato dai tempi del Medioevo.

Le borse da viaggio
Naturalmente non esistevano solo borsette mignon dove non saremmo riusciti a mettere un singolo accendino, ma c'erano anche modelli da viaggio molto robusti e comodi in cui si poteva infilare tutto il necessario per uno spostamento in carrozza o in treno che richiedesse stare fuori per un po'. In una borsa da viaggio si poteva sistemare l'indispensabile per un viaggio di tre giorni.

La forma era simile a quella delle moderne borse da dottori, erano con chiusura a sovrapposizione o a fibbia e potevano essere realizzate in pelle come in tessuto rigido e robusto, tipo tappeto. Alcune volte la chiusura a sovrapposizione era corredata anche da una cinghia di cuoio di sicurezza.
Avevano quasi sempre a disposizione due maniglie per essere portate a mano, spesso potevano essere corredate anche di cinghia da passare a tracolla, per non scaricare tutto il peso sulle braccia, ingombrando le mani.
Erano impermeabili in modo da poter essere adoperate anche in condizioni meteorologiche avverse senza rovinare il contenuto.
La capienza era il loro principale pregio, vi si sistemavano i vestiti di ricambio, spazzole e così via. Solitamente una ragazza di bassa estrazione poteva avere tante cose che stavano in una di queste borse. Jane Eyre, dell'omonimo romanzo, parte alla volta della villa di Mr Rochester con una valigia e una di questi accessori indispensabili per i viaggi, idem per Emma, la protagonista del manga che porta lo stesso nome.

Il design classico della borsa da viaggio vittoriana (ripreso dalle borse da viaggio dei secoli passati) è ancora intramontabile e rappresenta il punto di partenza dei modelli a "bauletto" di Louis Vuitton e Burberry.

Non c'è moltissimo da dire, il che è una fortuna visto che devo scappare presto, quindi credo che questa sera ci saluteremo dopo questo brevissimo post.
Poichè le borse vittoriane sono molto belle cercherò un modo per postare molte foto.




A presto

Mauser

3 commenti:

  1. Complimenti per l'articolo, e per le bellissime borse nelle foto!
    Lori Effe

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  2. ciao,questo articolo è veramente ben fatto. saresti in grado di datare una borsa vedendo una foto???

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  3. Mi piacerebbe, ma non sono così brava =)

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