18 dicembre 2011

Il bacio vs Il bacio by Francesco Hayez

È l'anno in cui si celebrano i 150 anni dell'unità d'Italia, una data importante per il nostro paese che è giusto ricordare con i dovuti onori, anche se il periodo storico-socio-economico, per non dire culturale, non è dei più felici.

Sul tema del patriottismo non mi dilungherò troppo, io credo che per il semplice fatto che un Paese ci ha dato i natali, qualcosa bisogna pur riconoscergli...
Vero che fu Daniel O'Cnnell a dichiarare che se un uomo è nato in una stalla ciò non basta a fare di lui un cavallo e quindi la nostra origine deve essere attentamente considerata, ma rifiutare con deliberatezza un paese perchè non se ne condividono gli ideali penso non sia corretto, in primis perchè non esiste una cosa completamente brutta o cattiva contrapposta a qualcosa di perfetto, a parte Dio, quindi è un discorso un po' superficiale, poi perchè in quel paese non tutti sono uguali e fatti con lo stampino, basti vedere alla differenza che può correre tra me e Pamela Prati, e in secondo luogo perchè è ancora più stupido disapprovare qualcosa e fare gli snob lasciando che vada per la sua strada senza fare nulla: siamo persone, abbiamo bocca, gambe e braccia e possiamo cambiare le cose.
Il bacio by Francesco Hayez
versione 1859
Bisogna sempre credere di poter cambiare ciò che del mondo non ci piace, ma è il mondo come può essere l'abitudine degli altri condòmini di lasciare la spazzatura per la differenziata dell'umido e dell'organico affianco allo zerbino dalla sera fino alla mattina, così che l'aria si appesti bene di quell'odore di pesce andato a male e torsoli di frutta in decomposizione.
Troppe persone non si gettano sulla possibilità di un cambiamento semplicemente perchè i cambiamenti fanno paura a tutti, non cambiare mai, si dice, ma è una cosa inevitabile che succeda, ogni giorno in più un po' di fa diventare diversi da quel che eravamo il giorno prima, no? L'importante è non cambiare in qualcosa di peggio, io credo.
Che cosa terrorizza, allora? Il fatto di poter diventare qualcosa che non ci piace e purtroppo siamo disposti a vedere il risultato dei nostri cambiamenti solo dopo molti di questi, quando si tirano un po' di somme nei momenti importanti della vita, non strada facendo come il viaggiatore guarda la mappa o il navigatore con costanza.

Perchè tutto questo preambolo senza senso?
Per introdurvi uno dei pittori del romanticismo italiano forse più apprezzati, Francesco Hayez, con la sua opera forse più famosa: Il bacio.
Simbolo delle scatole di cioccolatini Perugina e dei Romanzi Mondadori (quelli d'amore che si trovano in edicola), Il bacio è un'opera che affascina ancora adesso e riesce a trasmettere emozioni e concetti fortissimi seppure nella semplicità del soggetto: due innamorati che si baciano sotto un portico. Ma che aria di sensualità e di affinità si respira quando li si guarda insieme! Il trasporto della fanciulla misto a preoccupazione, la virilità eppure la delicatezza del suo innamorato dal mantello e cappello alla Robin Hood, intorno a loro praticamente il nulla o forse la percezione che loro hanno di quel che li circonda.

La descrizione che Santa Wikipedia fa dell'opera credo sia una sintesi perfetta di tutti i concetti, la riporto quindi come si trova nella pagina dedicata a questo splendido quadro, nella speranza che riesca a rievocare tutti i significati prinpali che l'autore ha voluto trasmettere attraverso la sua arte raffinatissima
Da Wikipedia, l'Enciclopedia libera
In questo quadro l'autore riunisce le principali caratteristiche del romanticismo storico italiano, ovvero un'assoluta attenzione verso i concetti di naturalezza e sentimento puro (l'amore individuale verso gli ideali risorgimentali). Ciò che colpisce immediatamente l'osservatore è l'enorme sensualità che scaturisce dall'abbraccio dei due amanti. Per la prima volta viene espresso in un quadro un bacio passionale e carico di emotività.
Questo legame è tanto forte che riesce ad annullare ogni contrasto, come quello del freddo celeste della veste della donna e del colore caldo dell'abito dell'uomo (il quale ha le gambe posizionate in modo tale da assecondare la sensuale inclinazione del corpo femminile). L'uomo, mentre bacia la sua amata, appoggia la gamba sul gradino: Hayez comunica, con questo particolare, l'impressione che egli se ne stia andando, e dà più enfasi al bacio. La scelta dell'artista di celare i volti dei giovani conferisce importanza all'azione e le ombre che si possono scorgere dietro al muro, nella parte sinistra del quadro, indicano un eventuale pericolo. È però da non dimenticare il reale significato storico dell'opera, infatti Hayez attraverso i colori (il bianco della veste, il rosso della calzamaglia, il verde del cappello e del risvolto del mantello e infine l'azzurro dell'abito della donna) vuole rappresentare l'alleanza avvenuta tra l'Italia e la Francia (accordi di Plombières). Bisogna ricordare che questo quadro venne presentato all'Esposizione di Brera del 1859, a soli tre mesi dall'ingresso di Vittorio Emanuele II e Napoleone III a Milano.
L'intera scena, a giudicare dagli abiti e dall'architettura, si svolge in un'ambientazione medioevale, ma in realtà è del tutto immersa nel presente a causa del significato e del soggetto iconografico (il bacio) del tutto nuovo.
Inoltre quest'opera non solo esprime il concetto sentimentale, ma crea al suo interno un vero e proprio spazio intimo di coinvolgimento emotivo dell'osservatore; la presenza di mistero legata alla figura in penombra dell'androne non appare primaria alla visione globale, in quanto l'osservatore viene catturato dall'intensità degli amanti che sono posizionati sull'asse di simmetria.


Bene, adesso vi dirò che Il bacio di Hayez è un quadro patriottico.
Ma non un patriottismo velato, no no, è proprio una gigantesca, magnifica allegoria dell'Italia, la nostra Italia e che tutta questa allegoria vuole raccontarci un po' la sua storia di speranza e indipendenza.

Il dipinto, infatti, venne realizzato nel 1859, anno in cui, come saprete, non esisteva ancora l'unità d'Italia, ma si stavano prendendo i dovuti accordi per portare il nostro Paese a quell'unità tanto sognata e bramata durante tutto il Risorgimento.
L'Italia, che doveva essere unita e coesa è raffigurata nel quadro con i due amanti che si baciano teneramente, l'uonione perfetta di queste due persone come unione delle varie parti divise della nostra penisola che si toccano e baciano, eppure risultano ancora unite solo nella clandestinità. L'Italia, con i suoi colori, è rappresentata nella figura dell'uomo (che forse impersona il Piemonte), abbigliato dei colori del rosso della calzamaglia e del verde della fodera del manto, ma anche il marrone che è colore della terra.
Il bacio by Francesco Hayez
versione 1861 (inno all'Unità d'Italia)
Il nostro innamorato piemontese si china su una ragazza con un abito in bianco e blu, altri due colori, il bianco appartenente sempre a quella bandiera che al momento non raffigurava ancora il Paese, mentre il blu del vestito di lei è il simbolo della Francia, all'epoca nostra alleata che aveva promosso supporto durante le campagne anti-austriache con gli accordi di Plombiéres, quel ritrovo alle terme in cui Napoleone III, personificazione della Francia, si fece sedurre dalla bella Contessa di Castiglione, che ben rappresenta l'Italia desiderosa di accaparrarsi un'alleanza potente e lo fa con l'astuzia anzichè la potenza di fuoco.
Sì, alla fine i personaggi della storia sono tutti una grande allegoria.

E adesso vi dirò un'altra cosa: esistono due versioni del dipinto, ciascuna raffigurata in due quadri per un totale di quattro tele con lo stesso soggetto.

In cosa differiscono?
Alcuni particolari come la vividezza del rosso e del verde del mantello, ma soprattutto in un dettaglio fondamentale: il vestito della ragazza.
Noi siamo abituati ad avere a che fare solo con la versione con l'abito celeste, ma in questa seconda dipinta da Hayez la nostra ragazza che si lascia dolcemente baciare ha deciso di cambiare mise e da un azzurro cielo è passata al bianco.
Cosa spinse l'autore a cambiare questo particolare?
Il tempo che passa, oserei rispondere, e la visione degli eventi storici che si sono seguiti agli accordi di Plombieres, principalmente il voltafaccia della Francia, nostra alleata nella Seconda Guerra d'Indipendenza, che per limitare le perdite firmò di gran carriera un trattato di pace con l'Austria, nemica giurata, permettendole di portare a casa non solo i territori che l'Italia voleva per sè, ma anche la vittoria. Sì perchè lo sappiamo tutti che i pareggi esistono solo quando tutti giocano pulito...
Hayez, pittore talentuoso e poliedrico, era anche un patriota convinto e alla luce delle azioni della Francia decise di cambiare la propria posizione. Personalmente non trovo nulla di male nel cambiare idea, credo che tutti ne abbiano il diritto, lui l'ha fatto in un modo bellissimo, cioè ricostruendo ciò che era stato compiuto seguendo i suoi primi ideali e trasponendolo secondo quelli che ammirava. La coerenza prima di tutto perchè è giusto ammettere di aver sbagliato, il primo quadro non è stato distrutto, tuttavia il nostro pittore si è preso la briga di riprodurlo secondo i suoi nuovi sentimenti.
Hayez ci ha così regalato una seconda versione dove la ragazza indossa uno splendido abito candido, il bianco è quello di un vestito da sposa, l'Italia finalmente unita ufficialmente come in un vincolo matrimoniale, ma è anche uno dei colori della bandiera del nuovo stato e rimpiazza l'azzurro di quei francesi fedifraghi che hanno voltato le spalle alla prima avvisaglia della parola "perdita", fosse anche stata riferita ad un rubinetto difettoso.

Qualche link
Musei di Genova
Wikipedia | Il bacio

Spero che questa piccola curiosità artistica sia stata interessante e scusatemi ancora se tra un post e l'altro trascorre così tanto tempo, purtroppo il periodo in ufficio è molto frenetico e anche io sono esaurita al massimo, ridotta agli ultimi giorni per i classici regali di Natale, di corsa per finire tutte le commissioni che mi sono rimaste da finire, intenta ad organizzare la mia chiusura che, a causa di alcuni lavori da concludere la passerò dietro una scrivania a lavorare esattamente come durante il normale periodo di ufficio.
Ma la cosa che mi manca di più è sicuramente la neve e andare a sciare: purtroppo non avendo amici che sanno farlo non si riesce mai ad oganizzare una giornata o, perchè no, una settimana sulla neve, che peccato... =[

Un bacio grande, tanto per rimanere in tema, a presto




Mauser

3 commenti:

  1. Curiosità davvero interessante cara; devo dire che avevo notato nei vari libri di storia, arte o letteratura, che veniva riprodotto con differenze cromatiche, tuttavia pensavo che fossero dovuto all'edizione o scelte editoriali e non che ne esistessero due originali distinti. Grazie di questo bel post. E anche se non riesco a condividere il tuo "patriottismo", anche se moderato, lo apprezzo. Un bacio cara, e spero che potrai finalmente organizzarti per la neve :)

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  2. Ehm... ma non eri tu che un po' di post fa avevi annunciato che non avresti mai parlato di tematiche risorgimentali italiane?
    Ti prego resta sui tuoi propositi perchè ho letto diversi orrori storici considerevoli!

    La contessa di Castiglione era una parente di Cavour, divenne l'amante di Napoleone III, ma non ebbe nulla a che fare con gli accordi di Plombieres che rimasero una questione privata prima fra Cavour e Napoleone III e poi tra Cavour, Napoleone III e la casa Savoia.

    Per quanto concerne l'unione d'Italia i famosi accordi di Plombieres NON VOLEVANO L'ITALIA UNITA ma formare uno stato FEDERALE di nazioni che avessero come perno l'influenza francese e non quella austriaca come era all'epoca (gli Asburgo infatti tramite le unioni dinastiche ed il controllo diretto controllavano i 3/4 del territorio che oggi definiamo Italia). Il Regno di Savoia da una parte, il regno della chiesa, il sud italia che sarebbe andato al figlio di Napoleone III che a questo scopo sposò la principessa Clotilde. ERA questo il piano di Plombieres che saltò per tutta una serie di questioni interne ed esterne (non dimentichiamoci l'interesse Inglese a tenere sotto controllo la Francia e la Germania che aveva il suo daffare).

    L'idea dell'Unità d'Italia ovvero dello stivale tutto unito sotto una stessa bandiera, quella piemontese, è un'IDEA CHE SI E' FORMATA SUCCESSIVAMENTE e viveva maggiormente negli ambienti popolari e non nei ceti dirigenti ben consci delle differenze politico/sociali economiche presenti all'interno dello stivale italiano!

    TRALASCIANDO LA MOLE DI SAGGI SULL'ARGOMENTO TI CONSIGLIO DI LEGGERE QUESTO LIBRO CHE E' UNA RACCOLTA DI FONTI - immagini, lettere, accordi diplomatici, memorie etc... - CHE BEN RAPPRESENTANO LA STORIA IN QUESTIONE:

    http://www.laterza.it/index.php?option=com_laterza&task=schedalibro&isbn=9788842094654&Itemid=97

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  3. Temo che ci sia stato un po' di fraintendimento, probabilmente per colpa mia e per via della fretta che mi ha tolto il tempo di revisione.

    Verissimo che né i francesi e tantomeno i Savoia desideravano l'Unità d'Italia in senso risorgimentale, Cavour fu molto contrariato da quest'idea dell'Italia unificata che circolava, gli accordi di Plombiers - lato sabaudo - avevano l'unica finalità di stipulare un'alleanza per una già prevista futura guerra con l'Austria, i Francesi invece puntavano il Regno delle Due Sicilie dai tempi degli angioini prima e di Murat poi essendoselo fatto sfuggire per due volte.
    Tuttavia l'ideale di un'Italia unita sotto un'unico governo, possibilmente non monarchico ma repubblicano era sponsorizzata già da ben prima di Plombiers e lo stesso Mazzini se ne fece portavoce, l'ideale unitario era più popolare che di alto stampo. Per quanto riguarda Plombieres non era nelle intenzioni sabaude stipulare l'accordo per realizzare gli ideali popolari, come detto prima, furono invece i patrioti di bassa estrazione che ne travisarono le intenzioni o ne auspicarono un determinato esito mai raggiunto dipingendo temporaneamente la Francia come la salvatrice dell'Italia come dimostrano molte pitture filo-francesi del tempo atte ad ufficializzare ciò, purtroppo questa si rivelò solo un'idea molto sbagliata.

    O almeno queste sono le intenzioni propagandate sia alla mostra della Bella Italia (Venaria 10/3-11/9 2011) e alla mostra dedicata al quadro che si è tenuta a Genova (2/10-9/1 2011), nessuno cita la Francia come promotrice dell'unità cit. (il blu del vestito di lei è il simbolo della Francia, all'epoca nostra alleata che aveva promosso supporto durante le campagne anti-austriache con gli accordi di Plombiéres).

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