3 marzo 2012

Hysteria: il film

A romantic movie on technology, rights, women and pleasures, soft and funny which will be a success on cinemas all around the world.

Cari lettori,
oggi vorrei parlarvi dell'ultimo film che sono andata a vedere al cinema insieme alle mie amiche, un film un po' controverso (per via dell'argomento) e su cui qualcuno di certo storcerà il naso, ma comunque ambientato in epoca vittoriana e quindi, per amore del mio mestiere di scrivana del tempo passato, sono andata a guardare.
Signore e signori, parliamo oggi di Hysteria.



La trama potrebbe essere delle più sciocche, magari messa su alla bell'apposta per far parlare di sé, ma a difesa di questo lungometraggio posso sinceramente affermare che quell'argomento tanto scabroso di cui si parla è tutto una grande montatura e il film presenta aspetti e risvolti nascosti degni di nota sulla fotografia del mondo vittoriano, un'immagine quasi priva dei pregiudizi moderni che troppo spesso fanno capolino nei prodotti contemporanei ambientati nel passato. Se dobbiamo rivolgerci ad un film che parla della nascita del vibratore per vedere come era davvero la società dell'epoca, allora facciamo posto tra i pregiudizi, per quanto mi riguarda ogni fonte è ben accetta e questa non vale meno di altre.
Non è un film porno, questo è da chiarire subito, non ci sono allusioni spinte o scene sconce, a dire il vero credo che tratti l'argomento della sessualità solo con sottili accenni e giochi di parole in maniera molto più casta e raffinata di quanto fatto in altre produzioni storiche decisamente più carnali, dai Tudors che spopolavano in televisione alle varie serie di Elisa di Rivombrosa, dove amplessi e quant'altro erano il condimento di ogni puntata.
Come certo saprete né il romance né certi condimenti di trama mi spaventano, ma quando è troppo è troppo! Stiamo parlando di una certa epoca storica: e mettiamoci un po' di coerenza! Beata ingenuità degli sceneggiatori...

La trama
A differenza di quel che si può credere, non è l'impronunciabile massaggiatore (questo il suo primo nome e comunque ancora tabù) il protagonista del film né lo è il giovane e affascinante dottore Mortimer Granville, bensì a mio parere l'intera produzione ruota intorno alla condizione femminile in generale, mostrandoci con la scusa dell'oggetto tabù una interessante carrellata di quelle che erano più o meno le forme e le ideologie femminili nell'anno 1880. Si parla di un oggetto da donne, ma l'oggetto passa assai in secondo piano fin troppo rapidamente, non è che lo stratagemma per mostrarci la carrellata di tipi di donne e le varie filosofie di esistenza di queste.
L'incipit del film parte con il primo modello femminile, la donna agiata vittoriana, che rinchiusa in una gabbia di pudore e inibizione (si vedano le regole sociali e di etichetta e comportamento e tutto il bla bla bla correlato) manifesta la propria frustrazione attraverso forme diverse da quelle istintive legate alle funzioni primarie come mangiare, accoppiarsi o sfogarsi nello sforzo fisico, di queste forme collaterali una e la più teatrale è l'isteria di cui si parla nel titolo.
Dell'isterismo ha fatto la sua professione il dottor Dalrymple, stimato professore di medicina che cura le sue pazienti con massaggi alle zone genitali in modo che possano liberare tutta l'ansia e la frustrazione repressa tramite quelli che lui chiama parossismi (dicasi orgasmi), forme di liberazione che altrimenti si manifesterebbero in scenate, sbalzi d'umore, crisi di pianto, grida, strilli e quant'altro.

Di questa categoria di donne agiate e represse fa parte la giovane Emily Dalrymple, secondogenita del dottore di poc'anzi che è emblematico esempio di come la cultura femminile fosse all'epoca vergognosamente sottoconsiderata e le donne relegate in ambito di studio a materie e temi piuttosto futili ed empirici, come lo studio delle spiritualità attraverso l'imposizione delle mani, la percezione delle aureole e quant'altro [no comment, please vi rimando al post sulla frenologia]; questa caratteristica, per quanto unanimente accettata era deludente anche per gli uomini stessi che non riuscivano a considerare le donne come delle loro pari anche per la la loro scarsa cultura: Granville stesso, per esempio, rimane quasi deluso quando Emily gli comunica la sua specializzazione mentre lui aveva azzardato studi di geologia o botanica per una ragazza in cui l'avvenenza doveva per forza fare il paio con l'intelligenza.
La giovane Emily, svampita e un po' snob, è una ragazza del suo tempo e non va condannata, ella accetta la condizione femminile in cui la società relega il suo sesso, lo fa per essere accettata e non evitata o per condurre un'esistenza comune, ciò non è dato sapere, ma come ci lascia intuire il film sul finale, pure lei ha le sue curiosità e per quanto nascoste, come molte altre sue simili coltivava i suoi interessi (quali che fossero) lontano da sguardi indiscreti.
Il personaggio di Emily, sebbene possa a tratti apparire antipatico o antifemminista o semplicemente stupido, è l'esemplificazione di quanto doveva essere una ragazza del tempo ed è molto ben costruito, merita più di un giudizio superficiale che lo bolla come la sorella-snob-conformista-e-bigotta.

A contrapporsi ad Emily troviamo Charlotte Dalrymple, la primogenita del dottore, che a differenza della sorella non accetta il ruolo di moglie e madre che la società vorrebbe da lei. Dotata di molta vivacità e curiosità, Charlotte ha sempre cercato di dare un senso alla propria esistenza e una risposta agli interrogativi che spontaneamente nascevano in lei, la sua ricerca di conoscenza e il suo rincorrere in maniera evidente le sue curiosità si scontrano con quella che era il costume di allora, dove, come detto poc'anzi, la maggior parte delle donne agiva di nascosto e di soppiatto.
Nonostante il chiaro rimprovero della sua società e l'ostracismo di questa nei suoi confronti, Charlotte trova altre strade per acculturarsi, anche lei sa leggere, spiega ad uno sbigottito Granville quando cita cognizioni di medicina e anatomia, e se una curiosità è forte o un sogno bruciante, si è disposti a non arrendersi pur di raggiungerlo.
Questa sua "vocazione" si esprime nell'ideale di aiuto dei bisognosi che l'ha portata all'apertura di una casa per i poveri dove questi erano assistiti e accolti, fornendo una base di istruzione (commovente la scena in cui il fattorino fa davanti a lei il conteggio del prezzo e lei ne è al contempo orgogliosa per il risultato ottenuto e amareggiata sapendo che il suo progetto non avrebbe mai avuto il denaro per pagare), di assistenza medica e di vitto e alloggio. Nella sua casa, grazie alle nozioni di medicina apprese nello studio paterno, Charlotte fornisce quel minimo di supporto medico ed educativo insegnando, per esempio, ai bambini a lavarsi le mani ecc.
È da dire al riguardo che per quanto nell'Ottocento le opere caritatevoli fossero molte e si interessassero dei meno fortunati, era considerato disdicevole per una signora immischiarvisi, per le donne di una certa levatura il contributo era solo pecuniario. È bruttissimo, secondo me, vedere come le opere di carità rappresentassero per molte solo un modo per pulirsi la coscienza e poter dire di occuparsi anche dei meno fortunati, un paravento, insomma, ma era ugualmente considerato indegno prendervi parte in quanto troppo inferiori perché ci si potesse mescolare, non sia mai che la povertà diventi contagiosa!

Charlotte Dalrymple che viene da tutti considerata una mezza pazza e indubbiamente isterica, ma la sua non è la frustrazione di un istinto represso, bensì il vedere una società rigida e ingessata più delle feste Wudy Aia che non vuole cambiare verso un ideale di uguaglianza o di mutuo soccorso, motivo per cui il contrasto tra Charlotte ed Emily risulta evidentissimo, la prima è una suffragetta anticonformista dal carattere spigliato e diretto, la seconda una timida rosa ben sistemata in quel mondo bigotto così detestato dalla sorella.

In questa ambientazione che è la base del film, Emily e Charlotte rappresentano le due facce di una stessa medaglia, la condizione femminile che fa da vero filo conduttore del film. Se l'una incarna il modello voluto, l'altra è una rivoluzionaria suffragetta che tenta di cambiare il mondo, assolutamente decisa a non adeguarsi ad una società che segue valori che non condivide, come la superiorità maschile.

La bella Felicity Jones nei panni di Emily Dalrymple


Abbiamo infine una terza categoria femminile che ottiene comunque l'attenzione dello spettatore: la donna proletaria. Fanny è la nostra donna, nonostante la vita sia stata difficile con lei e le abbia riservato un pessim marito, povertà e difficoltà, rimane una donna buona e misericordiosa, ben più delle signore caritatevoli che elargiscono il loro denaro disprezzando la povertà quasi fosse una colpa.
A differenza loro Fanny aiuta concretamente i poveri e i più bisognosi e prende parte al progetto di Charlotte, finendo coinvolta in una rappresaglia per aver difeso donne e bambini vittime di uomini violenti o ubriaconi. Fanny è la testimone di come chiunque anche con piccole cose possa essere d'aiuto e di come la bontà del cuore valga più del materialismo: cosa sono alcune sterline per chi ne ha molte? Ma Fanny si spacca la schiena alla casa dei poveri tutti i giorni oltre ad occuparsi della sua famiglia e dei suoi stessi problemi, sacrificandosi ben di più.
Le persone povere sono semplici, ci dice il film, ma non per questo sciocche o sempliciotte, la loro bontà è grande perché hanno a loro volta provato la sofferenza e la loro misericordia anche perché desiderano in qualche  modo essere davvero d'aiuto.

Credo sia questa la vera trama del film e che lo scabroso argomento vibratore che probabilmente porterà i più al cinema sia solo uno specchietto per le allodole per attirare l'attenzione. Come nell'Ottocento, certi argomenti come il sesso attirano ancora oggi la curiosità nonostante ci crediamo emancipati e liberali.
L'argomento non è che un mezzuccio per far ridere, sdrammatizzare e rendere il film in parte più leggero, la narrazione di come una delle invenzioni più passate sotto silenzio, ma ugualmente best-seller sia nato (nella maniera in cui di solito nascono la maggior parte delle invenzioni: per caso) è solo un espediente che tiene insieme le fila di una storia decisamente più complessa di quel che appare.

Il tutto condito con leggerezza e senza volgarità, una cosa apprezzabilissima dato l'argomento di cui si parla e che potrebbe risultare fastidioso per qualcuno se trattato più esplicitamente (io sarei la prima, lo confesso).
Non manca neppure la componente divertente, con il geniale amico-scienziato del protagonista alle prese tra aggeggi rudimentali come il telefono o il generatore elettrico e un studio da vero pazzoide oppure la conturbante cameriera di casa Dalrymple, Molly, prima tester ufficiale dello scabroso oggetto impronunciabile.

E, per non farci mancare nulla, anche la storia d'amore trova il suo spazio e la sua misura, ma a differenza di quel che accade spesso per certi film storici, credo che la parte romantica sia in realtà un altro dei mezzi usati dalla regia ad uno scopo preciso: tratteggiare il cambio di vedute del personaggio maschile, Mortimer Granville, nei confronti delle donne e dei loro atteggiamenti.
Iniziamente progressista solo in campo medico e piuttosto tradizionalista per quanto riguarda il ruolo della donna, Mortimer cambia la sua idea in proposito conoscendo Emily e soprattutto Charlotte.
È Emily ad affascinarlo, inizialmente, in quanto rappresenta la compagna perfetta, dolce e remissiva ed educata in maniera convenzionale, ma Granville non può negare che è Charlotte quella che lo ha stregato, l'ha portato a considerarla una sua pari tramite il suo parlare e le sue azioni e a desiderare di avere con lei un confronto allo stesso livello, qualcuno con cui non doversi frenare o trattenere, non come Emily con cui passeggia in riservato silenzio, annoiandosi a morte.
Insomma, l'amore di Mortimer e Charlotte, per altro appena accennato, non è altro che lo stratagemma usato per dirci come si sta evolvendo l'idea e l'ideale femminile nel 1880, quando la società tentava disperatamente di rimanere aggrappata alla figura di angelo del focolare che stava volando via con le sue stesse ali, rompendo le barriere e disorientando i più fino ad essere vittima di provvedimenti addirittura drastici (la prigionia per esempio).


I personaggi: cast e recitazione
A interpretare i personaggi di cui abbiamo accennato sopra troviamo un cast di attori sì famosi, ma non stelle del cinema internazionale.
Spiccano Hugh Dancy nel ruolo del giovane e progressista medico Mortimer Granville, disgustato dal fatto che ospedali e dottori dell'epoca rifiutino il progresso fatto dalla medicina e non vogliano applicare i nuovi ritrovati, continuando con sanguisughe e scarsa igiene nei luoghi di trattamento (un punto sul quale Florence Nightingale aveva insistito molto e che vi invito a rileggere nel post su di lei).

Insieme a Dancy ritroviamo Rupert Everett nei panni dell'eccentrico amico scienziato, disperso tra telefoni, motori, ampolle, libri e spolverini elettrici.  Everett ha saputo dare al suo personaggio quel briciolo di follia senza renderlo per forza una macchietta, è divertente e pazzo al punto giusto perché non stoni nell'ambientazione storica.


Tra il cast femminile il ruolo d'onore è di Maggie Gyllenhaal, sorella del celebre Jake [gran bel quarto di manzo] e resa popolarissima da un film ben più scabroso del presente, The secretary dove interpreta una segretaria molto particolare affiancata da un James Spader decisamente nella parte.
Cito, perché mi pare estremamente azzeccata, la descrizione che di lei fa il Morandini, storico critico cinematografico, che credo riassuma bene il suo personaggio
La Gyllenhaal - giovane ma ormai con un suo pubblico, ha sempre saputo scegliere dei film alternativi e controcorrente, interpretando ruoli diversi dai soliti cliché che le Major riservano per le attrici come lei. 
La nostra Maggie in questo film sa essere esuberante e frizzante al punto giusto, ma anche pratica e metodica come si addice ad una donna che dirige una casa di aiuto e che aiuta come infermiera. Trovo che la scelta dell'attrice sia stata molto azzeccata, anche se lo stesso non posso dire del suo rossetto che a tratti risulta poco credibile, così come il suo abito al ballo.

Nel cast troviamo anche una habitué dei period-dramas, ovvero Felicity Jones, già vista in Chéri e in Northanger Abbey, il movie BBC. Diciamo che ormai Felicity sa bene da che parte indossare una crinolina o un cappellino e sebbene mantenga una certa inespressività in tutti i suoi personaggi, rimane comunque graziosa e molto calzante per il ruolo di Emily.

Infine menzione d'onore per Jonathan Pryce, forse qualcuno lo rammenterà ne La maledizione della prima luna (era il Governatore Swann) e che qui fa la parte del dottor Dalrymple con una barba nuova di zecca e maniere decisamente più snob e sprezzanti del bonario padre di Keira Knightley.


Attendibilità storica
So che qualcuno, come mi è stato comunicato in diverse email, aspetta sempre questa parte delle recensioni per farsi due risate, ma temo che questa volta rimarrà deluso perché il film risulta molto più attendibile storicamente di altre produzioni.
La parte costumistica in particolare è perfetta, adeguatamente distinta tra costumi della borghesia con balze, crinoline, cappellini e parasole e quella della povertà, con gonne semplici e lisce, camicie a righe, grembiuli e scialli.

Sì, è vero, Charlotte Dalrymple è veramente un po' troppo esuberante per l'epoca e un padre avrebbe rinchiuso la figlia in casa pur di trattenerla, forse l'avrebbe picchiata, ma l'esagerazione fa parte del personaggio e sono più bendisposta nei suoi confronti di quanto non lo sarei se fosse vestita in maniera decisamente fuori luogo.

La vera caduta di stile, secondo me, è l'abito da ballo decisamente anacronistico con quella sagoma a sirena così longilineo e avvitato: dovevo citarlo. Valorizzare la grazia di una figura come quella della Gyllenhaal mi rendo conto sia difficile e certi tagli di sartoria moderna le donano più che le gale e gli scolli a barca, ma vi prego, ricordiamoci che siamo nel 1880!
Anche il suo impeccabile rossetto va sottolineato, ma questa è pignoleria.

A differenza di altri, qui sceneggiatori e registi non hanno creato una scarmigliata eroina con la chioma arruffata, nonostante il duro lavoro alla casa dei poveri e il suo carattere, piuttosto che le sue disavventure in bicicletta, Charlotte ha sempre in testa una severa pettinatura vittoriana. Considerati i precedenti, la scelta è degna di plauso, che si siano decisi a muoversi nella giusta direzione?

Le cravatte a pois di Hugh Dancy, alias Mortimer Granville sono proprio tipiche di quel periodo e così anche i colletti alti e inamidati, i cappotti al ginocchio e il cilindro da giorno.

Magnifico invece l'abbigliamento molto IT (In Time) di Emily e ridicolo il rigonfiamento posteriore del cappotto dato dalla tournure come doveva essere all'epoca: non vi ricorda un po' le sorellastre di Cenerentola?

La casa dei poveri, anche se Charlotte se ne lamenta, era davvero pulita per il periodo storico in cui ci troviamo e per l'ambientazione tra i Docks di Londra, tuttavia si può chiudere un occhio: questo film non parla della miseria umana e non siamo in Oliver Twist dove la rappresentazione del degrado della civiltà e della città sono protagonisti della vicenda quanto Oliver e i suoi compagni.


Le mie considerazioni su questo film sono quindi molto positive.
Si è rivelato molto migliore e molto più accurato e approfondito di quanto avrei creduto, specie con una trama simile. Uno spaccato della società indubbiamente interessante e ben congegnato con uno stratagemma narrativo di tutto rispetto.
Suggerisco la visione, dopotutto si tratta di un film divertente e piacevole, non rimarrete scandalizzati, fidatevi ;)
Il  mio voto è un otto e sapete che di solito sono di manica stretta, ma qui sono davvero rimasta positivamente impressionata.





Mauser

11 commenti:

  1. Complimenti...sei riuscita a trattare il film - e l'argomento un po' inconsueto di cui parla - in maniera approfondita e curata ma elegante e professionale. Sono contenta che si siano fatti progressi nell'attendibilità storica, perché era l'ora che se ne preoccupassero un pochino di più, ed anche che non sia scaduto in un filmetto erotico in costume.
    Un abbraccio,
    Irene

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  2. Innanzi tutto complimenti per la recensione, e poi: caspita, da come lo presenti mi viene davvero voglia di vederlo! Avevo visto il trailer e l'ambientazione e i costumi mi avevano attirata assai, ci mancava solo la tua approvazione per l'attendibilità storica! Ora potrò vederlo senza paura di prendermi occhiate assassine dalle mie amiche per interruzioni riguardanti la credibilità dei costumi o simili.

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  3. Se deciderete di guardare questo film garantisco ad entrambe divertimento e una certa percentuale di soddisfazione, sia come personaggi che ricostruzione e trama.
    Certo non è perfetto, ma lo trovo un notevole passo in avanti rispetto a molte altre produzioni più "impegnate" e che poi sono cadute su recitazioni inguardabili ed errori grossolani.

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  4. Ok, allora tocca proprio vederlo!...Peccato che qui a Belluno non arriverà nelle sale! :(
    Però se ne parli così bene lo cercherò in dvd quando uscirà! :)
    Dicevi che le donne che volevano essere un po' troppo anticonformiste finivano a volte anche in prigionia...
    E' un argomento che hai già trattato in un post precedente? Oppure c'è qualche libro sui costumi dell'epoca che potresti suggerire? Grazie! :)
    Un saluto dai monti bellunesi

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  5. Già non vedo l'ora di poterlo vedere in primis per l'ambientazione che adoro; in più leggendo la tua recensione ho convinto anche il mio compagno, ostinato e recalcitrante quando si tratta di vedere film 'in costume' ma mi è bastato leggere il tuo articolo e si è convinto...complimenti sei riuscita in un'impresa epica per me!

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  6. Grazie mille per questa recensione, ho visto il trailer andando a vedere Hugo Cabret e mi aveva totalmente ingannata: temevo proprio il filmetto comico tutto basato su allusioni sessuali, e con me tutta la sala, a giudicare dalla faccia scandalizzata della madre di famiglia seduta di fianco a me.
    Spezzo una lancia in favore di Felicity Jones: aveva una particina in un episodio di Doctor Who nel quale interpretava un'arrampicatrice sociale/ladra nell'Inghilterra degli Anni Venti, e lì riusciva ad essere meno legnosa del solito, quindi continuo a nutrire delle speranze...

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  7. Devo ammettere che ho visto questo film con molti pregiudizi (come dice ranelle qui sopra, anche io pensavo al classico filmetto volgare stile cinepanettone dove allusioni sessuali e doppi sensi la fanno da padrone) e invece mi sono dovuta ricredere. In una parola: meraviglioso! E' di una ironia fantastica e riesce a mantenere questo tenore per tutta la durata del film. I personaggi sono ben strutturati, credibili sotto tutti gli aspetti, persino i più eccentrici (leggasi: l'amico del dottore fissato per i gingilli meccanici). Non si cade mai nello stereotipo, sia nel caso dei signori e delle signore troppo "rigide" (le pazienti, il padre di Emily, Emily stessa e il giovane medico) sia dei protagonisti più moderni (Charlotte Darlymple); anche il finale "salvatutti" (il giudice che salva Charlotte condannandola a 30 gg di prigione) non è smielato come purtroppo ormai siamo abituati a vedere nelle commedie strappalacrime americane ma risulta estremamente umano (e quindi assai lontano dallo stereotipo) nella sua capacità di coniugare buon senso, compassione per una ragazza che rischia di perdere il proprio utero e severità nel condannarla comunque per il suo disturbo della quiete pubblica.

    Direi che è perfetto sotto tutti i punti di vista! Ma, visto che sono estremamente pignola, un appunto lo devo fare per forza altrimenti non mi sento più io! L'unica cosa che è trattata un pò superficialmente è l'isteria stessa quando la si tratta come una semplice conseguenza del "non fare sesso troppo spesso o troppo bene" (cit. Charlotte). In realtà, benché la pseudo-diagnosi che ne fa il Dr Darlymple sia perfettamente coerente (Freud stesso parlava di "utero che VAGOLA nel corpo" e infatti da quando ho letto questa sua frase ogni volta che mi si para davanti l'isteria non posso fare a meno di immaginarmi questo povero utero che vaga solitario stile particella di sodio: "vado in giro, faccio cose..."!!!), in realtà alcuni medici con più buon senso della maggioranza consigliavano alle pazienti considerate affette da isteria di fare una vacanza, andare in giro con le amiche... insomma, oggi diremmo di "svagarsi e rilassarsi", cosa che al tempo dei victorians non doveva essere per niente facile. In pratica, questa minoranza di dottori capiva che l'isteria non era tanto derivata dal sesso represso quanto dalla condizione generale di una donna che non aveva nessun tipo di realizzazione al di fuori della casa familiare (ma anche all'interno, se pensiamo al ruolo in cui erano relegate, la loro capacità decisionale riguardo le finanze casalinghe e l'istruzione dei figli, ecc).
    Certo, non è un vero e proprio difetto, visto che parlare in maniera approfondita dell'argomento isteria avrebbe significato perdere parte dell'atteggiamento ironico che è l'elemento più riuscito del film; considerando anche che non è pensato per essere un film istruttivo ma una commedia divertente e leggera, direi che non gli si può proprio rinfacciare nulla.

    Ps: ho riso dall'inizio alla fine, e per una pignola come me che vede difetti ovunque, non è per niente facile! Non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi fatto scoprire questo film... anche se un pò in ritardo ma meglio tardi che mai!

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  8. ops, ho notato ora la lunghezza della risposta... sorry mi conterrò la prossima volta!

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  9. Mi ha fatto davvero molto piacere leggere il tuo commento e, anche se lungo: meglio!
    Innanzi tutto sono felicissima di aver portato alla visione di questo film che in effetti è un po' troppo bistrattato per i reali contenuti che possiede, ha dei punti di forza veramente ottimi e invece viene snobbato solo per quello che è l'ufficioso argomento principale, cioè il vibratore, neanche fosse un porno fatto e finito.
    La tua analisi storica e con riferimenti a Freud è stata estremamente calzante ed interessante, ti ringrazio, leggendola ho imparato qualcosa anche io.
    Spero vivamente che il blog sia di tuo gradimento e di rivederti presto =)
    PS: non ho colto il tuo nome e mi farebbe molto piacere conoscerlo

    Mauser

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  10. hai ragione mi sono dimenticata di firmarmi!
    Il blog è fantastico e me lo sono letto tutto, non so proprio come riesci a scrivere dei post così interessanti (alcuni seri, altri più sfiziosi ma tutti ugualmente ben approfonditi e intriganti), ma notizie così succose dove le peschi? che invidia! ^_*

    Lucia

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  11. del film parte con il primo modello femminile, la donna agiata vittoriana

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