24 dicembre 2012

Ye Olde Cheshire Cheese

Carissimi lettori,
come state? Io diciamo che tiro avanti.
Come potete vedere da questo ultimo periodo di inattività, il mio intento di non abbandonare il blog è riuscito solo in parte. Sono estremamente dispiaciuta del poco tempo che riesco a dedicargli, della scarsa disponibilità che ho per i post e per gli approfondimenti e ogni volta che ripenso al Georgiana's Garden o, anche peggio, a quanto tempo lascio trascorrere tra uno scritto e l'altro mi sento sempre più in colpa. L'ultima volta, la sera di sabato, mi sono sentita morire quando, anche nella realtà, una certa pesona (non far finta di non avere colpe!) mi ha detto "ma è tanto che non aggiorni". Insensibile! Ci sono rimasta malissimo...
La storica insegna del locale
Ye Olde Cheshire Cheese
La signora V.T. che da anni tiene corsi di formazione aziendale e nel tempo libero si diletta a psicologa di noi poveri e frustrati dipendenti risponderebbe che si tratta di una scelta di priorità nella vita, probabilmente avrebbe ragione, ma sapere che do priorità ad altro mi fa sentire ugualmente un verme verminoso [cito da dall'Hercules Disney].
Se riuscite a perdonarmi per queste mie umane manchevolezze, per la scarsa autodisciplina che riesco ad impormi e per tutti i difetti di cui infarcisco il blog e i post, da un'opinione fin troppo personale a una serietà piuttosto relativa, io sono sempre onorata di avervi in questo sito e spero di riuscire ad intrattenervi oggi come una volta :)



Quale sia il problema è arcinoto: troppi interessi che mi ballano per la testa a ritmo di rockabilly, da una passione che non riesco ad accantonare per i film americani tra gli anni '40 e '60 alla neonata mania del patchwork e del quilt, dalla fissa di decorare gli oggetti a mille altre che nel corso della mia esistenza si sono susseguite lasciando qualche vestigia qua e là per la casa, vestigia per altro ingombranti con le quali devo dividere il poco spazio vitale, senza contare la lettura! E poi la vita è la vita, quante cose da fare! Il lavoro, gli amici, le persone importanti (che a volte ti fanno sentire un verme), le cose come stirare e mangiare...
Domani, se mi conosco un minimo, mi farò trascinare da qualche altra effimera passione come... chessò... le temari giapponesi, la pittura ad olio, la scultura in legno, collezionare scatole di fiammiferi (già fatto), cartoline (fatto), francobolli (fatto), fotografie di acqua... è un circolo vizioso dal quale non sono capace di liberarmi ma, allo stesso tempo, dal quale non posso perchè è un modo per esprimere me stessa e ciò che trovo bello e che mi piace. Fare le cose come piacciono a me è una grande conquista nella mia vita e nella mia storia.
E il blog è una di queste.
Non lo abbandonerò mai del tutto, PENSO, ma allo stesso tempo potrebbe essere afflitto da un ritmo di aggiornamento altalenante per il quale continuerò a sentirmi in colpa e, allo stesso tempo, non potrò fare diversamente.

Detto ciò, oggi torno a scrivere e spero, in questo periodo di festività natalizie, di poter buttare giù qualche bel post per voi e per me stessa.
Oggi parliamo di Londra, la grande City, e di uno dei luoghi che dovrebbero diventare imprescindibili quando si visita la capitale britannica. Uno dei locali più caratteristici e storici, testimoniato anche dal nome in un inglese antico, ormai desueto, che utilizza forme sparite nel tempo dalla lingua.

Situato al 145 di Fleet Street (sì, proprio quella del famoso barbiere), oggi parliamo del pub Ye Olde Cheshire Cheese.


Storia del nome
Ye Olde è una forma arcaica dell'inglese usata in vece del più moderno e comune modo di dire The Old.
La runa thurisaz
L'origine di questa dicitura risale all'antico inglese medievale nel quale la T di The olde (olde era la versione originaria e arcaica di old) era scritta non con la T latina, ma con la lettera norrena thorn þ (assomiglia vagamente ad una p spostata sopra la riga di scrittura e nella quale l'asola laterale non si trova in alto, ma a metà della gambetta e pronunciata col famoso th sul quale le maestre d'inglese si accaniscono durante i primi anni di studio della lingua) derivata da una runa, questo perchè in Inghilterra l'alfabeto norreno e le diciture di origine scandinava sopravvissero con grande uso fino alla metà del Cinquecento. Ancora oggi nella regione del Galles si possono ascoltare dialetti con grandissime inflessioni di tipo vichingo e scandinavo, scritture nelle loro forme più arcaiche e entrambi gli alfabeti latino e norrenovengono ancora impiegati anche nell'ambito quotidiano.
Questa lettera thorn in uso nel Medioevo inglese derivava dalla runa thurisaz che era formata da un'asta verticale e da una capannina triangolare posta a metà sul lato destro.

Progressivamente nel corso del XIVl'uso di thorn e dell'articolo the acquisirono maggiore popolarità nella dicitura comune, precedentemente molto più complessa e declinata e quindi dotata di svariati articoli tra maschile, femminile, neutro, singolare plurale...con l'uso progressivo e la grafia errata data dal'impiego del carattere gotico a peggiorare ulteriormente le cose, la thorn finì per sovrapporsi come scrittura con un'altra runa, wynn dalla pronuncia completamente diversa (uu era l'originale e sarebbe diventata la nostra w) ma quasi uguale nella sua grafia originaria, la runa aveva infatti la capannina uguale a thurisaz ma spostata in alto sulla barra come una P di Pax in latino e non a metà, questa runa si era evoluta in una lettera nell'antico inglese rappresentata come un mix tra una P e una piccola arpa (ƿ) e in epoca Tudor questa scrittura era caduta quasi in disuso in favore di quella w.
La lettera thorn
scritta in alfabeto
gotico e con la E
come apice. Come
si può notare la
thorn è ormai
totalmente assimilabile
alla Y
A questo punto, notando come in gotico fosse scritta la thorn/wynn si può riconoscere una preoccupante somiglianza con la moderna y con la gambetta lunga completata da un'asola. Insomma il danno era fatto. T era gemellata con Y. Nel 1611 l'unificazione era totale e il carattere tipografico era abitualmente usato per indicare il th di the e di altre parole, non essendoci più alcuna distinzione tra la thorn e la Y.
Fin qui la cosa era già complicata, ma se ci aggiungiamo che era consuetudine fin dal Medioevo abbreviare le parole the, that, ecc con un piccolo apice a destra della thorn rappresentante E nel caso di the oppure T nel caso di that e S per this il gioco è fatto e the diventava quindi ye.


Il locale
Ma questo cosa c'entra col locale di cui voglio parlarvi?
C'entra perchè questo pub è davvero vecchissimo! Antecedente al Seicento, fu infatti aperto nel 1538, in pienissima epoca Tudor e, come avrete capito, nel pieno della confusionaria scrittura The/Ye.
Ma il nome antico che delinea origini altrettanto antiche e l'età avanzata non sono le uniche caratteristiche del locale, aperto ancora oggi.
L'ingresso molto rustico con l'insegna in ferro battuto
dello Ye Olde Cheshire Cheese
Nel 1666, per esempio, durante il grande incendio di Londra che distrusse quasi completamente la città, comprese case, edifici pubblici, ecc, tutto costruito in legno come era in passato, il pub venne raso al suolo dalle fiamme e fu ricostruito poco dopo aggiungendo al nome originale, Ye Cheshire Cheese anche la dicitura olde ad indicare la sua ormai veneranda età, all'epoca dell'incendio il pub aveva infatti circa 130 anni! Diciamo che poteva permetterselo...

Oltre al vecchio nome, anche l'ambiente così rustico e dall'aria un po' medievale è una delle caratteristiche che da 500 anni attirano clienti nel locale. Alcuni dei pannelli di legno che ricoprono le pareti interne sono originali e hanno davvero tanti anni! Le cantine, inoltre, si dice siano state ricavate da alcuni sotterranei di un antico monastero carmelitano del XIII secolo situato fuori le mura che fu progressivamente inglobato nel perimetro della City e poi abbattuto (forse durante lo scisma anglicano) per costruire nuovi edifici, case e botteghe secondo le nuove esigenze della città in espansione.

Nonostante l'ingresso sia piccolo e angusto come tutte le vecchie costruzioni, l'interno è molto ampio e d'inverno è particolarmente apprezzabile la stanza del camino dove un enorme caminetto a muro riscalda l'ambiente e rende tutto ancor più piacevole bere e chiacchierare in compagnia in un'atmosfera tanto suggestiva.

La lista dei monarchi
che hanno governato
l'Inghilterra dall'apertura
del pub
Un'altra particolarità è la lista dei monarchi, sul lato destro dell'ingresso, infatti, è appesa una lista in bella scrittura sulla quale sono segnati tutti i re e le regine che hanno governato la Gran Bretagna da quando il pub è aperto e sono tanti! Un po' come la lista dei papi a San Giovanni in Laterano.
Oltre i sovrani, il locale fa sfoggio anche dei volti noti che durante la storia sono stati clienti, tra queste Oliver Goldsmith, Mark Twain, Arthur Conan Doyle, Alfred Tennyson... uno dei più assiduo avventori fu senz'altro Charles Dickens il quale fa menzione del pub anche nel suo romanzo Una storia tra due città.
Non solo, fu la "base" per il Rhymers' Club, un gruppo di aspiranti giovani poeti capitanati da Yeats e da Rhys che durante l'Ottocento si dava alla composizione.
Proprio durante l'Ottocento molti pub conobbero un grande e fiorente periodo di affari, questo perchè rappresentavano un po' i ristoranti dell'epoca per i meno ricchi e, con meno ricchi, intendo le classi dalla borghesia in giù, infatti solo l'altissima borghesia poteva permettersi di cenare nei prestigiosi hotel come il Savoy che offrivano servizio ristorante e solo gli aristocratici e i membri scelti potevano, invece, cenare nei club come il Boodle's e il White's.

L'interno del locale e la credenza delle stoviglie di una delle
stanze per cenare, tutto in stile un po' retrò
I pub dell'epoca fungevano da ritrovo in amicizia e anche per i commerci informali e i ritrovi d'affari. Gli uomini e, più raramente, le donne affollavano i tavoli nei quali era sempre possibile ordinare un pasto caldo e del cibo di buona qualità. Il Cheshire Cheese al quale si sono ispirati i proprietari per il nome, per esempio, era un formaggio vaccino originario del Galles e delle contee circostanti particolarmente saporito ed apprezzato e molto sostanzioso, in grando di saziare anche gli stomaci più affamati, ma del Cheshire cheese parleremo in altro luogo, magari nella rubrica di cucina. Il formaggio, comunque, essendo sostanzioso quanto la carne, ma non altrettanto costoso, era un alimento molto in voga tra i meno ricchi, la carne era rara e costosa e veniva servita specialmente stufata o bollita, niente piastra e niente griglia. Insomma era un modo per annunciare al mondo che nel pub si praticava la buona cucina, calda, sostanziosa e a prezzi modici, tutto in poche e semplici parole, non male come trovata di marketing! Al confronto i nostri moderni inventori di slogan ("Gustala ghiacciata, Non assorbe gli odori li elimina!, Campari red passion"), in bilico tra il ridicolo e il pacchiano e troppo protesi verso termini anglofoni e costruzioni errate [vorrei farvi ascoltare l'ultimo spot Calzedonia dove dicono "lycra" riferendosi al tessuto delle calze come se la Y fosse una I inglese e pronunciano la parola "laicra", che orrore!!!], sembrano dei dilettanti e questo è il bello del linguaggio di un tempo e il motivo per il quale all'inizio ho esordito con la storia del nome, perchè in passato si prestava molta più attenzione alla lingua, alla terminologia e alla costruzione: dirlo bene e con poche parole, il Vangelo che da bambini cercavano di insegnarci alle elementari, era diventato realtà... cosa è andato perso da allora?
Con 4 parole, di cui un articolo quindi in realtà 3, i nostri antenati erano stati capaci di esprimere una miriade di concetti riassumendo tutta la pubblicità possibile: qualità del cibo e del locale, status sociale, prezzo, ambiente, clientela... che meraviglia saper adoperare le parole!

Uno dei separé nei quali è possibile pranzare e cenare,
ci sono sia tavoli e sedie che panche, come in questo caso
I pub londinesi erano frequentati sia dagli abitanti che dai forestieri, la zona intorno al Tamigi, dove attraccavano le navi, pullulava di osterie, bettole e bugigattoli dove i marinai potevano andare a saziarsi dopo il periodo in mare aperto e spendere il proprio denaro bevendo e andando a donne nei locali bordelli che si affacciavano proprio sopra, alle volte le prostitute facevano addirittura parte dell'organico del locale e spesso facevano anche il doppio lavoro di cameriere, d'altra parte la cultura inglese pullula di ostesse dal petto prorompente e dai modi ammiccanti che se la spassano coi giovani avventori.
Essendo un posto che offriva anche una notevole varietà di fauna umana, molti scrittori usavano i pub non solo per consumare, ma anche per cercare ispirazione per i loro personaggi, specialmente i più umili, ai quali attribuire caratteristiche e movenze coerenti con l'educazione e la levatura sociale. Non c'erano solo nobili e feste al tempo dei victorians e gli autori dell'epoca, Zio Charlie tra tutti, ma anche Elito, Thackeray, Hardy e così via, pare avessero una vera vocazione nel descrivere con minuzia gli strati più bassi della società a mo' di denuncia delle condizioni disumane nelle quali la povera gente viveva nonostante i governi dell'epoca (un po' come quelli di oggi) promettessero diritti, lavoro e l'abbassamento delle tasse e sventolassero i loro piccoli successi come enormi conquiste. Molti scrittori, che erano anche filosofi, godevano di un piacere quasi da paladini della giustizia nello smascherare queste tecniche alimentando l'informazione che sosteneva che tanto era ancora il lavoro da fare.

Tra le offerte del pub c'è una buona scelta di birre alla spina
tra le più famose e meno note che spaziano dal suo inglese,
gallese, scozzese e irlandese, più qualche estera per
soddisfare tutti i palati
Stando ad una ballata popolare seicentesca dai toni un po' macabri, pare che tra gli habitué del Ye Olde Cheshire Cheese ci sia persino un fantasma donna che narra la storia di un tremendo infanticidio del quale si è macchiata in vita e raccontare il crimine sia il suo modo per espiare la colpa commessa.

Insomma, a costo di sembrare una guida della Lonely Planet, io vi consiglio una visita se vi capitasse una visita a Londra, il locale è facilmente raggiundibile con la linea 15 che passa da Piccadilly Circus, poco distante, e penso che sia riconoscibile tra mille.
Se dopo 500 anni è ancora aperto, entrando nella lista dei locali storici e con un costante flusso di clienti qualche motivo deve pur esserci ;) perchè non andare a scoprirlo?
A quanto pare il buon cibo e le bevande sono senza dubbio un incentivo che molti di coloro che ci sono stati portanto a riprova della qualità del luogo insieme alla sua particolarità, probabilmente beacon e salsicce non sono vecchie come le travi del soffitto. Per quanto riguarda la selezione di birre, sebbene non troppo vasta, è di ottima qualità. E se avete fame, trovate anche un discreto menu di “pub food”, ovvero una raccolta di quanto di più tipico potete trovare nella cucina inglese, come il fish and chips e i vari pasticci di carne. Tutto a prezzi modici (per l'Inghilterra, ovvio, parliamo di circa 20-25£).
Non aspettatevi però di far baldoria fino a notte inoltrata! Questo è un pub storico che fa gli orari storici degli inglesi, apre a mezzogiorno per il pranzo, è affollatissimo alle sette per l'aperitivo e alle nove per la cena, ma alle undici di sera chiude i battenti e tutti fuori, giusto per non incintare a bere oltre misura, nel Regno Unito la distinzione tra pub e night è rigorosa.

Wikipedia EN | Ye Olde Cheshire Cheese
Wikipedia EN | Ye Olde
Pubs.com | Ye Olde Cheshire Cheese
Nuok | Puro stile inglese allo Ye Olde Cheshire Cheese

Beh, seppur nella sua brevità spero che questo post vi abbia fatto assaporare un po' della magia del luogo, singolare anche per i suoi avventori, non è infatti inusuale trovare tra la clientela anche gli uomini d'affari della City appena smontati dall'ufficio nei loro completi gessati, camicie di Armani e le caratteristiche cravatte vistose.
Un post veloce veloce per scaldarci le ossa, spero ci rivedremo presto con altri nuovi approfondimenti, un bacione a tutti,
Buon Natale a tutti!

 




Mauser

17 commenti:

  1. Carissima, come ti capisco; anch'io sono affetta da tanti interessi che si devono 'incastrare' con la vita di tutti i giorni, la famiglia e annessi e connessi. Si fa...si fa tutto, basta non mollare. Nasceranno altre passioni che andranno ad accrescere la fila di quelle già esistenti o le sostituiranno ma un blog è quell'angolino dove possiamo essere noi stessi. Sono sicura che anche se ora lo trascuri un pò non riuscirai mai a mollarlo..ormai è una parte di te! E ti rinnovo i miei complimenti per i tuoi argomenti che posti con grande cura e professionalità...per la gioia di chi ti segue!
    Buone Feste Mauser
    Elly

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  2. Non ti preoccupare, anche se gli aggiornamenti non saranno frequenti :-) L'importante è che il tuo blog rimanga: è una fonte ricchissima di informazioni e curiosità, per cui ti ringraziamo.
    Auguri per un Buon Anno 2013 (e speriamo che sia migliore di quello che si sta chiudendo...)
    Roberta

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  3. Scrivi quando puoi ma non abbandonarlo perché è davvero un bell'angolino. :)

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  4. Ti capisco così tanto! E' sempre difficile riuscire a fare tutte le cose che si vorrebbero in poco tempo, perchè a me il tempo sembra sempre irrimendiabilmente troppo poco, mentre le cose alle quali mi piacerebbe dedicarmi sono tantissime e aumentano sempre più! Ma spero che continuerai ad aggiornare il blog!! Anche dovessero passare mesi da un post all'altro.. perchè davvero mi piacciono sempre un sacco i tuoi post xD e poi l'attesa non è forse la parte migliore? Io aspetto i tuoi post e nel frattempo mi chiedo di che cosa parlerai la prossima volta.. e probabilmente do un pò di matto! Ad ogni modo.. ho sempre più voglia di visitare Londra ** Ed il Cheshire Cheese sarà certamente una di quelle cose che andrò a vedere!

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  5. Concordo con LadyAileen: scrivi quando hai tempo ma non abbandonare questo spazio perchè è veramente un bel blog ed è sempre un piacere leggerlo! Ma soprattutto, non sentirti assolutamente in colpa: i ritmi di oggi sono sempre più frenetici ed è normale che alcune cose passino in secondo piano. Ti capisco perchè anche io aggiorno poco il mio blog e delle volte mi sento in colpa per ciò.
    Detto questo, ti ringrazio per la dritta! Sapevo dell'esistenza di questo pub e ci sono passata davanti l'ultima volta che sono stata a Londra, ma grazie al tuo articolo l'ho inserito nella 'tabella di marcia' del mio prossimo viaggio inglese, magari per un pranzo veloce. Parto dopodomani e leggere questo articolo è stato una piacevole coincidenza, dato che sto cercando di pianificare al meglio la mia vacanza. Per cui, non abbandonare il blog se ci riesci, perchè ci fa sempre piacere leggerti ed è anche molto utile, come nel mio caso! ;)

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    1. Al tuo ritorno sarei curiosa di conoscere la tua impressione al riguardo, io purtroppo non sono mai stata a Londra (pare un controsenso visto che parlo tanto d'Inghilterra...), avevo in programma un viaggio per questa primavera che purtroppo è saltato per una serie di ragioni :(
      Mi raccomando divertiti durante il viaggio!

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  6. Ci sono stato l'8 Dicembre scorso, è un posto assurdo che rievoca atmosfere e sensazioni d'altri tempi. Avere nostalgia di epoche mai vissute.....è ciò che si prova scendendo in quelle cantine, a testa bassa per non colpire il soffitto, sorseggiando una pregiata birra biologica. Un'esperienza che ti segna, se ami questi luoghi :)

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