20 settembre 2011

Diario di viaggio: Grecia e Turchia

Cari lettori,
come vi avevo accennato nel post di saluti, sono partita (e ormai anche tornata) per un viaggettino con amici nella culla della civiltà.
La genesi di questa vacanza era già da sé tutto un programma, io non ero così entusiasta di partire perché con la chiusura estiva appena conclusa c'era molto lavoro arretrato, ma alla fine, complice un itinerario davvero irresistibile, mi sono lasciata tentare.
La scelta del mezzo di trasposto, la nave, è stata forse la più opinabile del viaggio, volendo visitare molte zone della Grecia, dalle isole ad Atene, abbiamo preferito farlo in crociera, approfittando del fatto che i continui spostamenti ci dessero la possibilità di visitare molti luoghi senza rimanere necessariamente fossilizzati su un'isoletta come ad una mia collega che è rimasta inchiodata a Mykonos per una settimana (bellissimo, per carità, ma non ero giù per una vacanza balneare).
Panorama tipico dell'isola di Santorini, Oia
La crociera, come dicevo, non mi ha entusiasmata all'inverosimile, sarà che la nave era vecchiotta, che gli spazi alla fine erano ridotti rispetto ad altre imbarcazioni più moderni, sarà stata quell'aura anni Novanta che ammantava l'arredamento o il vorrei ma non posso dei servizi offerti (mini palestra, mini centro benessere, mini tutto), ma quella parte del viaggio mi ha deluso molto e l'unico motivo per cui accetto che ci siano persone che stravedono per la crociera, credo sia perché ce ne sono di ben altro livello. Bisogna tenere conto, inoltre, che io non sono né un animale mondano né una lucertola che passerebbe le giornate al sole, quindi i giorni di navigazione sono stati un patimento, perché in fondo in quella nave non c'era davvero niente da fare per distrarsi, invece la mia migliore amica, che è una persona mondanissima, la classica ragazza che conquista almeno tre ragazzi per ogni posto che visita, pretendeva ogni sera visita in discoteca e tempo da trascorrere in compagnia di due ragazzi conosciuti in viaggio, da me soprannominati La Cozza e La Patella, giusto per dirvi che tipi fossero, un grado di accollamento tale da essere decisamente inopportuno e fastidioso (due maschi di vent'anni al corso di decoupage sono stati la barzelletta della nave per tutto il tragitto di ritorno).

Ma parliamo d'altro, se la crociera in sé non è stata portentosa, l'itinerario merita un 10+ Francesco Amadori cum laude perché abbiamo toccato città e visto luoghi bellissimi, affascinanti, ricchi di storia e di storie, di meraviglie architettoniche, ingegneristiche, trovate geniali, studi meravigliosi.
Partendo da Roma Civitavecchia ci siamo diretti nell'Egeo, in Turchia e abbiamo visitato isole e città di cui ora mi piacerebbe parlare, sperando che questa mia intenzione di allontanarmi un minimo dal tema del blog non offenda nessuno =)

Taormina

Palazzo Corvaja
È stata la nostra prima fortunata meta, 40°C di sole a strapiombo e tour in pullman fino alla cima della collina, dove una guida francese ci ha fatto fare il giro della città. La guida è stata piuttosto indisponente, innanzi tutto parlava con una "r" moscia francese tremenda, a volte poi non le venivano le parole ed ha completamente ceffato il mito riguardante il Minotauro e Teseo, confondendosi di continuo con mia grande esasperazione. Per di più eravamo accomunati ad un gruppo di francesi e quindi ogni spiegazione andava ripetuta de volte, col caldo e l'umidità tremenda, quindi è stato terribile, dove si poteva si cercava l'ombra, ma non sempre era disponibile...
La città di Taormina l'ho trovata deliziosa, piena di fiori e di oggetti tipici dell'artigianato locale abbinati a grandi firme della moda, Chanel, Ferragamo, Versace... è curioso vedere negozi di souvenir prettamente turistici affianco alle boutique di questi giganti delle passerelle e abbinare i prezzi è ugualmente divertente. Mi ha molto affascinata il Palazzo del Parlamento, coi suoi molti stili in sé, Bizantino, Normanno e Moresco sapientemente abbinati insieme dagli architetti del passato, e ugualmente gratificante, sebbene estenuante a causa del caldo torrido, è stata la visita al teatro greco, ancora ingombro degli arredi scenici per gli spettacoli del ciclo estivo, altrettanto affascinante è stata la vista sulla baia che si poteva godere dall'altura e la superlativa granita siciliana all'arancia che ho avuto la fortuna di comprare, della quale mi ricorderò tutta la vita, tornerei in Sicilia appositamente per mangiarne una e vi assicuro che non è uno scherzo.

Teatro greco di Taormina
Sulla strada del ritorno, poi, abbiamo anche incrociato un matrimonio di fronte ad una delle chiese della città, sposo e sposa dovevano ancora arrivare, ma molti invitati in abito scuro erano già in attesa nella calura del tardo pomeriggio di fronte all'ingresso, le donne, soprattutto, erano davvero elegantissime, una cosa che dalle mie parti invece si tende a mostrare meno in favore di una maggiore praticità, e indossavano tacchi a spillo vertiginosi con i quali sembravano camminare senza problemi nella strada a pietre  del centro storico: queste donne hanno davvero tutto il mio rispetto considerando che non ne sarei assolutamente capace.


Efeso
Dopo un intero giorno di navigazione nell'Egeo siamo approdati sulle coste turche, dove siamo sbarcati e scortati da una bravissima guida locale che parlava un italiano eccellente ci siamo diretti verso gli scavi archeologici di Efeso, leggermente all'interno (25km dal mare).
Agorà statale e senato

La guida ci ha spiegato con passione un po' della filosofia e della cultura turca, la loro scarsa affinità con il mondo arabo circostante e la passione per l'umanesimo e lo studio che è diventata il simbolo stesso della nazione dalla sua indipendenza del 1923 grazie ad Ataturk, il padre della patria locale.
Mi ha molto affascinata questa cultura così particolare e differente, l'uso dell'alfabeto latino al posto dei caratteri arabi e il desiderio di conoscenza che trasuda già nelle città di provincia, come Izmir, un porto come la mia Genova, ma molto più popoloso (4.000.000 di abitanti) e caratterizzata da 7 università, un autentico primato! Senza contare lo stupore, forse dettato dall'ignoranza, di veder circolare le donne a capo scoperto e senza essere bardate con i veli e i lunghi kaftani scuri che alcune portano anche in Italia.
Particolari dei capitelli della biblioteca di Celso, Efeso
Essendo rimasta così affascinata sto progettando di fare un viaggio di ritorno in quel Paese, informandomi ho scoperto che ci sono moltissimi luoghi che mi piacerebbe visitare, dalla poliedrica Istanbul alla stessa Ankara dai camini delle fate alle chiese rupestri dell'altopiano dell'Anatolia, per non parlare dellla regione di Pamukkale con le sue bianchissime cascate calcaree.
Il viaggio in Turchia ha sfrondato molti pregiudizi che avevo dettati dall'ignoranza, un errore che spero i non ripetere in futuro per essere una persona più giusta e obiettiva nei confronti delle culture altrui che non si conoscono o si conoscono poco e si tende troppo spesso ad accomunare con altre che ci sono vicino per una questione di comodità, un po' come se dicessero che Italia, Francia e Germania alla fine sono tutte la stessa minestra, ma doooove!!!
Tornando all'escursione, la gita ad Efeso è stata quella che ho preferito, la magnificenza di questi scavi, la bellezza dei templi di Domiziano e Adriano, la fontana di Traiano e la biblioteca di Celso mi hanno colpita moltissimo, specialmente con i loro ricchissimi fregi scolpiti nella pietra con perizia e duro lavoro, il sole e la temperatura mi hanno messa a dura prova, ma un briciolo di sacrificio è stato ripagato con uno spettacolo veramente magnifico.
Particolare del Tempio di Adriano, Efeso
All'uscita poi abbiamo fatto la conoscenza con il mondo del commercio turco, la loro tattica di vendita, i loro modi di attirare clienti, gli sconti e gli oggettini caratteristici locali, come gli occhi portafortuna, oppure le icone della Casa di Maria, poco distante, e ancora le splendide pashmine con disegni ottomani che si possono acquistare, per non parlare dei lokum, i dolcetti tipici locali. Contrattare il prezzo e battibeccare con i venditori è uno sport che ai genovesi piace, perchè chi hanno di fronte è qualcuno che ha la loro stessa mentalità per quanto riguarda commercio e denaro e questo è stato gratificante, un po' meno la signora del gruppo che ha domandato alla guida se l'Impero Ottomano si chiamava così perché faceva razzie in tutto il Mediterraneo (8 mani... che vergogna), è stato umiliante sapere che nel nostro Bel Paese che si vanta di arte e cultura ci sono anche esempi di una tale ostentata ignoranza, come diceva la mia prof di Lettere, quella persona ha perso un'altra buona occasione per tacere.


Santorini
Dopo Efeso ci siamo diretti a Santorini, la famosa isola di origine vulcanica simbolo della distruzione dei grandi giganti di lava e che si ritiene sia stata la causa della rovina dell'ancor più famosa Civiltà di Atlantide su cui sono fioccate le leggende nel corso dei secoli.
Santorini è stata una visita davvero suggestiva, molto diversa da Efeso, ma ugualmente bella, scenografica, panoramica e rustica al punto giusto, ma ben tenuta al punto da non apparire leziosa come invece sembra Mykonos.
Panorama dell'isola di Santorini dalla Thera
Le bellezze di Santorini stanno tutte nel palmo di una mano, la città è piccina e raccolta, decorata coi colori greci del bianco e del celste intenso, adornata di fiori e di piante succulente, di buganvillea, di gatti e di centinaia di asini che accompagnano i turisti nella lunga salita per la ripida strada che dal mare porta al centro abitato.La parte meno turistica è più abbandonata e dimenticata, ma ugualmente suggestiva con i suoi cortili incolti, le sue vecchie moto abbandonate e i cancelli di legno scrostati.
Comprare a Santorini è un piacere per il turista, i negozianti sono cortesi e disponibili, ti insegnano parole greche mentre compilano gli scontrini, usano l'Euro senza problemi di cambio (ma quello anche in Turchia, dove sono commercianti per natura) e sorridono in quel modo specialissimo, con le rughe che si arricciano intorno agli occhi, segnate dall'abbronzatura.
Purtroppo la scarsità di tempo non ci ha permesso di visitare a dovere né la Oia né la Thera (si pronunciano Ia e Firà) e neppure gli scavi archeologici, ma solo di fare un giro per il centro storico, che è stato comunque favoloso. Consiglio caldamente a tutti di visitare questa pittoresca isoletta greca e di godersela appieno.


Mykonos
Tipica chiesetta greca con campanile a vela
e tramonto alle spalle
Forse meno suggestiva di Santorini per la sua natura eccessivamente leziosa, eppure disordinata, sembra un po' l'Ibiza dell'Egeo, confusionaria, eppure affettata, dove nelle stradine laterali sporche e disordinate si possono trovare i negozi di Hermés e di Valentino, dove le calamite costano 2,50€ e hanno permesso di costruire un immenso parcheggio proprio dietro ai cinque mulini a vento che sono il simbolo del luogo, così i turisti odiano da morire l'autorità locale per non aver stabilito un piano regolatore adeguato anche per debellare gli onnipresenti cavi della luce o del telefono che sono tirati per tutto il cielo della città e rimangono immancabilmente davanti all'oggetto che si sta cercando di fotografare con tanto impegno.
La parte migliore di Mykonos è la spiaggetta di acqua cristallina dove ci si può rilassare e anche le crepes alla nutella sono un'ottimo incentivo alla visita (sebbene non altrettanto lo sia il prezzo), ma temo che la maleducazione dei locali negozianti sia un deterrente fortissimo, visto che quando si entra nei locali ti guardano e trattano malissimo come se stessi andando lì a disturbarli e non fossi alla loro altezza.
Mykonos, a differenza di Santorini, è pervasa da una rusticità fasulla di stampo provenzale che sa di falso ad ogni angolo, ma non per questo è meno graziosa nei ristorantini locali con sedie celesti e tovaglie a quadretti rossi. Merita comunque una visita, ma se volete dei souvenir andate a prenderli da un'altra parte, li hanno anche ad Atene, fidatevi.

I mulini a vento col tetto di paglia, simbolo di Mykonos


Atene
Ed arriviamo finalmente alla culla della più grande civiltà della storia, patria di poeti, filosofi e matematici, di uomini grandi che hanno fatto grande la Storia, il luogo dove sono nate filosofia e democrazia.

Sbarcati al Pireo di prima mattina, una solerte guida paro paro a mia zia ci ha accompagnati al pullman e ci ha parlato dell Grande Atene di oggi, dai due porticcioli per barche private, Pascialiman e Turcoliman, al grande porto del Pireo sorto dopo che venne trasferito dal vecchio Fallero più di duemila anni fa.
Visitare finalmente la città che sognavo da così tanto tempo, toccare con mano le cose di cui fino ad oggi avevo solo sentito parlare in termini assai contrari è stato emozionante, ricco di suggestione.

Euristeo con colonnato delle Cariatidi,
Acropoli di Atene
Con rinnovato interesse ci siamo dati alla scalata della vetta dell'Acropoli, rischiando più volte la vita a causa della bellissima strada di accesso a gradoni lastricata in marmo, scivolosissima come se ci avessero passato il borotalco e causa di incidenti di sorta e cadute di vario genere tra i membri del gruppo.
La cosa più buffa è che mentre salivo, al posto che pensare ad antichi filosofi del mondo ellenistico e capannelli di politici della città che la politica l'ha inventata, mi sono figurata la sorella di mia nonna che, con panno alla mano, andava a lucidare i giganteschi blocchi marmorei con il borotalco, lasciandoli come specchi e con necessità di ramponi per arrivare sani e salvi alla vetta.

Se all'Acropoli vi aspettate di veder fiorire templi e statue, forse rimarrete un po' delusi perché il materiale che si può vedere è veramente pochissimo, alla fine ci sono solo il Partenone, l'Euristeo e qualche capitello sbreccato in terra e per quanto i primi due siano fascinosissimi e bellissimi, sono comunque solo due, non si può entrare dentro le costruzioni in perenne restauro e sormontate da impalcature e gru e per fotografarli bisogna combattere con altri milioni di turisti in visita, molti dei quali non trovano posto migliore dove fermarsi se non proprio davanti all'obiettivo della vostra fotocamera.
Insomma, si tratta di qualcosa di molto diverso dai Fori romani che si vedono nella nostra capitale, dove ad ogni angolo c'è uno scavo, un sarcofago, una fontana.

Dalla collina dell'Acropoli si domina tutta la città dal mare alle colline, 5.000.000 di abitanti per un'area vastissima, rumorosa, caotica e inquinatissima che sa di sfatto e trasandato, di cresciuto troppo in fretta e dove l'anima storica della città e seppellita sotto fili della luce e muri scrostati, la parte originaria ormai risiede solo al piccolo quartiere della Plaka, dove però c'è invaso di negozi di ricordini e di altri turisti assetati di souvenir.

Il Partenone, simbolo della Grecia Ellenistica e dedicato alla dea vergine Atena
parthenos = vergine
Per un approfondimento maggiore, il nuovissimo Museo dell'Acropoli forse è quel che fa per voi, ma considerando che i due terzi dei reperti sono ancora al British Museum di Londra, col quale le autorità locali portano avanti un'efferata battaglia legale per il possesso di pezzi di marmo, statue e ritrovamenti, potrebbe non essere una buonissima idea andarci, almeno se volete mantenere integro il vostro rispetto per gli inglesi, che in passato, oltre che raffinati, avevano anche la mano lunga e non si sono certo comportati meglio dei saccheggiatori tedeschi della splendida città di Pergamo.

Dunque perché andare in questa città, se alla fine può deludere le nostre aspettative?
Atene merita sempre una visita, perché è Atene, perché è immensa e grandiosa, perché lì è nata la cultura occidentale [cito Percy Jackson] e anche se la delusione esiste, pensate comunque che, quel poco rimasto, è in piedi da duemilcinquecento anni, ha visto guerre e distruzioni perpetrate, dalla battaglia di Salamina all'invasione persiana al Regime dei Colonnelli, mica pizza e fichi, eh! I nostri palazzi moderni non ne durano venticinque, di anni... senza contare il livello culturale a cui erano arrivati, nell'Antica Grecia avevano una mappa della città dove erano segnate tutte le zone sismiche e si attenevano rigidamente a quegli scritti, noi uomini moderni siamo subito andati a costruirci sopra, tanto abbiamo le costruzioni anti sismiche... e infatti all'ultimo terremoto sono venute giù come castelli di sabbia.

I mio consiglio, ormai rientrata, è sicuramente di andare a fare questo giro turistico, impescindibile per gli appassionati di storia, la Turchia merita un approfondimento maggiore per via della sua complessità culturale, per il territorio vastissimo e la sua storia originale, viaggio che mi auguro di poter intraprendere in futuro, mentre la Grecia riserva molte sorprese anche a chi l'ha già vista molte volte.

Vi lascio un video che ho girato a Mykonos mentre mi preparavano una saporita crepes alla Nutella.
La qualità è pessima, ma vi assicuro che valeva la pena mangiare quel dolce!


Anche il resto delle foto l'ho scattate io, quindi spero perdonerete la scarsa qualità...

Con molto affetto,
ci rivedremo a breve per qualche ulteriore approfondimento, questa volta ritornando alla natura storica del blog.





Mauser

3 commenti:

  1. Bentornata! Davvero una bel viaggio, mi hai fatto tornare in mente le fantastiche gite del liceo: la Grecia è favolosa. E "quei sassi", come si ostina sempre a dire mia madre, hanno il potere di lasciare i piedi in fiamme ma il cuore leggero.
    Camminare e vedere quei luoghi che hai conosciuto solo sui libri o sui banchi di scuola fa sempre un effetto strano.

    Un abbraccio da Lalla
    (che ha ritrovato la password di Google XD)

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  2. Cara M...sono felice che tu sia rimasta contenta del tuo viaggio! Tante famiglie di conoscenti e amici hanno fatto questa gita e, pur non possedendo la tua cultura e il tuo interesse per la storia, sono tornati davvero contenti e affascinati da ciò che hanno visto. Sono sicura che ne valga assolutamente la pena, e chissà che non riesca a farlo anche io prima o poi. L'unica cosa di cui avrei "paura", oltre a quella derivante dalla dicerìa che in Turchia rapiscano facilmente le giovani ragazze bionde con gli occhi azzurri, è che mi sentirei estremamente in imbarazzo a contrattare il prezzo delle merci da comprare, e andrebbe a finire che non acquisterei un bel nulla. Mi è dispiaciuto molto leggere di Mykonos, che spreco! Che schifo! Non sopporto questo genere di scempi e di inciviltà...( mi riferisco al parcheggio) e probabilmente sacrificherei il paesaggio per non dover assistere ad un'esibizione di finzione e artificio.
    Grazie mille del tuo resoconto, interessante utile e piacevole. Non credo che nessuno possa offendersi se parli del TUO viaggio sul TUO blog cara, ricorda che è tuo e lo devi poter usare a tuo piacimento.
    Un abbraccio tesoro,
    Irene

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  3. In merito alla tappa turca, vedendo così tanti quesiti insieme, mi sento in dovere di aggiungere qualcosina.
    È vero che nel mondo arabo una ragazza con gli occhi azzurri e i capelli biondi è un'autentica rarità, quindi guardata con sospetto, ma solo nei più incivile accade che le rapiscano per i bordelli di laggiù, so di casi in Marocco, ma posso garantire al 100% per la Turchia, innanzi tutto perchè è un paese molto civile e tollerante, inoltre avendo una così grande quantità di culture al suo interno, né gli occhi azzurri né i capelli biondi sono rari, tantopiù che poi i torpedoni turistici sono guardati a vista dalla sicurezza dei luoghi che visitano. Ecco, magari girare per i quartieri più malfamati della città alle tre di mattina forse non è raccomandabile, ma non lo consiglierei neppure nella nostra civilissima Italia...
    Dico ciò anche perchè io stessa ho gli occhi azzurri e viaggiavo in compagnia della mia migliore amica, bionda e con gli occhi celesti.

    Il prezzo. Ho scioccato qualcuno con quel racconto?
    Temo che la mia mania per lo "sconticino" istillatami dalla mia cultura genovese abbia creato qualche disguido, in realtà contrattare non è obbligatorio, è solo uno dei molti modi di comprare e a differenza di altri posti è considerato civile, accettato e vissuto in completa serenità, non lo si fa per pidocchieria, come forse si crede, ma per sport, per confrontarsi con le persone, il gusto della piccola vittoria, insomma. Il significato del denaro e l'avarizia sono completamente banditi da questa consuetudine apprezzata quando espressa, ma non certo obbligatorio. Si può benissimo entrare, scegliere e pagare quel che propongono, tanto più che già loro applicano un buono sconto sul prezzo esposto, l'unico accorgimento è non entrare nel primo negozio che si vede, ma valutarli tutti, intanto ogni commerciante tenta di far entrare i turisti coi trucchi più divertenti.

    Spero che qualche precisazione in più abbia aiutato chi legge, un bacione

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