5 novembre 2011

Genova, 4 Novembre 2011

Questo, cari lettori, doveva essere il 300° post del mio blog.
È un numero grande, lo so, e come molti altri blogger lo volevo festeggiare insieme ai lettori del Georgiana's Garden, per celebrare il tempo trascorso insieme, gli scambi di opinione, le mail, le curiosità, le scoperte e le ricerche. Ma soprattutto l'amicizia.

Dovevo pubblicarlo ieri, per festeggiare due anni insieme, ma dopo quello che è successo proprio ieri alla mia città non me la sono sentita.
Ci saranno altre occasioni e circostanze per questo, trovo più giusto mettere da parte l'autocelebrazione del mio hobby-lavoro sul blog per parlare di quanto è successo ieri, Genova, 4 Novembre 2011.

A Genova abbiamo avuto l'alluvione, è inutile che lo chiamino nubifragio, quello interessa il tipo di precipitazioni e la loro quantità. No, a Genova abbiamo avuto proprio l'alluvione che significa che per una quantità di motivi, la città è diventata un campo di battaglia con tanto di morti e feriti e soccorsi e militari, code, paura, terrore, strade interrotte.

Molti di voi tra ieri e oggi mi hanno scritto chiedendomi notizie, ringrazio tutti quanti dell'interessamento, fa piacere vedere tanta partecipazione anche da persone che si conoscono poco, sono orgogliosa della risonanza che la catastrofe della mia città ha avuto e, per una volta, non dobbiamo ringraziare solo Internet, ormai piazza dei pensieri che non si possono esprimere ad alta voce e libero dai bavagli (chissà per quanto), anche telvisioni e giornali, sebbene più per la classica storia lacrimevole che per reale interesse, si sono dedicati alla cola, c'erano speciali anche sulle reti nazionali, sebbene si vedessero a tratti per via del segnale debole della neonata tv digitale ligure...

Come molte altre storie, l'ascolto che si conquista quando di mezzo c'è un cadavere, e noi ne abbiamo avuti sette, è impareggiabile, l'attrazione che ha il macabro sulle persone incredibile, il fascino perverso della tragedia in ogni sua forma ha fatto sì che si perlasse di quanto accaduto. Per una volta non è un assassino che si è trasformato in un divo di Hollywood.

A chi mi dice che l'acqua è stata un'assassina letale, come titolano alcune testate di oggi, posso solo giustificarlo pensando che si tratti del solito titolone da giornale, l'acqua non sarebbe stata un'assassina se l'uomo con le sue azioni non avesse cercato di prevaricare la sua forza.
Già, non è una novità da dire che l'uomo ci ha messo lo zampino, non è una novità che abbia cercato di prevaricare la natura, finendo per pagarne le conseguenze. E non è una novità che accadano queste cose.

Per chi non lo sapesse o l'avesse dimenticato, è il terzo anno di fila che Genova è investita da un'alluvione. Io ci abito da più di vent'anni, in questa città, e garantisco nel dire che non ho mai visto fare molto per prevenire questo fenomeno.
Ormai l'alluvione è un evento eccezionale che si ripresenta con regolare scadenza.
Possiamo ancora chiamarlo eccezionale?
Io non lo so... ma da un po' di anni a questa parte il Comune affigge manifesti su come comportarsi in caso d'alluvione, comportandosi come si fa con l'esodo estivo e contro la calura: a quanto pare anche lui ha preso questi episodi come una scadenza annuale imprescindibile, l'ha fatto in maniera ufficiosa, ma è come le consuetudini, dopo un po' diventano la regola.

A mettere in ginocchio Genova ci vuole poco, è una città lunga e stretta tra il mare e le montagne, per chi non l'avesse mai visitata consiglio un giretto dal mare, ci si rende conto come la mancanza di spazio abbia costretto l'uomo ad arrampicarsi sempre di più sui monti retrostanti e non solo con le casette immerse nel verde, ma con quartieri e palazzi anche di periferia, come la zona dove abito io.
In un territorio tanto famelico di una fetta di terra, lo spazio è molto costoso, le case alte per avere più spazio da sfruttare e ciascuno fa quel che può per conquistarsi una zolla: il giardino è un optional che pochi possiedono e vivere in una casa indipendente, per un genovese, è puro terrorismo psicologico perchè non siamo abituati e ci inculcano fin da piccoli l'idea che una simile abitazione sia difficilmente difendibile e bersaglio prediletto di ladri e scassinatori. Per qualcuno questa mentalità può sembrare malata, ma se lo spazio per le casette a schiera non c'è è evidente che l'abitudine si sposta su altro. Insomma, Genova soffre dello stesso sovrappopolamento di Milano, ma non per i numeri quanto per la carenza di terra.

In un simile mondo, è impensabile che si lascino 10 metri tra il fiume e la prima abitazione, il nostro limite è arrivato a 3 metri, ma ci sono anche case a ponte costruite sopra i corsi d'acqua e non voglio dire che fine fanno di solito in occasioni come la presente. Buttarle giù non è semplice, ci sono negozie e decine di famiglie a cui occorre procurare un'altra sistemazione, bisogna indennizzare tutti con soldi che il Comune non possiede e per sbaraccare un palazzo le imprese non lo fanno certo gratis e poi? Occorre ripristinare flusso acque, viabilità, organizzazione. E la burocrazia dove la mettiamo? Con quanto avvenuto l'anno scorso sono riusciti ad avere il permesso di sfrattare un intero palazzo in un solo anno: pareva un miracolo in tempi record. Che naturalmente deve ancora avverarsi perchè le case per le persone non le hanno certo trovate di già...
Quanto costa una casa altrove? Non ho mai fatto i conti, ma da noi con 250.000€ ci compri a malapena un appartamento per una famiglia di 3 persone, 4 se si accontentano... e non è detto che bastino.

Come avrete capito, la morfologia del territorio urbano, costruito un secolo dopo l'altro sulle fondamenta del precedente, non gioca a nostro favore, tutta la Liguria, poi, è disseminata di rii e torrentelli che dalle vette alpine e appenniniche si gettano nel mare, ce ne sono centnaia, grandi e piccoli: dal gigantesco Bisagno, che ha dato il nome anche alla professione (in dialetto) del besagnino, ovvero l'orolano, al Polcevera, di medie dimensioni, per arrivare a fiumiciattoli che sono poco più di un rigo d'acqua. Questi fiumi, secchi per la maggior parte dell'anno e privi dell'acqua anche solo per ospitare fauna ornitologica come anatre di campagna, durante l'autunno s'ingrossano a dismisura perchè, arrivando dai monti, raccolgono molta acqua durante il loro percorso e, nei pressi del mare, diventano irriconoscibili flussi.

Questi fiumi sono la nostra disperazione, sono tanti e mal mantenuti dalle agenzie che si dovrebbero occupare del territorio, il loro percorso è stato deviato per costruire strade e case, alcuni sono stati intubati sotto terra e poi se ne sono dimenticati tutti, chissà che giro fanno sotto i nostri piedi, ma la maggior parte scivolano lenti in uno stato di totale degrado: il loro letto, colmo di rifiuti e detriti, è invaso dal fango e dalla terra degli anni precedenti che nessuno si è preoccupato di rimuovere, ci crescono gli alberi dentro. C'è la crisi, dicono, non ci sono soldi e non si possono assumere le persone: l'ultima volta che hanno dragato il fiume accanto a casa mia nel sottosuolo hanno estratto (completamente coperta, badate bene) una lavatrice, pensate quanta roba si era accumulata, pensate quanta immondizia da rimuovere: con gli alvei in quelle condizioni e il fondo tanto rialzato credo sia normale che i fiumi esondino.

E ieri cosa è successo?
Il Rio Fereggiano, che poi sarebbe un torrente ridicolo, è l'ennesimo esempio dell'incuria umana: con le violente precipitazioni e la grande massa di detriti, il corso d'acqua s'è diretto con forza verso il mare, rompendo gli argini in più punti e allagando i quartieri di Marassi, San Fruttuoso e San Martino. Metri di acqua che sommergeva i portoni, le auto e perfino i camper, che saltava i ponti di attraversamento e scorreva per le scalinate ripide tanto tipiche della città.

La cosa più orribile è che da anni la zona intorno al fiume è dichiarata idrogeologicamente pericolosa e sono in atto misure per la messa in sicurezza, misure che, tuttavia, con le lungaggini burocratiche si stanno protendendo per tempi biblici, purtroppo troppo a lungo per prevenire la catastrofe.

E poi?
Il torrente Bisagno, forse il più grande fiume della città, ha avuto lo stesso trattamento, solamente che verso la zona della foce del fiume si stanno eseguendo dei lavori di intubazione: il progetto è di epoca fascista, l'ennesimo grandioso spreco di denaro in nome di una modernizzazione senza senso che andava risistemato perchè ormai vecchio e cedevole e da quattro anni operai lavorano sulla copertura del torrente, sul quale transita una delle strade più importanti della città, vicino al quale si trova il più prestigioso liceo classico, il D'Oria (mi raccomando, si scrive con l'apostrofo) e affianco al quale ci sono strade e negozi e quartieri popolosi e frequentati.

Arrivato quasi alla foce il Bisagno si è trovato il cammino ostruito dall'intubazione e ha finito per rompere a sua volta gli argini inondando il quanrtiere della Foce, Piazza Rossetti, Corso Torino e Corso Sardegna, Buenos Aires e l'inizio di Via XX Settembre, strada dello shopping.
È strato un disastro perchè Genova, essendo lunga e stretta, ha poche strade che l'attraversano e tutte passano sui ponti che valicano i fiumi: se un fiume esonda e allaga tutto, persone e auto non possono più attraversarlo e la città si blocca definitivamente, formando code interminabili, panico e blocco.
Quando è accaduto io mi trovavo in ufficio, distante dal centro, ci sono giunte telefonate da parte dei parenti dei colleghi che abitano a Est: i quartieri di Sturla, Quarto e Quinto erano allagati dalle piogge, il Centro completamente inagibile.
Panico anche tra di noi e pure chi abita nel ponente, memore di quanto accaduto l'anno passato con la semi-distruzione di Sestri Ponente: io ho impiegato 4 ore e mezza per tornare a casa, per una distanza di neanche 10km e lo scempio che vidi è solo un ricordo rispetto a quello di quest'anno, altrettanto distruttivo, altrettanto desolato.

La colpa dell'uomo in tutto questo è innegabile, così come una penosa organizzazione che ci fa ricordare, una volta di più, quanto il nostro Paese rimanga sempre basito un attimo di troppo: lo stato di allerta annunciato dalle autorità aveva delle controindicazioni evidentissime, come l'aver lasciato le scuole aperte e permesso ai negozi di alzare le serrande nonostante l'alluvione fosse annunciata.
Già, lo sapevamo tutti che sarebbe arrivata, che fosse qualche chilometro più avanti o indietro, ma lo sapevamo, chi poteva ha posteggiato in cima ai monti, è rimasto a casa (i dipendenti però hanno degli obblighi nei confronti dei propri datori non sempre derogabili per un po' di pioggia), ha tenuto i bambini chiusi al caldo anzichè mandarli ad affogare. Era cosa nota, lo sapevano tutti, i miei genitori chiusi in casa e anche io che sono andata in ufficio, per il secondo anno, con questi annunci nelle orecchie. Ora tutti colpevolizzano la sindaco Marta Vincenzi, ha le sue colpe, è stata ingenua, piaciona nella speranza di non scontentare commercianti ed imprenditori in un periodo di estrema crisi economica, ha cercato di non inimiccarsi troppa gente, ma purtroppo la linea poco solida adottata dai Municipi ha avuto risultati tremendi facendo in modo che i cittadini considerassero quei cartelloni il solito allarmismo politico di chi vuole pararsi le chiappe a tutti i costi. E invece era vero.
A fuoria di gridare al lupo al lupo e di non credere alla politica si finisce per pagarne le conseguenze.

Chi abitava a Levante ha cominciato a controllare siti della viabilità, abbiamo ricevuto le mail dei servizi pendolari, le inquietanti fotografie di quanto avvenuto nelle zone dette poc'anzi, ci siamo fiondati sulle webcam del centro per controllare la situazione e abbiamo telefonato senza successo alle Autostrade per conoscere la disastrada situazione del traffico.

Uno dei miei colleghi abita a San Fruttuoso, non ho idea di cosa abbia trovato.
Un altro abita molto più a levante, si è fatto tre ore di coda allo svincolo, ma è riuscito a rientrare.
Il collega che lavora insieme a me abita a ponente ed è andato in moto, credo senza particolari problemi.
Una mia collega ed io, memori dell'anno passato, abbiamo fatto la strada dei monti, una scorciatoia che passa a mezzacosta e che permette di tagliare i quartieri più problematici: abbiamo rischiato di metterci il doppio perchè la strada attraversa due fiumi e ne costeggia altri due, ma siamo sopravvissute e la coda per noi è durata solo un'oretta.
I miei colleghi delle altre sedi si sono tutti preoccupati per noi e hanno contribuito ad intasare le linee telfoniche chiamandoci a turno tutti quanti, accertandosi dell'entità dei danni e della nostra salute.
Grazie a tutti.

Una specie di sopravvissuta,



Mauser

14 commenti:

  1. È bello tornare e vedere che lei è ancora viva e vegeta nonostante tutto ciò che è successo a Genova. Cominciavo a temere ma non volevo rischiare di essere troppo indiscreta mandandole una mail, dal momento che ci conosciamo poco. Bentornata =)

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  2. Grazie mille!
    Però devi darmi del tu, così mi sento una vecchina decrepita =)

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  3. Ciao Monica,

    Siamo tutti annichiliti di fronte a fatti del genere, ma tu con sincerità non hai colpevolizzato la NATURA,sempre accusata in questi casi di essere ASSASSINA,ma la scelleratezza umana,chi troppo spesso abusa di ciò che gli sta intorno pensando di spuntarla sempre.
    Per quello che può servire ti sono vicina come lettrice del tuo adorabile blog, che seguo con curiosità e ammirazione!
    Grazie di esserci.

    Chiara

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  4. Grazie Chiara, ti sono davvero grata per le belle parole.
    Non nego che la natura sia impetuosa, violenta e distruttiva in molte sue forme, ma l'uomo ci mette parecchio del suo e la tecnologia che nel corso della sua storia ha sviluppato ha fatto crescere in lui anche un senso di onnipotenza che purtroppo non gli appartiene del tutto, basti pensare allo tsunami che ha colpito l'Asia qualche anno fa, a quello che si è abbattuto sul Giappone, alla nevicata straordinaria del nord America della scorsa settimana, ai molti episodi in cui l'uomo rimane coinvolto solo perchè non sa più rispettare e accettare la natura del territorio e del mondo che lo circonda, credendo di poterlo plasmare a proprio piacimento

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  5. Non appena ho sentito le prime notizie, mi sono subito preoccupata per i miei conoscenti di Genova e, un secondo dopo, mi sei venuta in mente anche tu. E' incredibile, ma la forza di Internet sta anche in questo, nel far sentire vicina anche una persona che non conosciamo e non abbiamo mai visto...
    Da un lato sono sollevata, perchè so che non ti è successo nulla, ma al tempo stesso sono atterrita dall'entità dei danni e dalla presenza di ben 7 vittime. La scelleratezza umana ha provocato tutto questo, ecco perchè mi sento anche profondamente arrabbiata! Se fosse stata semplicemente "colpa" della Natura sarebbe sopraggiunta la rassegnazione, ma vista la situazione non si può fare a meno di pensare che l'essere umano se la sia cercata... Mi chiedo quando impareremo qualcosa, quando inizieremo tutti a ragionare nell'ottica della conservazione e non più del profitto....
    Sono vicina a tutti i Genovesi.
    Grazie per la tua testimonianza!

    Elena

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  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  7. Mauser, ti ho pensato tanto.
    Nei giorni scorsi non ho potuto disporre di connessione stabile, mi trovavo fuori città, ma adesso posso finalmente "raggiungerti".

    Sono felice per il fatto che tu stia bene, ma profondamente addolorata per quanto accaduto a Genova.

    Spero possa giungere idealmente il mio abbraccio di fraterna solidarietà.
    Coraggio Genova, coraggio genovesi!
    Sara.

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  8. Meno male che stai bene, nonostante tutto quello che è accaduto nella tua città. Appena ho letto i giornali ho pensato a te (ed a altri miei colleghi dell'università che vivono a Genova)chiedendomi come stavi.
    Purtroppo internet ha fatto i capricci e non son riuscita ascriverti prima, mi dispiace. T_T

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  9. All'università ho avuto modo di studiare i problemi di carattere idrogeologico. Un mio professore diceva sempre: sbagliamo a parlare di catastrofi naturali, le catastrofi sono quasi tutte provocate dall'uomo. Bisognerebbe assecondare la natura, come si faceva più un tempo,pensando che è da essa che dipendiamo, piuttosto che costringerla e obbligarla.
    Sono profondamente vicina a te e alla tua città. Un abbraccio
    Erika

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  10. Coraggio cara...è imperdonabile come è stata gestita la cosa negli anni passati, e come dicevi giustamente la colpa non è quasi mai della natura, che di per sé è perfetta, ma dell'uomo che pensa di poterne fare ciò che vuole...e che poi è costretto a ricredersi in occasioni di tragedie del genere.
    Io sto nella campagna di Firenze, ed è stata prevista una possibile seconda alluvione paragonabile a quella che nel '61 ha travolto la mia bella città. Ancora qui non piove quasi per nulla, ma devo dirti che vedendo quello che è successo da voi e sapendo quanto sia inefficente il sistemo di convoglio delle acque nelle fogne ecc. a Firenze...sono un po' in ansia!
    Ti sono vicina Monica,
    un bacione
    Irene

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  11. Mauser, posso solo dire che mi rincuora saperti sana e salva. Vedere quella valanga imponente ed irrefrenabile devastare Genova e le sua gente in quel modo mi ha impaurita.
    Nella nostra regione, il Po riprende ad essere un babau spaventoso regolarmente da ottobre ad aprile, ogni anno. Ma si è forse fatto qualcosa per aiutarlo a scorrere verso il mare?... No, ovviamente... E poi sono coinvolte ben 4 regioni, figurati, metterle d'accordo...
    Non impariamo dagli errori. Mai. E ci rimettiamo le penne. Sempre.
    Un abbraccio, con tutto il cuore.

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  12. Su sua esplicita richiesta, le darò del tu allora ^_^

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  13. Forza e coraggio, Mauser... sono di Alessandria, ho visto l'alluvione terribile del 1994 e quella del 2000, perciò credo di capirti molto bene. La nostra fortunatissima posizione, in mezzo a due fiumi, fa sì che abbiamo un'allerta esondazione all'anno, circa, che per fortuna di solito si traduce solo in una serie di disagi ma pochissimi danni; anche quest'anno siamo stati relativamente fortunati, in città si è allagata giusto la zona di un centro commerciale che, a detta degli ingegneri, era stata pensata apposta per non essere *mai* colpita da alluvioni... Però devo concordare con tutto quello che è stato detto finora: qui, invece di ripulire un po' i letti dei fiumi dagli alberi che ci crescevano, il nostro sindaco ha pensato bene di buttare giù un ponte ottocentesco con la scusa che i tronchi portati dalla corrente si andavano a incastrare nelle arcate. Ovviamente, l'unica conseguenza che ha portato è stata quella di peggiorare la situazione del traffico cittadino, perchè il ponte in sè non ne poteva molto... Altri interventi non sono pervenuti.

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  14. Leggo questo post a più di due anni dalla tragedia.
    Da Genovese quale sono tutte le volte che vedo queste foto mi sale una rabbia incredibile nei confronti di tutto ciò che non è stato fatto per salvare la nostra bellissima città.
    Io mi ricordo bene quel giorno, ero a scuola, nella mia classe che da sul Bisagno.
    L'acqua saliva ad una velocità impressionante, e noi avevamo tutti paura.
    La nostra preside (che in seguito all'episodio è stata licenziata) nonostante l'acqua fosse arrivata al livello rosso fece uscire le classi come da orario, fino a che il Bisagno non è esondato davanti ai nostri occhi, colpendo anche un ragazzo (che per fortuna è riuscito a tornare dentro).
    I genitori non sapevano più come contattarci, visto che le linee erano praticamente assenti e tutti eravamo terribilmente in ansia.
    Alla fine mia madre è riuscita a venirmi a prendere (partendo da Sampierdarena alle 12 e arrivando alla mia scuola alle 15.30) e ho visto con i miei occhi c.so Sardegna distrutta.
    Per fortuna noi abitiamo in collina perciò da noi i danni non sono stati gravi, ma credo non dimenticherò mai quel giorno.
    Sette vite se ne sono andate a causa della mancata pulizia, del menefreghismo della gente, non dovrebbe neanche essere possibile una cosa del genere.

    Scusa il romanzo :)
    Giada

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