No, non sono affondata assieme al Titanic, sono ancora [abbastanza] viva e sto soffrendo terribilmente per i caldo terrificante che si sta abbattendo sulla mia città. Giugliacci e colleghi non mi aiutano, ma per la mia salute mentale il meteo di Google (rigorosamente truccato) ha dato pioggia da domani e questo mi rincuora un minimo, naturalmente sperando che tutta l'acqua che scenderà dal cielo non si trasformi istantaneamente in umidità rendendo impossibile la vita.
Sto divagando e non dovrei perchè per la giornata d'oggi ho solo il compito di introduttrice, visto che la recensione che leggerete non è mia, niente farina del mio sacco, ma di una carissima lettrice che si è sottoposta al supplizio e ha scritto per me le sue impressioni su questo volume di cui noi avevamo parlato diverso tempo fa qui.
Quindi bando alle ciance, da questo momento quello che leggerete è il frutto delle letture di Laura e della sua difficoltosa conclusione del romanzo in oggetto.
Visto che sono una ficcanaso per natura, certi commenti caustici sul romanzo non potevo proprio trattenerli, li troverete quindi in corsivo lungo la narrazione.
Sono certa che apprezzerete la recensione come me ^__^ ci vediamo in fondo!
Dalla scrivania di Laura: Mr Darcy, Vampyre
Proviamo ad immaginare l'impossibile.
Che anche Jane Austen avesse fatto parte della chiacchieratissima compagnia di Lord Byron, ed in quel freddo e piovoso giugno del 1816, seduta accanto alla futura Mary Shelley, avesse raccontato anche lei il suo personale racconto dell'orrore. Mr Darcy sarebbe potuto esserne l'oscuro protagonista?
Credo proprio che Amanda Grange risponderebbe affermativamente. Il titolo infatti, vampyre, è lo stesso della breve storia del Signor Polidori, ideata durante quel soggiorno.
Nota storica: ci riferiamo alla vacanza che Byron, Polidori, Percy Shelley, Mary Shelley (all'epoca non ancora signora Shelley) ecc fecero nella villa del primo e, per ammazzare il tempo duraqnte le giornate uggiose, inventarono dei raccontini del terrore: in quella occasione nacquero Frankestein e Dracula, il cui personaggio originale era il vampiro di Polidori prima ancora che di Bram Stroker.
Tutto sta a questo punto nel saper mantenere le aspettative di una tale fantasia. Temo che in questo caso, per fare centro, non sia bastato scagliare la maledizione più in voga del momento [quella dei mash up] ad uno dei più affascinanti gentiluomini della letteratura inglese [sigh, me li stanno uccidendo tutti... =( ].
Il romanzo della Grange attira l'attenzione con il ritratto di copertina del pallido giovane zannuto con la camicia macchiata di sangue [vado controcorrente, ma continuo a preferire la versione straniera con la copertina bianca, il medaglione con nastro nero e il cammeo macchiato di sangue] ma già dai primi capitoli ci si rende conto che non basta utilizzare i nomi di personaggi già noti per farne un buon racconto. [sante parole!]
Probabilmente avrebbe ottime recensioni in un sito di fanfiction ma una volta pubblicato su carta stampata non sono più perdonabili assurdità storiche e leggerezze nel delineare la trama [chiamatemi rompiscatole, ma io le tollero poco anche nelle ff] Ed il mio giudizio sarebbe stato sicuramente meno duro se non avesse manipolato proprio il mio romanzo preferito, ma sono sicura che sapesse già con che esigenti lettori avrebbe avuto a che fare.
Mr Darcy, Vampyre inizia proprio da dove Jane ci aveva lasciato: le agognate nozze.
Darcy ha sopportato per amore della promessa sposa il poco piacevole vicinato di Meryton ed Elizabeth anela ogni giorno di più il momento di trasferirsi a Pemberley [chi non vorrebbe trasferirsi a Pemberly con le descrizioni che ne fa la Austen e e bellissime imamgini che ci regalano i molteplici sceneggiati tv?].
Lizzie ha avuto la sua bella cerimonia in comune all'amata sorella maggiore [felice lei di dividere la gloria della festa di nozze assieme alla b(u)onissima Jane e all'insipido Bingley...] e sta finalmente per visitare il Distretto dei Laghi, tutto sta andando come previsto... almeno fino a quando non scorge lo sguardo tormentato nel volto nel marito. E' durato solo un momento ma è bastato a sbriciolare ogni sua certezza.
Basta così. Ho tentato di rileggere il romanzo per ricordarmi come si sviluppa e quali sono i personaggi più interessanti ma è stata una faticaccia.
Più voltavo pagina e più ricordavo perché ci ho messo tanto a finirlo la prima volta. Non mi dilungherò quindi nel riassunto, vi basti sapere che Darcy decide di cambiare destinazione della luna di miele in un precipitoso Gran Tour nel continente [io continuo a preferire il tour dei laghi]. Ed ecco che la povera Elizabeth si trova sballottata in carrozza per ore, amareggiata dal fatto che il novello marito non abbia neppure una volta diviso con lei il talamo nuziale [a questo punto permettetemi una cattiveria: visto che l'attendibilità storica è andata a farsi un giretto già da un po', perchè non fare anche una Lizzie anticonformista che seduce il povero Darcy? Dopotutto a questo punto poteva quasi essere più tollerabile! Per essere invece storicamente attendibili bisogna precisare che le ragazze erano piuttosto terrorizzate dall'atto sessuale, figuriamoci una come Lizzie con una madre come la signora Bennet! Naaa, a quel tempo le ragazze non erano precisamente entusiaste di unirsi al loro consorte].
Incontra vecchie amicizie del marito di una levatura sociale superiore alla propria con le quali ha solo in comune la conoscenza di un uomo che sente sempre più lontano.
Oh, andiamo! E questo sarebbe un racconto sui vampiri? Dove sono gli efferati delitti ed il terrore? Ma soprattutto che ne è stato di Lizzie? Di sicuro la protagonista della Grange non è la stessa donna che in tutte altre pagine aveva avuto la forza di rivolgersi a Lady de Bourgh come nessun altro prima. Quella Lizzie sarebbe stata decisa nell'esprimere rabbia per l'offesa subita, se ne sarebbe uscita con una delle sue battute impertinenti per ricordare al marito dei doveri matrimoniali ma sopratutto avrebbe notato molto prima le strane bizzarrie di quella nuova compagnia, così legata ai tempi che furono e tanto refrattaria alla luce del tramonto.
E' chiaro in ogni caso che questi vampiri sono davvero diversi dall'immaginario collettivo, sono integrati alla buona società, restii all'omicidio anche per sopravvivere ed orribilmente scandalizzati dal matrimonio di un consanguineo con un umana. Farà la sua dovuta apparizione la cara zia Catherine sempre più indignata e persino il tranquillo cugino Fitzwilliam avrà da rimbrottare il povero proprietario di Pemberley [in realtà il libro originale doveva intitolarsi: Insultiamo Mr Darcy].
Mi sarei facilmente immaginata invece un viscido Mr Collins tentare di avventarglisi contro per succhiarne il sangue, perlomeno qualcuno gli avrebbe rigirato un doveroso pugno in faccia.
Invece il viaggio continua con Eliza solo più depressa per la propria virtù intatta ma per nulla impressionata da un assurdo nuovo parente rintanato in castello in rovina, che odia gli specchi e indossa ancora parrucche incipriate. Eppure è questo il momento del terrore: da asce ornamentali poste sopra le porte che evitano di mietere vittime di davvero poco, presagi di morte, oscure letture del palmo della mano e una bella folla inferocita che spinge i portoni costringendo alla fuga per un passaggio segreto ed infine all'imboscata. Finalmente è giunto il momento di mostrare la vera identità del vampiro! Ecco ci siamo!
No... è inutile. Tanto è normale che qualcuno scompaia all'improvviso ricomparendo con la bocca insanguinata. Eggià, cose di tutti i giorni... [sai, a quel tempo non avevamo mica Twilight e Darcula sottomano, dovevano accontentarsi dei romanzi gotici... i vampiri non facevano parte dell'esistenza quotidiana come Edward Cullen & co tanto da essere mimetizzati, ma riconoscibilissimi].
Il romanzo continua in questo modo: nuova città, nuovi conoscenti, strane ossessioni per il passato, presagi, scuse e fughe. Ma non temete, tutta questa oscura avventura si concluderà con il dovuto happy ending, il non ben inquadrato cattivo di turno avrà quello che si merita e grazie ad un'antica ed dimenticata cerimonia cancellerà la terribile maledizione.
Non sia mai che Pemberley ospiti ancora a lungo un vampiro e che la nuova padrona rimanga vergine un giorno di più.
Ecco cosa penso del romanzo della Grange: che adesso è andato a far compagnia ad “Orgoglio Pregiudizio e Zombie” e “Shopping con Jane Austen” relegati senza ripensamenti nella seconda fila del ripiano dedicato a Jane.
Da Lalla è tutto
passo e chiudo
Bene, chiudo anche io,
saluti e a presto!
[Adesso finalmente posso dirlo ^___^, non sono più l'unica artefice di questo blog]
Da...
Lalla
Mauser
Vorrei fare una piccola correzione. Quando dici "in quella occasione nacquero Frankestein e Dracula", in verità non nacque Dracula ma Il Vampiro di Polidori, Lord Ruthven (spero di averlo scritto giusto XD), l'antenato del più famoso conte; Bram Stoker probabilmente si è ispirato a Lord Ruthven, però Dracula non nacque insieme a Frankestein. O forse ho capito male io quello che hai scritto! XD
RispondiEliminaNo no, è così, sono io che per velocità ho fatto di tutto l'erba un fascio, in realtà hai ragione, Frankestein nacque dalla vivace mente di Mary Shelley, mentre Polidori creò il primo "vampiro letterario" che servì da ispirazione per la figura di Dracula qualche anno più avanti.
RispondiEliminaSorry, colpa mia =)
Sarà per il mio affetto per Darcy e Lizzie, sarà per il mio animo conservatore, sarà perché per me il passato e la letteratura sono sacri, ma non riuscirei mai a leggere un libro "mash-up", e sui vampiri poi! Mamma mia! Chapeau a Laura, davvero coraggiosa!
RispondiEliminabacini
Ha ha ha... sei assolutamente fantastica!!!!
RispondiEliminaero un pochino tentata dall'acquistare questo libro...
non perche' anch'io sia preda di questa follia collettiva per i vampiri....
ma piu' semplicemente per placare l'Austenite cronica che mi ha distrutto i sensi...
ho raggiunto livelli di follia tali da giungere al punto di acquistare perfino Orgoglio & pregiudizio e Zombie...
mi sono dovuta rileggere il libro della Austen almeno un paio di volte...
rivedere lo sceneggiato della BBC piu' o meno tre volte per riuscire a disintossicarmi da una simile schifezza...
dove ho relegato il libro di Seth Grahame Smith???
di certo non accanto a quello della Austen...
ero tentata di metterlo in bagno.. ma sai...
la carta e' cosi dura.... ^^
hi hi hi...
In ogni caso la tua recensione mi ha tolto ogni minimo dubbio!!! mai acquistero' questo libro!!!
complimentissimi per il blog ci tornero' con immenso piacere!!!
BACI BACI BACI BY MAYA