20 maggio 2010

Quanto e perchè la religione influenzava la vita

Ehehe, come potrete immaginare dalla velocità (naturalmente relativa =P) con cui arriva questo post, le osservazioni e i quesiti di Claudia mi hanno colpita e interessata particolarmente e io non sono riuscita a frenarmi tanto da non scrivere queste righe: non che me ne dispiaccia, ogni suggerimento è ben accetto e dà uno spunto interessante per qualche nuovo post e approfondimento, era proprio questa l'idea che avevo del blog: chi sa, parli! E quando si hanno dubbi e curiosità è ancora meglio!

Per chiarezza, vi riporto quello che Claudia ha scritto come commento al post sui Cinque aggettivi della figlia borghese:

Mi interesserebbe approfondire un argomento. L'aspetto che mi colpisce sempre maggiormente nella letteratura georgiana & co. - per intendersi :-) - è quello della pietudine, che forse è ciò che urta di più il lettore moderno. Mi viene in mente Caroline in Shirley della Brontë che deve fare il "cesto dell'ebreo", o Emma che fa visita alle Bates anche se non le può soffrire. Come dici tu molto determinante è l'intransigenza del credo anglicano, e ancora mi viene in mente la Brontë che nei romanzi minori è davvero feroce verso il cattolicesimo. Mi piacerebbe se si potesse approfondire come la religione condizionasse la vita delle persone, delle donne in particolare.


Cartolina vittoriana con angelo e fanciulli
Ebbene, cara Claudia, hai aperto il vaso di Pandora!
Rimpiangerai il momento in cui hai cliccato il pulsante "Posta" all'atto di inserire il tuo commento.

La questione della religione, va detto, è sempre spinosa, c'è sempre qualcuno che interpreta male ciò che si dice, in un verso o nell'altro, mi sono sentita dire da due persone diverse sia che ero una atea senza speranza con la credenza di poter spiegare ogni fenomeno religioso con la scienza e la logica, sia una fervente cattolica che non accetta le risposte della suddetta scienza e logica.
Capirete che con questo genere di esperienza la mia faccia può solo essere la seguente:
?_?

Per una questione di trasparenza nei vostri confronti, che sicuramente dovete sapere a priori come la penso, dico subito che sono cattolica, sfortunatamente per me non praticante quanto vorrei. Ma nei confronti di questo argomento, del perchè e percome la religione influenzava la vita passata, cerco di pormi in maniera assolutamente obiettiva, per fare un lavoro di ricerca e analisi degno del nome e non una cosa a metà o dalla valenza insignificante.

Iniziamo dal...

Perchè
La religione in passato era ovunque. Ed era imprescindibile.
Adesso qualcuno mi ammazzerà, ma questa diffusione e questo proselitismo era determinato soprattutto dal fatto che la religione dava alle persone, soprattutto a quelle comuni, risposte che non potevano avere da altre fonti.
E. Percy Moran, A fair puritan, 1897
Library of Congress Prints and Photographs
Division Washington, D.C. 20540 USA
Non solo dava risposte, ma lo faceva in modo comprensibile e suscitando un certo interesse attraverso "favole" ricche di morale cristiana, come le romanzatissime vite dei santi che circolavano nel Medioevo e, sotto certi aspetti, anche presenti nella Bibbia e nel Nuovo Testamento (vedi Parabole et similia).
Senza spingersi troppo indietro, questo era dovuto principalmente al fatto che lo sviluppo scientifico era piuttosto arretrato e oltre a ciò era molto complesso per le persone comuni, che spesso erano analfabete e, anche se sapevano leggere e scrivere, di sicuro non avevano nozioni di fisica nucleare e movimentazione dei corpi come un moderno bambino di quinta elementare che ti tiene una lezione sulla formula della relatività (avete presente il programma in onda su Cielo che s'intitola Sei più bravo di un bambino di 5a?).
Facile quindi capire come mai fosse tanto diffusa e le persone vi si affidassero così ciecamente: la religione insegnava a stare al mondo, offriva esempi e spiegazioni, già solo per questo poteva essere abbracciata, essa inoltre forniva motivazioni e spiegazioni su cose soprannaturali, come la vita e la morte, sul comportamento giusto da seguire e sul modo di ottenere il Paradiso: non male! Abbassandoci di livello direi che è molto più di 3x2.

Più la religione era diffusa e più si diffondeva, in un processo assai famoso, dove chi ha più mezzi ha la possibilità di comprarsene altri, un po' come il calciomercato, dove chi vince di più può permettersi i giocatori migliori e, di conseguenza, continuerà ad essere tra i grandi vincitori.
Era talmente tanto diffusa che sembrava strano non essere cristiani.

Stampa raffigurante un
capannello di donne puritane
Senza contare che in Inghilterra nell'epoca Georgiana, sulla quale mi soffermerò particolarmente in questo post, si era appena usciti dal difficoltoso periodo repubblicano del Protettorato di Cromwell, basato sul ferventismo religioso chiamato puritanesimo che si affidava alla Bibbia e alle Scritture come guida della vita e interpretava quasi letteralmente le parole che vi erano scritte. Il Lord Protettore aveva introdotto norme e regole della vita che si rifacevano alla sua visione del Credo, come la non celebrazione del Natale o il comportamento particolarmente remissivo e modesto delle persone, casualmente e soprattutto donne.
Nonostante il Protettorato fosse caduto già da circa un secolo, l'abitudine era difficile a morire e, sebbene non ci si trovasse in un periodo di particolare estremismo religioso, la repubblica aveva lasciato un marchio quasi indelebile negli usi e costumi, visibile ancora oggi, soprattutto perchè essi erano stati imposti con la forza al popolo, che all'ascesa di Cromwell non era puritano nella sua totalità, un po' come il passaggio da cattolicesimo ad anglicanesimo nel Cinquecento, ai tempi di Enrico VIII.

Discorso a parte va fatto per il periodo Vittoriano, dove la religione era uno dei grandi valori delle persone, essendo questo uno dei pilastri della vita, essa era quasi imprescindibile nella giornata quotidiana.
Cartolina vittoriana
raffigurante una croce

fiorita (moda dell'epoca)
Perchè era uno dei pilastri? Il modello di vita Vittoriano doveva essere irreprensibile sotto qualsiasi punto di vista: uno che pecca e commette sbagli senza pentirsene, senza umiliarsi per questo, almeno nel profondo, non è una bella persona, al di là della sua religione, ma visto che si veniva dal periodo Georgiano, dove la religione era presente in maniera massiccia, non lo si poteva trascurare. Senza contare che l'Inghilterra si era configurata come la più opposta nazione alla Francia post Napoleonica, dove religione, stagioni, regole e quant'altro erano state sovvertite e quindi, per una questione di opposti, la nostra Inghilterra aveva deciso di porsi come un modello di tradizionalismo e conformismo, testimoniato dal forte governo Tory che si era avuto a inizio Ottocento.


Quanto
Considerato quanto detto poco fa e le motivazioni che ne portavano la diffusione, è facile immaginare quanto essa fosse onnipresente sia tra le persone che negli aspetti della vita.
Non solo, ma anche l'approccio quotidiano che il protestantesimo e l'anglicanesimo ne fano contribuisce a renderla sempre più diffusa nelle case e tra le persone.
Cartolina con coro maschile della chiesa di paese
Volete qualche esempio? Beh, giorni di digiuno, giorni per la semina, giorni del raccolto e giorni importanti (ricordate i San Michele e quant'altro di cui abbiamo parlato nel post dedicato alle festività?), ogni aspetto era regolato da qualcosa di religioso e ancora oggi, sebbene se ne sia persa la motivazione e l'origine, si ha quotidianamente a che fare con questa cosa, basti pensare che il pesce nelle mense aziendali inglesi e americane al venerdì è imprescindibile, questo perchè il venerdì è giorno di penitenza e digiuno, dove non si può consumare carne "grassa" e "sanguigna", questa è una caratteristica diffusa ancora oggi non solo nei paesi anglicani, ma anche nel nostro paese, sebbene il Papa stesso abbia dichiarato che il venerdì non fosse più giorno di digiuno, sebbene rimanga di penitenza.

Senza contare che molte persone utilizzavano la religione per esercitare del potere: più i propri fedeli sono dediti alla religione e più dipendono dalle parole e dalle affermazioni del locale religioso (pastore), ma se questi è una persona cattiva, allora egli adopererà questa sua influenza per prendere dai propri fedeli senza dare insegnamenti e ritorni in cambio.
Certo è che in Inghilterra la struttura di parrocchie e diocesi è un po' differente: i pastori si sposano e hanno figli senza problemi, ma devono mantenere una dignitosa compostezza di esempio per la comunità, molto spesso le loro mancanze sono riprese dai loro stessi compaesani, alcuni (e alcune) dei quali sono particolarmente edotti in manteria di Bibbia e Sacre Scritture a causa della configurazione stessa della religione protestante/anglicana, dove è il fedele che si pone direttamente in comunicazione con l'Altissimo.


Chi
Naturalmente la religione riguarda tutti.
Particolarità della religiosità nel passato era il suo essere diffusissima soprattutto nelle casti più basse: popolo, borghesia ecc, mentre i nobili si comportavano in maniera decisamente poco esemplare. Perchè ciò?
Altra croce floreale
alla
maniera vittoriana
Perchè il popolo credeva per le motivazioni espresse nel perchè, ovvero perchè era affamato di risposte e storie di vita che davano l'esempio, mentre i borghesi erano credenti esemplari per quanto detto nel quanto, dove si spiega che la religione era un pilastro della vita vittoriana: e cosa ripeto dall'inizio di questo blog? (ora faccio un po' la maestrina ^_^) che sono stati i borghesi a regolare la vita, il mondo intero dall'Ottocento in poi.
Quindi i borghesi che cercavano di essere irreprensibili per farsi accettare dai nobili criticoni, si aggrappavano a qualsiasi modello accettato e la religione è sempre un modello.
Naturalmente c'erano uomini e donne borghesi veramente pii ed ammirevoli, che credevano seriamente nella redenzione dell'anima e nella salvezza, la religione è una cosa molto personale, generalizzare, quindi, era vero fino ad un certo punto.
Era chiaro che, dando la religione stessa un'impostazione di vita e seguendola per essere irreprendibili, le persone conoscevano esclusivamente quel modo di comportarsi e ne esaltavano i pregi e le virtù: fare ad altri modi era quasi inconcepibile, erano già considerati strani i papisti (cioè i cattolici), figuriamoci esponenti di altre religioni o, addirittura atei!
Rammentate il film Chocolat con Juliet Binoche e Johnny Depp?
Quando Vianne Rocher arriva al paesino sperduto e apre la cioccolateria si sparge subito il pettegolezzo che sia sola, non sposata, con una figlia e addirittura atea.
E ricordate le parole dei bambini che sbirciano dalla vetrina?
- Ho sentito dire che è atea
- E che cos'è?
- Non lo so...


Oppure le parole di Josephine, durissime


J: Ho sentito dire che lei non va in chiesa
V: No
J: Durerà poco


Bene, abbiamo approfondito il Perchè e il Quanto, perfino il Chi, vediamo adesso questo come si traduceva nella vita di tutti i giorni, metterò qualche esempio.

Tristemente, l'apparenza contava più dell'essenza.
Se uno riusciva ad apparire come un fervente religioso anche se non lo era, aveva risolto i suoi guai.
Nonno che legge alla nipote alcuni
passi della Bibbia
Pensate che sia morale affermare di essere ferventi religiosi, praticare quotidianamente e poi andarsene in giro abbigliati come le nobili dei tempi di Maria Antonietta, con la gonna a la polonaise che impiegava più stoffa di quanto ne servisse a vestire tutti gli orfani del villaggio e con audaci scollature che mettevano impudicamente in mostra i seni e le spalle? Era forse morale fare la Comunione e poi essere l'amante di tutta la corte, come nel caso della Du Barry, l'amante di Luigi XV?
Quando leggo di certe cose, il periodo georgiano ad alti livelli mi sembra tutto una maschera, ma almeno questo sarebbe coerente con lo spirito e la filosofia dell'epoca.
D'altra parte la figura stessa chiave del Settecento è quella del debosciato, del libertino, del nullafacente che passa le sue giornate tra ozi e vizi, pensate davvero che una persona del genere potrebbe essere religiosa nel modo che ci viene mostrato di essere?

Questo però era un problema della classe alta, perchè nella classe basso-borghese e tra i popolani la religione era fondamentale: i religiosi sapevano (nel senso che avevano la conoscenza, studiavano addirittura il latino, infarcendo le loro conversazioni con citazioni classiche spesso inappropriate) e la religione spiegava, era quindi tenuta in altissima considerazione, basti fare un confronto col libro di Samuel Richardson, e mi sto riferendo alla solita Pamela, dove la contrapposizione tra Mr B. e la nostra eroina popolana è evidentissima:

  • Mr B. è ricco e benestante, eppure è un uomo di pochi valori, che chiede addirittura alla protagonista di tenere con lui una relazione sessuale al di fuori del matrimonio.
  • Pamela, invece, è una popolana di bassa estrazione, molto religiosa (una religiosità presa dritta dritta dal puritanesimo) che si scandalizza alla proposta "indecente" del suo padrone, la rifiuta senza fallo per corerenza coi suoi principi e piuttosto fugge
  • Ispirato dal comportamento di Pamela, Mr B. si redime, riacquista la sua Fede e i suoi valori e torna per proporre alla ragazza le sue intenzioni serissime di matrimonio
  • Pamela è nuovamente sconvolta, visto che non si era mai sentito di un nobile che sposa una popolana [la ragazza era poco informata sugli eventi dell'epoca, le badanti c'erano comunque e una moltitudine di vecchi bavosi sposava la sua ventenne cameriera; ma si sa, Elisa di Rivombrosa non era ancora arrivata e quindi...]
  • Fermo nella sua idea, certo che sia giusta, Mr B. continua le sue manovre per convincere la giovane delle sue intenzioni, finchè la spunta. Il lieto fine è corredato dal fattoc he lui l'abbia perseguito con l'ausilio dei valori di perseveranza trasmessigli dalla ritrovata Fede cristiana.

La classe sociale dove la religione era più seguita, più opprimete, se volete, era quella borghese.
Figlia del commercio, che cercava di darsi un tono, discendente dei puritani (che non erano nobili perchè questi erano fuggiti in Olanda assieme al re per salvarsi le chiappe).

Versione seicentesca della Bibbia inglese
Uomini e donne della classe media andavano a messa ogni dì, a volte più volte nella giornata. Ascoltavano rapiti le parole dei loro pastori, commentavano e leggevano in casa le Scritture, soprattutto l'Antico Testamento, portavano nomi biblici e da essi cercavano di trarre esempi per sè e per i loro figli: la pazienza di Giobbe, la Fede di Elisabetta, la verginità di Maria, il sacrificio di Isacco, i molti figli di Giacobbe, il perdono di Giuseppe venduto dai fratelli, Salomone il grande re del passato, Davide che sconfigge il gigante Golia, la punizione di Betsabea per aver tradito il marito Uria con Davide, Noemi la saggia, Giuditta e Oloferne.
Insomma, si capisce fin troppo bene, ciascuno di costoro ha qualcosa da insegnare ed è esempio per le donne e gli uomini: in ogni caso, la Fede in Dio li salva e li premia.
Non solo ci si basava sulle storie della Bibbia come insegnamento, ma in molti casi si seguivano le sue indicazioni di vita: il venerdì, giorno della morte di Cristo, giorno di digiuno, domenica giorno di Dio e giorno di gloria.
Senza contare che anglicanesimo e protestantesimo si rifanno più all'Antico Testamento che al Nuovo, come accade invece nel cattolicesimo, ecco quindi che molte tradizioni dei primi due assomigliano a quelle ebraiche, come l'usanza dei pani azzimi o di preparare le uova, l'agnello e il pesce in onore dei tre grandi profeti (Mosè, Aronne e Miriam).

Sempre nell'apparenza di perfetti religiosi e credenti senza macchia, i personaggi della borghesia si comportavano in maniera pia e buona verso i meno fortunati.
Qui però stanno le note dolenti perchè, forse in un eccesso di zelo, si tendeva più a compatire che ad aiutare gli sfortunati: le prostitute erano donne perdute, ok, ma come dice la protagonista di La vera storia di Jack lo Squartatore, sapete, quella coi capelli rossi


Non sono nata puttana


Credo sia una frase che qualcuno in più avrebbe dovuto tenere a mente, perchè quelle donne, nella maggior parte dei casi, battevano le strade e i marciapiedi per necessità e non certo per vocazione, brama e lussuria (tristemente, in quei casi di solito erano a ben altri livelli della catena sociale).

Oppure i bambini che rubacchiavano, ladruncoli senz'altro colpevoli, ma senza famiglia, senza aiuti che cercavano di sopravvivere in quel sottobosco di criminalità che erano le strade delle città, spesso diretti da altri ragazzi poco più grandi che facevano i gradassi o da avidi uomini di malaffare.
E qui citiamo Aladdin, addirittura un film Disney, peggio, una canzone!


Ma se vuoi mangiar, devi rubacchiar, è una vecchia storia che nessuno cambierà


Tristemente il più delel volte finiva che i poveri rubavano ad altri poveri come loro, altra verità incontestabile.
La vita dei poveracci era dura, ancora di più doveva esserla quandoe rano compatiti da chi stava meglio, anzichè aiutati, perchè purtroppo queste persone così apparentemente buone e pie della borghesia settecentesca e ottocentesca aiutavano (quando andava bene) solo i loro simili che non avevano peccato.

Bibbia del Seicento aperta sulla pagina del Nuovo Testamento
Era tollerabile aiutare due donne sole, magari malate, ma non chi era stato vittima di un disastro finanziario o di speculazione economica e si era visto portar via tutti i suoi averi (aveva cercato di arricchirsi ed era stato punito), magari finendo alla prigione di Newgate per debiti, come il padre di Amy Dorrit ne La piccola Dorrit di Charles Dickens, oppure come accade a Mr Thornton in North&South di Elizabeth Gaskell.
Ma rammentate le durissime parole che Lady Catherine DeBurgh rivolge alla signora Collins in Orgoglio e Pregiudizio?


Signora Collins, dovete imparare a tracciare una linea ben netta tra i poveri da aiutare e i poveri da non aiutare.

Io personalmente le trovo parole raccapriccianti.


Spero che la mia spiegazione sia stata abbastanza lucida, mi rendo conto che potrebbe aver creato ancor più confusione perchè il concetto è ampio e abbraccia molti fattori e molti antefatti delle epoche che studiamo, scelte storiche e politiche molto particolari, dettagli magari irrilevanti che, tuttavia, assumono una connotazione diversa quando si tratta di particolari situazioni.
I concetti che mi stavano più a cuore era bannare l'idea di fanatismo religioso fine a se stesso: sì, c'era, ma abbiamo spiegato bene come mai.
La discendenza dal puritanesimo non è un dettaglio da sottovalutare, anzi! Ha lasciato segni che non si cancelleranno mai.
Per finire, tutto il gioco delle maschere e dell'apparenza, una continua contrapposizione delle maschere di Settecento e Ottocento, un balletto tra l'epoca Georgiana, sfarzosa, pomposa, piena di ostentazione di ricchezza, e quella Vittoriana, dove ad essere esposte erano le virtù delle persone.
In entrambi questi periodi la falsità della gente ha portato a preconcetti davvero degni di nota.

Fatemi avere eventuali quesiti nel caso il post non sia stato chiaro,
intao vi lascio i...

Consigli di lettura

bacioni



Mauser

3 commenti:

  1. Mammamia. ò___ò Che razza di ipocriti. Essere credenti così è PEGGIO che non credere affatto. Io, almeno non credo, lo affermo, ho i miei perché e se vado in chiesa, lo faccio solo a natale, perché così vogliono i miei. (loro sono credenti) Non mi attacco alla religione solo quando mi serve. ò___ò

    Mi fanno tristezza, a volte, questi vittoriani.

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  2. Avverto ufficialmente l’autrice del blog che sarà piuttosto lei a pentirsi per avermi dato spago: ho parecchie domande & questioni irrisolte in saccoccia… potrebbe bandirmi da questo spazio! ☺

    Ok, a parte le battute Mauser ti ringrazio sinceramente!

    Il post è sì molto “affollato” di notizie e considerazioni ma direi che spazia in varie direzioni, e posso dirti che mi è stato molto utile perché hai raccolto in un unico discorso molte tracce, e anche se magari di alcune ero già a conoscenza, le hai ben connesse fra loro.

    Volevo solo fare una piccola considerazione che mi è venuta in mente nella lettura, e cioè che a mio parere la religiosità era più sentita scendendo nella scala sociale anche perché fornisce senso di uguaglianza, prospetta possibilità per tutti (possibilità di beatitudine nella vita eterna e via dicendo), dà riscatto a chi ha una vita infelice e sfortunata. È un discorso su cui mi sono trovata a volte a riflettere anche oggi, studiando le persone che incontro, essendo anch’io decisamente credente ma purtroppo non dotata della Fede sufficiente a vivere la religione appieno.

    Un bacio,
    Claudia

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  3. Cara Claudia,
    condivido appieno ciò che hai appena detto, straquoto, come si usa dire al giorno d'oggi (ho vent'anni e parlo come una nonnina ihihihi) e confermo che in effetti la religione era molto sentita negli strati più bassi della popolazione, suppongo anche che sia normale, per chi vive una vita stentata, sperare sempre nella salvezza eterna, della serie: vivo male adesso, ma poi vivrò bene per sempre...

    Devo tuttavia fare un piccono accenno all'uguaglianza: in Inghilterra soprattutto è un concetto molto distante, era il popolo stesso che vedeva nobili e re come superiori a loro e mai si sarebbe sognato di porsi al loro livello, il discorso tuttavia era valido per la piccola borghesia; se hai letto Mastro Don Gesualo di Verga saprai che ai servi scoccia lavorare per un loro simile arricchito, il concetto era quello: tutti gli strati più bassi auspicavano ad arrivare a quello borghese e si sentivano uguali a loro, in questo la religione teorica li favoriva, purtroppo i primi a fare distinzioni in base al ceto erano proprio gli ecclesiastici anglicani, la cui formazione teologica era differente da quella ricevuta in seminario dai sacerdoti cattolici che, purtroppo, peccavano a loro volta in quel senso (cfr. Don Abbondio dei Promessi Sposi).

    Uff, ormai mi dilunque anche nei commenti, sono proprio incorreggibile, dovrei fare un corso al riguardo, troppa incontinenza verbale... comincio a pensare che sia una malattia

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