22 febbraio 2010

Come si diventa zitella?

Lo devo confessare: ero tentata. Tentata, tentatissima di rispondere al commento di Nari e cimentarmi in un bel confronto tra i sessi tra il post sulla zitella e quello sullo scapolone.
Ma avevo promesso questo approfondimento già ieri sera e ci tenevo ad essere corretta, tanto per dire che non sono una che spara una cavolata e poi me la dimentico... Cielo, a volte capita anche a me, però di solito no...

E dunque vediamo un po' questo post: perchè le ragazze diventavano zitelle? Escludendo la mancanza di materia prima, problema che purtroppo affligge anche la nostra società dove gli uomini seri scarseggiano quanto le veline intelligenti, vorrei analizzare uno per uno i punti che ho elencato nel post sulla Zitella.

La povertà
La povertà per una ragazza si manifestava sotto molteplici forme, ma poichè l'afflizione delle zitelle era prevalentemente della classe medio-borghese, la caratteristica prima di una ragazza povera era la mancanza di dote.
La dote per una ragazza era tutto e anche il marito ci allungava un occhio di riguardo perchè quei soldi, col matrimonio, sarebbero venuti a lui e avrebbe potuto usufruirne, ma chi se la piglia una che in cambio a lui non gliene viene niente?
Lo so, con gli occhi di oggi sembra assurdo, ma mettetevi nei panni dell'uomo: deve fare un matrimonio, deve farlo d'interesse per dare lustro alla famiglia ed eredi al casato, deve fare notizia, essere favoloso perchè più è favoloso e più vuol dire che lui è importante.
Se il signorino è ricco, beato lui, non avrebbe molti problemi, ma i ricchi tendono spesso a voler essere più ricchi e più nobili, quindi o lei ha la famiglia di sangue blu alle spalle o ha i soldi, meglio se ha entrambi, assolutamente da depennare se mancano tutti e due. .
E se fosse bella? In quel caso lui dovrebbe strafregarsene delle convenienze, mettersi in lite con la famiglia, rischiare di essere diseredato (e diventare povero)... ne varrebbe la spesa solo per un paio di begli occhi e un corpo da urlo? Il denaro, si sa, non fa fatica a trovare amore... e un'amante è molto più comoda.

Insomma, se l'amore non c'era davvero, difficilmente un uomo di allora si sarebbe preso in sposa una ragazza povera, poteva farlo giusto Mr Darcy perchè era lui e gli eroi dei romance, ma pochi altri...

Esisteva poi una via d'uscita: se la famiglia riusciva a mettere insieme denaro a sufficienza per la dote della figlia maggiore, ci si doveva augurare che questa sposasse un ricco partito e che, col suo nuovo denaro, aiutasse le sorelle minori dando loro la dote necessaria al matrimonio.
È poco pertinente perchè di ambientazione Tudor, ma al riguardo cito il libro Blaze Wyndham - l'amante del re, dove è proprio la protagonista che viene data in sposa al conte e poi questi fornisce il denaro anche per le (molte) sorelline.


Immoralità
Dire che la società vittoriana fosse bigotta è come dire che si è appena trovata l'acqua nel pozzo, un'ovvietà.
Inutile quindi soffermarsi troppo sul fatto che tenere comportamenti considerati disdicevoli rovinava la reputazione della ragazza, tanto che nessuno la voleva più.
Al tempo della Regina Vittoria erano due le cose importanti che una moglie doveva portare al marito: la dote e la sua verginità: pensate addirittura che ci sono stati mariti che dopo anni di matrimonio hanno osato accusare la moglie perchè quando si erano sposati lei non era più vergine! Peccato che lei fosse anche vedova... >_> insomma, gli uomini erano incoerenti.
Non che io disprezzi così tanto gli uomini che tengono alla verginità di una donna, è senz'altro romantico, ma se c'è l'amore, altrimenti non se la meritano!

Senza contare che fare sesso non era l'unico modo per essere immorali: tendenze al gioco, specialmente alle puntate pesanti, predilezione per l'alcool, scommesse, comportamenti poco fini come farsi vedere in carrozza con uomini quando non si era fidanzati (e anche allora i pettegolezzi fioccavano), uscire la sera scortata da un gentiluomo, ricevere visite maschili in casa senza l'adeguata compagnia di matrone e parenti e frequentare compagnie poco appropriate (dai volgari ai poveracci, passando per chi sta in mezzo) poteva distruggere una ragazza.

A questo proposito ci sono molte storie tristi di vite rovinate per semplici calunnie e dicerie: Emily Morton era stata una delle più graziose e ammoso giovinette della Stagione, sponsorizzata dalle matrone di Almack's e fidanzata ad un'ottimo partito. Ebbene, questa Emily aveva un difetto, era molto caritatevole, e i pomeriggi liberi, al posto che trascorrerli a parlare dei poveracci assieme alle varie signore delle fondazioni benefiche, preferiva recarsi negli orfanotrofi. Ebbene, questa povera creatura è stata distrutta dai pettegolezzi che la dipingevano come una donna lussuriosa dedita a pratiche sessuali illecite, che scompariva per giorni per mostrarsi nei bordelli, rendetevi conto!!!

Ma non erano solo le proprie pecce ad essere causa di rovina, anche quelle dei familiari influivano molto e spesso le sorelle pativano le pene per le scelleratezze di una di loro, come nel caso di Jane e Lizzie Bennett che, dopo la partenza avventata di Lydia con Wickham si rassegnano all'idea di rimanere zitelle perchè, come fa notare la stessa Lizzie, Lydia non ha rovinato solo se stessa.

Uscire dalle dicerie di immoralità era pressocchè impossibile, talune volte il matrimonio riusciva a tacitare la cosa, ma il più la donna soccombeva sotto i pettegolezzi malvoli e, nella maggior parte dei casi, si rovinava la vita.


Difetti fisici, psicologici e deformità
Parlando con mia madre è emerso piuttosto chiaramente come nella società moderna non siamo più abituati a persone affette da deformazioni e menomazioni fisiche. La scienza fa miracoli, di questo gliene diamo atto, tuttavia in passato era piuttosto comune avere a che fare, anche quotidianamente, con ciechi, sordi, zoppi, gobbi e quant'altro. Gambe di legno e protesi di sorta erano frequenti negli uomini, specialmente nei marinai, nei lavoratori delle fabbriche o delle miniere.
Ma non per i ricchi e i borghesi, che consideravano la bruttezza e la deformità un peccato e una colpa, una specie di punizione divina per le malefatte di quella persona o, in mancanza di argomentazioni sufficienti, del suo carattere terribile e della sua anima cattiva [cattivi saranno stati loro! Maledetti!].
Se un uomo aveva difetti fisici, le donne dovevano passarci sopra, poco importava che avesse una sola gamba, che non si reggesse in piedi, che volesse un erede quando era mezzo paralitico e troppo vecchio, era loro dovere morale e spirituale, obbligo imposto da famiglia e matrimonio essergli comunque devote.
Bel dire! Ma una ragazza brutta o con difetti fisici, se non accompagnata da una borsa capiente, difficilmente si sarebbe sposata e il peggio era che andava anche incontro al biasimo della società! Che ipocrisia!

Ogni tanto guardo il ritratto dei Duchi da Montefeltro, quello dipinto da Piero della Francesca raffigurante Federico da Montefeltro e Battista Sforza e il primo pensiero è sempre: "Mamma che ciospi!" [il secondo, un po' meno carino è "accidenti, ma lei è uguale alla mia compagna delle medie!"... ehm, sorvoliamo...]. Certo Battista cara non era una bellezza, ma la sua famiglia era ricca come Creso, quindi poco importava che fosse orribile... per le altre non c'era la stessa fortuna e spesso alcune donne vivevano tutta la vita sole perchè nessun uomo era stato capace di guardare oltre l'apparenza, che cosa triste...

Aquesto è da sommare anche il problema delle pazzie, sfortunatamente cosa comune nelle famiglie che si imparentavano spesso tra loro; folli, visionari, pazzi di sorta spuntavano all'improvviso, eppure se c'era il denaro gli uomini sposavano chiunque, guardate Mr Rochester, l'odioso protagonista di Jane Eyre (io odio quell'uomo) che è stato costretto a sposare sua moglie e poi, per la vergogna, la teneva rinchiusa in casa. Oppure pensate a Colin Craven, il cugino della protagonista de Il giardino segreto, che credevano tutti fosse moribondo ed era tenuto segregato nelle sue stanze.


Indipendenza ideologica e psicologica
L'intelligenza, si sa, sta sempre antipatica agli imbecilli e a chi vuole comandare.
Nell'epoca Vittoriana a comandare erano gli uomini, come nella preistoria, e quindi una donna con troppi pensieri rischiava di non essere gradita ai gentiluomini: perchè?
Perchè una donna istruita ed intelligente tende a farsi delle idee proprie e nel caso di un confronto verbale col marito, immagino sosterrà le sue opinioni. Ecco il primo segno di insubordinazione di una moglie rivoluzionaria ad un uomo che ha avuto addirittura il buon cuore di sposare quell'arpia! Quale sdegno!
Certo è che se una donna aveva idee sue e voglia di scoprire, viaggiare e conoscere, difficilmente andava d'accordo con lo stereotipo di moglie e madre modello, remissiva e disciplinata, sottomessa.
Certo anche una donna intelligente sogna il vero amore, ma che la apprezzi anche per le sue idee, per come pensa! Ecco perchè molte di quelle donne intelligenti non si sposavano: gli uomini disposti a tollerare ciò erano veramente pochi.
E leggendo le biografie di grandi donne, ci si rende conto che il più delle volte erano già sposati con una donna insignificante, che amavano teneramente la donna volitiva e coraggiosa, ma erano intrappolati in un matrimonio non voluto dalla solita famiglia impicciona, il più delle volte ben prima che i due spiriti affini si conoscessero.


Età avanzata
Passati i ventiquattro, almeno se la ragazza non era ufficialmente fidanzata, era quasi scontato diventare zitella, etichettate come "vecchie".
Ragazzine ochette si sposavano presto, troppo presto a mio avviso, passata la Stagione, tra i diciassette e i vent'anni le tacchinelle prendevano moglie e chi aspettava un uomo perbene... già, aspettava ancora.

C'erano donne che avevano raggiunto una certà età senza sposarsi per diversi motivi: innanzi tutto il prendersi cura di parenti più o meno invalidi o pazzi, che le aveva tenute distanti dalla vita sociale e dal "tunnel del divertimento-o-o", insomma, si erano comportate da brave figlie e brave nipoti mentre le sorelle le scavalcavano ignobilmente, si accasavano e poi le guardavano con pietà.
Vi esprimo un dialogo tipo:

Sorella maritata: papà era così buono gli ultimi tempi
Sorella zitella: ma anche no! Per farlo mangiare bisognava legarlo al letto
Sorella maritata: che crudeltà da dire! Pensa poverino che vita!
Sorella zitella: ma se non ha fatto altro che lamentarsi anche quando stava bene!
Sorella maritata: questa è proprio una cattiveria, non devi parlare male di lui! Invece dovresti pensare a sposarti, è perchè sei così acida che nessuno ti vuole
Sorella zitella: sono acida perchè ho passato la mia giovinezza ad occuparmi di un invalido mentre tu facevi balli e Stagioni
Sorella maritata: adesso la colpa sarebbe mia?
Sorella zitella: no, ma non hai assolutamente aiutato
Sorella maritata: io ho la mia famiglia di cui occuparmi, quindi dovevi farlo tu che eri rimasta in casa
Sorella zitella: lo facevo anche quando non eri sposata
Sorella maritata: io ho sempre aiutato babbo in casa e tu avresti dovuto lamentarti un po' meno e fidanzarti, andartene
Sorella zitella: e chi si occupava di papà, il gatto?
Sorella maritata: sei zitella perchè sei vecchia
Sorella zitella: sono vecchia perchè mi sono occupata dieci anni della mia giovinezza di un moribondo perchè tu potessi divertirti e sposarti, mentre io non potevo neanche uscire di casa
Sorella maritata: sei odiosa! ecco perchè nessuno ti vuole! E fanno bene, tu non li meriti
Sorella zitella: per fare da infermiera anche ad uno di loro? Piuttosto rimango da sola tutta la vita
Sorella maritata: sei la vergogna della famiglia

Non crediate che scene del genere fossero tanto rare, la sorella più giudiziosa generalmente era costretta ad occuparsi dei parenti mentre le altre si divertivano e quando a trent'anni si tiravano le somme sembrava quasi che non si fosse sposata perchè era acida, ma vorrei ben vedere dopo aver assistito degli invalidi recalcitrati! Niente contro di loro, ma non vi sentireste anche voi un pochino frustrati al vedere tutti che si divertono e voi che non potete perchè "qualcuno deve occuparsi di lui/lei e io non posso perchè ho una vita mia"?
Io sarei furibonda!

Senza contare che c'erano ragazze che magai avevano davvero aspettato il grande amore e poi, arrivate alla soglia della "maturità", ecco svanire l'idillio perchè quel principe azzurro magari non esiste.

Terza casistica, quella della malattia: ragazze fragili si riducevano dopo anni a sposarsi, come la Miss Anne De Burgh da Orgoglio e Pregiudizio che, cagionevole di salute, non è neanche in grado di arrivare fino a Londra in carrozza.

Insomma, su questo punto sono particolarmente acida perchè non tollero che una persona sia considerata troppo vecchia per fare qualcosa, specialmente se vecchia non è. Capisco che una gallinella allegretta sia di piacevole compagnia, come un cocker che fa le feste quando si torna a casa, ma alla lunga stanca, senza contare che molto spesso queste erano viziate ed oziose, insopportabili e che col tempo perdevano la loro allegria, ecco quindi perchè discriminare una ragazza perchè più anziana non mi sembra un motivo giusto, almeno finchè non se ne sono conosciute le circostanze...


Malelingue: dicerie, pettegolezzi
Non era raro che la reputazione di una ragazza venisse rovinata dalle malelingue che insinuavano e costruivano storie sulle poverine, specie su quelle che non erano figlie di parenti o amici e, se si aveva la fortuna di una zia da Almack's o in qualche altro circolo esclusivo, ecco che una ragazza si vedeva rovinata per sempre la sua vita.

Le malelingue erano particolarmente cattive, altolocate signore del ton si rivelavano spesso più pettegole delle comari di paese, insinuando, rivoltando le storie e arricchendole di particolari poco veritieri. Il più delle volte le storie che circolavano erano false dall'inizio alla fine, mentre si cercava di coprire quelle reali, specie se come protagonista avevano la solita contessina Serbelloni-Stauss figlia di una duchessa e così via.

Naturalmente queste storie calunniose non erano mai raccontate in faccia della poveretta che si vedeva derisa e snobbata dietro le spalle senza capirne effettivamente la ragione, finchè un'amica di buon cuore (se ancora ne aveva) non le raccontava ciò che si sapeva in giro.
Quante ragazze sono state rovinate così? Troppe, spesso anche grazie alla sapiente politica di matrimoni combinati, così se A e B dovevano sposarsi e la madre di C voleva che A e C si sposassero, rovinava B e il gioco era fatto: semplice no?


Ecco quindi in definitiva le motivazioni che spingevano una normalissima ragazza all'autodistruzione (per l'epoca), rimanendo zitella.
Il mondo delle zitelle ha origini tristi, come si è visto, ma il più delle volte odiose, ci si basava su particolari ad oggi inconcepibili e su dettagli irrilevanti. Ammetto di non comprendere quel modo di giudicare le ragazze, anzi lo aborrisco completamente considerandolo ingiusto, calunnioso, meschino ed infido.
E proprio per questo, credo che se fossi nata due secoli fa sarei stata senza ombra di dubbio nelle ZITELLE A VITA SENZA POSSIBILITA' DI RECUPERO.




Mauser





Ora scappo, un bacio a tutti quanti! Vi lascio solo una chicca (in inglese) che credo renda bene la mia opinione sulle donne e sui matrimoni: non scandalizzatevi, credo che ormai si sia scoperto che sono una femminista convinta ^_^

6 commenti:

  1. silvia: sempre peggio, anche se questo post è un vero gioiellino, come quello precedente! :)
    Ah, santa pazienza, anche se non siamo più a quei tempi, e non ho (grazie al cielo) parenti invalidi di cui dovermi occupare, spesso e volentieri mi sento come le povere zitelle qui sopra. Possibile che il mondo sia così superificiale, o così schifosamente influenzabile?
    INSOMMA, UOMINI!! LO SANNO TUTTI CHE NON BASTA UN BEL FACCINO O UN MODO DI FARE LEZIOSO, PER FARE DI UNA DONNA "quella giusta"!!!
    ... piccolo sfogo personale, chiedo veniaXD

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  2. Ok, dopo questo, penso che sputerò tutto quanto. X°D
    ODIO QUESTO LATO DEL PERIODO VITTORIANO. Adoro l'architettura, la moda, ma odio la mentalità dell'epoca. La detesto.

    Io fossi stata all'epoca, avrei molto probabilmente dato fuoco a tutto quell'ammasso di oche starnazzanti, bruciato i loro vestiti, strappato i loro capelli, spaccato di loro specchi.
    Il 90% delle donne erano vuote, superficiali, patetiche. Si abbassavano a questo schifoso stereotipo, non volevano lottare, dopotutto, volevano essere etichettate come *cavalle da monta stupide incapaci di intendere e di volere*.
    Sarei passata alla storia come la seconda serial killer dell'epoca dopo Jack, che a quanto ho sentito, probabilmente era una donna. Beh, non la biasimo poi così tanto.
    Fossi stata la sorella maggiore, avrei preso a sberle mia sorella finché non l'avrei sfigurata. "Altro che balli di gala, brutta gallina, a zappare la terra devi andare!"

    Tutto questo mi dà una rabbia. X°D
    Gli uomini dovrebbero proprio provare che significa. Non vedo l'ora di vedere un'universo parallelo dove il sesso forte è quello femminile. Non vedo l'ora, guarda. Riderei sadicamente sopra la cima di una montagna.

    Grazie ancora per questa nuova interessante rubrica e scusa lo sfogo. (mi hai ispirato una striscia comica, te la dedicherò;) )

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  3. Ah! Mi è venuto un buon argomento! :D
    Quali erano le forme di cortesia più usate nei discorsi? Come si salutavano? Il voi era rivolto anche agli amici d'infanzia? Due persone che si odiavano usavano il tu per mancare di rispetto? °_°


    X°D
    Quante domande!XD

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  4. Noto con somma quanto cattiva soddisfazione un paio di cosucce moooolo interessanti:
    1) non sono l'unica che ad aver per le mani una di quelle ochette l'avrebbe fatta al forno e poi passata allo spiedo
    2) non sono l'unica a sentirsi un po' zitella
    3) non sono l'unica a pensare che il mondo fosse e in parte sia ancora, troppo superficiale

    Il fatto che ogni cosa inizia con "non sono l'unica" deve essere a causa di qualche perverso percorso mentale per cui ho bisogno di sapere che al mondo non sono l'unica ad essere furiosa come un cavallo, quindi NON essendolo, probabilmente sono giustificata: *maeeeestraaaaa! ho la giustificaziooooone!* ehm...

    Nari, la tua idea del post mi piace molto, sono felice di trovare un po' di dinamismo, mi documenterò a riguardo, ma ho già qualcosa in mente, non vedo l'ora di dedicarmici!

    Se qualcuno ha altre idee si accomodi, mi fa piacere che tutti interagiscano è proprio quello che volevo per questo "ritrovo online di appassionati"

    Bacioni

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  5. Innanzitutto complimenti per il blog, è veramente fenomenale *w* seconda cosa, mi ha colpito particolarmente la storia di Emily Morton, potrei sapere quali sono le tue fonti o comunque dire qualcosa di più a riguardo? Perché ho cercato su google ma non ho trovato nulla c.c

    Grazie in anticipo! <3

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  6. Ciao Roxy,
    grazie dei complimenti e per quanto riguarda la tua curiosità cercherò di accontentarla volentieri per quanto la mia memoria non sia più come due anni fa =)
    Lessi di Emily in un approfondimento su Clare Darcy, un'autrice di romance, che la citava nella sua numerosa corrispondenza come un caso particolare su cui avrebbe voluto scrivere qualcosa, prendendo spunto dal fatto che l'essere eccessivamente dediti alle attività benefiche poteva rappresentare quasi un "male".
    Le fonti sono state alcune lettere di questa autrice disponibili tra i documenti in visione della Boston University e un vecchissimo articolo di giornale come usavano nell'ottocento che riportava il fidanzamento della suddetta con un cugino e ben al di sotto delle aspettative della famiglia in quanto la reputazione non risultava più candida (insomma s'era dovuta accontentare di chiunque la prendesse).
    Il caso di Emily è per certi versi simile a quello di Charlotte Dalrymple del film Hysteria nel quale la sua passione umanitaria è fortemente ostacolata dalla famiglia e dalle convenzioni sociali che disprezzavano troppo coinvolgimento con le classi inferiori.

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