26 febbraio 2010

Come si salutava

Ciao a tutti e ben ritrovati, ci ho messo un po' a documentarmi come si conviene sul modo con cui una volta ci si salutava nelle varie circostanze e ho raccolto davvero una marea di materiale [almeno questa usanza era sufficientemente documentata ^.^], il problema semmai è stato organizzare il tutto in maniera
Ecco un dandy che si presenta alle ragazze di un ballo
comprensibile... le mie capacità in fatto di sunti, riassunti e similari lasciano molto a desiderare, è un problema con cui convivo da quando frequentavo le elementari, ma ultimamente mi sta dando più grattacapi del solito, con il risultato che i miei colleghi mi hanno soprannominata "Manzoni" perchè le mie mail sono sempre chilometriche e col fatto che scrivo post al limite del terrorismo informatico per pesantezza e inutilità.
Probabilmente in un futuro decisamente vicino il Governo mi arresterà per aver intasato la rete con la mia roba, intanto va bene tutto pur di non occuparsi dei problemi seri...


Bene, questo sembra un ottimo motivo per non dilungarmi sui dettagli personali e arrivare al sodo della questione [il brutto di seguire un blog di approfondimento e non un blog personale... -.-].
Dunque parliamo del saluto, del modo di incontrarsi e di cosa si diceva.
Il saluto era un vero e proprio simbolo sociale, fondamentale per una cultura come quella Georgiana basata sull'apparenza e, quella Vittoriana, sulle regole e le buone maniere: nonostante il periodo Georgiano e quello Vittoriano siano tra i più diversi del mondo, anche se consecutivi, essi avevano in comune diverse formalità sociali che non si persero per lungo tempo.


Come ci si salutava
Salutarsi, gesto elevato a vera e propria arte, aveva una serie codificata, regolamentata, di movimenti e frasi fatte, argomenti, situazioni schematizzate a mo' di flowcharter che andavano rispettate alla lettera.
Le regole variavano a seconda della formalità del contorno e dei personaggi, naturalmente cambiavano col sesso e con le circostanze.

The salutation - Il saluto
Partiamo dall'esempio base: due uomini che si incontrano in un contesto informale, ad esempio per strada. Premetto che andando con esempi reali è più facile avvicinarsi alle abitudini e alla cultura che si era sviluppata.

A seconda del tempo che essi avevano a disposizione e del grado sociale (ad esempio due borghesi potevano essere moderatamente impegnati, mentre due aristocratici probabilmente erano in giro per una passeggiata), questi avrebbero potuto limitarsi ad un cenno del capo, che stava per un inchino abbozzato, sollevando appena il cappello dalla testa o toccandon la tesa con la mano destra, per poi e proseguire per la loro strada:
Se i due sceglievano di fermarsi per i convenevoli e le frasi di rito, allora la faccenda si faceva più complessa: non immaginate inchini e flessioni stile Arlecchino, ma i due dovevano piazzarsi l'uno di fronte all'altro, levarsi il cappello con la mano destra e abbozzare un inchino piegando la schiena, mantenendola rigida. Era consigliabile, per essere precisi, avere il piede sinistro leggermente arretrato, più o meno in quarta posizione.
Gentiluomo che si leva il cappello
A quel punto i due uomini potevano decidere dis tringersi anche la mano, ma quello era un gesto che sottintendeva una discreta confidenza e, specialmente in epoca Georgiana, un rapporto stretto come la parentela, ma questo lo approfondiremo nella sezione sotto.

Se i due gentiluomini erano accompagnati, quello era il momento di presentare i rispettivi accompagnatori/accompagnatrici, ricordiamo che le regole della presentazione prevedono che sia l'uomo ad essere presentato alla donna e i più giovani ai più vecchi.

Fatto ciò ci si poteva lanciare in qualche frase di circostanza: il tempo, le cose mondane, l'ultima circostanza in cui ci si era incontrati e notizie di carattere generale erano gli argomenti più quotati.
Molto gettonate le conoscenze in comune, ma questo topic era meglio adoperarlo solo se ci si conosceva abbastanza poichè era assai insidioso e si rischiava di fare figuracce e dire malignità.
Gentiluomini che conversano

Era considerato scortese escludere i presenti dalle conversazioni, ma anzi bisognava cercare di coinvolgerli nel discorso. se gli uomini erano da soli, potevano anche lanciarsi in qualche commento sulla politica o sugli affari o ad argomenti di carattere privato.

Passiamo ora ad un esempio di media portata: due donne che si incrociavano per la strada.
Per le donne evitarsi era una cosa molto significativa: voleva dire che si disprezzava l'interlocutrice e anche limitarsi ad un cenno del capo poteva essere considerato scortese o poco gentile, ma tollerabile nel caso esse fossero in compagnia, specialmente se la compagnia era del loro stesso rango.
Per le signore, ma in parte anche per gli uomini, valeva la convinzione che fosse il più importante o il più anziano ad accennare per primo il saluto, mai il contrario, era una grave mancanza di rispetto.
Signore a passeggio
Se avete visto il film Marie Antoinette diretto da Sophia Coppola, saprete che la Du Barry non può neanche rivolgere la parola alla principessa (quando Antonietta è ancora solo la moglie del Delfino di Francia, mentre l'altra è l'amante ufficiale del re) se non è questa a rivolgersi a lei per prima e la stessa Maria, su insistenza di Luigi XV, decide di salutare in maniera alquanto glaciale la donna solo per evitare che questa vada di nuovo a lamentarsi dal re, facendolo però ufficializza anche per la principessa la posizione della donna a corte e, soprattutto, verso il re. La Du Barry infatti è compiaciuta sebbene le parole della principessa siano state dette proprio seccamente.

Se le dame erano in buoni rapporti e si incontravano per strada, queste si salutavano come prima cosa facendo una piccola riverenza, non troppo vistosa, e si fermavano a parlare di futilità per la maggior parte della conversazione, rimanendo sul vago e il generale.
Se c'era molta confidenza, allora potevano parlare degli eventi mondani o degli ultimi pettegolezzi uditi in giro, così come del gossip cittadino.
Era consuetudine anche complimentarsi con le altre donne sul loro modo di vestire e, in particolar modo, sui loro accessori.

Assolutamente fuori discussione toccarsi, baciarsi le guance [io devo abituarmi ancora adesso a questa pratica tra amici ed amiche, non so mai quando è appropriato, specialmente con i ragazzi] e stringersi le mani come si fa al giorno d'oggi per le presentazioni.
Era consuetudine prendere la propria interlocutrice per gli avambracci per esprimere la propria felicità ad una notizia, solitamente per la nascita di un bebè o per il suo stato interessante.
Il saluto - uomini e donne
Molto educato era chiedere informazioni sui parenti e le parenti, i genitori, fratelli, sorelle e cugini di rilievo, specialmente se si era già stati presentati. Non domandare mai del fidanzato o della famiglia di lui, era ficcanasare senza ritegno, lecito invece rivolgerle la domanda "a quando le nozze?", sebbene essa potesse essere anche una malignità, specialmente se non c'erano stati pettegolezzi di sorta in giro, serviva a sottolineare che lui non la desiderava realmente, una forma di vendetta e gelosia, insomma.

Finiamo poi con l'esempio più arduo: uomini e donne che si devono salutare mentre sono in giro e si incrociano.
È la donna a dover fare la prima mossa, un uomo che cerca di salutare una donna che non gli ha fatto segno di essere bendisposta era considerato un abbordaggio molto volgare.
La donna doveva fare un cenno all'uomo, questi doveva cambiare la direzione di percorrenza per andarle incontro, salutarla con un inchino (evitabile se l'uomo non era giovanissimo o particolarmente più importante di lei) levandosi il cappello con la destra e sorridere. I piedi in quarta posizione.
La donna rispondeva con una riverenza, a quel punto si procedeva a presentare eventuali compagni/compagne che si avevano con sé, se non si conoscevano già.
Signore a passeggio
Se l'uomo conosceva entrambe le donne doveva salutare prima la più in alto nella gerarchia o, in alternativa, la più anziana. Ciò non voleva dire che snobbasse la giovane, erano solo le regole per procedere.
Se un uomo faceva il contrario, magari dopo aver manifestato un certo sentimento ricambiato per la fanciulla, era considerato molto romantico, ma ugualmente poco educato.

Se le donne procedevano con la loro passeggiata e manifestavano l'interesse ad avere il gentiluomo come compagnia, questi doveva cambiare i suoi piani e fare un tratto di strada con loro, adducendo eventualmente una scusa per scappare dopo una decina di metri ed essersi informato dei parenti.

Uomini e donne solitamente non si fermavano a chiacchierare a lungo perchè era considerato sconveniente.

Se una coppia di fidanzati era a passeggio insieme, allora potevano evitare di fermarsi, limitandosi ad un cenno del capo, ma questo era molto maleducato nei confronti di coloro che erano gerarchicamente più in alto.

L'inchino maschile

Stringersi le mani
Stringersi la mano è un'abitudine da uomini, tra le donne era diffusa solo tra il popolo e, più massivamente, solo dopo le due Guerre Mondali, ma toccarsi è sempre stata una cosa che nelle donne era malvista.

Gli uomini si stringevano la mano destra, perchè? È un'usanza tardo romana o medievale, quando due uomini si incrociavano per strada sollevavano la mano destra per far vedere all'altro che non avevano intenzione di sfoderare la spada, andavano quindi in pace.
Stringersi gli avambracci invece era simbolo di vicinanza e alleanza; questi comportamenti sono rimasti nei secoli fino a noi, strano vero? Anche agitare la mano per dire "arrivederci" è un simbolo che viene da allora.


Ai balli e ai ritrovi mondani
Quando la situazione si spostava dalle strade alle sale da ricevimento, le cose cambiavano un po'.
Intanto la forma degli inchini che diventavano obbligatori e a cui il più importante poteva rispondere solo con un cenno.

L'inchino formale
Per gli uomini l'inchino era così fatto: si spostava il piede destro in avanti e, con la schiena rigida, si spostava il peso verso l'interlocutore, abbassando la testa. Non era necessario piegarsi di 90°, si calcola che un inchino di 30° o 40° fosse perfetto, chi si abbassava troppo dava l'idea di grossolanità e leccapiedi.
Nell'inchino la mano del gentiluomo doveva spostarsi sulla vita, come se stringesse la fascia o il panciotto. L'espressione doveva essere seria, niente sorrisi.

Per le donne c'era la riverenza.
Piede destro in avanti e leggermente più spostato a sinistra, piede sinistro indietro, leggermente a destra. La donna piedava le ginocchia sollevando appena l'orlo della gonna e abbassando contemporaneamente il capo di 30°. Sollevare la gonna serviva per fare in modo che il bordo non spazzasseper terra e per impegnare le mani, che non dovevano rimanere lunghe sui fianchi.
Per la ragazza era consigliabile sorridere.

La riverenza
Uomini e donne passavano più tempo tra inchini e riverenze che a danzare, questo perchè ci si inchinava quando ci si incontrava e anche quando ci si separava! Niente "beh, allora ciao eh!" e cose simili, ma tutta una procedura. Per allontanarsi si adduceva una scusa credibile.

Inchini e riverenze, inoltre, erano anche l'apertura del giro di danza, dove, specialmente nelle country dance si iniziava stando tutti su un'unica fila e facendo il cosiddetto Inchino di presentazione o di saluto, che era quello con cui i due si "conoscevano". [Quest'usanza è piuttosto curiosa, non credete? Almeno paragonata ai balli moderni come quelli da discoteca, dove i ragazzi si conoscono strusciandosi e ballando (???) a ritmo schiacciasassi ^_^ e per carità, non vuole essere un'offesa perchè anche io apprezzo la musica dance, sebbene non la balli per motivi di coordinazione braccia-gambe-raziocionio e non voglia umiliarmi più di quanto già faccia sembrando uno struzzo che vendemmia].


Una partenza con saluti
Quando si arrivava ad un ballo, ad una cena o ad un ricevimento era sempre educazione salutare la padrona di casa. Nel caso gli organizzatori non si trovassero all'ingresso ad accogliere gli invitati, cosa caduta in disuso dopo il periodo Regency, ma a salutare gli altri ospiti, oppure se si arrivava a festa già iniziata, era buona norma cercare con lo sguardo la signora e scambiare con lei un rapido cenno di saluto chinando il capo o abbozzando una riverenza per le donne, mentre gli uomini era preferibile che andassero a ringraziare di persona la donna, per accrescere la sua popolarità; naturalmente non si dovevano interrompere le conversazioni, ma doveva essere lei a degnare l'uomo della sua attenzione.

Solo in questi casi era consentito il baciamano. quest'usanza, romanzata anche troppo nei libri, era da adoperarsi solo con le donne sposate o con la fidanzata (la propria!), altrimenti era una avances scandalosa. Se si aveva un'amante ufficiale, erano consentiti atteggiamenti teneri nei suoi confronti (certo non gli sbaciucchiamenti al limite del porno che si vedono sui treni o per strada ^///^). Il baciamano era piuttosto intimo, non un gesto da prendere alla leggera.


Sia per strada che ai balli, se la dama era seduta, non era considerata una maleducazione se ella non si alzava in piedi per salutare, ma rimaneva accomodata, chinando il capo.

Questa usanza è valida anche nel galateo moderno, secondo cui una signora non è tenuta ad alzarsi nel caso le venga presentato qualcuno o un gentiluomo la saluti.


SI e NO
Cosa era maleducazione fare? Cosa invece era consentito? Ecco una lista come memorandum
  • Sì a salutare anche persone con cui non si aveva grande confidenza
  • Sì a salutare con un cenno del capo o un inchino appena abbozzato se si era in un ambiente informale
  • Sì ad un inchino più cerimonioso in ambienti formali e ricevimenti
  • Sì a chiedere informazioni sui parenti, specialmente se si è già stati presentati
  • Sì ad informarsi della salute dell'interlocutore/trice
  • Sì a chiedere delle attività ed occupazioni
  • Sì a levarsi il cappello per i gentiluomini
  • Sì a curare il modo in cui ci si inchinava
  • Sì ad una conversazione breve
  • Sì ad una conversazione accattivante
  • Sì ai piccoli complimenti di cortesia
  • Sì all'Inchino di saluto prima di una danza anche se ci si conosceva giò
  • Sì a fornire motivazioni e scuse plausibili nel caso non ci si possa inchinare [la verità è ottima]
  • Sì ad alzarsi in piedi per salutare qualcuno
  • Sì al baciamano alla padrona di casa
  • Sì ad aspettare la fine di una conversazione per salutare qualcuno
  • No a salutare persone con cui si era in cattivi rapporti
  • No a salutare persone più importanti, è un gesto che devono fare prima loro
  • No ad inchini troppo elaborati in ambienti informali, è ostentazione e dà l'idea di comportamenti affettati e snob
  • No ad un uomo che saluta per primo una donna
  • No ad avances maschili nei confronti delle signori
  • No a complimenti fuori luogo
  • No a trattare l'interlocutore/trice con troppa superiorità, anche se è di gerarchia inferirore
  • No ad essere troppo espansivi
  • No ad escludere i presenti dalla conversazione
  • No a chiedere informazioni sui conoscenti, a meno che non si tratti di malattia
  • No ad essere troppo invadenti
  • No a due donne che si stringono le mani
  • No ai baci sulla guancia
  • No a parlare a qualcuno prima di essere stati presentati
  • No a spettegolare troppo crudelmente
  • No a parlare di eventi in cui l'altro non è stato invitato
  • No alle vanterie
  • No a chiacchierate di ore, per quello ci sono le visite
  • No ad unirsi ad un gruppo o ad una persona, se non si è invitati
  • No alla passività degli accompagnatori
  • No alla monotonia del discorso
  • No a saltare l'Inchino di saluto se ci si conosceva già
  • No ad inchinarsi con le gambe unite
  • No ad essere troppo rigidi, dà segno di altezzosità
  • No a smorfie
  • No al baciamano ad ogni signora o signorina che s'incontra
  • No ad interrompere le conversazioni per salutare qualcuno
bene, adesso scappo, bacioni a tutti quanti, ci vediamo presto!

Saluti! (tanto per rimanere in tema ^_^)



Mauser

7 commenti:

  1. Sei una manna dal cielo! *_________*
    Non immagini quanto mi sia utile questo post, davvero. *_*

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  2. Davvero fantastico! Molte cose che hai scritto qui valevano ancora negli anni 50, avevo letto tempo fa una sorta di vademecum sul buon comportarsi di quel periodo e leggendo qui ho ritrovato tante cose :D Grazie per l'impegno che ci metti, queste cose sono davvero utilissime e interessanti!!!

    Beatrice*

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  3. F-A-N-T-A-S-T-I-C-O!
    Possibile però che io sia così idiota da non riuscire a imparare a fare davvero la riverenza dai disegnini? Sono un disastro totale! La trovo una cosa assolutamente frustrante! Ci avrò provato un trilione di volte, ma figurarsi se riesco a sembrare aggraziata e carina come in certi film... Devo essere la persona più scoordinata del pianeta!
    Marty

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  4. Che post interessante!
    D'ora in poi non riuscirò più a guardare un film in costume senza fermare l'attenzione sui gesti e i comportamenti dei personaggi quando si incontrano!!!! :)

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  5. Grazie per tutto questo, ma mi domando: in che secoli?Nell'ottocento? O prima?

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  6. Con il recente repliche rolex rinnovamento delle sue linee di prodotti, Breitling ha iniziato a concentrare i suoi progetti molto più sul proprio patrimonio. La maggior imitazioni rolex parte di questi nuovi design storicamente influenzati ripercorre il periodo di massimo splendore degli anni '50 e '60 rolex falsi del marchio, e per la sua ultima uscita Breitling ha mescolato spunti da tutta la storia del Rolex replica suo modello più iconico per la nuova collezione femminile di Navitimer Automatic 35. I quattro riferimenti della collezione Navitimer replica Rolex Automatic 35 offrono una varietà di metalli di base e trattamenti del quadrante diversi, mantenendo intatto lo spirito progettuale del replica orologi Navitimer....

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