17 ottobre 2011

Osservazioni sparse sui Moschettieri steampunk

Sabato sera sono andata al cinema.
Nel mio immaginario, i sabato sera al cinema in compagnia di persone gentili e tranquille sono uno dei modi migliori di trascorrere le serate autunnali senza sembrare una reclusa, quest'anno Hollywood è dalla mia parte e ha messo a disposizione del pubblico diversi titoli interessanti sui quali mi sono buttata a pesce, offrendomi svariate occasioni sia di trascorrere del tempo con la mia migliore amica, con la quale sto cercando di recuperare un rapporto un po' sfilacciato dal troppo poco tempo a disposizione, sia per conoscere altre persone e trascorrere la serata in compagnia.
Dopo Abduction, scelta della settimana scorsa principalmente dettata da quel quarto di manzo che è il protagonista, questa volta siamo andati a vedere I tre moschettieri.
Sulla trama, credo ci sia poco da dilungarsi, Dumas la scrisse tempo fa e, a grandi linee, tale è rimasta nei secoli dei secoli.
Principalmente vorrei fare qualche osservazione sparsa sul film senza buttarmi in una recensione vera e propria perchè, a differenza di altri libri, non ho visto TUTTI i dramas e le riproduzioni cinematografiche.
Ci saranno spoiler, quindi chi non volesse averne non legga oltre =)

Lo steampunk
Pochi usano questa parola nella quotidianità, forse a causa della pronuncia dal suono aberrante, ma questo genere è effettivamente entrato a tutti gli effetti nella nostra realtà e solo alcuni ne sono consapevoli; nella realtà cinematografica ha avuto molto seguito e sempre più lungometraggi aggiungono parti di contorno futuribili per l'epoca, invenzioni volanti, macchine da guerra, meccanismi che sfruttano la potenza del vapore, ecc.
Il problema è che la maggior parte delle volte queste sono così impossibili da rendere il film inguardabile e scettici gli spettatori.
I tre moschettieri di quest'anno si spostano con nonchalance a bordo di vascelli volanti e cannoneggiano nei cieli di mezza Francia senza che nessuno batta ciglio tra pastori e contadini, non c'è neppure uno dei comprimari, figuriamoci i protagonisti, che patisca il mal d'aria o il beccheggio di queste imbarcazioni dalla mole improbabile se paragonata alle dimensioni del pallone.
Nel film queste invenzioni spettacolari, e molto scenografiche, vengono attribuite a Leonardo, che era sicuramente un genio indiscusso di mille e una disciplina, che aveva progettato tute da sommozzatore e cannoni, ma che qui pecca un po' di ingenuità nei confronti di Madama Fisica e si permette di sollvare un galeone seicentesco con un pallone delle medesime dimensioni; ora, io non sono proprio la persona più adatta a discutere dell'argomento, la matematica non è il mio forte e le tabelline sono state il mio incubo infantile più che l'Uomo Nero, ma se ricordate il mio post Alla conquista del cielo rammenterete che l'impresa di tirare su il primo Zeppelin fu spettacolare, l'aeronave era lunga 127 metri per 17 palloni a sollevare una cabina di pilotaggio delle dimensioni di una crosta di pane, figuriamoci cosa serviva per tirare su un vascello di quelli alla Corsaro Nero o Maledizione della Prima Luna.
Quindi la componente steampunk è carina se applicata con un certo garbo alle storie, senza strafare, come sempre con moderazione, una parola a cui tanti si sentono allergici nel tempo dell'eccesso che è il XXI secolo.
L'epoca di Luigi XIII è davvero troppo presto per lo steampunk e se questo mix aveva avuto ottimi risultati nelcaso di Sherlock Holmes del 2009, qui appare un po' ridicolo, specialmente se unito al resto dell trama e dei personaggi.
Senza contare, fisica a parte, che Milady precipita proprio da una di queste navi volanti per metri e metri sulla Manica e sopravvive! Senza essere crudele con i registi, che evidentemente hanno doti nel campo, ma a scuola erano delle schiappe, l'impatto con l'acqua, precipitando anche soli da 300 metri d'altezza sarebbe devastante, il canale della Manica, più che liquido sembrerebbe un lastrone di marmo, non credo che le ossa della nostra spia avrebbero sopportato tanto con solo un po' di mal di testa e una banale infreddatura, non è esattamente come tuffarsi dal trampolino...

Milady De Winter
La bella Milady con un
improbabile abito vittoriano e
uno splendido cappello
Da quando lessi I tre moschettieri per la prima volta, Milady è sempre stato il personaggio che più ho amato insieme ad Aramis, mi piacevano i suoi macchinosi piani, la sua capacità di fare il doppio, triplo o quadruplo gioco, di saper raggirare le persone piuttosto che i governi, è un personaggio scaltro e affascinante, seducente e intrigante che sa cavarsela in ogni situazione e, soprattutto, sa farlo da sola, senza l'aiuto di chichessia, ma sfruttando ciascuno al meglio di quello che può darle. Dumas ha creato uan figura femminile molto indipendente e solitaria, completamente contrapposta all'ideale di donna, moglie e madre che c'era in voga al tempo e, per questa, relegata nel ruolo di una cattiva che però è ammirata da lettori e protagonisti. 
In questa ennesima rivisitazione viene dato molto spazio a Milady, interpretata dalla bellissima Milla Jovovich che lascia i non-panni di Laguna blu e le tutine di Resident Evil; Milady è molto diversa da quella di Dumas, che ne fa la nobildonna perfetta, mente la nostra possiede caratteristiche un po' troppo moderne e alla Matrix per essere credibile: la seduzione, per esempio, viene incanalata allo spettatore con spettacolari scollature, ma soprattutto con provocanti abiti a schiena scoperta e muniti di gorgiera e colletto rigido: eravamo in due nel nostro gruppetto da sei a concordare che fossero anacronistici al 100% e nessuna di noi si può dire un'esperta.
Milady, oltre che un'avversaria temibile per chiunque la incontri, è pure avversa alla biancheria e si cala da Versailles in corpetto (WTF?) e scarpette col tacco, senza calze, ma solo in giarrettiera: parbleu!
All'epoca le donne le calze le portavano, sapete cari costumisti? E non erano le autoreggenti di oggi, la giarrettiera si teneva molto più in basso, appena sopra il ginocchio, non a metà della coscia, poi il corsetto, come sepsso ho ripetuto, divenne stretto e sinuoso in vita solo in epoca Vittoriana, prima di allora era appositamente costruito per appiattire l'intero busto e spingere in fuori i seni, cosa che, invece, quello indossato da Milady non fa, anzi! Le fa un decolté niente male!

Milady in deshabillé
interpretata da Milla Jovovich
A occhio oserei dire che il suo stravagante e bellissimo guardarba è un esteticamente riuscito mix tra il corpetto a punta cinquecentesco e un abito vittoriano. Non c'è traccia dei paniers che invece già al tempo erano molto in voga che facevano l'abito piatto sul davanti e largo sui fianchi, mentre Milady adora la crinolina.
Poi la nostra spia in gonnella, al posto che ordire ricatti e furti, si infiltra lei stessa e prende parte a missioni come Occhi di Gatto, tira di spada meglio di D'Artagnan, svolazza in mosse da karateka prese in prestito dal wuxiapian cinese, il genere di film con scene acrobatiche e combattimenti anti-legge-di-gravità in stile Ranma 1/2.
La Milady della Jovovich, inesattezze costumistiche a parte (che per altro si sposano bene con la realtà steampunk del film), mi piace perchè è molto intraprendente e anche superba, altezzosa e sarcastica. So che a molti avranno dato fastidio, ma le mille espressioni che variano dallo sprezzante al seducente che riesce a creare quest'attrice sono state divertentissime, un po' meno l'orripilante colore di capelli che le hanno fatto.

D'Artagnan

D'Artagnan (coi capelli da
femminuccia) arriva a Parigi
insieme alla cavalla
Marguerite
(Logan Lerman)
D'Artagnan, il nostro moschettiere in prova è l'ex Percy Jackson con i capelli di una ragazzina delle medie che non ha ancora scoperto la piastra o la permanente [io lo sono stata fino alla fine delle superiori...], chiunque sia il suo parrucchiere, va umiliato in mezzo a tutto il set perchè ha reso ridicolo un personaggio che invece sarebbe stato fisicamente carino. Gli stivaloni con risvolto fanno molto Gatto con gli stivali, sembrano sempre troppo grandi per lui, ma dopo un po' ci si fa l'abitudine.
Spaccone D'Artagnan lo è sempre, sfiderebbe pure le pietre, offenderebbe anche se stesso, duellerebbe tutto il giorno e si porterebbe a letto ogni donna nell'arco di chilometri, in questo il D'Artagnan del film è perfetto e altrettanto insopportabile e anche per entrare a far parte dell'ormai sciolto gruppo dei Moschettieri del Re, che però qui si tende a dimenticare che fosse una banda molto nutrita di militari scelti per proteggere Sua Maestà.
I moschettieri si chiamavano così perchè oltre le armi bianche adoperavano anche i moschetti, cioè le pistole. Qui i Moschettieri sono i soliti tre appartenenti ad un gruppo segretissimo di agenti tipo CIA dell'epoca che si imbarcano in imprese per la sicurezza della Francia.
Poi il nostro D'Artagnan ha poco da fare il furbo e cianciare sull'onore e sull'amore: nel terzo libro di Dumas scritto sui quattro, Il visconte di Bragelonne, compare il famoso episodio della Maschera di Ferro e tutti sappiamo che questi due gemellini non sono figli di Luigi XIII...

I tre Moschettieri: Athos, Porthos e Aramis
Il primo di voi che parla male di Aramis lo scuoio.
Aramis, l'attore è
Luke Evans

Premesso questo, i tre del presente film sono proprio delle macchiette. Non saprei dire se Athos, interpretato da Matthew MacFadyen fosse più improbabile nel ruolo di uno slavato Darcy targato Orgoglio e Pregiudizio 2006 oppure qui, fatto sta che la sua retorica tardo-romantica e infarcita di citazioni baudelairiane alla lunga stufa, specialmente quando disquisisce di donne e di onore, perfino D'Artagnan gli fa la faccia annoiata, il pubblico invece si è già addormentato da dieci minuti.
Anche il parrucchiere di Athos deve cambiare mestiere, quei ciuffi laterali lo rendono più ridicolo di quanto non sia e gli occhi, al posto che quelli di un uomo deluso e cinico sono invece quelli di un bassethound che aspetta i croccantini.
Secondo i recensori di Primissima, la rivista che distribuiscono nei cinema, i Moschettieri sono Ato, Porto (indubbie le sue origini portoghesi) e Arami (proveniente nientemeno che dal Paese dello spadaccino di Lupin III), li pregherei di fare più attenzione in futuro.

Il re: Sua Maestà Luigi XIII
Insulso bamboccione come era esattamente nella realtà e come erano la maggior parte dei monarchi, i suoi vestiti ai nostri occhi sembrano disgustosi, i suoi cappelli peggiori di quelli della Regina Elisabetta e le scarpe pronte per una mostra sul trash nell'abbigliamento, ma siamo obiettivi e, calze a rete a parte, pensiamo che in passato i colori sgargianti e l'oro, le piume esotiche e gli inserti preziosi erano il modo con cui i potentati esprimevano non solo la ricchezza che possedevano, ma in proporzione anche l'autorità che potevano esercitare.


Constance interpretata da
Gabrielle Wilde
La regina Anna e Dama Costanza
Piuttosto scialbetta, compare sempre al momento meno opportuno a dire frasi decisamente fuori luogo: per un'intromissione simile Richelieu l'avrebbe fatta decapitare ben prima...
Pure Anna ha poco da fare la furba, visto che metterà sul trono non uno, ma ben due figli che non sono di suoi marito, del quale per'altro si dice innamoratissima... che coerenza da una donna che si è girata quasi tutti i letti di corte a parte quello di Luigi, che alla parola consumare rimane incerto e imbarazzato.
L'archiatra di corte dovrebbe darle qualcosa per i suoi nervi, ogni volta scoppia a piangere in maniera ridicola e sembra una pecora.
Costanza invece, perfettamente in linea con l'usanza che le protagoniste portano capelli lunghi, sciolti e disordinati, è l'unica a non avere un'acconciatura graziosa fatta di riccioli adoabili, ma sembra una pazza fuggita dal manicomio. Fossi in lei protesterei, anche se Madre Natura l'ha dotata di un colore di capelli invidiabile. Ad ogni modo, come ogni buona eroina dà prova di essere l'essere più stupido dell'intera vicenda ed ha pure il coraggio di fare la difficile, la signorina... snob e pure scema.

Buckingham

Lord Buckingham i cui
modaioli panni sono indossati
da Orlando Bloom
Interpretato da Orlando Bloom, è riuscito a far sospirare e sognare le donzelle in sala nonostante fosse abbigliato come il più ridicolo degli uomini (modernamente parlando), ma la sua spavalderia ha fatto colpo quasi quanto i suoi baffetti e l'arroganza di cui si contorna è un'arma interessante se paragonata al pragmatismo e alla severità di Richelieu, che invece gira costantemente in tonaca e coppola.
Ho sentito commenti contrastanti sulla sua interpetazione, molti sostengono che nella parte del cattivo non calzi bene e gli riesca meglio quella del romantico-depresso (vedi Elizabethtown), io l'ho trovato piuttosto realistico, un uomo innamorato del potere in ogni sua forma, compresa quella estetica, anche se il fatto che i francesi prendano ordini dagli inglesi su cosa faccia tendenza e cosa no è un po' forzato...
La scena in cui, a capo di una flotta acquatica ed alata, parte in direzione Francia me l'ha fatto rivalturare di molti punti, quindi su di lui il mio giudizio è positivo nonostante le critiche.
Comunque, per la cronaca, Anna e Buckingham hanno davvero avuto una relazione illecita, la Regina Anna, a dispetto del fatto che Dumas la dipinga come innamoratissima del marito, era una donna di gusti semplici, si dice che oltre il Re, Buckingham e D'Artagnan abbia intrattenuto pure una relazione col successore del cardinale, un altro ecclesiastico: Mazarino, protratta anche durante la Fronda.

Richelieu
Su di lui posso solo dire che assomiglia in modo impressionante alla mia prof di Lettere delle medie. Uguale.

Christoph Walz è il
Cardinale Richelieu
Calmo, sempre imperscrutabile e inattaccabile, è un personaggio interessante sia dal punto di vista storico che da quello letterario.
Le pecche principali sul personaggio le posso imputare solo a Dumas che ha creato un uomo che credeva davvero di poter salire sul trono di Francia: in realtà la cosa era impossibile, specialmente in un'epoca in cui i re erano tali per diritto divino. Ai politici, primi ministri e così via conveniva molto governare nell'ombra quali eminenze grigie o, al massimo, come co-reggenti del futuro sovrano o di uno pazzo.
Il problema, con I tre moschettieri, è che dopo aver visto il re e la regina viene davvero da parteggiare per il Cardinale Richelieu, in questo il regista doveva fare più attenzione. Non va molto bene...



Bene, dopo uno sproloquio di un'ora al riguardo, come concludere?
Il mio consiglio è di vedere il film, anche se zeppo di inesattezze storiche, violazioni evidenti di leggi della fisica basilari e la solita mania di mettere i canoni moderni nell'antico, è sempre un classico riproposto con novità interessanti, un buon ritmo incalante e qualche battuta graziosa, a tratti divertente. Potrebbe divertire e piacere, se preso con ironia e sufficiente leggerezza.


Un bacio a tutti e a presto



Mauser

6 commenti:

  1. Devo dire che avevo idea di andare a vederlo, e pensavo anche di poter essere entusiasta del fatto che ogni tanto al cinema ci fosse anche qualcosa di interessante per me....bene credo di dover ritrattare tutto! Vale la pena di spendere i soldi del biglietto dunque, o no??

    RispondiElimina
  2. Io credo di sì, non sarà il miglior film storico, ma è comunque carino eppoi i dettagli che ho elencato sono proprio superficiali e ci si può sciare sopra facilmente

    RispondiElimina
  3. Darcy, è vero! Era così anonimo che avevo scordato del tutto la sua faccia. In compenso, vedere Percy Jackson con in testa uno straccio per i pavimenti usato e - peggio! - Will Turner pettinato come il sosia gay di Elvis aveva un po' raffreddato il mio interesse per il film. Però la tua descrizione di Milady mi intriga, amo questo personaggio dai tempi di "D'Artagnan e i Moschettieri del Re"...

    RispondiElimina
  4. Premetto che sono appassionata dei Tre Moschettieri fin da bambina, e che ho sempre adorato Aramis, per più di una ragione.

    Non ho visto questo film, avrei voluto ma due cose mi hanno scoraggiata: i dirigibili e d'Artagnan con la faccia da cherubino (non bastava già quello della Disney?!).
    Credo che proverò a vederlo, del resto ho tollerato quello buonista della Disney. Di certo non è conforme al romanzo, ma neanche quello con D'Artagnan acrobatico lo era, eppure l'hotrovato simpatico. Magari considerando che sia volutamente diverso e steampunk, e non abbia la pretesa di rifarsi al romanzo, riuscirò a rivalutarlo.

    Vorrei fare due appunti, Mauser: nel romanzo Anna d'Austria non ama il marito (ha solo paura che si scopra un eventuale tradimento), e Richelieu non ambisce al trono (al potere sì, ma non al trono). Queste cose in realtà le ho viste nel film della Disney, ma non nel romanzo.

    Grazie comunque per la recensione del film, mi aiuterà a rivalutarlo!

    applecandy

    RispondiElimina
  5. Mi rifiuto di vedere un simile parto...ho amato troppo il romanzo. PUNTO.

    RispondiElimina
  6. silvia: forse io sono una vocetta stonata in mezzo al coro, ma a mio avviso è stato un bel film, pieno di azione e intrighi di corte (molto leggeri, per carità, soprattutto perché fin da subito è chiaro chi sono i buoni e chi i cattivi) e be', anche la parte steampunk a me è piaciuta, ha aggiunto quel non so che di surreale alla salsa generale della storia che, invece di disturbarmi, mi ha davvero interessata.
    Del resto, ammetto di essere una delle persone che, erroracci a parte, ha apprezzato molto il libro Soulless. Anche stavolta Mauser, please, non mi bandire dal sito!XD
    Sono eretica e peccatrice, ma non posso farci niente se mi piacciono i "prodotti spazzatura" (anche se in effetti io non li ritengo tali!)

    RispondiElimina



Hai qualche idea?
Vorresti approfondire un argomento particolare?
Ci sono curiosità di cui vorresti scrivessimo?

Manda una mail a
georgianagarden@gmail.com