28 novembre 2010

Gli orecchini a pera di Maria Antonietta

Fotografia degli orecchini incriminati
Maria Antonietta è un personaggio che recentemente ho avuto modo di approfondire particolarmente e, devo confessarlo, la cosa non mi dispiace, bisogna sempre essere pronti a scoprire e imparare qualcosa di nuovo anche sui personaggi (e sulle persone, naturalmente) che non sopportiamo o ci stanno particolarmente antipatici.
Per me e Maria Antonietta le cose stanno così, non mi piace, non mi piace come donna, come persone e come regina. Ma non per questo mi dimentico di lei.

Così, vagabondando alla ricerca di succulente informazioni da aggiungere al mio archivio, mi sono imbattuta in qualcosa che ha catturato la mia attenzione.
Letteralmente.
Non metaforicamente.
Sì, sto parlando di una cosa materiale che mi ha conquistata col suo luccichio, perchè le ragazze sono un po' come le gazze, sono attratte dai colori vivaci e dagli oggetti sbrilluccicosi (e Sofia Coppola questo lo sa bene).
Insomma, per farla breve sono rimasta folgorata dal paio di orecchini preferiti di Maria Antonietta.
Granduchessa Tatiana Vassilevna
Yussupova
,
by Elizabeth Louise Vigée Le Brun
D'altra parte le variabili della vita e del carattere sono talmente tante che era assai improbabile che io e lei non avessimo qualcosa in comune, non trovate?

Gli orecchini di cui sto parlando vengono nominati dagli storici come orecchini a pera e sono un delizioso pezzo di gioielleria francese caratterizzato da due grossi pendenti a goccia, contornati da una corona di diamanti più piccoli tutto intorno e fissati al lobo tramite un brillante di medie dimensioni di forma triangolare, per un totale di 20.34 carati cadauno, giusto quelli che si comprano alla bottega della bigiotteria, no?
Le pietre degli orecchini provengono probabilmente da Brasile e India.

Furono, si suppone, un regalo da parte di Luigi XVI, che li donò alla consorte.
Si dice che questo paio di pendenti fossero i preferiti della Regina e non stento a crederlo, sono affascinanti, tagliati con maestria in modo da riflettere continuamente i raggi di luce, creando barbagli.
Si narra inoltre che Antonietta li indossasse continuamente, sicuramente più spesso di tutti gli altri e che se ne sia separata solo con l'approssimarsi della Rivoluzione, quando le vennero confiscati durante la sua prigionia.

Conte Felix Yussupov con la moglie Zenaida
Yussupova
in abiti tradizionali russi (1903)
La storia degli orecchini a pera di Maria Antonietta non si esaurisce però con la sua decapitazione, triste circostanza in cui la Regina ha effettivamente smesso di poter portare pendenti.
La Granduchessa russa Tatiana Yousoupoff, infatti, ne entrò in possesso dopo la Rivoluzione francese, momento nel quale, chi aveva da parte preziosi, li rivendette nelle varie corti europee, essendo il loro valore più che raddoppiato.
Dopo Tatiana e altre donne della famiglia che indossarono i preziosi gioielli, la Principessa Zenaida Yousoupoff e suo figlio Felix, eredi della Granduchessa, ne fecero attestare l'autenticità nel 1928, dichiarazione ufficiale per cui suddetti pendenti appartennero alla Regina di Francia Maria Antonietta secondo fonti storiche attentidibili.

Sempre nel 1928, Marjorie Merriweather Post li acquistò, facendo in modo che gli orecchini lasciassero il continente alla volta dell'America, dove vennero sfoggiati in diverse occasioni ufficiali in cui la signora partecipò.

Nel 1959 la Cartier Inc. si adoperò per rimuovere la vecchia montatura in argento degli orecchini, ormai rovinata dal tempo e dall'usura, sostituendola con una esattamente analoga, ma forgiata in platino, quindi decisamente più resistente.
Vennero inoltre aggiunti i punti luce triangolari dove l'orecchino entra a contatto col lobo dell'orecchio.

Infine, orecchini e montatura inclusa vennero donati nel 1964 dalla figlia di Mrs Post, Mrs Eleanor Barzin, allo Smithsonian Institute americano, che li annovera tra la sua rispettabilissima collezione. Gli orecchini sono ufficialmente esposti ed è possibile andare a visitarli, per ammirarli sospirando di fronte al baluginio delle pietre splendidamente tagliate.
Gli orecchini creati per il film
Marie Antoinette (2006)


Anche la regista Sofia Coppola, conoscendo la predilezione di Antonietta per gli orecchini di diamanti e per i gioielli in genere (tutti rammentano lo Scandalo della collana), ha fatto realizzare per il suo film Marie Antoinette una particolarissima montatura a stelle, ornamento che Kirsten Dunst nei panni della regina indossa più volte.

Links


Saluti a tutti!




Mauser

26 novembre 2010

Il corteggiatore galante: il quadro

Girovagando qualche mesetto fa, ai tempi dei miei approfondimenti sui Preraffaelliti, mi sono casualmente imbattuta in un artista davvero interessante che spesso viene associato alla Confraternita appena citata, ma alla quale, come ci ha brillantemente spiegato Lhoss, non appartenne mai davvero.

Sono aperte le scommesse sullo sfortunato pittore che ha avuto la scalogna di capitare sulla mia strada, ma visto che alla fine non è di lui, bensì di un quadro che volevo parlare, devo rivelarvi il suo nome, sennò facciamo notte e non posso aprire un nuovo sondaggio solo per il signorino...
Il suo nome fu Edmund Blair Leighton, un po' altisonante, ma caratteristico e il quadro a cui sto facendo riferimento è quello che vedete di seguito

Scheda tecnica
Titolo dell'opera: The gallant suitor
Traduzione: Il corteggiatore galante
Autore: Edmund Blair Leighton
Anno: 1890
Tipo di pittura: olio su tela

Come avrete sicuramente notato si tratta di un dipinto dal soggetto molto semplice, un giovanotto e una signorina, a passeggio per un sentiero di campagna, probabilmente innamorati, ci forniscono una splendida panoramica delle consuetudini dell'epoca Regency circa il corteggiamento, argomento di cui avevamo già discusso ampiamente in passato (Il corteggiamento, Corteggiamento e regali d'amore).
Nello specifico, il dipinto è un ottimo spunto per vedere queste abitudini dei giovanotti e delle fanciulle attraverso una serie di dettagli splendidamente raffigurati e con grande maestria del pittore che, come la maggior parte degli artisti che mi piacciono E, come la maggior parte dei pittori romantici, è paranoiato e ha una mania ossessivo compulsiva nella rappresentazione minuziosissima di particolari irrilevanti, ma, come non mi stancherò mai di dire, rendono più quotidiana l'ambientazione, contribuendo a coinvolgere lo spettatore.

Il metodo migliore, a mio avviso, di spiegare suddette consuetudini è analizzando ogni dettaglio significativo che ha rappresentato Leighton nel suo splendido dipinto.
Quindi, fedele a questo mio modo di agire, ecco che inizio, premetto solo una piccola distinzione che farò tra i dettagli legati ad abitudini e comportamenti e altri che ho evidenziato per la loro precisione e accuratezza, dettagli che spesso vengono dimenticati, ma di cui Leighton non si è scordato.

Abitudini e consuetudini
Cultura e religione
Non ci è dato sapere che genere di libro stia leggendo la ragazza raffigurata nel quadro, personalmente mi sentirei di dire che si tratta della Bibbia, perchè lei ha tutta l'aria di stare tornando dalla messa pomeridiana e sarebbe quindi naturale avere i Testi Sacri sottobraccio, ricordiamoci che l'Inghilterra è anglicana e gli anglicani hanno una vera predilezione per il Vecchio Testamento, in particolare nell'epoca Regency tutti ne possedevano una copia, spesso era l'abbecedario dei ragazzi di casa e lo si portava in chiesa per leggerlo insieme al parroco o alle signore.
Nel caso non fosse la Bibbia, potrebbe trattarsi di un libro di poesie, di sonetti magari, in linea con il romanticismo diffuso del quadro.
Particolarissimo il fatto che la ragazza non stia indossando dei guanti, ciò significa che probabilmente non si aspettava di avere visite o compagnia durante la camminata, altrimenti li avrebbe sicuramente indossati.

L'usanza di togliersi il cappello
Ve la ricordate? Ne avevamo parlato approfonditamente nel post intitolato: Come si salutava.
Era un'usanza assolutamente imprescindibile quando un giovane incontrava una signora che conosceva, anche solo di vista: se ella dava segno di saluto, perchè l'iniziativa partiva da lei, allora lui era assolutamente obbligato dall'etichetta a toccarsi la tesa (un gesto frettoloso e non troppo rispettoso, ma comunque segno che si aveva notato il gesto) oppure di alzare leggermente tuba e abbozzare un inchino.
In questo caso il giovanotto galante, come ci dice il pittore nel nome del quadro, sta cercando di fare colpo sulla signorina in rosa, inutile quindi soffermarsi sul fatto che avrà sfoggiato le sue migliori maniere con lei, poco ci manca che stenda la giacca a terra per farle passare un'inesistente pozzanghera.

L'inchino
In riferimento a quanto detto poc'anzi, sfruttando tutto il galateo a sua disposizione il giovane pretendente, oltre a scoprirsi il capo, assolutamente con la mano sinistra, fa anche un inchino mentre lascia sfilare la ragazza.
Questo è intuibile dalla posizione dei piedi e dalla leggera curvatura della spina dorsale che si protende verso il passaggio della ragazza; l'inchino era fatto rimanendo a gambe leggermente divaricate, piegando in avanti le spalle e la schiena in una posa rigida e un angolatura precisa secondo la procedura spiegata nel post Come si salutava che avevo citato in precedenza.
Colgo l'occasione di aver evidenziato gambe e piedi per farvi notare l'abbigliamento basso di lui, composto da brache sportive (cfr. l'approfondimento sui pantaloni, brache e breeches), quindi di colore chiaro, probabilmente tessuto da passeggio o di camoscio, e stivali al ginocchio, questi ultimi lasciano supporre, visto che erano usati per la caccia e le uscite campagnole (vedi Le scarpe), che il giovanotto avesse intrapreso di proposito la passeggiata nella speranza o nell'intenzione di incrociare la fanciulla di ritorno.
Quanti dettagli succulenti...
In più, se date uno sguardo alla seconda immagine del paragrafetto potrete notare diversi particolari interessanti che evidenzierò in seguito. Per il momento la figura serve solo a farvi notare la postura per l'inchino.

Galanteria da favola: tenere il cancello aperto
Le buone maniere del giovanotto in questione si sprecano e, oltre a salutare la ragazza, farla passare e inchinarsi al suo cospetto, il pretendente galante le tiene aperto il cancelletto per attraversare il piccolo ponte di campagna.
Un gesto decisamente grazioso per noi donne del Duemila, dove gli uomini è più probabile che la porta la sbattano in faccia piuttosto che la tengano aperta, ma per l'epoca era senza dubbio doveroso, anche se non del tutto inefficace, visto che l'espressione di lei lascia supporre che sia estremamente lusingata di tutte queste attenzioni di cui lo spasimante la ricopre.
Particolare il fatto che anche l'uomo sia sprovvisto di guanti, un accessorio immancabile nella moda dell'epoca, non credo di aver ancora trovato un Mr Darcy senza guanti bianchi alla mano...


Particolari circa la storia del costume
L'orologio che spunta dal panciotto
Era un'usanza diffusissima, difficile trovare ritratti di gentiluomini e dandies Regency che non mostrassero orgogliosi l'orologio di famiglia, spesso d'oro o comunque prezioso, che spunta da sotto l'abbottonatura della giacca o del panciotto; l'orologio era appeso tramite un cordone di cuoio o di tessuto che doveva metterlo in risalto rispetto al tessuto delle brache, quindi:
brache chiare=cordone scuro
brache scure = cordone chiaro
Semplice, no?
Nel nostro caso il gentiluomo è vestito da passeggio, quindi di chiaro [perchè tutti metterebbero pantaloni e abiti chiari per camminare su strade sterrate o nel fango, no? Beata innocenza...] e per conseguenza l'orologio è appeso tramite nastro scuro.
Notate inoltre la cura con lui Leighton ha dipinto l'abbottonatura a doppiopetto della giacca di lui, assoltamente divino! E che pazienza...

Stivali da passeggio
Se la praticità dei vestiti dei giovanotti lasciava un po' a desiderare circa intelligenti scelte di colore per uscite all'aperto, almeno avevano la dignità di indossare stivaloni alti al ginocchio, come è la moda di quest'anno [ho incontrato qualche giorno fa la mia ex prof d'inglese e sembrava la sorella mancata di qualche pornodiva], il che era decisamente saggio: le strade erano prevalentemente sterrate, sia in campagna che nei centri abitati, compresi Londra e altre città, il lastricato era un'usanza tardiva e non molto impiegata per via dell'altissimo costo e della scomodità che creava alle carrozze, che sul sampietrino e sulle mattonelle sballottava ancora di più, facile quindi intuire che con due gocce di pioggia diventasse tutto un pantano. Cautelarsi indossando calzature consone era una buona scelta e conferiva anche fascino e dignità sportive, magari non presenti ma vabbè.
Prego, mettete a fuoco le minuscole pieghe dei pantaloni che si arricciano all'imbocco dello stivale, Leighton aveva sicuramente problemi psichici, ma che particolari! E il fango sulla punta delle scarpe? E il minuscolo tacco dello stivale?

La cravatta
Per non farci mancare nulla, nel dipinto viene anche accennata l'elaborato nodo al collo che si portava in epoca Regency.
È evidente che il personaggio non è un dandy, non è affettato e snob nei movimenti, ma piuttosto un borghese o nobiletto di campagna della gentry, quindi scordiamoci gli elaborati cache-col alla Brummel, tuttavia la cravatta c'era e, sebbene in una forma decisamente più modesta nell'annodatura, era molto adoperata anche per questioni pratiche (riparare dagli spifferi e dalle correnti d'aria). A latere l'ingrandimento.

Le trine al cappellino
Se il giorvanotto è già, di per sé, un'enciclopedia della moda, la ragazza non è senz'altro da meno.
Il suo grazioso cappellino, creato con pennellate estrose, presenta dettagli raffinati e curatissimi, ad esempio la graziosa ruche del tessuto sotto la visiera, come era particolare usanza verso la fine del Settecento, ai tempi dell'ambientazione dei romanzi della Austen.
Significativo anche il piccolo fiocco tono su tono che dà una nota di colore al copricapo e separa la tesa dal resto della struttura rigida. Il cappellino, si vede, è in coordinato con l'abito, dello stesso rosa pallido, e il rosso del fiocchetto è ripreso dal nastro con cui la ragazza ha pudicamente chiuso il colletto del vestito, anche qui con un grazioso arricciamento.
Il cappellino è il cassico bonnet, cioè "a budino" che dà il nome alla categoria dei period dramas ambientati in quest'epoca.

Soprabito guarnito di pelliccia e vestito a balze
Per non farci mancare nulla e far sognare signore e signorine non animaliste, o almeno non troppo, Leighton veste la sua modella (perchè alla fine il qadro è una specie di sfilata di moda) con un delizioso soprabito coordinato al vestito e guarnito all'allcciatura con pelliccia chiara.
Osservando i panorami e i movimenti, probabilmente si era all'inizio della primavera, quando il clima era ancora rigido e i vestiti mantenevano dettagli invernali, come la pelliccia, ma si cominciava a uscire senza cappottoni e sciarponi. La pelliccia al tempo non era considerata poco etica come al giorno d'oggi, era sicuramente il mezzo più naturale per stare al caldo e non ve ne era l'utilizzo massiccio odierno. Una guarnizione di cappottino primaverile in lapin (coniglio) o in volpe era perfettamente accettabile e, infatti, la ragazza la sfoggia senza problemi.
Sotto si intravede il vestito della ragazza, naturalmente chiaro come nella più classica tradizione regency, decorato con fiorellini rosa e con una piccola balza finale ornata di pizzo.

L'immancabile borsetta
In un sacco di dipinti e film, le donne escono senza borsa.
Per me è inconcepibile e a supporto del fatto credo che sia sufficiente pesare la mole di oggetti che mi porto quotidianamente appresso, che non scende mai sotto 10 o 20 kg.
Leighton, seppure uomo, era attento orsservatore e non ha commesso l'errore di far uscire di casa la ragazza senza la borsetta.
Diciamocelo, le borse dell'epoca erano un po' ridicole e inutili, minuscole nelle dimensioni, dove le banconote giravano libere senza essere racchiuse in un portafoglio, non avevano nulla in comune coi moderni bauletti Louis Vuitton o con le deliziose tracolle Burberry. Ma erano dei piccoli capolavori di ricamo e di uncinetto, come avevo avuto modo di spiegare nel post su Le Borse a cui vi rimando per ulteriori dettagli.


La domanda, alla fine di questa analisi modaiola è la seguente: sono state efficaci le attenzioni del giovane spasimante galante? Hanno effettivamente conquistato la ritrosa (seeee) e pia ragazza di ritorno dalle sue letture, oppure hanno miseramente fallito?
E nell'ultimo caso, perchè? Lui non era il suo tipo? Era già impegnata? Era senza dote o zitella?
Sono aperte le scommesse.
Io punto, naturalmente, sulla coppia felice.
Tifate con me per questo ragazzo gentile come non ce ne sono più ^___^





Mauser

22 novembre 2010

Regina di Francia e Regina di Hollywood

L'affaire du collier de la reine (1945),
lei è
Marion Dorian
Ovvero: i mille volti di Maria Antonietta.

Maria Antonietta è senza ombra di dubbio uno dei personaggi storici che maggiormente ha colpito l'immaginario collettivo, la sua storia di eccessi, ma anche di sventura è stata protagonista di innumerevoli opere, sia letterarie che della decima Musa, ovvero del cinema.
Regina di Hollywood oltre che Regina di Francia, Maria Antonietta ha conosciuto una popolarità senza paragoni, diventando uno dei personaggi storici più utilizzati insieme a Gesù, Cleopatra e Giulio Cesare.
Forse parte della sua popolarità deriva dall'innato desiderio di molte donne di avere a loro volta una vita da principessa, in una sfarzosa corte che segue i capricci della sua sovrana, dove il suo volere è legge e il suo gusto moda, un'immensa casa di bambole dove tutte vorremmo abitare, lo abbiamo sognato almeno una volta nella vita, di dormire in lenzuola di seta, circondate da raffinati mobili e stucchi settecenteschi, accompagnate da uno stuolo di dame ai propri ordini che, anche le più antipatiche, si inchinavano al passaggio, una schiera di servitori pronti a fare il loro dovere e una miriade di pettegolezzi di cui essere al centro, ma anche la giudice indiscussa.

Questo amore/odio per Maria Antonietta si è trasformato in una miriade di volti e facce, attrici di diversa grandezza e spessore si sono cimentate nell'arduo ruolo, così come nella personalità che si vuole assegnare alla Reine.
Madame DuBarry (1934)
la regina in foto è
Anita Louise
Maria Antonietta ha avuto grandi star del cinema e starlette emergenti a portare i suoi ingombranti panni, ma è stata anche tratteggiata con la fisionomia di donne diverse in opere storiche illustrate come Lady Oscar oppure Il tulipano nero.
Ecco quindi il mio intento: una carrellata dei volti della regina per farci un'idea di come ella appaia e si apparsa alle persone nel corso degli anni, dei secoli, come il suo profilo sia cambiato o sia rimasto, come sia stato rielaborato e ritratteggiato.

La prima apparizione è un film del 1903 diretto da Lauren Heilbronn e intitolato Marie-Antoinette, di cui però non abbiamo traccia e anche le mie approfondite ricerche non hanno condotto a risultati soddisfacenti.


Nel 1909 Louis Feuillade inscena Le Collier de la Reine, naturalmente riguardante il famoso intrigo della collana di cui abbiamo parlato in precedenza nel posto su La top 5 degli scandali di Versailles.
L'enfant roi (1923), la regina in foto è
Andrée Lionel

La maggior parte dei vecchi film è priva di immagini a causa del materiale di difficile reperibilità e dell'effettiva sua mancanza.


Del 1910 abbiamo invece il film di Une Aventure secrète de Marie-Antoinette, diretto da Camille Morlhon e con il volto di Yvonne Mirval nella parte di Antonietta.
Purtroppo anche su questo film non si trovano fotografie soddisfacenti della Reine.


Recidiva, la Morlhon ha girato, nel 1912 L'Affaire du collier de la Reine, starring Jeanne Provost nel ruolo dell'Austriaca.
Anche questo lungometraggio esplora l'intricato complotto della famosa collana di diamanti.


Del 1916 è My Lady's slipper, film girato da Ralph Ince e con Julia Swayne Gordon che veste le gonne di Antonietta di Francia.


L'Affaire du collier de la Reine (1945),
sempre Marion Dorian
Del 1922 è il film Marie-Antoinette - Das leben einer Konigin, in questo film il ruolo della sovrana è interpretato da Diana Karenne, per la quale non sarà l'ultima apparizione nelle paniers gown della regina.
Regista del film è Rudolf Meinert.


Per una decina d'anni il cinema, specialmente quello francese, vive tranquillo senza scomodare la regina dalla sua tomba, ma in compenso nel 1923 Jean Kemm disseppellisce nuovamente corpo e testa mozza per presentarci L'Enfant-Roi, ispirandosi alla vita e storia del giovane Delfino di Francia Luigi XVII, film splendido con una Andrée Lionel piena di fascino e di pathos in un ruolo terribilmente importante.
Vi consiglio assolutamente di darci un'occhiata, i film di una volta hanno una carica di sentimenti da trasmettere allo spettatore che letteralmente lo travolge e si fa anche meno caso ai dettagli non proprio perfetti, alle scenografie un po' fisse e agli effetti speciali un po' carenti.


La Marseillaise (1938)
l'attrice è Lise Delamare

Sempre nel 1923 Rex Ingram gira Scaramouche e la parte della regina di Francia viene affidata a Clothilde Delano.


Nel 1929 Diana Karenne interpreta nuovamente la parte di Maria Antonietta dopo quella già fatta nel '22 in un nuovo capitolo de L'affaire du collier de la reine, di Gaston Ravel.


Nel 1934 William Dieterle il film Madame DuBarry che narra la storia dell'ultima, famosissima amante di Luigi XV, re di Francia. In questo film compare anche una giovane Maria Antoinetta raffigurata nel volto da Anita Louise.


Nel 1937 una nuova Maria Antonietta sbarca sul grande schermo con il film La Marseillaise diretto dal grandissimo Jean Renoir, già autore di Cancan.
A darle i connotati è la spiritosa (e strepitosa) Lise Delamare.
Particolarità di questo lungometraggio fu che i costumi del film vennero curati da Coco Chanel!


Marie Antoinette (1938)
con la grandissima
Norma Shearer
Comunque, il film più famoso su Maria Antonietta, più ancora di quello di Sofia Coppola ,è sicuramente il Marie Antoinette del 1938 diretto da W.S. Van Dyke.
Qui il grande registra incontra la bravura e la mestria di Norma Shearer, che dà il volto alla regina di Francia.
Consiglio assolutamente la visione, quantomeno per vedere lo sfarzo e i costumi che fecero sognare una generazione intera di ragazze.
La versione della Shearer, per volere dell'autore e del costumista, presenta coscientemente personaggi molto ottocenteschi, i cui abbiggliamenti sono un tripudio di velluti scuri, fiocchi e swarovski baluginanti come usava intorno agli anni Quaranta dell'epoca vittoriana, compresi di scolli a barca adornati di nastri; le acconciature molto ordinate, si prediligono i boccoli vittoriani ai volutamente disordinati riccioli delle puff hair effettivamente sfoggiate dalla regina.
Ma il film è un capolavoro di immagine e se si è disposti a passare oltre questi dettagli, questi schemi così definiti e questi contorni così evidenziati, sarà sicuramente apprezzabile, specialmente la tormentata vicenda di Antonietta e di Fersen al centro del movie.


Scaramouche (1952), interpretata
da
Nina Foch
Subito dopo la Guerra, nel 1945, troviamo un nuovo volto e un nuovo adattamento per Maria Antonietta, che qui ha le fattezze di Marion Dorian nel celebre L'Affaire du Collier de la Reine diretto da Marcel L'Herbier.
Ancor più significativa della Reine, comunque, è la radiosa Viviane Romance che veste le gonne dell'intrigante Jeanne De LaMotte.


Nel 1949 fa la sua apparsa Cagliostro, film diretto da Gregory Ratoff, in questo film compare anche Maria Antonietta, interpretata da Nancy Guild.
Il film non si sofferma troppo sulla figura della sovrana, per dedicarsi invece a quella del famoso mago.


Del '52 è un nuovo Scaramouche, che vede dietro la macchina da presa George Sidney e nei panni della regina Nina Foch.


Un anno dopo, nel 1953 Sacha Guitry regista e anche attore nei panni dell'anziano Luigi XV, incontra durante il casting la bella Lana Marconi, che poi diventerà sua moglie [galeotto fu il film...].
Si Versailles m'était conté (1953) con Lana Marconi
Il film ha un impronunciabile titolo francese Si Versailles m'était conté per chi, come me, sa dire solo oui.In questo film troviamo uno stravagante Gino Cervi molto diverso da come lo ricordiamo nei personaggi di Maigret oppure del corpulento sindaco Peppone nei film di Don Camillo ispirati alle novelle di Guareschi.


Sempre nel '53 Renée Saint-Cyr interpreta Il cavaliere di Maison Rouge nei panni della regina, il film è diretto da Vittorio Cottafavi.

Il cavaliere di Maison Rouge (1953)
con
Renée Saint-Cyr
Nel 1954 un coproduzione italiana e francese ci regala l'ennesima storia di Madame DuBarry diretto da Christian Jacque [quello dei romanzi sui faraoni???].
Isabelle Pia è la giovane Antonietta che si contrappone allo strapotere dell'amante del re (foto qui)


Ancora nel 1955 Lana Marconi torna a fare la regina per Guitry nel film Si Paris nous était conté, dal nome simile al precedente.


Sempre nel '55 abbiamo un nuovo Marie Antoinette, dietro la macchina da presa c'è Jean Delannoy, mentre nelle stratosferiche gonne della Reine abbiamo Michèle Morgan.


Marie Antoinette (1955)
lei è Michèle Morgan
Ancora nel 1958 abbiamo La mort de Marie-Antoinette ad opera di Stellio Lorenzi e con Annie Ducaux come moglie di Luigi XVI.


Famosissimo film con una Maria Antonietta è del 1962 e si intitola Lafayette, una spada per due bandiere, bellissimo film sulla storia del celeberrimo generale; Jeanne Dréville è il regista, mentre Antonietta è recitata da Liselotte Pulver.
Nel film, con una partecipazione di capitale italiano (siamo nel grande periodo di Cinecittà) troviamo anche Vittorio De Sica nei panni di Bancroft (foto qui)


Nel '63 nuova comparsa al cinema de Il cavaliere di Maison Rouge, il regista è Claude Barma e Annie Ducaux, affezionatasi ormai al ruolo della regina di Francia, ritorna a vestire gli abiti della Delfina.


Fate la rivoluzione senza
di noi
(1970) con
Billie Whitelaw
Nel 1970 Bud Yorkin dirige Fate la rivoluzione senza di noi e Billie Whitelaw è la nuova Maria Antonietta di turno.
Si dice che questa regina sia più una ninfomane che una sovrana come si conviene, quindi prendete il film con le pinze, personalmente non posso esprimermi perchè non l'ho mai visto.


È nel 1972 che arriva finalmente Versailles no bara altrimenti conosciuto come Le rose di Versailles, per gli amici, Lady Oscar.
Già, Lady Oscar è proprio storico!
E dire che sembra ieri quando bambini e bambine canticchiavano tuo padre voleva un maschietto, ma ahimè sei nata tuuuuu... vi ricordate?
Io non tanto, non ero ancora nata e ci sarebbero voluti ancora quasi una ventina d'anni. Io sono cresciuta con la sigla Una spada per Lady Oscar e devo confessare che a me piaceva pure.
Lady Oscar nasce nel 1972 dalla matita magica di Ryoko Ikeda. Naturalmente sono stati fatti dei live drama del manga e anche dell'anime, però per pietà di me stessa non approfondirò questo macabro dettaglio.
Lady Oscar, comunque, si guadagna la palma di storico assieme ai film del '38.
Lady Oscar, dal manda disegnato da
Ryoko Ikeda

1789 è un film del 1974 e Françoise Jamet è la regina di Francia durante la rivoluzione, mentre dietro la macchina da presa troviamo Ariane Mnouchkine.


Guy André Lefranc dirige nel 1975 un ennesimo Marie Antoinette, attrice protagonista nel ruolo della regina è Genèvieve Casile.


Nel 1975 abbiamo anche un altro grande arrivo: La stella della Senna, cartone animato giapponese mandato in onda per la prima volta proprio in questo anno e considerato un po' il fratello minore di Lady Oscar.
La stella della Senna, questa è
Maria Antonietta
La storia di questo anime, anche conosciuto col nome di Il tulipano nero è legata a doppio filo a quella del predecessore ambientato durante gli ultimi anni della monarchia francese, nel 1975, infatti, Ryoko Ikeda, autrice e disegnatrice della fanciulla travestita da uomo deteneva ancora i diritti per la realizzazione di un anime dal suo manga, intenzione alla quale si era fermamente opposta. Desiderosi comunque di sfruttare la popolarità del periodo e dei personaggi, gli sceneggiatori aggirarono il problema creando ex novo un anime di analoga ambientazione, certo un po' semplicistico in molti punti e non altrettanto toccante o fedele come Lady Oscar (piango ogni volta che André muore ç_ç), ma che ha tenuto compagnia a diverse generazioni, compresa la mia.
In questo anime, raro caso di anime senza manga, a regnare è la semplicità, non troppo l'introspezione, e la battuta migliore è sicuramente quella della regina Maria Antonietta quando, appreso che la Stella della Senna, nota ladra e rivoluzionaria, era sua sorella afferma sconcertata:
«È così strano pensare di avere una sorella...»

Non per essere cattiva con gli autori del dialoghi, ma ne aveva una dozzina di sorelle e fratelli! Penso che una in più... magari non sarà neanche stata l'unica illegittima.
Altra particolarità passata alla storia per gli appassionati di anime e manga italici è senz'altro che, secondo la sigla, la Rivoluzione Francese sarebbe iniziata il 4 luglio (-.-)'


La nuit de l'etè è diretto da Jean Claude Brialy nel 1979 e Marina Vlady fa risorgere ancora un volta la regina decapitata dalla ghigliottina.


La Nuit de Varennes è un film del 1981 che racconta la tentata rocambolesca fuga della famiglia reale francese nel vano tentativo di trovare salvezza fuori Parigi. Fuga fallita.


La comtesse de Charny (1988) con Isabelle Guiard
Pochi anni dopo, nel 1985 eccoci di nuovo a che fare con la regina, che appare nel film incentrato sulla rivoluzione e intitolato La vera storia della rivoluzione francese diretto da Jean Yanne, singolare è la scelta di Antonietta perchè a vestirne i panni è la non altrettanto vestita prima Bond Girl Ursula Andress.


Ancora, nel 1988 arriva La Comtesse de Charny, con una Isabelle Guiard incerta tra pathos e ridicolo.


Sempre nell'88 abbiamo L'Eté de la Révolution, la parte di Antonietta è rivestita da Brigitte Fossey, piena di fascino e dignità regali (foto qui)


Nel 1989 si celebra il bicentenario della rivoluzione, quindi troviamo una marea di prodotti al riguardo, tra gli altri anche L'Autrichienne incentrato sulla regina francese, qui raffigurata nel volto da Ute Lemper, mentre la pellicola è girata da Pierre Granier-Deferre.


L'Autrichienne (1989)
con Ute Lemper

Ancora dello stesso anno Marie Antoinette - reine d'un seul d'amour interpretato da Emmanuelle Béart e diretto da Caroline Huppert.


Sempre nel 1989 Robert Enrico produce La Rivoluzione Francese con Jane Seymour, famosa per La signora del West, nei panni di Antonietta.


Nel 1995 James Ivory, specializzato in film sull'Inghilterra vittoriana e coloniale presenta Jefferson in Paris, Charlotte de Turckheim fa una Maria Antonietta di secondo piano (foto qui)


Un anno dopo, classe 1996, Irma Achten ci regala Marie Antoinette is not died con l maestose gonne a paniers indossate da Charlotte de Turckheim.


Seguono diversi documentari storici per qualche anno di tranquillità.


Ferdinando e Carolina (1999)
Nel 1999 la regina Lina Wertmuller dirige e produce Ferdinando e Carolina, forse il più divertente film sulle sorelle Asburgo e su figure storiche di poco rilievo per il cinema internazionale: Ferdinando di Borbone, Re di Napoli, affettuosamente chiamato il Re Lazzarone, tanto per non farci mancare nulla, e la di lui moglie, Carolina, quella Carolina sorella proprio di Maria Antonietta (già perchè pure lei non si chiamava solo Carolina, ma... Maria Carolina! Ah... adesso si spiega tutto).
In questo film la presenza della regina francese, ancora adolescente e precedente alla sua partenza per la Francia è ridicolissima, specialmente nella scena in cui il fratello maggiore Giuseppe prende Carolina (svenuta all'aver appreso di dover sposare il "nasone" di Napoli) in braccio e la porta via e Antonietta, in lacrime, terrorizzata all'idea di perdere un'altra sorella per il vaiolo esclama, con insospettabile accento francese:
«Mamma! Se Carolina muore, io il re di Francia non lo sposo più!»

Ottimo sunto della vita della sovrana, non c'è che dire...
Magnifiche, nel film, sono le perle ad uova di struzzo di Maria Teresa.


Nel 2001 arriva L'intrigo della collana diretto da Charles Shyer; Antonietta qui appare diverse volte con il viso di Joely Richardson, già vista nel 1998 in un film non altrettanto grandioso chiamato La carica dei 101 - questa volta la magia è vera, questa Maria Antonietta della Richardson è elegante e piena di fascino, ma forse un po' priva di vita e di nobiltà...
L'intrigo della collana (2001) con Joely Richardson

Marie Antoinette (2006) lei è
Kirsten Dunst
Lentamente siamo arrivati al 2006, quando ancora una volta ci viene proposto un documento sulla regina francese, peccato che la chiave giovanire, un po' ironica, molto trasgressiva e colorata del film di Sofia Coppola, Marie Antoinette catturi subito pubblico e fantasia collettiva, tanto da diventare un cult. Qui l'Austriaca ha le fattezze di Kirsten Dunst, giovanile e graziosa attrice che incarna perfettamente sia l'infantile predisposizione di Maria Antonietta, il suo disinteresse, la sua natura viziata, ma anche la sensibilità e la pressione che portarono alle sue sciagurate decisioni.


...e per un po' speriamo di quietare.
Come vedete i prodotti da vedere non mancano, anzi! Ce ne sono fin troppi quando altri personaggi ben più validi cadono nel dimenticatoio...


Fonti:
Marie Antoinette a travers le cinema (FR)
Forum Ufficiale di Maria Antonietta (IT)


Note:
ciascuna foto raffigura il volto della Maria Antonietta di turno, non sono stata quindi a ripetere tutte le volte chi fosse il soggetto, dato che mi pareva evidente.
Purtroppo, causa spazio e formattazione non sono riuscita ad abbinare bene l'immagine col film, tanto che risultano sfalsate, ma è sufficiente andare a cercarle per la pagina, ho cercato di mantenerle il più vicino possibile al lungometraggio di cui stiamo parlando.


Se volete cimentarvi nella visione, credo che nel complesso non vi basterà una settimana.
Io sono letteralmente esterefatta, non so che dire di fronte a tutto questo proliferare di film su questa Maria Antonietta, dovevano decapitarne di più di regine se questa era la popolarità postuma.





Una stremata Mauser,
incredula dopo tutto quello che ha scritto.

20 novembre 2010

Downton Abbey: recensione

Lo scorso weekend nella mia città sono stati giorni grigi e piovosi.
La totalità dei miei amici sta subendo mobbing universitario con compitini assortiti e sono immobili come sassi sopra tomi di dimensioni paurose ripetendo all'infinito una litania di formule algebriche, princìpi fisici e dimostrazioni matematiche. Essendo io una delle poche che non frequenta l'università nella mia cerchia di conoscenze, ho abbandonato la strada della socialità tipica del fine settimana: pizza, cinema e chiacchiere.
Mary Grantham in tenuta da equitazione
Due dei miei colleghi mi hanno informata di aver trovato particolarmente stimolante una bella biciclettata sotto la pioggia, su per delle salite paurose. Non essendo io una sportiva incallita e prediligendo decisamente il nuoto (sono un vero pesce), ho approfittato di questa congiuntura astrale di impegni altrui e tempo libero mio per dedicarmi a quelle passioni socialmente poco attive, come la lettura e la visione dei period dramas.

Visti i suggerimenti ricevuti, la mia curiosità in materia e il fatto che fosse l'unico titolo attualmente fansubbato disponibile sul mercato dei period dramas, mi sono dedicata alle prime quattro puntate di Downton Abbey.
Di questa serie, produzione PBS, avevamo già parlato in precedenza nel post dedicato (vedi Downton Abbey), si tratta di un piccolo excursus in un'epoca storica che solitamente non approfondisco perchè tarda rispetto a quelle dove mi sono dedicata: l'epoca Edoardiana.
La storia prende il via nella maestosa dimora di Downton Abbey, dove si svolgono le vicende della famiglia Grantham (upstairs, cioè dei piani alti) e della loro servitù (downstairs, cioè dei piani bassi).
Dopo questi quattro episodi di cui ho letteralmente fatto indigestione, gustati in un insolto quanto apprezzabile mix in lingua originale con sottotitoli, posso raccontarvi un po' meglio la trama della serie.


Personaggi
La vicenda ruota tutta intorno alla maestrosa dimora di Downton Abbey, dove abita la famiglia protagonista, i Grantham e la sua servitù.

I personaggi di Downton Abbey
La famiglia è composta da Lord Grantham, uomo di mezza età appartenente alla gentry, Lord Grantham pacato e composto, legato alle tradizioni, ma non contrario al cambiamento qualora ve ne fosse la necessità e sempre pacifico tra i suoi testardi e un po' litigiosi parenti.
Lord Grantham ha sposato Cora, principalmente per il denaro che portava in dote e che, con il matrimonio, è stato unito alla proprietà per costruire l'eredità del prossimo Lord. Lord e Lady Grantham sono stati innamorati e sono tutt'ora felici della loro vita, nonostante le premesse della loro unione (sposarsi per denaro non fa la felicità) non fossero delle migliori.
Tre sono le figlie dei padroni di Downton Abbey e, purtroppo, nessun maschio che possa ereditare il titolo di Lord Grantham e con quello la tenuta, denaro, casa e titolo sono infatti il pacchetto all inclusive.

Mary Grantham
La figlia maggiore, Mary, è una ragazza decisa, ma disinteressata, molto cocciuta e abbastanza incerta su cosa fare del proprio futuro, sebbene più rigida su cosa NON voglia diventare. Presa dal desiderio di conoscenza e indipendenza, decide di concedersi alle avances di Lord Pamuk, un mezzosangue che risulta molto persuasivo, purtroppo anche non sufficientemente resistente da non schiattare per infarto nel suo letto.



La secondogenita, Edith, è una ragazza romantica e un po' civetta, purtroppo la meno graziosa delle tre sorelle Grantham, cosa della quale paga le conseguenze invidiando spesso la sorella maggiore; desiderosa più che mai di riuscire a sposarsi, per lei il CHI sarebbe molto importante purchè piacente e benestante. Manifesta inizialmente un apprezzamento per il cugino Matthew Crawley, destinato però a Mary.

Infine c'è la terzogenita, Sybill, graziosa e intraprendente, Sybill ha molti sogni e progetti, conditi con il classico idealismo e la sconsideratezza giovanile, vorrebbe diventare una suffragetta e supporta la sua cameriera perchè accetti un posto da segretaria, diventando indipendente e lasciando l'impiego presso di loro: con sconcerto di parenti e genitori, si fa confezionare un vestito a pantaloni da odalisca. Le piace dare scandalo e stupire con le sue idee innovative ed è assolutamente contraria al matrimonio per interesse e senza amore, disprezzando le unioni imposte a Mary e sviluppando sempre più un attaccamento sospetto per l'autista di famiglia.
Infine c'è la dowager Grantham (col volto di Maggie Smith), cioè la vedova del precedente Lord Grantham, madre dell'attuale proprietario della casa, è una donna già anziana, ma tremendamente dispotica e invadente che abita poco distante in un piccolo cottage e non perde occasione per ficcanasare nelle vicende di famiglia e dire, piuttosto che imporre, il suo modo di fare. È sicuramente il personaggio più energico dopo i borghesissimi Crawley. Apertamente in contrasto con Cora, che considera un'arrampicatrice, troverà con la moglie del figlio un'insospettabile intesa quando si tratterà di favorire la figlia Mary a discapito del lontano cugino Matthew nell'eredità.

Ai piani bassi la situazione non è meno affollata.
Lady Cora Grantham
Mr Carson, il maggiordomo, è l'uomo di fiducia di Lord Grantham e gli è incondizionatamente fedele, sebbene non sempre approvi le sue decisioni un po' troppo anticonformiste rispetto agli standard della famiglia. Nonostante la sua rigidità morale ha trascorsi non proprio onorevoli per un cameriere di fiducia.
Troviamo Anna, la capocameriera che si occupa anche delle ragazze, donna sveglia e pratica e dalle mani veloci a riodinare e sistemare quanto fuori posto e anche capace di tenere la bocca chiusa se c'è da fare delle malignità su qualcuno (benchè presente, non rivelerà a nessuno della fugace relazione di Mary e Lord Pamuk).
William
Poi c'è O'Brien, la cameriera personale di Lady Grantham, a dispetto del suo look da signorina Rottenmeier, O'Brien è sgraziata e maleducata e ribatte su qualsiasi cosa dica la padrona, che infatti trova la cameriera particolarmente maleducata e indisponente. Il sentimento è assolutamente reciproco e O'Brien non perde occasione per sminuire la signora, ricordando le sue origini non nobili e sostenendo che non sia affatto una lady solo perchè si interessa anche dei problemi dei suoi dipendenti piuttosto che disinteressarsene apertamente.
Thomas e William sono i due valletti di casa che si occupano anche degli ospiti, il primo bruno e aitante, è il favorito nel cuore della giovane Daisy, la sguattera di cucina appena giunta a servizio, ancora adolescente e spensierata che pensa sempre a divertirsi e a quanto siano belli i ragazzi, peccato che Thomas sia anche omosessuale (una cosa estremamente scandalosa per il tempo) e intrattenga una brevissima ma intensa relazione con il Duca, potenziale pretendente di Mary prima dell'arrivo dei Crawley (vedi qui); William invece è biondo e pallido e nutre un profondo ma incompreso sentimento nei confronti della giovane cameriera, che lo considera solo un amico e William ne soffre molto, anche per la mancanza di coraggio che gli impedisce di confessarsi alla ragazza temendo un rifiuto.
Mentre Thomas non perde occasione di flirtare con la ragazza, comportandosi però in maniera abbastanza superficiale e poco interessanto ai suoi sentimenti, apprezzando solo la parte fisica, William ha intenzioni decisamente più onorevoli.


Trama
A Downton Abbey è una giornata come le altre quando, seguendo la solita routine mattutina, arriva a sorpresa anche una notizia terribile e sconvolgente: il Titanic è affondato.
Carson apprende della tragedia
del Titanic
Purtroppo, oltre alla tragedia generale, un telegramma informa i Grantham che sul piroscafo erano presenti anche il cugino di Lord Grantham e suo figlio Patrick, erede del nobile in assenza di figli maschi, che avrebbe dovuto sposare la maggiore delle figlie: Mary e diventare erede accettato.
Mentre la famiglia è sconvolta, Mary sembra l'unica non troppo colpita dalla notizia, così come poco intristita dal lutto, ella infatti non amava Patrick e benchè ritenga a sua volta poco gentile il suo comportamento, non riesce a dispiacersi più di tanto per la perdita.
La morte di Patrick, però, riapre l'annosa questione dell'eredità, che per volere del vecchio Lord sarebbe passata in toto all'erede: casa, titolo e denaro, compreso quello della sostanziosa dote di Cora, principale motivo per cui Lord Grantham l'aveva sposata.
Poichè Mary è donna e non può ereditare il titolo, la famiglia si mette in moto, sia per cercare il nuovo erede sia per cautelare la ragazza, sperando di riuscire a salvare la dote della Lady per la figlia [le altre chissene frega].
Indagini scoprono che erede di tutto sarà Matthew Crawley, avvocato di periferia e figlio di un medico, un tipico borghese poco adattabile e legato alle tradizioni campagnole, celibe e residente in un piccolo villaggio insieme alla madre, ex infermiera militare.
Mary Grantham in abito da lutto
Matthew e la signora Crawley vengono invitati a Downton per cominciare ad ambientarsi e a prendere confidenza con quella che diventerà la loro vita, l'erede fa la conoscenza di Mary, con la quale molto probabilmente, dovrà sposarsi, non trovandola però di suo gusto, la madre invece entra subito in conflitto di personalità con la dowager Grantham (Maggie Smith), con cui si beccherà in continuazione per ogni dettaglio, in particolare per l'influenza sul conciclio cittadino di cui l'anziana Lady è sempre stata la matriarca indiscussa, mentre la signora Crawley vorrebbe portare innovazione e scoperte scientifiche/tecnologiche.
Non solo, la precedente esperienza medica di Mrs Crawley la rende prima insopportabile e poi molto ammirata agli occhi del locale medico di paese, che vede inizialmente nella donna una ficcanaso insopportabile, riabilitandola successivamente ad un salvataggio in extremis di un poveraccio che per lui era destinato a morte certa.
Sybill Grantham in abito da lutto
Mary, poco incline ad accettare l'unione con Matthew, cede fin troppo facilmente alle avances del giovane ospite mezzosangue di casa, Lord Pamuk, lì come ospite del padre per partecipare ad una battuta di caccia [caccia a cosa?] perdendo la sua preziosa virtù, Lord Pamuk, però, muore improvvisamente di attacco cardiaco durante il rapporto e terrorizzate, madre, figlia e Anna al seguto, sono costrette a spostarlo con fatica nuovamente in camera sua, dove verrà rinvenuto la mattina seguente, non senza qualche pettegolezzo di O'Brein, la cameriera personale della signora e grande ficcanaso.
Edith, intanto, affascinata dai modi gentili e spicci di Matthew, inizia ad innamorarsi di lui e si propone per varie gite e passeggiate durante le quali si rafforzano i suoi sentimenti, Matthew però comincia a rivalutare sempre di più la cugina Mary, testarda e cocciuta, ma comunque donna intelligente e indipendente, provocando sofferenza alla sorella.
Infine c'è la minore Sybill, anticonformista per natura, Sybill vorrebbe supportare il movimento delle suffragette ed ìncita la cameriera che la assiste a non abbandonare il corso di dattilografia per corrispondenza che sta seguendo, così come a presentarsi ad un colloquio e a non demordere quando questo viene cancellato improvvisamente. Sybill e il giovane autista dei Grantham cominciano a nutrire un affetto reciproco rivelato da sguardi e occhiate fugaci, relazione però ostacolata dalla grandissima differenza di classe.
Lord Grantham
Infine, nella prima puntata arriva a Downton Mr Bates, un nuovo cameriere personale per Lord Grantham con cui era stato compagno d'armi e che il lord ha fatto appositamente venire, questi si rivela però claudicante e nonostante la misericordia del signore, ciò crea scompiglio tra la servitù che lo ritiene poco adatto, sostenendo che il padrone abbia fatto un aperto favoritismo nei suoi confronti, visto che non potrà aiutare con le portate in tavola (introducendo addirittura una cameriera in sala da pranzo!) così come altri pesi e dovrà spostarsi sempre con l'ausilio di un bastone [alla faccia delle moderne norme di integrazione che prevedono portatori di handicap ogni tot dipendenti delle società].
Lady Grantham
Seguendo il parere di Carson il maggiordomo e per quietare gli animi caldi della servitù, lord Grantham allontanerà Beates, ma pentendosi di questa sua mancanza di polso, tornerà sui suoi passi, richiamando il cameriere e sostenendo di non voler più parlare della questione. Beates verrà reintegrato al 100% nel personale. Egli tuttavia si sente terribilmente privilegiato, così tenta di curare da solo la sua ferita di guerra, cosa che tuttavia gli provoca terribili sofferenze, di cui infine si libererà grazie all'intervento di Mrs Hughes, la governante che si accorge prima di altri di questi dettagli (cito Gosford Park: «La governante è la serva perfetta»).
Nonostante questa sua la sua iniziale emarginazione, Bates si rivelerà un ottimo acquisto per le downstairs, è infatti un uomo capace di comprendere i problemi altrui e di fornire compassione e supporto, con lui si confideranno Mrs Hughes, Carson (che ha trascorsi da comico di cabaret), lo stesso Lord Grantham, William e la cameriera che segue di nascosto un corso per corrispondenza di stenografia e segretaria.

Vedremo quali altre perle di saggezza popolare elargirà dalla 5a puntata in poi.


Note a margine, opinioni e cattiverie gratuite
Lord Pamuk
Una cattiveria gratuita va sicuramente a Mary, Mary mi sta veramente antipatica, ma la capisco, il che mi porta a pensare di essere antipatica e indecisa come lei riguardo la mia vita.
Tuttavia... questa considerazione non posso proprio trattenerla: se una che vive in epoca Edoardiana decide di buttare alle ortiche il suo futuro perdendo la tanto sospirata verginità, che almeno lo faccia con un uomo passabile!
Spiacente, ma Lord Pamuk per me ha l'espressività di una rapa...
Passando oltre...

La prima cosa che mi ha colpita è stata durante i titoli di testa del primo episodio: direi che è ottimo che una serie colpisca già prima di cominciare... comunque, sarcasmo pesante a parte, la cosa che mi è colpita è stato il nome di Julian Fellowes tra i registi e produttori della serie. Benchè avessi preso coscienza della cosa già nella scheda tecnica, la sua presenza dietro la macchina da presa è evidente, poteva essere solo lui, la mano di Fellowes è lampante già dalle prime scene e l'ambientazione curata delle case di campagna inglesi che avevamo già trovato in Gosford Park è ritrovata anche in questa miniserie ambientata un ventennio prima.
Stessa cura per i particolari, per la vita dei domestici, per le consuetudini di queste dimore fuori città, la stessa passione per la gentry inglese e per le sue consolidate tradizioni, ma anche per gli inevitabili mutamenti a cui andava incontro.
Sembra di vedere una serie su Gosford Park, senza omicidio; ed avendo apprezzato il film, non posso dire che ciò mi dispiaccia particolarmente, anzi!

Molto interessante è la ricostruzione della vita quotidiana, non è facile ricavare informazioni al riguardo, lo dico dalla mia piccola posizione di ricercatrice che svolgo per questo blog: la vita quotidiana cade sempre nel dimenticatoio, specialmente se come protagonisti si hanno stallieri e valletti piuttosto che lord a cinque stelle.
La cura che è stata messa in ciò è degna di plauso e contribuise ad infarcire l'intera narrazione di piccoli, succulenti dettagli che la rendono ancora più quotidiana, abituando lo spettatore alla routine domestica come se ci abitasse davvero. Sono i particolari che fanno di una vicenda la sua fortuna oppure la sua disgrazia, in una storia in cui ci si immedesima facilmente, l'autore è sapiente utilizzatore dei particolari quotidiani che insaporiranno il tutto con piccoli tocchi, macchie di interesse che faranno apparire il contorno assolutamente normale. Come qui.

Violet, dowager Gantham
In una narrazione filmica, il regista è sicuramente favorito rispetto ad un romanziere: mentre il secondo rischia di finire sul noioso andante illustrando aspetti di vita a cui non tutti potrebbero essere interessati con paginate di descrizioni al limite del libro mastro, un regista avrà più mezzi, ma soprattutto intermezzi, dove piazzare con garbo questi dettagli con brevi accenni e scenette non del tutto slegate alla vicenda, così l'abitudine tutta domestica (e la sua spiegazione) di "stirare" i giornali portati dal ragazzo delle consegne per fissare l'inchiostro ancora fresco di stampa, insegna allo spettatore che ciò era fatto perchè le mani dei signori non si macchiassero, senza che ciò sconvolga chi sta visionando la sequenza o lo ammazzi di inedia implorando pietà sulla poltrona del soggiorno come se guardasse uno di quei vecchi film francesi in bianco e nero dove metà del tempo è passato a fissare occhi sgranati ed espressioni alienate

Oltre al telefilm, quindi ad un puzzle di vicende personali assortite, il prodotto di Fellowes è anche un buon approfondimento dell'epoca di ambientazione, un documentario a metà tra Superquark ed Elisa di Rivombrosa.
Sfruttando l'espediente del nuovo arrivato, se ne approfittano per spiegare anche allo spettatore come è l'andamento di una casa, perchè ci siano determinati comportamenti o che conseguenze questi hanno sulla vita, sia domestica che sociale in genere.
Analogamente, alcune vicende che ci vengono narrate a volo d'uccello, come quella del Titanic, introducono non solo riflessioni e problematiche portate avanti dai protagonisti davanti ad uno specchio o confidenze tra sorelle, ma anche conseguenze più tangibili nella routine quotidiana: se il Titanic fu una digrazia, lo fu anche nel piccolo per questa famiglia che si vede strappare all'improvviso l'erede designato, mettendo in moto un domino senza fine che porterà nuovi caratteri all'interno della sontuosa dimora che dà il titolo all produzione, così come un vortice di nuove relazioni.


Le convenzioni sociali, regole per antonomasia della vita nel passato, ci vengono sapientemente ricordate, per chi ne fosse digiuno, tramite i suggerimenti della dowager Grantham, una Maggie Smith col contegno di una regina [ma io sono imparziale al 100% perchè adoro Maggie Smith], oppure negli acidi commenti di O'Brien, l'acida cameriera della signora.
Analogamente ci vengono presentati l'insofferenza di una ragazza a ciò, il suo desiderio di evasione e le terribili conseguenze che certi atti per noi normalissimi, come l'uscire con uomini, avevano sulla reputazione e sulla propria esistenza.
Branson l'autista
Si parla di femminismo e suffragette, si parla di indipendenza e di lavoro femminile fuori dal servizio come cameriera, ad esempio come segretaria, però ci sono al loro fianco figure storicamente intramontabili, valletti e giardinieri, l'autista convertito alle macchine piuttosto che alle carrozze, ma che reintroduce il problema dell'amore interclasse.


Insomma, avrete capito che in questo telefilm, al momento a quota 4 puntate (di 7), ci sono tutti gli ingredienti per renderlo un ottimo prodotto, per di più interessante e che tiene incollati allo schermo fino alla fine, non solo per la storia, ma anche grazie alle inquadrature e alla splendida fotografia.
Aspetto con ansia il prossimo fansub in modo da potermelo gustare, attendo di conoscere come procederà e si concluderà il tutto, felice di sapere che le catastrofiche previsioni PBS sono state smentite da uno share di 11.6 milioni di spettatori, innalzando Downton Abbey ad evento filmico del 2010, contro tutte le aspettative (loro) e secondo i sogni dei visitatori (noi!).

Anna la capocameriera
Il mio consiglio è assolutamente di vedere quest'opera, se siete appassionati di period dramas, di indipendenza e di conquiste sociali, se vi piacciono lecameriere in bianco-nero o la vecchia nobilà che fatica ad integrarsi con gli ideali borghesi moderni (per l'epoca).
Senza contare l'insuperabile Maggie Smith che, come già in Gosford Park, dà vita ad un personaggio nobile e viziato e assolutamente insopportabile, una vecchietta invadente e ficcanaso conscia della sua posizione, non certo Miss Marple, matrona dispotica e arroccata nei suoi arcaici princìpi. Insomma, l'ennesima espressione della grandezza di questa attrice che, forniti come siamo di fansub, ci viene anche proprosta nella sua versione a voce autentica.

L'ennesima buona cosa è che, vista la mancanza di doppiaggio italiano, possiamo farci l'orecchio al perfetto inglese dei telefilm, che di sicuro non parlano cockney.

Se vi interessasse, io ho trovato affascinanti i seguenti link:

Qui il promo ufficiale della serie, con la bellissima colonna sonora Every Breath you take di Scala e Kolacny Brothers

Guardatelo e fidatevi.
Tanto è gratis ^___^





Mauser


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