Come state? La vacanza mi sta giovando e mi dà lo spunto e l'occasione per fare molti approfondimenti.
The Valkyrie's Vigil by Edward Robert Hudges |
D'accordo, lo ammetto, mi sono presa una pausa, ma per non lasciarvi a bocca asciutta, aiutata dalla fida Lhoss, ho preparato (anzi, ha preparato) un post sui Preraffaelliti, la corrente artistica che spesso avrete sentito nominare sia su questo blog che altrove.
Farsi spiegare le cose d'arte da una che di arte ne sa qualcosa è sempre istruttivo, quando ho finito di leggere la sua dettagliata e interessante spiegazione sull'argomento mi sono sentita come uno dei The Sims, che dopo aver letto un libro istruttivo di cucina o di manualità ha appreso la capacità artistica +1.
Ecco quindi che non avete più di fronte la solita Mauser, ma una Mauser con Arte a livello 3 (1 l'ho imparato a scuola, 1 è per la mia ultima visita alla citta di Roma, dove ho imparato più cose che in tutte le lezioni delle medie e 1 per il brillante contributo di Anna, che sta trasformando la sottoscritta ignorantona in una persona dotata di media cultura).
Molto bene, volete evolvervi anche voi come i Pokemon e acquisire la nuovissima abilità arte disponibile sul blog? Allora non vi resta che continuare la lettura.
Per comodità abbiamo deciso di strutturare l'argomento a domande, che sono tracciate in grassetto e numerate. Scordatevi i test a crocette, Lhoss si è offerta di rispondere ai quesiti più stupidi che potessero passarmi per la mente circa i Preraffaelliti (da ora, PR), con una veloce ripassata dei contenuti siamo arrivati alla formattazione attuale, che speriamo possa aiutare anche voi nell'apprendimento.
Le domande sono inoltre raggruppate per macrocategorie d'interesse.
Ancora per comodità, visto che non sono assolutamente capace di tenermi certi commenti personali per me, troverete i miei personalissimi pensieri sulla questione con la dicitura in rosso.
E adesso vi lascio alla lettura.
* * *
In generale sui Preraffaelliti
1) Intanto: quanti e chi erano questi Preraffaelliti? Si fa sempre molta confusione su nomi e personaggi, esiste una lista completa di coloro che possono essere inseriti nella categoria?
Dobbiamo distinguere, come spesso avviene per i gruppi artistici, fra:
a) associati della prima ora,
b) associati più tardi o in forme meno impegnative,
c) personalità dello stesso periodo storico che abbiano influenzato il gruppo o ne siano stati influenzati.
I fondatori furono i pittori Dante Gabriel Rossetti, John Everett Millais, William Holman Hunt, James Collinson, lo scultore Thomas Woolner ed i critici William Michael Rossetti (fratello di Dante Gabriel) e Frederic George Stephens.
Più tardi altri si unirono alla Confraternita, ma fra i nomi maggiori ricordiamo i pittori Edward Charles Hallé, Edward Robert Hughes, John William Waterhouse, Charles William Mitchell, Frederic Leighton.
Sono invece vicini, per stile e/o per temi, ma NON parte dei Preraffaelliti: Edmund Blair Leighton [sul blog l'abbiamo ampiamente incontrato in molti dipinti ed illustrazioni dei post sul corteggiamento e sul fidanzamento], Joseph Noel Paton, Frank Bernard Dicksee, John William Godward, John Brett.
Ognuno di questi ha punti in comune ma talvolta anche profonde differenze dai Preraffaelliti.
Bisogna poi citare un gruppo di artisti molto vicini alla Confraternita, che ad essa si unirono tardi o non si unirono per niente, ma che costituirono l’ossatura dell’Arts & Crafts Movement (per il quale rimando alla domanda 5): William Morris, Ford Madox Brown, Edward Burne-Jones i principali.
2) Il movimento pittorico dei preraffaelliti in quale periodo si è sviluppato, quando si può dire che è nato e quando si è estinto definitivamente?
La nascita della Confraternita risale al settembre 1848 ed è quindi una corrente artistica di periodo vittoriano. Come luogo di nascita, la casa dei genitori di Millais, in Gower Street, Londra.
I presenti all’evento furono Millais ed Hunt (già studenti presso la Royal Academy of Arts) e Dante Gabriel Rossetti. Nel corso dell’autunno si unirono gli altri quattro membri.
Nel giro di pochi anni, problemi anche di carattere personale [per questo, credo che la sezione finale sulle donne potrebbe essere uno spunto valido ^_^] indebolirono il gruppo, presto molti svilupparono percorsi artistici divergenti dai primitivi propositi ed altri confluirono nell’Arts & Crafts.
Nel ’54 il gruppo originario è ormai disperso, nel ’57 Rossetti comincia a costituire un secondo nucleo di più giovani adepti che continua a seguire fra anni ’60 e ’70.
3) Il nome Preraffaelliti è senz’altro singolare e richiama, a prima assonanza, quella del pittore italiano Raffaello. Assodato che non si tratta di una corrente pittorica di personaggi venuti prima di Raffaello che già sviluppavano il suo stile, esiste un nesso tra la corrente ottocentesca e il famoso artista nostrano oppure la derivazione è un’altra? Qual è la vera origine del nome che portano?
L’associazione non è del tutto scorretta.
Sebbene i Preraffaelliti si collochino ben oltre, cronologicamente parlando, Raffaello, quel “prima di Raffaello” si riferisce ai loro propositi artistici: la poetica formulata dai fondatori avrebbe dovuto infatti recuperare la maniera pittorica degli artisti precedenti il Sanzio (assunto a simbolo di una pittura d’indole classica e precedente del Manierismo).
Guardarono invece agli artisti quattrocenteschi italiani [L'Italia è rimasta talmente indietro che riesce quasi difficile che ci fosse un tempo in cui TUTTI si rifacessero all'Italia come al centro delle arti... sigh, come è triste il decadimento di un Paese...] – per dirne un paio: Beato Angelico e Perugino - e fiamminghi, ed in generale ad una (in buona parte utopica) rilettura del Medioevo.
4) Si parla spesso di una Fratellanza dei Preraffaelliti (Pre-raphaellites Brotherhood), ma si trattava di una società o qualcosa di simile? Esisteva proprio un ritrovo di artisti preraffaelliti oppure è solo un nomignolo inventato da critici e appassionati in epoca seguente?
Pre-Raphaelite Brotherhood, letteralmente Confraternita Preraffaellita, fu il nome scelto dai fondatori.
Era una Confraternita a tutti gli effetti, alla quale si poteva aderire o non aderire (infatti alcuni artisti dovettero specificare di NON esserne parte, anche se il pubblico o la critica li assimilavano – ed ancora li assimilano – ai veri componenti).
Un primo punto di ritrovo fu la casa di Millais, come già annotato.
Le prime esibizioni furono invece alla Royal Academy e all’Hyde Park Corner e per un po’ pubblicarono la rivista The Germ.
La Confraternita è un caso di gruppo di artisti che si associarono volontariamente e si battezzarono da sé (caso non frequentissimo, se consideriamo molte avanguardie del XX il cui nome fu suggerito dalla critica) [beh, almeno erano abbastanza fantasiosi da trovare un nome inconsueto e che attira fans e curiosi].
5) Quale è stata la reale portata dell’arte prodotta dai Preraffaelliti e che impatto ha avuto sul mondo ottocentesco e vittoriano in cui è stata prodotta?
Domanda molto complessa, a cui cerco di rispondere con chiarezza e senza troppe digressioni.
I Preraffaelliti erano sicuramente anti-Accademici: nelle Accademie al tempo la pittura d’esempio poteva essere quella di Joshua Reynolds e tutto ciò che avesse un’impostazione classicheggiante. I nostri rifiutavano il tardo Raffaello, che accusavano di aver tradito la “verità” per la bellezza (d’essersi fatto manierista, insomma), e volevano recuperare ben altri esempi pittorici, quelli medievali e primo quattrocenteschi [spero non abbiamo ereditato anche le mancanze medievali, come la prospettiva inesistente, il cielo piatto e i nasi aquilini...].
Importante: parlo sempre in generale, ma ricordate che ogni artista ha anche un’autonomia, per cui le prime opere di Rossetti saranno sempre più “primitive” (da Basso Medioevo, diciamo) di quelle di tutti gli altri, quindi i termini e l’epoca di riferimento variano sensibilmente nell’interpretazione d’ognuno.
Erano comunque figli del proprio tempo (si veda la domanda 10).
NOTA di CRITICA ARTISTICA (ma in termini comprensibili):
Al di là del mio parere personalissimo (che prevede il prendermi gioco di Dante Gabriel), [cosa che non posso che approvare, visto che come ho avuto più volte modo di dire, non lo apprezzo molto come artista e, anzi, lo trovo addirittura inquietante, segno che se non fosse per il bene della conoscenza di sicuro non metterebbe piede su questo blog] entro nei miei (futuri) panni di critica d’arte per scrivere che dal punto di vista della storia dell’arte, i Preraffaelliti non sono certo dei rivoluzionari. I loro dipinti non sono dotati di “genio” (se per genio intendiamo la capacità di sovvertire ed innovare i termini stessi del discorso artistico di un’epoca, come può dirsi di Caravaggio o Cezanne), senza che questo nulla tolga all’abilità tecnica di alcuni – per esempio non c’è dubbio che, in ottica di iper-realismo, Millais non se la cavi affatto male.
Il vero peso della loro presenza nella storia dell’arte credo non sia nei risultati materiali del loro fare pittorico – nei quadri propriamente detti, insomma – quanto nell’aver favorito un ritorno ad un’idea di artista/artigiano e quindi aver collaborato all’interesse per le arti minori.
“Arti minori” si definiscono, in rapporto alle arti maggiori (pittura, scultura, architettura), le cosiddette arti applicate: il produrre mobili, tappeti, oggetti d’uso quotidiano, gioielli, etc (tutto ciò, insomma, che ha un valore pratico e d’uso ben definito).
Prima dei Preraffaelliti e dopo la definizione dello status d’artista nel corso del Rinascimento, l’artista non era più l’artigiano: era più vicino al pensare che al fare, dato che il fare veniva giudicato uno “sporcarsi le mani”. Ergo, le arti minori/applicate/artigianali erano escluse dall’idea di arte alta e dagli studi estetici. Finché i nostri non recuperano l’idea di artista medievale, quindi anche artigiano, e questa concezione viene ereditata dalle Arts & Crafts (“Arti e mestieri”, appunto), movimento fondato da Morris e grande antecedente dell’Art Nouveau e dell’Art Deco.
Ora la bellezza può riguardare anche la tappezzeria della vostra casa, le posate con cui mangiate e così via: una bellezza alla portata di chiunque (sperava Morris) attraverso la nascente industria da produzione di massa.
Signori e signore, è nato il design!
(che non è Preraffaellita, ma diciamo che la Confraternita una spintarella gliel’ha data).
6) Erano apprezzati sia dal pubblico che dalla critica e, quindi, di successo?
Direi che hanno avuto sia buoni che cattivi momenti.
Fra i buoni momenti, è da segnalare la loro scoperta da parte di un critico, John Ruskin, piuttosto influente all’epoca e pronto ad apprezzare l’interesse dei Preraffaelliti per natura ed arte italiana. In più egli aveva già deplorato gli effetti della rivoluzione industriale e l’abbruttimento della società (era socialista utopico). Vedeva nell’artigianato medievale una forma di economia assai più sana del capitalismo, quindi la Confraternita non poteva che andargli a genio.
Fra i cattivi, sicuramente memorabile l’accusa di blasfemia guadagnata dal quadro di Millais “Cristo nella casa dei propri genitori": nel 1850, quando viene esposto, si attira addirittura l’ira di Charles Dickens!
Millais infatti aveva cercato di dipingere un realistico interno di falegnameria, ma Dickens scrisse che
Altri videro invece nel dipinto una denuncia delle condizioni di vita negli slums, ma tanto fu il clamore che la regina Vittoria pretese il quadro a Buckingham Palace per vederlo di persona.
L'episodio citato che riguarda il famoso novellista Dickens mi ha automaticamente richiamato alla mente, tramite una serie di reticoli mentali di cui non voglio assolutamente approfondire né l'esistenza né il funzionamento, un altro quadro, molto famoso, si tratta de La Madonna dei Palafrenieri, un'opera di Caravaggio esposta a Roma.
Quest'opera, venne commissionata dalla Corporazione dei Palafrenieri, da cui prende il nome, per un altare (all'epoca era usanza che le Corporazioni abbellissero la chiesa "di rappresentanza" con simboli del loro commercio e della loro ricchezza).
Caravaggio, tuttavia, che era maestro estroso e creativo, compose un quadro per l'epoca assolutamente rivoluzionario che ritraeva una Maria in abiti da lavandaia popolana accanto ad una Sant'Anna vecchia e decrepita; Maria e Gesù, bambino ritratto nudo e col pisellino al vento come tutti i bambini dell'epoca, stanno schiacciando insieme una serpe, allegoria del Male, e pare quasi che sia la madre che sta insegnando al figlio la cosa.
Il quadro venne accolto malissimo nella Corporazione poichè venne giudicato blasfemo a causa degli abiti della Vergine, che non solo mettevano particolarmente in mostra un seno generoso, ma anche perchè erano poveri e la stessa Maria era ritratta con le fattezze di una donna qualsiasi, di carnagione normale con capelli scuri e mani grossolane.
Tutto questo cozzava terribilmente con le allora rappresentazioni sacre, che volevano la Vergine abbigliata da principessa, con vesti sontuose e diademi, mani e pelle diafana e occhi celesti e capelli chiari, cosa abbastanza improbabile, visto che Maria era ebrea, quindi con carnagione, occhi e capelli probabilmente scuri; i Vangeli inoltre ci riportano di una situazione economica non proprio "felice" della famiglia di Giuseppe, troppo povera per pagarsi un albergo la notte della nascita del figlio, sebbene discendente dalla stirpe di Davide.
Vi lascio affianco una rappresentazione del quadro che, come molte opere di Caravaggio, è sui toni scuri, vi consiglio quindi di allargare l'immagine cliccandovi sopra, altrimenti, se avete avuto la fortuna di vederlo di persona, rifatevi allamemoria di allora.
FINE DIGRESSIONE
Poi naturalmente furono attaccati dagli ambienti della Royal Academy ed accusati d’essere retrogradi e fondamentalmente bruttarelli da guardare. Più tardi la critica novecentesca li ha spesso dimenticati e solo negli ultimi decenni sono stati rivalutati, nell’ottica che già vi ho descritto per la domanda 5.
Da ricordare almeno la mostra, tenutasi questa primavera presso il MAR di Ravenna “I Preraffaelliti e il sogno del ‘400 italiano. Da Beato Angelico a Perugino, da Rossetti a Burne-Jones”:
http://www.museocitta.ra.it/mostre/mostre_passate/
http://www.beniculturali.it/
Segnalo anche uno sceneggiato per la TV prodotto dalla BBC nel 2006 ed ispirato all’omonimo libro di Franny Moyle: “Desperate Romantics” [Ma che è O.O? Desperate Housewives? Adesso scopriremo che in realtà i Preraffaelliti erano una confraternita di colf filippine...]. Non l’ho visto, ma ho la netta impressione, da quanto ne ho letto, che calchi la mano sugli aspetti drammatici della storia, a dispetto della veridicità [in effetti quelli della BBC tendono un po' troppo a romanzare le vicende, come hanno fatto nel caso di Isabella Beeton, sennò avrebbero avuto troppo poco da dire ^___^]
L’arte dei Preraffaelliti: canone e stile, soggetti e fonti d’ispirazione
7) Solitamente si parla di preraffaelliti come pittori: questa loro corrente artistica si è sviluppata in altri ambiti quali scultura, architettura, ecc. o è rimasta vincolata alla sola pittura?
Per lo più i Preraffaelliti si dedicarono alla pittura ed alla poesia: così fece Dante Gabriel Rossetti, ma anche una delle più amate (in tutti i sensi) modelle del gruppo, Elizabeth Siddal.
Rimando all’area “femminile” per maggiori delucidazioni su questo personaggio, ma segnalo già qui che le poesie della Siddal sono state recentemente tradotte in italiano per la prima volta da Conny Stockhausen nel volume “Il vero amore non ci è concesso”, Panda Edizioni.
Dell’unico scultore del gruppo originario, Woolner, non saprei citarvi mezza scultura, per intenderci.
Quanto agli sviluppi nelle arti minori, ne abbiamo già parlato nella domanda 5 (Burne-Jones, ad esempio, è l’autore del progetto per le vetrate della Christ Church di Oxford e d’altri edifici religiosi ed il gruppo lavorò anche per opere murali) [l'utile unito al dilettevole forse hanno dato a questo artista la possibilità di campare davvero del suo lavoro, lasciando anche a noi posteri qualcosa di diverso da una tela o una scultura, ammirabile ancora oggi. Forse per questo è quello che apprezzo di più, ha saputo combinare sogni e ambizione].
8) Nei dipinti preraffaelliti si possono riconoscere alcuni tratti comuni: quali erano i canoni tipici della pittura di questa fratellanza? Soggetti, tipo di pitture, caratteristiche fisiche della protagonista...
Qualcosa delle scelte dei Preraffaelliti l’abbiamo già messo in luce: ispirazione al Quattrocento italiano ed all’arte fiamminga, colori intensi e gusto per i particolari in alcuni casi, fino al vero decorativismo (The Lady of Shalott di William Holman Hunt), in altri più accento su caratteri primitivi (Ecce Ancilla Domini di Rossetti). Aggiungiamoci l’attenzione per il dato naturale, evidente nella compilazione quasi botanica (Ophelia di Millais) e nel gusto per scene rurali (contro il paesaggio industrializzato, come in Hireling Shepherd di Hunt).
Non mancavano, fra i temi, quelli religiosi, con un accento su una spiritualità più semplice, evangelica (il quadro di Millais sulla falegnameria di San Giuseppe della domanda 6 è indicativo) e con caratteri moralizzanti (si opponeva una supposta “purezza” medievale ai costumi degradati, il mondo cavalleresco a quello industriale: si veda anche The Awakening of Conscience di Hunt, con la ragazza circuita che improvvisamente si ritrae dalle gambe del suo seduttore).
Tra i soggetti preferiti: il ciclo delle leggende arturiane ed i poemi cortesi, la Divina Commedia, eventi storici (come “Un ugonotto nel giorno di S. Bartolomeo” di Millais, in ricordo del massacro degli ugonotti nel 1527) e biblici, letteratura più recente ma in qualche modo d’ispirazione (Keats, Tennyson fra gli altri), favole tradizionali (come La bella addormentata di Burne-Jones)
Da segnalare, fra le scelte stilistiche, un comune disinteresse per la prospettiva rinascimentale.
Per quanto concerne i colori, Hunt e Millais scelsero di dipingere con una tecnica che potesse esaltarne la luminosità: passaggi di pennello come veli sottili, glasse di colore reso quasi trasparente su una preparazione bianca della tela. E’ questo a creare quel “formicolio luminoso” sulle loro tele, quando i contemporanei usavano il bitume per rendere più scuri i propri dipinti.
9) Come è stata compilata la lista dei canoni di questa corrente artistica? Si è trattato di caratteristiche scelte dai pittori stessi a cui si sono scrupolosamente attenuti, magari ampliata in fase di lavoro o si tratta invece di un riassunto di quello che si può trovare nelle loro opere fatta da terzi in un periodo seguente?
Fin dalla loro fondazione, i Preraffaelliti scelsero di seguire quattro punti fondamentali per la propria arte e li formularono a chiare lettere:
1) avere idee genuine da esprimere;
2) studiare la natura per poter avere i mezzi d’esprimere tali idee;
3) approvare tutto ciò che semplice, serio e sincero nell’arte precedente [pre-Raffaello cioè], ad esclusione di quanto è convenzionale, parodia di se stesso ed imparato meccanicamente [ogni manierismo ed accademismo, quindi];
4) e, soprattutto, quanto più indispensabile, produrre attraverso questo buone statue e buoni quadri.
Non si trattava comunque di dogmi ed anzi ognuno era incoraggiato a sviluppare la propria individualità “romantica”, ma sempre all’insegna di un certo spiritualismo, al di là delle derive più realistiche di alcuni e più medievaleggianti d’altri.
Naturalmente l’incontro con Ruskin e le sue idee ha avuto parte nell’incoraggiare certe scelte a scapito d’altre, come sempre avviene quando un critico ci mette lo zampino, così come alcuni fra loro si limitarono ad avere una fase Preraffaellita senza concludere in essa la propria parabola artistica.
10) Alcuni temi ricorrono spesso, in particolar modo scene medievali ispirate dai poemi del ciclo arturiano (la Dama di Shalott) o favole di origine britannica (Lady Godiva, ad esempio) e nordica (le valchirie ricorrono frequentemente. Cosa puoi dirci al riguardo?
La scelta dell’interesse medievale è senza dubbio diversa dal mainstream dell’epoca appena precedente (anche se hanno un buon precedente nei Nazareni), ma si rivela vincente se la collochiamo nel volgere del secolo XIX verso la grande area del Decadentismo. Ed è comunque legata tanto ai precedenti Romantici, quanto al clima politico.
Infatti siamo proprio nell’epoca delle guerre d’indipendenza e della nascita dei primi nazionalismi: gran parte dei Paesi europei sono impegnati a riscoprire le proprie origini e queste vengono rintracciate nel Medioevo. L’epoca della nascita dei comuni sembra il precedente più diretto degli Stati nazionali, rispetto ai precedenti imperi sovranazionali. Quindi si crea un saldo legame fra patriottismo e revival medievale.
In più, come già si diceva con Ruskin, il Medioevo costituisce l’epoca che – con le dovute sviste storiche [come tutti quelli che si appellano ad un'epoca storica come fonte di ispirazione per una vita giusta, questa viene indorata a dovere, in modo da cancellarne gli errori grossolani, le mancanze, le ingiustizie. Lo hanno fatto i romani sia del Regno che dell'Impero, lo fece Carlo Magno e così anche gli imperatori del Sacro Romano Impero di Nazione Germanica, proseguendo con personaggi di piccolo calibro come Napoleone, Hitler o Mussolino] – i Preraffaelliti considerano sede di valori migliori di quelli del proprio tempo, capitalista ed industriale (quindi peggiore dal punto di vista sociale, spirituale e morale, oltre che artistico). Come altri fuggiranno nell’esotico (Gauguin ad esempio), i nostri fuggono nel passato [continuo a pensare che Gaugin sarebbe stato meglio come illustratore di cartoline turistiche per I Viaggi del Ventaglio, per quanto sia artista di talento proprio non mi va giù ¬_¬].
I Preraffaelliti e il ruolo femminile nell’arte e nella vita
11) Molto spesso nella cultura popolare si fa semplicisticamente riferimento a rosso preraffaellita per indicare tonalità di capelli particolarmente accese e una chioma rigogliosa: a che tonalità ci si accosta esattamente? E perché il rosso come colore di capelli era così importante per loro da essere il colore dominante nelle loro modelle?
Il capello rosso, fin dall’antichità, è stato al centro dell’attenzione. Un’attenzione guadagnata, inizialmente, soprattutto per la propria “esoticità”: con gli occhi degli abitanti del Mediterraneo, biondi e rossi erano senza dubbio strani ed inconsueti, barbari e selvatici (erano i colori delle popolazioni germaniche, come ben sappiamo).
Capelli rossi sono sempre stati associati al diverso e di conseguenza anche al male ed al peccato nella cultura cristiana: la donna dai capelli rossi è la donna tentatrice (la Maddalena, in quanto ex prostituta, era spesso rappresentata con capelli rossi, si veda La Maddalena penitente di Caravaggio ad esempio; anche Giuda spesso era rosso di capelli però), la donna dotata di una forte carica erotica.
D’altronde ancora oggi il rosso equivale a passione, no? L’analogia fra rosso di capelli e fuoco interiore ha sancito l’associazione con caratteri femminili forti, disinibiti, anche pericolosi. Nel Malleus Maleficarum, il trattato sulle streghe del XV secolo, i capelli rossi sono segni di vampirismo e magia.
Ora mettete assieme tutto questo con quanto detto sui temi Preraffaelliti: religiosità, cultura medievale...e aggiungeteci l’interesse per le figure femminili, sospese fra il bene (Maria) ed il peccato (Eva), un dualismo fra figure salvifiche e figure dannate, fra la donna come fonte di vita e la donna fonte di peccato (per il binomio Eros/Thanatos). Questo sarà accentuato soprattutto nel Decadentismo, ad esempio con la Giuditta di Klimt (ovvero: colei che seduce e uccide).
Insomma, capelli rossi come simbolo di fascino, anche perverso.
In più, ebbero a disposizione modelle dotate di una splendida chioma rossa!
[visti i recenti casi italiani di politici coinvolti, direi che è un bene che si siano limitati a modelle femmine, visto che il fascino del perverso esisteva anche all'epoca].
12) Visi noti si possono ritrovare in molti dipinti dello stesso autore o di autori diversi, ispirati quasi sempre dalla stessa modella (vedi Dante Gabriel Rossetti), il ruolo della donna quale ispiratrice era tenuto in considerazione? Quale ruolo avevano per gli artisti e per la Confraternita? Si suppone che artisti e modelle avessero un legame più profondo che oltrepassava il professionale, visto che i volti rappresentati erano quasi sempre gli stessi.
Le donne hanno avuto un grandissimo spazio presso i Preraffaelliti, per i motivi già sopra elencati: la donna è portatrice di valori ambigui, salvifici e perversi [oggi sarebbero spodestate dai trans], ma è anche la naturale protagonista del recupero di un Medioevo dominato da una più profonda spiritualità e dalle vicende dell’amor cortese e non.
L’Ofelia shakespeariana, la dama di Shalott di Tennyson, la “belle dame sans merci” di Keats e tante altre donne, allegoriche, storiche o mitiche, popolano i quadri preraffaelliti, fra maghi, cavalieri, santi.
Ma non ci sono solo le donne dipinte!
Ci sono anche le donne reali, quelle che fecero parte della Confraternita, ne furono modelle ed anche oggetto di diverbi. Direi di farne un piccolo elenco:
- Elizabeth (Lizzie) Siddal, forse la più famosa.
Prima sarta, più tardi pittrice e poetessa (vedi domanda 7) ella stessa, la Siddal fu l’incarnazione della bellezza per molti Preraffaelliti e soprattutto per Rossetti di cui divenne moglie! (e una per Dante Gabriel, tenete il conto)
Sembra che avesse un gran caratterino, al punto da colpire anche Ruskin che scrisse a Rossetti per incoraggiarlo a sposare la povera ragazza (evidentemente già sedotta da tempo), ma quel gentiluomo aveva una paura matta di presentarla alla propria famiglia perché di umili origini.
Le continue scuse accampate dall’amato furono debilitanti per la povera Lizzie [casualmente di chi è la colpa?], che già soffriva di depressione (alcuni parlano di tubercolosi, aggravata dall’essere rimasta a mollo per il quadro di Millais dell’Ophelia, altri di anoressia): un bambino nato morto fu il colpo di grazia [poveraccia, ha avuto tutte le disgrazie: innamorata di un'artista che le contava un paio di palle e la cornificava alla grande, depressa, ammalata e con il suo povero figlio nato morto].
Poco dopo morì anche Lizzie, molto probabilmente suicida: aveva ingerito una grossa dose di laudano. Dato che al tempo il laudano era anche un medicinale utilizzato, la morte fu fatta passare per incidentale e lo stesso Ford Madox Brown consigliò a Rossetti di bruciare la lettera con l’addio di Lizzie, perché non ci fosse scandalo (ricordiamo che il suicidio era deplorato dalla società ed impediva la sepoltura in terra consacrata). Con Lizzie furono sepolte le sue poesie, finché Rossetti, ormai ridotto ad uno straccio da alcol e droga, non fece aprire la tomba e recuperò le poesie desideroso di pubblicarle, guadagnandosi aspre critiche per una certo erotismo contenuto nei testi.
La cosa più inquietante è che l’agente di Rossetti, che l’aveva aiutato nell’impresa, dichiarò che il corpo di Lizzie era intatto... e che i capelli avevano continuato a crescere e crescere [Raperonzolo?] – va scritto che l’agente suddetto era ritenuto comunemente un bugiardo, eh.
- Fanny Cornforth, altra modella di Rossetti.
E...sua amante (e due)! Erano già stati amanti dal 1858 al 1860, durante un’assenza della Siddal, ma quando questa tornò e sposò Dante Gabriel, Fanny si fece moglie di un meccanico. Morta Lizzie, Fanny divenne la governante di casa Rossetti.
Era bionda, carnosa e pare piuttosto grossolana di modi ed idee, ma fu l’ultima donna di Rossetti, con la quale invecchiò e... ingrassò. Pare che entrambi fossero diventati tanto pingui da chiamarsi “elefante” e “rinoceronte”, affettuosamente [che romantici... quasi da diabete isatntaneo... sarà che a differenza di quella dei PR la mia vita sentimentale è un po' desolante e divento acida come una vecchia zitella].
- Jane Burden Morris, moglie di William Morris.
Dopo un’infanzia povera, si ritrovò a recitare ad Oxford, dove fu notata da Rossetti, Burne-Jones e Morris, impegnati a dipingere storie arturiane sulle pareti della biblioteca della Oxford Union. [graffittari?] Tale la sua bellezza che la vollero come modella (Rossetti per Proserpine ad esempio), ma lei e Morris s’innamorarono... Jane, che era di bassa estrazione, ricevette finalmente una vera educazione durante il fidanzamento, divorò libri in italiano e francese, divenne un’ottima pianista e si trasformò a tal punto che la definirono “regale”. Pare però che fosse diventata anche amante di Rossetti per un certo periodo (e tre!) [ale! ma questo non riusciva proprio a tenerselo nei pantaloni! Devo capire come mai gli artisti avevano così tanto successo con le donne].
- Christina Rossetti, sorella di Dante Gabriel [spero che almeno questa non se la sia fatta! Lo spero più che altro per una questione morale...]
Fu poetessa, nonché modella per il fratello (in Ecce Ancilla Domini)...
Altra parentesi sulla famiglia Rossetti: se il padre era un italiano, la madre Frances Polidori era sorella di quel noto Polidori amico di Byron [quello che aveva scritto il primo racconto sul vampiro nella stessa occasione in cui era nata anche la figura di Frankestein; il mondo è piccolo].
- Annie Miller era descritta come una “sirena” e creò problemi fra Hunt e Rossetti, in competizione per averla come modella (e forse pure come amante) [ma va? Quando mai Rossetti era implicato con una donna?], al punto che la povera Lizzie Siddal scagliò fuori dalla finestra un dipinto di Dante Gabriel che ritraeva Annie... Hunt cambiò persino i connotati a Awakening Conscience dove l’aveva ritratta, non sopportando più di vedere l’amata in dipinto, dopo esser stato rifiutato!
Aggiungiamo poi Mary Kassavetti Zambaco, scultrice di origine greca, fu modella e amante di Burne-Jones finché la moglie di questi non scoprì una compromettente lettera ed impose al marito di troncare [la moglie è stata troppo buona, fossi io un calcio in uno stinco non glielo levava nessuno]; Alexa Wilding, amatissima per le chiome rosse che ne fecero una Lilith per Rossetti [anche lei sua amante?]; Mary Spartali Stillman, modella e pittrice di origini greche.
Infine, chiudiamo con Effie Gray, che fu moglie del critico “supporter” John Ruskin. Pare che il povero Ruskin fosse impotente e il matrimonio non consumato... al punto che Effie si innamorò di Millais, abbandonò il marito, fu giudicata una squilibrata dalla famiglia di Ruskin e sfornò otto marmocchi al pittore. Che da quel momento smise di fare il Preraffaellita e si beccò pure pesanti critiche da Ruskin per l’arte (vendetta, tremenda vendetta!).
1) Intanto: quanti e chi erano questi Preraffaelliti? Si fa sempre molta confusione su nomi e personaggi, esiste una lista completa di coloro che possono essere inseriti nella categoria?
Dobbiamo distinguere, come spesso avviene per i gruppi artistici, fra:
a) associati della prima ora,
b) associati più tardi o in forme meno impegnative,
c) personalità dello stesso periodo storico che abbiano influenzato il gruppo o ne siano stati influenzati.
Awakening of Coscience by William Holman Hunt |
Più tardi altri si unirono alla Confraternita, ma fra i nomi maggiori ricordiamo i pittori Edward Charles Hallé, Edward Robert Hughes, John William Waterhouse, Charles William Mitchell, Frederic Leighton.
Sono invece vicini, per stile e/o per temi, ma NON parte dei Preraffaelliti: Edmund Blair Leighton [sul blog l'abbiamo ampiamente incontrato in molti dipinti ed illustrazioni dei post sul corteggiamento e sul fidanzamento], Joseph Noel Paton, Frank Bernard Dicksee, John William Godward, John Brett.
Ognuno di questi ha punti in comune ma talvolta anche profonde differenze dai Preraffaelliti.
Bisogna poi citare un gruppo di artisti molto vicini alla Confraternita, che ad essa si unirono tardi o non si unirono per niente, ma che costituirono l’ossatura dell’Arts & Crafts Movement (per il quale rimando alla domanda 5): William Morris, Ford Madox Brown, Edward Burne-Jones i principali.
2) Il movimento pittorico dei preraffaelliti in quale periodo si è sviluppato, quando si può dire che è nato e quando si è estinto definitivamente?
La nascita della Confraternita risale al settembre 1848 ed è quindi una corrente artistica di periodo vittoriano. Come luogo di nascita, la casa dei genitori di Millais, in Gower Street, Londra.
I presenti all’evento furono Millais ed Hunt (già studenti presso la Royal Academy of Arts) e Dante Gabriel Rossetti. Nel corso dell’autunno si unirono gli altri quattro membri.
Ecce Ancilla Domini by Dante Gabriel Rossetti |
Nel ’54 il gruppo originario è ormai disperso, nel ’57 Rossetti comincia a costituire un secondo nucleo di più giovani adepti che continua a seguire fra anni ’60 e ’70.
3) Il nome Preraffaelliti è senz’altro singolare e richiama, a prima assonanza, quella del pittore italiano Raffaello. Assodato che non si tratta di una corrente pittorica di personaggi venuti prima di Raffaello che già sviluppavano il suo stile, esiste un nesso tra la corrente ottocentesca e il famoso artista nostrano oppure la derivazione è un’altra? Qual è la vera origine del nome che portano?
L’associazione non è del tutto scorretta.
Sebbene i Preraffaelliti si collochino ben oltre, cronologicamente parlando, Raffaello, quel “prima di Raffaello” si riferisce ai loro propositi artistici: la poetica formulata dai fondatori avrebbe dovuto infatti recuperare la maniera pittorica degli artisti precedenti il Sanzio (assunto a simbolo di una pittura d’indole classica e precedente del Manierismo).
Guardarono invece agli artisti quattrocenteschi italiani [L'Italia è rimasta talmente indietro che riesce quasi difficile che ci fosse un tempo in cui TUTTI si rifacessero all'Italia come al centro delle arti... sigh, come è triste il decadimento di un Paese...] – per dirne un paio: Beato Angelico e Perugino - e fiamminghi, ed in generale ad una (in buona parte utopica) rilettura del Medioevo.
4) Si parla spesso di una Fratellanza dei Preraffaelliti (Pre-raphaellites Brotherhood), ma si trattava di una società o qualcosa di simile? Esisteva proprio un ritrovo di artisti preraffaelliti oppure è solo un nomignolo inventato da critici e appassionati in epoca seguente?
Pre-Raphaelite Brotherhood, letteralmente Confraternita Preraffaellita, fu il nome scelto dai fondatori.
Proserpine by Dante Gabriel Rossetti |
Un primo punto di ritrovo fu la casa di Millais, come già annotato.
Le prime esibizioni furono invece alla Royal Academy e all’Hyde Park Corner e per un po’ pubblicarono la rivista The Germ.
La Confraternita è un caso di gruppo di artisti che si associarono volontariamente e si battezzarono da sé (caso non frequentissimo, se consideriamo molte avanguardie del XX il cui nome fu suggerito dalla critica) [beh, almeno erano abbastanza fantasiosi da trovare un nome inconsueto e che attira fans e curiosi].
5) Quale è stata la reale portata dell’arte prodotta dai Preraffaelliti e che impatto ha avuto sul mondo ottocentesco e vittoriano in cui è stata prodotta?
Domanda molto complessa, a cui cerco di rispondere con chiarezza e senza troppe digressioni.
I Preraffaelliti erano sicuramente anti-Accademici: nelle Accademie al tempo la pittura d’esempio poteva essere quella di Joshua Reynolds e tutto ciò che avesse un’impostazione classicheggiante. I nostri rifiutavano il tardo Raffaello, che accusavano di aver tradito la “verità” per la bellezza (d’essersi fatto manierista, insomma), e volevano recuperare ben altri esempi pittorici, quelli medievali e primo quattrocenteschi [spero non abbiamo ereditato anche le mancanze medievali, come la prospettiva inesistente, il cielo piatto e i nasi aquilini...].
Importante: parlo sempre in generale, ma ricordate che ogni artista ha anche un’autonomia, per cui le prime opere di Rossetti saranno sempre più “primitive” (da Basso Medioevo, diciamo) di quelle di tutti gli altri, quindi i termini e l’epoca di riferimento variano sensibilmente nell’interpretazione d’ognuno.
Erano comunque figli del proprio tempo (si veda la domanda 10).
NOTA di CRITICA ARTISTICA (ma in termini comprensibili):
Al di là del mio parere personalissimo (che prevede il prendermi gioco di Dante Gabriel), [cosa che non posso che approvare, visto che come ho avuto più volte modo di dire, non lo apprezzo molto come artista e, anzi, lo trovo addirittura inquietante, segno che se non fosse per il bene della conoscenza di sicuro non metterebbe piede su questo blog] entro nei miei (futuri) panni di critica d’arte per scrivere che dal punto di vista della storia dell’arte, i Preraffaelliti non sono certo dei rivoluzionari. I loro dipinti non sono dotati di “genio” (se per genio intendiamo la capacità di sovvertire ed innovare i termini stessi del discorso artistico di un’epoca, come può dirsi di Caravaggio o Cezanne), senza che questo nulla tolga all’abilità tecnica di alcuni – per esempio non c’è dubbio che, in ottica di iper-realismo, Millais non se la cavi affatto male.
The Lady of Shalott by William Holman Hunt |
“Arti minori” si definiscono, in rapporto alle arti maggiori (pittura, scultura, architettura), le cosiddette arti applicate: il produrre mobili, tappeti, oggetti d’uso quotidiano, gioielli, etc (tutto ciò, insomma, che ha un valore pratico e d’uso ben definito).
Prima dei Preraffaelliti e dopo la definizione dello status d’artista nel corso del Rinascimento, l’artista non era più l’artigiano: era più vicino al pensare che al fare, dato che il fare veniva giudicato uno “sporcarsi le mani”. Ergo, le arti minori/applicate/artigianali erano escluse dall’idea di arte alta e dagli studi estetici. Finché i nostri non recuperano l’idea di artista medievale, quindi anche artigiano, e questa concezione viene ereditata dalle Arts & Crafts (“Arti e mestieri”, appunto), movimento fondato da Morris e grande antecedente dell’Art Nouveau e dell’Art Deco.
Ora la bellezza può riguardare anche la tappezzeria della vostra casa, le posate con cui mangiate e così via: una bellezza alla portata di chiunque (sperava Morris) attraverso la nascente industria da produzione di massa.
Signori e signore, è nato il design!
(che non è Preraffaellita, ma diciamo che la Confraternita una spintarella gliel’ha data).
6) Erano apprezzati sia dal pubblico che dalla critica e, quindi, di successo?
Direi che hanno avuto sia buoni che cattivi momenti.
Fra i buoni momenti, è da segnalare la loro scoperta da parte di un critico, John Ruskin, piuttosto influente all’epoca e pronto ad apprezzare l’interesse dei Preraffaelliti per natura ed arte italiana. In più egli aveva già deplorato gli effetti della rivoluzione industriale e l’abbruttimento della società (era socialista utopico). Vedeva nell’artigianato medievale una forma di economia assai più sana del capitalismo, quindi la Confraternita non poteva che andargli a genio.
Fra i cattivi, sicuramente memorabile l’accusa di blasfemia guadagnata dal quadro di Millais “Cristo nella casa dei propri genitori": nel 1850, quando viene esposto, si attira addirittura l’ira di Charles Dickens!
Cristo nella casa dei propri genitoriby John Everett Millais |
Maria è così odiosa nella propria bruttezza che [...] avrebbe dovuto restarsene isolata come un Mostro, nei più vili cabaret di Francia, o nel più miserevole spaccio di gin in Inghilterra.
Altri videro invece nel dipinto una denuncia delle condizioni di vita negli slums, ma tanto fu il clamore che la regina Vittoria pretese il quadro a Buckingham Palace per vederlo di persona.
La Madonna dei Palafrenieri by Caravaggio |
Quest'opera, venne commissionata dalla Corporazione dei Palafrenieri, da cui prende il nome, per un altare (all'epoca era usanza che le Corporazioni abbellissero la chiesa "di rappresentanza" con simboli del loro commercio e della loro ricchezza).
Caravaggio, tuttavia, che era maestro estroso e creativo, compose un quadro per l'epoca assolutamente rivoluzionario che ritraeva una Maria in abiti da lavandaia popolana accanto ad una Sant'Anna vecchia e decrepita; Maria e Gesù, bambino ritratto nudo e col pisellino al vento come tutti i bambini dell'epoca, stanno schiacciando insieme una serpe, allegoria del Male, e pare quasi che sia la madre che sta insegnando al figlio la cosa.
Il quadro venne accolto malissimo nella Corporazione poichè venne giudicato blasfemo a causa degli abiti della Vergine, che non solo mettevano particolarmente in mostra un seno generoso, ma anche perchè erano poveri e la stessa Maria era ritratta con le fattezze di una donna qualsiasi, di carnagione normale con capelli scuri e mani grossolane.
Tutto questo cozzava terribilmente con le allora rappresentazioni sacre, che volevano la Vergine abbigliata da principessa, con vesti sontuose e diademi, mani e pelle diafana e occhi celesti e capelli chiari, cosa abbastanza improbabile, visto che Maria era ebrea, quindi con carnagione, occhi e capelli probabilmente scuri; i Vangeli inoltre ci riportano di una situazione economica non proprio "felice" della famiglia di Giuseppe, troppo povera per pagarsi un albergo la notte della nascita del figlio, sebbene discendente dalla stirpe di Davide.
Vi lascio affianco una rappresentazione del quadro che, come molte opere di Caravaggio, è sui toni scuri, vi consiglio quindi di allargare l'immagine cliccandovi sopra, altrimenti, se avete avuto la fortuna di vederlo di persona, rifatevi allamemoria di allora.
FINE DIGRESSIONE
Poi naturalmente furono attaccati dagli ambienti della Royal Academy ed accusati d’essere retrogradi e fondamentalmente bruttarelli da guardare. Più tardi la critica novecentesca li ha spesso dimenticati e solo negli ultimi decenni sono stati rivalutati, nell’ottica che già vi ho descritto per la domanda 5.
Da ricordare almeno la mostra, tenutasi questa primavera presso il MAR di Ravenna “I Preraffaelliti e il sogno del ‘400 italiano. Da Beato Angelico a Perugino, da Rossetti a Burne-Jones”:
http://www.museocitta.ra.it/mostre/mostre_passate/
http://www.beniculturali.it/
Segnalo anche uno sceneggiato per la TV prodotto dalla BBC nel 2006 ed ispirato all’omonimo libro di Franny Moyle: “Desperate Romantics” [Ma che è O.O? Desperate Housewives? Adesso scopriremo che in realtà i Preraffaelliti erano una confraternita di colf filippine...]. Non l’ho visto, ma ho la netta impressione, da quanto ne ho letto, che calchi la mano sugli aspetti drammatici della storia, a dispetto della veridicità [in effetti quelli della BBC tendono un po' troppo a romanzare le vicende, come hanno fatto nel caso di Isabella Beeton, sennò avrebbero avuto troppo poco da dire ^___^]
L’arte dei Preraffaelliti: canone e stile, soggetti e fonti d’ispirazione
7) Solitamente si parla di preraffaelliti come pittori: questa loro corrente artistica si è sviluppata in altri ambiti quali scultura, architettura, ecc. o è rimasta vincolata alla sola pittura?
Un ugonotto il giorno di S. Bartolomeoby John Everett Millais |
Rimando all’area “femminile” per maggiori delucidazioni su questo personaggio, ma segnalo già qui che le poesie della Siddal sono state recentemente tradotte in italiano per la prima volta da Conny Stockhausen nel volume “Il vero amore non ci è concesso”, Panda Edizioni.
Dell’unico scultore del gruppo originario, Woolner, non saprei citarvi mezza scultura, per intenderci.
Quanto agli sviluppi nelle arti minori, ne abbiamo già parlato nella domanda 5 (Burne-Jones, ad esempio, è l’autore del progetto per le vetrate della Christ Church di Oxford e d’altri edifici religiosi ed il gruppo lavorò anche per opere murali) [l'utile unito al dilettevole forse hanno dato a questo artista la possibilità di campare davvero del suo lavoro, lasciando anche a noi posteri qualcosa di diverso da una tela o una scultura, ammirabile ancora oggi. Forse per questo è quello che apprezzo di più, ha saputo combinare sogni e ambizione].
8) Nei dipinti preraffaelliti si possono riconoscere alcuni tratti comuni: quali erano i canoni tipici della pittura di questa fratellanza? Soggetti, tipo di pitture, caratteristiche fisiche della protagonista...
Qualcosa delle scelte dei Preraffaelliti l’abbiamo già messo in luce: ispirazione al Quattrocento italiano ed all’arte fiamminga, colori intensi e gusto per i particolari in alcuni casi, fino al vero decorativismo (The Lady of Shalott di William Holman Hunt), in altri più accento su caratteri primitivi (Ecce Ancilla Domini di Rossetti). Aggiungiamoci l’attenzione per il dato naturale, evidente nella compilazione quasi botanica (Ophelia di Millais) e nel gusto per scene rurali (contro il paesaggio industrializzato, come in Hireling Shepherd di Hunt).
Ophelia by John Everett Millais |
I'm half-sick of shadows, by John William Waterhousesaid the Lady of Shalott |
Da segnalare, fra le scelte stilistiche, un comune disinteresse per la prospettiva rinascimentale.
Per quanto concerne i colori, Hunt e Millais scelsero di dipingere con una tecnica che potesse esaltarne la luminosità: passaggi di pennello come veli sottili, glasse di colore reso quasi trasparente su una preparazione bianca della tela. E’ questo a creare quel “formicolio luminoso” sulle loro tele, quando i contemporanei usavano il bitume per rendere più scuri i propri dipinti.
9) Come è stata compilata la lista dei canoni di questa corrente artistica? Si è trattato di caratteristiche scelte dai pittori stessi a cui si sono scrupolosamente attenuti, magari ampliata in fase di lavoro o si tratta invece di un riassunto di quello che si può trovare nelle loro opere fatta da terzi in un periodo seguente?
Fin dalla loro fondazione, i Preraffaelliti scelsero di seguire quattro punti fondamentali per la propria arte e li formularono a chiare lettere:
1) avere idee genuine da esprimere;
2) studiare la natura per poter avere i mezzi d’esprimere tali idee;
3) approvare tutto ciò che semplice, serio e sincero nell’arte precedente [pre-Raffaello cioè], ad esclusione di quanto è convenzionale, parodia di se stesso ed imparato meccanicamente [ogni manierismo ed accademismo, quindi];
4) e, soprattutto, quanto più indispensabile, produrre attraverso questo buone statue e buoni quadri.
Non si trattava comunque di dogmi ed anzi ognuno era incoraggiato a sviluppare la propria individualità “romantica”, ma sempre all’insegna di un certo spiritualismo, al di là delle derive più realistiche di alcuni e più medievaleggianti d’altri.
Naturalmente l’incontro con Ruskin e le sue idee ha avuto parte nell’incoraggiare certe scelte a scapito d’altre, come sempre avviene quando un critico ci mette lo zampino, così come alcuni fra loro si limitarono ad avere una fase Preraffaellita senza concludere in essa la propria parabola artistica.
10) Alcuni temi ricorrono spesso, in particolar modo scene medievali ispirate dai poemi del ciclo arturiano (la Dama di Shalott) o favole di origine britannica (Lady Godiva, ad esempio) e nordica (le valchirie ricorrono frequentemente. Cosa puoi dirci al riguardo?
The Shrine by John William Waterhouse |
Infatti siamo proprio nell’epoca delle guerre d’indipendenza e della nascita dei primi nazionalismi: gran parte dei Paesi europei sono impegnati a riscoprire le proprie origini e queste vengono rintracciate nel Medioevo. L’epoca della nascita dei comuni sembra il precedente più diretto degli Stati nazionali, rispetto ai precedenti imperi sovranazionali. Quindi si crea un saldo legame fra patriottismo e revival medievale.
In più, come già si diceva con Ruskin, il Medioevo costituisce l’epoca che – con le dovute sviste storiche [come tutti quelli che si appellano ad un'epoca storica come fonte di ispirazione per una vita giusta, questa viene indorata a dovere, in modo da cancellarne gli errori grossolani, le mancanze, le ingiustizie. Lo hanno fatto i romani sia del Regno che dell'Impero, lo fece Carlo Magno e così anche gli imperatori del Sacro Romano Impero di Nazione Germanica, proseguendo con personaggi di piccolo calibro come Napoleone, Hitler o Mussolino] – i Preraffaelliti considerano sede di valori migliori di quelli del proprio tempo, capitalista ed industriale (quindi peggiore dal punto di vista sociale, spirituale e morale, oltre che artistico). Come altri fuggiranno nell’esotico (Gauguin ad esempio), i nostri fuggono nel passato [continuo a pensare che Gaugin sarebbe stato meglio come illustratore di cartoline turistiche per I Viaggi del Ventaglio, per quanto sia artista di talento proprio non mi va giù ¬_¬].
I Preraffaelliti e il ruolo femminile nell’arte e nella vita
11) Molto spesso nella cultura popolare si fa semplicisticamente riferimento a rosso preraffaellita per indicare tonalità di capelli particolarmente accese e una chioma rigogliosa: a che tonalità ci si accosta esattamente? E perché il rosso come colore di capelli era così importante per loro da essere il colore dominante nelle loro modelle?
Il capello rosso, fin dall’antichità, è stato al centro dell’attenzione. Un’attenzione guadagnata, inizialmente, soprattutto per la propria “esoticità”: con gli occhi degli abitanti del Mediterraneo, biondi e rossi erano senza dubbio strani ed inconsueti, barbari e selvatici (erano i colori delle popolazioni germaniche, come ben sappiamo).
Maddalena Penitente by Caravaggio |
D’altronde ancora oggi il rosso equivale a passione, no? L’analogia fra rosso di capelli e fuoco interiore ha sancito l’associazione con caratteri femminili forti, disinibiti, anche pericolosi. Nel Malleus Maleficarum, il trattato sulle streghe del XV secolo, i capelli rossi sono segni di vampirismo e magia.
Ora mettete assieme tutto questo con quanto detto sui temi Preraffaelliti: religiosità, cultura medievale...e aggiungeteci l’interesse per le figure femminili, sospese fra il bene (Maria) ed il peccato (Eva), un dualismo fra figure salvifiche e figure dannate, fra la donna come fonte di vita e la donna fonte di peccato (per il binomio Eros/Thanatos). Questo sarà accentuato soprattutto nel Decadentismo, ad esempio con la Giuditta di Klimt (ovvero: colei che seduce e uccide).
Insomma, capelli rossi come simbolo di fascino, anche perverso.
In più, ebbero a disposizione modelle dotate di una splendida chioma rossa!
[visti i recenti casi italiani di politici coinvolti, direi che è un bene che si siano limitati a modelle femmine, visto che il fascino del perverso esisteva anche all'epoca].
12) Visi noti si possono ritrovare in molti dipinti dello stesso autore o di autori diversi, ispirati quasi sempre dalla stessa modella (vedi Dante Gabriel Rossetti), il ruolo della donna quale ispiratrice era tenuto in considerazione? Quale ruolo avevano per gli artisti e per la Confraternita? Si suppone che artisti e modelle avessero un legame più profondo che oltrepassava il professionale, visto che i volti rappresentati erano quasi sempre gli stessi.
Le donne hanno avuto un grandissimo spazio presso i Preraffaelliti, per i motivi già sopra elencati: la donna è portatrice di valori ambigui, salvifici e perversi [oggi sarebbero spodestate dai trans], ma è anche la naturale protagonista del recupero di un Medioevo dominato da una più profonda spiritualità e dalle vicende dell’amor cortese e non.
A Mermaid by John William Waterhouse |
Ma non ci sono solo le donne dipinte!
Ci sono anche le donne reali, quelle che fecero parte della Confraternita, ne furono modelle ed anche oggetto di diverbi. Direi di farne un piccolo elenco:
- Elizabeth (Lizzie) Siddal, forse la più famosa.
Prima sarta, più tardi pittrice e poetessa (vedi domanda 7) ella stessa, la Siddal fu l’incarnazione della bellezza per molti Preraffaelliti e soprattutto per Rossetti di cui divenne moglie! (e una per Dante Gabriel, tenete il conto)
Sembra che avesse un gran caratterino, al punto da colpire anche Ruskin che scrisse a Rossetti per incoraggiarlo a sposare la povera ragazza (evidentemente già sedotta da tempo), ma quel gentiluomo aveva una paura matta di presentarla alla propria famiglia perché di umili origini.
Le continue scuse accampate dall’amato furono debilitanti per la povera Lizzie [casualmente di chi è la colpa?], che già soffriva di depressione (alcuni parlano di tubercolosi, aggravata dall’essere rimasta a mollo per il quadro di Millais dell’Ophelia, altri di anoressia): un bambino nato morto fu il colpo di grazia [poveraccia, ha avuto tutte le disgrazie: innamorata di un'artista che le contava un paio di palle e la cornificava alla grande, depressa, ammalata e con il suo povero figlio nato morto].
A Roman widow by Dante Gabriel Rossetti |
La cosa più inquietante è che l’agente di Rossetti, che l’aveva aiutato nell’impresa, dichiarò che il corpo di Lizzie era intatto... e che i capelli avevano continuato a crescere e crescere [Raperonzolo?] – va scritto che l’agente suddetto era ritenuto comunemente un bugiardo, eh.
- Fanny Cornforth, altra modella di Rossetti.
E...sua amante (e due)! Erano già stati amanti dal 1858 al 1860, durante un’assenza della Siddal, ma quando questa tornò e sposò Dante Gabriel, Fanny si fece moglie di un meccanico. Morta Lizzie, Fanny divenne la governante di casa Rossetti.
Era bionda, carnosa e pare piuttosto grossolana di modi ed idee, ma fu l’ultima donna di Rossetti, con la quale invecchiò e... ingrassò. Pare che entrambi fossero diventati tanto pingui da chiamarsi “elefante” e “rinoceronte”, affettuosamente [che romantici... quasi da diabete isatntaneo... sarà che a differenza di quella dei PR la mia vita sentimentale è un po' desolante e divento acida come una vecchia zitella].
- Jane Burden Morris, moglie di William Morris.
Dopo un’infanzia povera, si ritrovò a recitare ad Oxford, dove fu notata da Rossetti, Burne-Jones e Morris, impegnati a dipingere storie arturiane sulle pareti della biblioteca della Oxford Union. [graffittari?] Tale la sua bellezza che la vollero come modella (Rossetti per Proserpine ad esempio), ma lei e Morris s’innamorarono... Jane, che era di bassa estrazione, ricevette finalmente una vera educazione durante il fidanzamento, divorò libri in italiano e francese, divenne un’ottima pianista e si trasformò a tal punto che la definirono “regale”. Pare però che fosse diventata anche amante di Rossetti per un certo periodo (e tre!) [ale! ma questo non riusciva proprio a tenerselo nei pantaloni! Devo capire come mai gli artisti avevano così tanto successo con le donne].
- Christina Rossetti, sorella di Dante Gabriel [spero che almeno questa non se la sia fatta! Lo spero più che altro per una questione morale...]
Lilith by Dante Gabriel Rossetti |
Altra parentesi sulla famiglia Rossetti: se il padre era un italiano, la madre Frances Polidori era sorella di quel noto Polidori amico di Byron [quello che aveva scritto il primo racconto sul vampiro nella stessa occasione in cui era nata anche la figura di Frankestein; il mondo è piccolo].
- Annie Miller era descritta come una “sirena” e creò problemi fra Hunt e Rossetti, in competizione per averla come modella (e forse pure come amante) [ma va? Quando mai Rossetti era implicato con una donna?], al punto che la povera Lizzie Siddal scagliò fuori dalla finestra un dipinto di Dante Gabriel che ritraeva Annie... Hunt cambiò persino i connotati a Awakening Conscience dove l’aveva ritratta, non sopportando più di vedere l’amata in dipinto, dopo esser stato rifiutato!
Aggiungiamo poi Mary Kassavetti Zambaco, scultrice di origine greca, fu modella e amante di Burne-Jones finché la moglie di questi non scoprì una compromettente lettera ed impose al marito di troncare [la moglie è stata troppo buona, fossi io un calcio in uno stinco non glielo levava nessuno]; Alexa Wilding, amatissima per le chiome rosse che ne fecero una Lilith per Rossetti [anche lei sua amante?]; Mary Spartali Stillman, modella e pittrice di origini greche.
Infine, chiudiamo con Effie Gray, che fu moglie del critico “supporter” John Ruskin. Pare che il povero Ruskin fosse impotente e il matrimonio non consumato... al punto che Effie si innamorò di Millais, abbandonò il marito, fu giudicata una squilibrata dalla famiglia di Ruskin e sfornò otto marmocchi al pittore. Che da quel momento smise di fare il Preraffaellita e si beccò pure pesanti critiche da Ruskin per l’arte (vendetta, tremenda vendetta!).
La bella addormentata by Edward Burne-Jones |
* * *
Bene miei cari e mie care, spero che l'approfondimento sia stato istruttivo o pieno di curiosità, più qualche risata assieme alle mie cattiverie ben più che gratuite.
Vorrei ancora ringraziare Lhoss per tutta la ricerca che ha compiuto e per il grandoso lavoro che ci ha confezionato, tagliando e cucendo alla perfezione sulla lista di domande sceme che le avevo fornito e che ha splendidamente rispettato, soddisfacendo ogni mia curiosità in materia e, spero, anche le vostre.
Qualora ne aveste altre, vi invito a lasciare un commento o mandarmi una mail, vedremo di fare quel che potremo per tacitare ogni dubbio in materia.
A presto e buone vacanze!
Lhoss
Mauser
Vorrei ancora ringraziare Lhoss per tutta la ricerca che ha compiuto e per il grandoso lavoro che ci ha confezionato, tagliando e cucendo alla perfezione sulla lista di domande sceme che le avevo fornito e che ha splendidamente rispettato, soddisfacendo ogni mia curiosità in materia e, spero, anche le vostre.
Qualora ne aveste altre, vi invito a lasciare un commento o mandarmi una mail, vedremo di fare quel che potremo per tacitare ogni dubbio in materia.
A presto e buone vacanze!
Lhoss
Mauser
Come sempre sei troppo buona, cara!
RispondiEliminaOltre ad essermi utile per i miei studi, quest'excursus sui Preraffaelliti é stato più divertente a scriversi del previsto...giustamente gli aneddoti non influenzano il giudizio artistico su un'artista o un movimento, ma di aneddotistica ne era generoso anche il Vasari e, fuori dai testi specialistici, male non fa.
Dopo questa auto-riflessione, sappi che l'apparato d'immagini mi garba, l'impaginazione pure ed i commenti m'han fatto morire!
Precisazione a cui non avevo pensato: alla Oxford Library, Rossetti & Co. eseguirono degli affreschi, ma lavorarono un po'...ehm, non proprio come si deve, diciamo. Infatti trascurarono di stendere una mano di intonaco come base, con il risultato che il lavoro ebbe bisogno presto di restauri.
Per il resto, mi associo.
Chi ha domande, si faccia avanti! :)