Un capitolo interamente dedicato a questo argomento, più breve dei precedenti, nella speranza di fare un po' di chiarezza nel mare di dubbi e pregiudizi che lo circonda.
La pazzia che colpì Giorgio III è stata per lunghi anni materia di studio e di dibattito di esimi storici.
La tesi della porfiria
George III by Sir Joshua Reynolds |
Con le diagnosi di allora, le concezioni mediche moderne e diverse analisi effettuate sul cadavere del vecchio re, si è ormai certi che il disagio mentale del re fosse dovuto ad una particolare forma di porfiria, una malattia del sangue.
La malattia è stata desunta pochi anni fa in uno studio basato sul suo comportamento riportato dalle cronache del tempo e dalle testimonianze, soprattutto dei diplomatici: di fatto uno studio antropologico e sociologico più che medico, anche perchè di cartelle cliniche ovviamente non ne esistevano.
Anche conosciuta come malattia del vampiro, la porfiria nella forma di Giorgio III (porfiria acuta intermittente con sindrome neurologica) attacca i centri nervosi ed il cevello per l'eccessiva produzione di porfirine, le molecole create dall'emoglobina che a lungo andare diventano ovviamente tossiche e portano ad una serie di problemi difficili da affrontare durante il giorno se non sostenuti da un'intensa terapia a base di enzimi bovini.
Viene chiamata malattia del vampiro non perchè i freddi succhiasangue del folklore europeo sono tornati di moda grazie all'intuizione della Meyer, che ha proprio scatenato un autentico fenomeno vampiresco, ma poichè in alcune forme porta come segni evidenti del male pallore e colorito lattiginoso, occhi cerchiati, orbite segnate da capillari rossi e la perdita di quasi tutti i denti (solitamente rimangono i due canini, caratterizzati da una radice molto profonda), ecco quindi come la malattia abbia in parte contributo alla nascita della figura europea del vampiro e soprattutto del suo aspetto, alimentata da altri miti e forme di crudezza delle storie folcloristiche delle varie regioni.
La figura storica che invece ispirò ambientazioni e miti circa la cattiveria del vampiro, fu Vald III di Valacchia, detto l'Impalatore, figlio di Vald II Dracul, da cui prende il nome più famoso scelto da Bram Stroker per il suo personaggio.
Delle tre forme di porfiria conosciute sino ad oggi, si ritiene che il re avesse quella comunemente denominata come acuta intermittente, questo perchè in altri casi la malattia sarebbe dovuta essere manifesta anche in antenati o discendenti, cosa che invece non si è verificata.
Portrait of George III in his Coronation Robes by Allan Ramsay |
La constatazione ha portato anche ad una serie di considerazioni circa la legittimità di Giorgio e/o dei suoi nipoti o di tutti insieme, se preferite essere romantici e credere nelle storie di bastardi reali, in tutti i sensi, ma non sarebbe neanche la prima volta, basta vedere il caso del re Macellaio della casa Savoia (quindi Made in Italy) e di molti altri, visto che la storia e le case reali sono costellate di figli illegittimi la cui condizione di nascita viene considerata legittima per non suscitare scandali e polemiche.
I discendenti dei reali più prolifici, quelli che sfruttavano grandemente a loro posizione per godere dei diritti che ne derivavano, compreso quello di poter alzare le gonne ad ogni ragazza nelle vicinanze, probabilmente sono ancora sparsi per i paesi d'Europa senza sapere di essere pronipoti di Carlo II, Giorgio I, Federico di Prussia o Bonaparte.
L'abuso di arsenico e l'intossicazione farmacologica
La diagnosi della pazzia emersa a causa di porfiria non è comunque unanime e vi sono correnti di pensiero che riconducono l'infermità mentale del sovrano ad un abuso di arsenico, una sostanza all'epoca molto presente nella vita delle persone, sfortunatamente anche tossica. A sostenere questa variante sono alcuni studi fatti dall'Università del Kent, che hanno trovato elevate percentuali di arsenico in un campione di capelli prelevato al cadavere. È da escludere un avvelenamento doloso, più probabile l'ipotesi di un'intossicazione farmacologica graduale e continuata, ad esempio con l'utilizzo giornaliero di arsenico per le proprietà che gli si attribuivano.
La ricerca è stata esposta sul periodico di approfondimento scientifico Le Scienze.
Portrait of George III by Thomas Gainborough |
Riguardo la follia di Giorgio III, molto si è scritto e detto, in particolare è da segnalare lo spettacolo teatrale intitolato La pazzia di Re Giorgio, scritto da Alan Bennett, autore anche del famoso La sovrana lettrice (su Elisabetta I); la piece teatrale è stata poi trasposta in lungometraggio nel 1995, con un film diretto da Nicholas Haytner dal titolo omonimo.
aNobii - La pazzia di Re Giorgio
MyMovies - La pazzia di Re Giorgio
Questo è quanto fino ad ora sono riuscita a racimolare circa Giorgio III, re del Regno Unito; considerata la mole di materiale, spero almeno che l'approfondimento sia stato interessante, altrimenti per tre interi post vi siete dovuti sorbire un'avvicendarsi di date e cifre riguardanti un personaggio che vi stava veramente antipatico o, cosa ancora più probabile, di cui non ve ne fregava assolutamente niente.
Dalla prossima settimana cercherò di essere più snella nei miei approfondimenti e di tornare all'originale filosofia sulle biografie di personaggi un po' meno famosi; ringrazio Sara per lo spunto che mi ha fornito ed esorto ancora una volta chi legge ad esprimere eventuali dubbi o richieste di approfondimenti: da parte mia cercherò di fare il possibile per incastrare le vostre curiosità coi post che ho in agenda, naturalmente sempre tempo e lavoro permettendo.
Credo proprio che adesso me ne andrò a dormire, dopo un matrimonio con pranzo di 5 ore ho bisogno di riposare i piedi ridotti a due fette di prosciutto.
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