Poichè altre parole sarebbero inutili, passo direttamente a presentarvi il brano, ricordo che i commenti contenuti tra {} sono opera mia (Mauser), tutto il resto è frutto del lodevole zelo di Anna.
* * *
Chiunque sia interessato a storia e cultura del XIX secolo non potrà non aver notato quale straordinario affollamento di pazzi e criminali conti quest’epoca.
Anzi, sembra proprio che sia nel corso del 1800 che l’interesse per la criminalità si fa tanto acuto. Azzardo, ad occhio e croce, un paio di possibili cause: da una parte lo sviluppo delle città europee toccate dalle rivoluzione industriale, dall’altra il progresso dei media.
Nel primo caso, immaginate quali fossero le condizioni di una popolazione in crescita in una città come Londra: i famosi slums del proletariato industriale non sono forse la scena perfetta per il proliferare di piccoli e grandi criminali, spesso tali per necessità?
Basta leggere i romanzi di Charles Dickens per scoprire gli straordinari ritratti di quest’umanità ed incontrare, accanto agli onesti Stephen Blackpool (da Hard Times, 1854), gli sfruttatori come Fagin (da Oliver Twist, 1839).
Anzi, sembra proprio che sia nel corso del 1800 che l’interesse per la criminalità si fa tanto acuto. Azzardo, ad occhio e croce, un paio di possibili cause: da una parte lo sviluppo delle città europee toccate dalle rivoluzione industriale, dall’altra il progresso dei media.
Nel primo caso, immaginate quali fossero le condizioni di una popolazione in crescita in una città come Londra: i famosi slums del proletariato industriale non sono forse la scena perfetta per il proliferare di piccoli e grandi criminali, spesso tali per necessità?
Basta leggere i romanzi di Charles Dickens per scoprire gli straordinari ritratti di quest’umanità ed incontrare, accanto agli onesti Stephen Blackpool (da Hard Times, 1854), gli sfruttatori come Fagin (da Oliver Twist, 1839).
Per quanto riguarda i media, invece, è proprio fra la fine del 1700, grazie anche all’attività pubblicistica incoraggiata dalla rivoluzione francese, e l’inizio del nuovo secolo che si moltiplicano quotidiani e riviste illustrate. Il tutto destinato ad un pubblico che scopre il fascino della cronaca nera accanto a quello per pizzi e merletti.
Chissà quante signorine, pur di buona famiglia, sbirciavano articoli di cronaca per il brivido del proibito e dell’orrendo che qualunque buon lettore di horror conosce! (la sottoscritta, in qualità di fifona, si dissocia), {l'altra sottoscritta, cioè Mauser, si dissocia anch'essa, visto che lo splatter non fa proprio per lei e ci tiene a sottolinearlo}.
Stampa raffigurante le 27 aree del cervello con immagini esplicative (ingrandendo potrete cogliere maggiori dettagli) |
Protagonista delle cronache prima e del cinema più tardi, Jack lo Squartatore è forse ormai il simbolo universale di una criminalità che ha perduto sensatezza: i terribili omicidi nel quartiere di Whitechapel non avevano altra ragione che la follia dell’esecutore.
In questo mondo di crinoline e coltellacci, comincia ad emergere il desiderio di un approccio più scientifico al problema del crimine.
Vi siete mai chiesti perché Sherlock Holmes ebbe un tale successo?
Perché è un po’ il dottor House di fine ‘800 {Gli autori del personaggio hanno affermato di essersi ispirati proprio al celebre detective per la creazione del loro personaggio che ha molto in comune con l’investigatore inglese, metodio scientifico e conoscenze anatomiche in primis}.
Ovvero il tipo di persona, magari non dotata di un carattere meraviglioso e con seri problemi di dipendenza (Holmes fa uso di cocaina e morfina), ma che sembra davvero sapersela cavare quando si tratta di misteri e delitti. Risolti con rigorosa scientificità.
Insomma, dalla prima apparizione nel 1887, Sherlock Holmes è l’eroe della criminologia, cioè dello studio scientifico del crimine.
L’atteggiamento scientifico nei confronti del mondo e dell’essere umano è agli albori anche della frenologia. “Frenologia” ha etimologia greca e significa, letteralmente, “studio della mente”.
Un medico tedesco, Franz Joseph Gall (1758-1828) cominciò ad interessarsi alla possibilità di una correlazione fra la forma del cranio umano e le disposizioni del suo possessore.
Insomma, una sorta di “dimmi com’è il tuo cranio e ti dirò chi sei”.
Per Gall, in verità, non era tanto importante quali protuberanze e quali avvallamenti potesse avere un cranio, ma l’idea che la scatola potesse dare informazioni sul contenuto: in altre parole, che se il tuo cranio è a pera, anche il tuo cervello deve seguire quella forma.
Il diverso sviluppo delle aree del cervello, denunciato dalla forma del cranio, è per Gall responsabile del carattere di ogni essere umano: ad ogni area corrisponde una particolare funzione.
Alienato con monomania del furto (cleptomania) by Theodore Gericault |
La grande differenza con gli studi contemporanei è che nell’elenco delle ben 27 aree del cervello individuate da Gall ci sono anche quella dedicata a “gentilezza, benevolenza, compassione, senso morale” ed un’altra a “senso di proprietà, avidità, tendenza all’appropriazione”.
Ecco la lista completa compilata al termine delle sue ricerche al riguardo:
1. Istinto di riproduzione (situato nel cervelletto)
2. Amore per la propria prole.
3. Affetto e amicizia.
4. Istinto di autodifesa e coraggio; tendenza a fare a botte.
5. Istinto carnivoro; tendenze omicide.
6. Astuzia, acume; furbizia.
7. Senso della proprietà; tendenza ad accumulare (negli animali); avidità; tendenza al furto.
8. Orgoglio, arroganza, sicumera; amore per l’autorità; superbia.
9. Vanità, ambizione, amore per la gloria (una qualità “benefica per l’individuo e la società”)
10. Circospezione e prudenza.
11. Memoria delle cose e dei fatti; educabilità, perfettibilità.
12. Senso dei luoghi e delle proporzioni spaziali.
13. Memoria per i volti.
14. Memoria per le parole.
15. Senso della parola e del linguaggio.
16. Senso del colore.
17. Senso del suono e della musica.
18. Senso della connessione tra i numeri.
19. Senso della meccanica, della costruzione; talento architettonico.
20. Sagacia comparativa.
21. Senso della metafisica.
22. Senso della satira.
23. Talento poetico.
24. Gentilezza; benevolenza; compassione; sensibilità; senso morale.
25. Facoltà di imitare.
26. Organo religioso.
27. Fermezza di intenti; costanza; perseveranza.
Il balzo alla frenologia nella sua accezione più popolaresca e da salotto, quel “dimmi com’è il tuo cranio e ti dirò chi sei”, è quindi semplicissimo.
Perché basta ridurre le teorie di Gall ad un generico principio per cui, se sei un criminale, lo sei per conformazione del tuo cranio (quindi per dote innata e non per scelta!) e di conseguenza sei anche riconoscibile. Oltre che condannato alla tua identità delinquente fin dalla nascita.
E’ ora il momento di sottolineare che la frenologia è una pseudoscienza.
Oggi non le si riconosce la dignità di uno studio scientifico accurato e per quanto abbia punti di contatto, soprattutto nell’originale formulazione di Gall, con la neurofisiologia, sappiamo che non basta un mento sporgente a fare di qualcuno un criminale {e meno male!}.
La frenologia è infatti strettamente imparentata (diciamo pure nipotina) alla più ampia pseudoscienza conosciuta come fisiognomica (sempre dal greco, “conoscenza dall’aspetto fisico”). Questa funziona proprio come la frenologia, ma allarga il proprio campo all’intera apparenza dell’individuo, cercando di rintracciare i caratteri tipici del ladro, della prostituta, etc. Non a caso quest’atteggiamento è detto, nello specifico, fisiognomica “predittiva”, perché tenta di predire, a partire da un’osservazione fisica, il comportamento dell’individuo.
La fisiognomica ha una lunga, lunga storia, che nasce nell’Antica Grecia, già con Aristotele, ma prima ancora con il principio della kalokagathia (contrazione del greco “kalòs kai agathòs”): ciò che è bello è anche buono. Per questo déi ed eroi sono bellissimi, proporzionati.
Di conseguenza, ciò che è brutto è invece malvagio.
Non è ancora il principio che adottiamo oggi giorno? {altrochè! Pensiamo a tutti i cattivi orripilanti e paurosi dell’infanzia, ai kattivoni col cappello nero e il volto coperto, spesso sfigurati, spesso mutilati, spesso deformi, brrr...}
In un vicolo scuro, ci spaventa più un bel ragazzo o un vegliardo sfigurato?
Basta guardare un po’ al cinema, dove i cattivi son spesso anche terribili alla vista, oppure ai cartoni animati (buona parte dei villains della Disney è caratterizzata da tratti spigolosi ed aguzzi e colori scuri) e, naturalmente, alla letteratura dell’orrido.
Dracula (1897) di Stoker, prima che finisse glitterato dalla Meyer {sigh, questa cosa dello sbrilluccicoso non mi è mai andata giù, che s'era fumata la Meyer per piazzarci un'idea strampalata come quella? Ne facevamo volentieri a meno}, era brutto. Ma brutto sul serio.
La creatura del dottor Frankenstein (1818 prima edizione) di Mary Shelley è altrettanto orrenda e sgraziata.
Ecco la lista completa compilata al termine delle sue ricerche al riguardo:
1. Istinto di riproduzione (situato nel cervelletto)
2. Amore per la propria prole.
3. Affetto e amicizia.
4. Istinto di autodifesa e coraggio; tendenza a fare a botte.
5. Istinto carnivoro; tendenze omicide.
6. Astuzia, acume; furbizia.
7. Senso della proprietà; tendenza ad accumulare (negli animali); avidità; tendenza al furto.
8. Orgoglio, arroganza, sicumera; amore per l’autorità; superbia.
9. Vanità, ambizione, amore per la gloria (una qualità “benefica per l’individuo e la società”)
10. Circospezione e prudenza.
11. Memoria delle cose e dei fatti; educabilità, perfettibilità.
12. Senso dei luoghi e delle proporzioni spaziali.
13. Memoria per i volti.
14. Memoria per le parole.
15. Senso della parola e del linguaggio.
16. Senso del colore.
17. Senso del suono e della musica.
18. Senso della connessione tra i numeri.
19. Senso della meccanica, della costruzione; talento architettonico.
20. Sagacia comparativa.
21. Senso della metafisica.
22. Senso della satira.
23. Talento poetico.
24. Gentilezza; benevolenza; compassione; sensibilità; senso morale.
25. Facoltà di imitare.
26. Organo religioso.
27. Fermezza di intenti; costanza; perseveranza.
Il balzo alla frenologia nella sua accezione più popolaresca e da salotto, quel “dimmi com’è il tuo cranio e ti dirò chi sei”, è quindi semplicissimo.
Perché basta ridurre le teorie di Gall ad un generico principio per cui, se sei un criminale, lo sei per conformazione del tuo cranio (quindi per dote innata e non per scelta!) e di conseguenza sei anche riconoscibile. Oltre che condannato alla tua identità delinquente fin dalla nascita.
Alienata con monomania d'invidia by Theodore Gericault |
Oggi non le si riconosce la dignità di uno studio scientifico accurato e per quanto abbia punti di contatto, soprattutto nell’originale formulazione di Gall, con la neurofisiologia, sappiamo che non basta un mento sporgente a fare di qualcuno un criminale {e meno male!}.
La frenologia è infatti strettamente imparentata (diciamo pure nipotina) alla più ampia pseudoscienza conosciuta come fisiognomica (sempre dal greco, “conoscenza dall’aspetto fisico”). Questa funziona proprio come la frenologia, ma allarga il proprio campo all’intera apparenza dell’individuo, cercando di rintracciare i caratteri tipici del ladro, della prostituta, etc. Non a caso quest’atteggiamento è detto, nello specifico, fisiognomica “predittiva”, perché tenta di predire, a partire da un’osservazione fisica, il comportamento dell’individuo.
La fisiognomica ha una lunga, lunga storia, che nasce nell’Antica Grecia, già con Aristotele, ma prima ancora con il principio della kalokagathia (contrazione del greco “kalòs kai agathòs”): ciò che è bello è anche buono. Per questo déi ed eroi sono bellissimi, proporzionati.
Di conseguenza, ciò che è brutto è invece malvagio.
Non è ancora il principio che adottiamo oggi giorno? {altrochè! Pensiamo a tutti i cattivi orripilanti e paurosi dell’infanzia, ai kattivoni col cappello nero e il volto coperto, spesso sfigurati, spesso mutilati, spesso deformi, brrr...}
In un vicolo scuro, ci spaventa più un bel ragazzo o un vegliardo sfigurato?
Basta guardare un po’ al cinema, dove i cattivi son spesso anche terribili alla vista, oppure ai cartoni animati (buona parte dei villains della Disney è caratterizzata da tratti spigolosi ed aguzzi e colori scuri) e, naturalmente, alla letteratura dell’orrido.
Dracula (1897) di Stoker, prima che finisse glitterato dalla Meyer {sigh, questa cosa dello sbrilluccicoso non mi è mai andata giù, che s'era fumata la Meyer per piazzarci un'idea strampalata come quella? Ne facevamo volentieri a meno}, era brutto. Ma brutto sul serio.
La creatura del dottor Frankenstein (1818 prima edizione) di Mary Shelley è altrettanto orrenda e sgraziata.
Alienato con monomania del gioco by Theodore Gericault |
Purtroppo la fisiognomica ha giocato un pessimo ruolo nell’antisemitismo fra XIX e XX secolo, quando si argomentava l’inferiorità delle razze con tratti fisionomici rivelatori: il naso adunco, ad esempio, è tipico di tantissime caricature sugli ebrei e ritenuto simbolo della loro (altrettanto mitologica e pregiudiziale) rapacità. Una ragione in più fra le tante, ma tutte pessime, che hanno condotto all’Olocausto, figlio anche dell’efficace propaganda contro il “tipo ebraico” {assolutamente d’accordo, specie se si considera che nessuno si sceglie come diventare, se avere naso aquilino, occhi larghi, labbra sottili, ecc.}
Tornando un po’ indietro, ad argomenti meno complessi e più attinenti ai nostri scopi, frenologia e fisiognomica sono state davvero un argomento brillante per i salotti ottocenteschi.
Un brevissimo elenco d’uso letterario del tema conta:
- in generale i lavori di Charlotte ed Anne Brontë, di Edgar Allan Poe, di Arthur Conan Doyle e di Thomas Hardy dove vi sono svariati accenni e teorie;
- Moby Dick (1851) di Herman Melville, dove il narratore Ismaele si definisce un frenologo dilettante;
- Le avventure di Huckleberry Finn (1884) di Mark Twain, dove il Duca, un imbroglione di professione, vende “consulti frenologici”;
- Il ritratto di Dorian Gray (1890) di Oscar Wilde, chiaramente debitore dell’analogia fra fisionomia e vizio o virtù;
Ma veniamo ora all’ultimo elemento che ritengo particolarmente interessante.
Grazie alla fotografia (i cui due procedimenti degli albori furono presentati a Parigi e Londra nel 1839), si apriva la possibilità di archiviare, catalogare e conservare la varia realtà del mondo, dalle piante ai criminali.
Alienato con monomania della violenza sui bambini by Theodore Gericault |
Prima come informatore, poi alla testa di una “squadra speciale” costituita da ex-detenuti che combattono il crimine con metodi non esattamente ortodossi. Fra questi la raccolta di fotografie di prostitute, criminali sessuali e viziosi in genere.
Nel 1883, Alphonse Bertillon, ufficiale della polizia francese, dopo aver ereditato il patrimonio fotografico di Vidocq, adotta il bertillonage – così battezzato in suo onore: siamo alla scheda segnaletica della polizia, composta dal rilievo delle impronte e dalle foto fronte e profilo del criminale.
Altro devoto alle pratiche della schedatura è infine Cesare Lombroso (1835-1909), antropologo e criminologo italiano. Lombroso applicò sistematicamente i principi della fisiognomica, schedando fotograficamente detenuti e “alienati” (cioè i rinchiusi nei manicomi: epilettici, isteriche, etc).
Nel 1898 inaugurò a Torino un museo di psichiatria e criminologia, dal novembre 2009 finalmente riaperto al pubblico
Link del museo: http://www.museounito.it/lombroso/default.html
Proprio come suggerito da Gall, Lombroso studiò le forme del cranio dei suoi pazienti, allestendo anche una collezione di crani e maschere funerarie di condannati, fino alla formulazione di testi come “Genio e follia”, che potrete leggere qui: http://www.braidense.it/scaffale/geniopremessa.html
Fotografia di Cesare Lombroso |
Se non altro per gustarvi l’appendice con le misure del cranio di Dante, Petrarca, Foscolo ed altri!
{la cosa che dirò è estremamente sessista, però a quanto pare non sono solo "certe" misure a contare, a quanto pare i numeri di testa e intelligenza, sempre così bistrattati, contano davvero qualcosa! Scusate, sfogo prettamente femminista, torno a vegetare estasiata con le parole di Lhoss}.
Tra l’altro Lombroso è oggetto di pesanti critiche (http://www.nolombroso.org/), soprattutto per l’aver studiato in gran numero briganti dell’Italia meridionale, formulando ipotesi di “tratti atavici di degenerazione. Insomma, avvicinandosi a quelle pericolose conclusioni cui accennavamo più sopra col problema dell’anti-semitismo e del pensiero razzista.
Si chiude quindi il cerchio: avevo esordito proprio con la criminalità ottocentesca, termino ora con il criminologo Lombroso, sperando che questo piccolo viaggio nella fisiognomica non vi abbia annoiato.
Ah, una piccola chicca: anche il pittore francese Théodore Géricault (1791-1824) si interessò ai tipi umani e dedicò agli alienati di un manicomio una serie di dieci ritratti, dove dai tratti fisionomici sembrano emergere le tracce della disposizione caratteriale e criminale. Fra gli altri figurano: la monomania del gioco, la cleptomania e l’assassinio.
Si chiude quindi il cerchio: avevo esordito proprio con la criminalità ottocentesca, termino ora con il criminologo Lombroso, sperando che questo piccolo viaggio nella fisiognomica non vi abbia annoiato.
Alienato con monomania del comando militare by Theodore Gericault |
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Non posso che ringraziare infinitamente Anna per lo splendido lavoro di cui ci siamo deliziati e con cui siamo diventati un po' più colti.
Nel caso foste interessati ad approfondire ulteriormente l'argomento, fateci sapere così che io possa nuovamente appellarmi al buon cuore di Lhoss perchè ci illustri anche i dettagli omessi nel suo scritto.
A presto e buona serata
Non potrei non commentare :D
RispondiEliminaRinnovo anche qui i miei ringraziamenti per la bella occasione offertami ed approvo in toto il corredo di immagini e la formattazione del testo.
Hai messo in rilievo proprio i punti fondamentali, quindi sono più che soddisfatta.
E giuro che mi farò un avatar decente.
Davvero interessate!
RispondiEliminaAvevo già sentito nominare la fisiogomica dall'insegnante di filosofia ma deo averla relegata nell'angolo del cervello adibito alle definizione di parole da cruciverba.
Adesso si spiegano molte cose: la mia zona del senso di satira deve essere talmente ingombrante da sbilanciare l'equilibrio dell'intero sistema. Correrò ai ripari. Grazie
A presto
Lalla
Beh Lalla, almeno tu ne avevi sentito parlare... la sottoscritta, che di ore di filosofia ne ha fatte la bellezza di 0, non sapeva neanche quello ç_ç
RispondiEliminaAl primo impatto la mia bassa cultura mi ha concesso che fosse la filosofia dei sette nani...
beh sicuramente Dotto sarebbe davvero onorato di avere una branca della scienza tutta per se.
RispondiEliminaProbabilmente solo Brontolo se ne avrebbe a male, ma tanto lui è sarebbe scontento in ogni caso quindi nessun problema.
Ringrazio sentitamente per l'approfondimento chiaro ed esauriente (almeno per noi che eravamo a digiuno dell'argomento), e permettetemi di ringraziare anche me per aver osato proporlo, non sapete quant'è che volevo farlo!!! Grazie ad entrambe :-)
RispondiEliminaChe ti serva di lezione per non tacere più così a lungo le tue curiosità a riguardo ^___^
RispondiEliminaConcordo, s'ha da ringraziare Claudia per avere offerto l'occasione :D
RispondiEliminaLieta di essere stata una lettura interessante per tutte voi!
Molto interessante! Posso chiedervi se siete a conoscenza di qualche caso di criminologia risolto proprio grazie alle ricerche nel campo della frenologia e della fisiognomica?
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