31 gennaio 2010

Dillo con un fiore

Ovvero: il significato dei fiori in epoca vittoriana.

Ecco un piccolo prontuario con il significato che veniva attribuito ai fiori nei secoli passati.
In epoca antica, infatti, i fiori erano molto presenti nelle case delle persone, molto più di adesso.
La motivazione è da ricercare nel fatto che le case erano spesso circondate dal giardino dove le signore potevano reperire fiori freschi tutti i giorni.


Essi adornavano le stanze, in particolare sale da pranzo, studi (ricordate quando Sissi va a sostituire le rose fresche nello studio di rappresentanza di Franz), toelette, camere da letto e così via.

Nelle grandi città, inoltre, l'importazione dei fiori era giornaliera e seguiva diversi canali, i più belli venivano scelti personalmente dai fioristi, mentre quelli scartati venivano spartiti dai mendicanti e dai bambini che li vendevano per le strade per pochi penny.

In particolare, Eliza Doolittle, la protagonista di My fair lady, vende fiori per la strada ed è proprio così che incontra il professor Higgins, studioso di lingua, che decide di prenderla sotto la sua ala ed insegnarle dizione e fonetica.

Anche Emma, la protagonista dell'omonimo manga di Kaoru Mori, prima di diventare la cameriera e dama di compagnia di Mrs Stoner, da bambina vendeva fiori per strada.

I gentiluomini, inoltre, regalavano in continuazione rose e fiori alle proprie amate come segno d'amore e di galanteria e come ringraziamento per feste e balli.

Senza contare che mazzolini di fiori erano utilizzati per la danza del cotillon, uno dei balli più in voga a metà Ottocento, e alcuni erano appuntati al petto o all'occhiello per le occasioni formali. Se avete visto i film di Poirot con David Suchet, che recentemente stanno replicando su Rete4, vi ricorderete senz'altro del piccolo mazzo che lui tiene sempre appuntato sulla giacca ^_^

Ma torniamo al nostro prontuario, ecco la lista, se volete fare colpo sulle vostre fidanzate, ragazze o mogli, questa è una strada romantica.
Spero di esservi utile ^_^

Narciso
Simbolo di amore, ideale per persone conosciute da poco senza troppe pretese e significati nascosti (è abbastanza casto), ma è sconsigliabile la versione dai colori chiassosi.


Girasole
Adorazione. È un regalo ideale sia per persone conosciute da poco, ma su cui si vuole fare colpo, e anche per conoscenze di vecchia data. Non rappresenta necessariamente un pegno d'amore, ma vale anche per l'amicizia. In uso anche tra le coppie sposate.

Non ti scordar di me
Come dice il nome, è un simbolo di rimembranza per ricordarsi di qualcuno che non vuole essere dimenticato: ammiratori respinti, facce nuove che si potrebbero confondere tra i molti conosciuti ecc.

Croco

Rappresenta il desiderio di andare oltre la semplice conoscenza formale, di approfondire il rapporto. Il regalo di questo fiore deve essere fatto con oculatezza perchè ha anche significati e sottintesi sessuali abbastanza conosciuti, avete presente il significato di approfondire la
reciproca conoscenza... quindi occhio! Qualcuno potrebbe capire male (o troppo bene >_>) e rifiutare il mazzo.

Begonia
Ti penso in continuazione. È la rappresentazione della propria devozione ad una donna. Generalmente è un fiore che si regala alle donne nubili ed, essendo molto appariscente come forma, non bisogna eccedere nei colori troppo sgargianti.

Edera
Ispirazione. È una pianta che ev
oca arte e poesia, ma va regalata con parsimonia perchè non tutte le ragazze l'apprezzavano, alcune preferivano i complimenti più diretti.
L'edera andava regalata solo a persone particolarmente intellettuali, a zitelle e donne avanti con gli anni (magari vedove). Però era molto ben accetta in mazzi e composizioni.

Aster (o Astro, anche conosciuta come Rudbeckia)
Incoraggiamento. Questo genere di fiore rappresentava sia un incoraggiamento nella relazione o nel corteggiamento, accettare i fiori da parte di una donna equivaleva ad accettare il corteggiatore o a continuarlo, nel caso non si fosse ancora espressa una opinione al riguardo.

Attenzione da parte dell'uomo o della donna a non passare o accettare riferimenti sessuali più o meno espliciti, o almeno a non lasciarlo credere a quelli che si conoscono.

Zenzero
strano ma vero, in passato lo zenzero non era considerato solo una spezia da servire con le portate, ma una pianta da regalare alle signore, anche per il profumo che emanava.
Lo zenzero era simbolo di fierezza e orgoglio, serviva per tenere a distanza un determinato tipo di interessamento oppure per un rapporto con un certo grado di
complicità o un gioco tra gli innamorati, ricordiamoci che era inconsueto per l'epoca avere un rapporto di parità tra i sessi e una donna che si mostrava fiera rifiutando quel dono o un uomo che glielo faceva notare erano parte del gioco dell'amore... le cose potevano cambiare durante il fidanzamento e il matrimonio.

Erica della brughiera
Simbolo di solitudine, essa era regalata all'amata anche per sottolineare la solitudine del cuore dell'uomo in mancanza della compagnia della fanciulla. Regalo adatto per ogni età, ma soprattutto per persone piuttosto serie e non troppo spensierate.

Peonia
È un fiore regalato per augurare una pronta guarigione. Valeva anche per indisposizioni o anche malattie più gravi. Si tratta di un fiore molto bello da tenere sui comodini accanto al letto di un'ammalata.

Speronella
Anche se non si tratta di un fiore bellissimo come altri, è il simbolo della grazia. Si regalava ad esempio dopo un ballo o un incontro dove si poteva sottolineare la grazia dell fanciulla nei movimenti e nei lineamenti.

Calla
Simbolo di regalità. Un fiore regalabile a chiunque, ma attenzione che il destinatario dei fiori non lo interpreti come un modo di sottolineare la sua alterigia (decisamente poco apprezzabile). Era un regalo ideale per persone di un certo rango, di sicuro le signorine Bennett non erano le prime destinatarie di questo fiore sulla lista.


Ochidea
Simbolo per eccellenza di bellezza raffinata (a volte un po' sopra le righe). Era apprezzato da tutti, ma qualcuno lo potrebbe considerare un po' pacchiano.

Tulipano
Questo fiore era regalato alle persone care, l'amore poteva essere solo uno dei sentimenti implicati nel dono di questa pianta, ma erano contemplati anche amicizia, affetto filiale ecc. Ottimo regalo per felicitarsi con le sorelle o le parenti per fidanzamenti e nascite e così via.


Zinnia
Simbolo di amicizia, era un regalo assolutamente innocente, ma l'eccessivo protrarsi poteva portare a qualche chiacchiera (come se Gilbert Blythe da Anna dai verdi abbaini avesse regalato questo fiore proprio ad Anna...).

Fiori d'arancio
Anche se al giorno d'oggi vengono considerati il simbolo del matrimonio, questo significato deriva dal fatto che fossero in origine considerati il simbolo della fertilità.
Naturalmente non andavano regalati a donne non sposate e anche nel caso ci fossero nubi
li incinte (quale scandalo!) era di cattivo gusto sottolineare la cosa.

Margherita
Innocenza. Era utilizzato per vincere la ritrosia della fanciulla, se essa non si fosse accorta delle attenzioni dell'uomo o della sua passione.

Fiordaliso
È simbolo di anticipazione, per un evento, per un incontro o per sollecitare un nuovo appuntamento. Rappresenta un certo coinvolimento tra chi si scambia questo tipo di fiore.

Papavero
Consolazione. Si mandava in occasione di eventi poco felici o per far rifuggire la solitudine della signora.

Fiori di melo

Serviva per esprimere ad una donna la propria preferenza verso di lei. In città era considerato un regalo piuttosto campagnolo, ma nell'entroterra esso era molto apprezzato, soprattutto negli strati più bassi della popolazione che godevano anche dei fiori più semplici e quotidiani.

Asfodelo
Fiore dal triste significato che, richiamando alcune rime romantiche, comunica alla giovane che i rimpianti dell'uomo per non averla potuta amare (o sposare) a causa di varie ragioni più o meno futili lo seguiranno fino alla tomba.

Ginestra
Anche questo fiore campagnolo da non regalare a signore raffinate, era donato per esaltare l'umiltà della giovane e farle notare che era stata apprezzata.
Ogni buona qualità di una ragazza aveva un fiore per esaltarla e far sapere che era stata notata.

Camelia
Indica gratitudine ed è un auspicio di buona fortuna. Nella variante rossa significa "Sei la fiamma del mio cuore" ed era considerata molto romantica, ma esprimeva anche l'essenza effimera del sentimento, visto che la camelia appasisce in fretta se staccata dalla pianta.

Garofano
Esprime fascino per chi lo riceve e amore devoto. Vi sono molte interpretazioni a seconda del colore: rosa esprime la volontà dell'uomo di dimenticare quella donna (ultimo saluto, per intendersi), rosso grida il dolore per l'indifferenza di lei verso i sentimenti di lui, rosso scuro chiama alla p
ietà di lei per l'amore non corrisposto di lui (per esempio quando lei si prende gioco dei suoi sentimenti), mentre viola sottolinea la natura capricciosa della donna. Bianco è simbolo di amore puro e innocente, disinteressato, giallo invece è un rifiuto.

Fiore di ciliegio
Esprime educazione e compostezza. È un significato mutuato dalla cultura orientale derivante dalle tipiche composizioni di rami e fiori di ciliegio ordinate e perfettamente armoniche nella loro semplicità e rigidezza.

Crisantemo

Benechè si tenda a pensa che si tratti del "fiore dei morti", questo non corrisponde a verità, in oriente è un fiore che esprime vita e prosperità, ad esempio la casa reale giapponese è conosciuta come Impero del Crisantemo. Ed è proprio nel suo significato di prosperità e abbondanza che era regalato nell'Ottocento. In particolare il crisantemo bianco serve per esprimere il concetto di "verità", magari riferito ad una vicenda dove l'uomo era considerato colpevole o bugiardo e lui desidera invece far conoscere alla dama la verità.

Ciclamino
Fiore per l'addio. Quando si inviavano ciclamini era per troncare definitivamente un rapporto, a volte a causa di un matrimonio di uno dei due o per la volontà di non continuare il legame.

Dalia

Esprime grande dignità ed eleganza. era molto apprezzata.

Fresia
Fiducia e verità. La persona che la regala crede con tutto il cuore nelle buone qualità della giovane a cui questi fiori sono destinati o nei suoi sentimenti.

Gardenia
Simbolo per eccellenza dell'amore celato, soprattutto se bianca era il simbolo di un amore puro e perfetto del tutto platonico.

Gladiolo
Simbolo di sincerità e generosità. Molto ben accetto dalle fanciulle modeste (in senso letterale, non economico ^_^).

Ortensia
Non aveva un gran bel significato, regalarla infatti serviva per sottolineare le caratteristiche di frigidezza della ragazza, definendola senza cuore.

Iris
Simbolo
di saggezza e riflessione, era un dono raro e sofisticato, non apprezzabile da tutti. Più adatto a donne che avevano passato i venticinque anni d'età.

Giglio
Da sempre emblema di purezza, regalità e altissimo onore. Il dono del giglio era tuttavia da farsi con parsimonia: in epoca vittoriana si prestava infatti ad interpretazioni contrarie al suo vero significato, indicando donne particolarmente "allegre".

Magnolia
Bellissimo fiore simbolo di perseveranza che ricorda alla ragazza la volontà del giovane di non arrendersi. Il significato è tratto dal fatto che i fiori di magnolia sono molto longevi anche se recisi dall'albero o dalla pianta, essi inoltre emanano un inconfondibile profumo molto penetrante: per esteso raffigura il giovan
e che vuole farsi strada nelle avversità che lo allontanano dal suo amore, perseverando con tenacia.

Rosa
Simbolo di bellezza, rappresenta anche il fascino inconscio e naturale, non artefatto.
Essa inoltre è anche emblema della passionalità e del desiderio in ogni sua forma.

Viola
È il fiore che rappresenta la modestia e la virtà. Era regalato anche con significato di timidezza, ma riceverlo era un autentico onore che esprimeva principi semplici ma saldi.

A differenza di quel che si crede, le rose non erano considerate fiore degli innamorati, era molto più significativo regalare delle viole o altre piante più esotiche che rose, sebbene alcune qualità vittoriane fossero estremamente belle.

Vi lscio una citazione da un libro di Mary Balogh dove il protagonista decide di regalare dei fiori all'eroina

«Hanno consegnato un mazzo di fiori per la signorina Edgeworth, vostra grazia» disse il valletto. «È in salone.»
«Per me?» domandò stupita Lauren.
Ma Elizabeth la prese per un braccio ridendo e la condusse nella sala delle visite. «Un mazzo di fiori la mattina dopo il ballo?» fece. «Santo cielo, Lauren, hai un ammiratore!»
«Sciocchezze!» si schermì Luren. «Sarà di Bartlett-Howe. Ha ballato con me due volte e mi ha accompagnato a cena. Ma ho fatto di tutto per non incoraggiarlo. È una cosa molto imbarazzante.»
«L'ammirazione di un gentiluomo non ti deve imbarazzare mai, Lauren, anche se non la puoi ricambiare.»
Entrando nella sala Lauren si morse il labbro alla vista del magnifico mazzo di almeno due dozzine di rose rosse già disposte tra abbondanti rami di felce in un vaso di cristallo.
Attraversò la stanza e prese il biglietto appoggiato al vaso.
Sperò ardentemente di non essersi resa ridicola con qualche comportamento strano.
«Che meraviglia» esclamò Elizabeth all sue spalle. «Le rose devono essere difficili da trovare in questo periodo, e costosissime, direi. Povero Bartltt-Howe. È così ammodo.» Ma nella sua voce fece capolino un tremolio di ilarità.
"Ahimè" diceva il biglietto "non sono riuscito a trovare viole per rendere giustizia ai vostri occhi."
La firma era uno scarabocchio: Ravensberg.

Mary Balogh, Un'estate da ricordare, Mondadori



mazz
troppo gli unici arrivati fin'ora sono stati quelli dei miei diciotto anni. Un bellissimo mazzo che, grazie al cielo, si è conservato molto a lungo e mi ha fatto compagnia.

Bene, spero davvero che a qualcuno tornino utili i significati dei fiori.

Ora vi lascio che devo scappare, a presto,



Mauser

29 gennaio 2010

Cavalcare all'amazzone

Tutti senz'altro siamo a conoscenza della grande passione che gli inglesi hanno sempre dimostrato nei confronti di taluni animali, in special modo cani e cavalli sono sempre stati al centro del loro mondo, tanto da renderli spesso obiettivo di burle in cui tali animali contavano per loro più della vita di altri esseri umani.

In special modo i cavalli sono sempre stati animali apprezzati per la loro bellezza, eleganza e forza, anche nei lavori più umili.
In passato essi erano molto più importanti di oggi perchè gli unici mezzi di trasporto prima dell'invenzione della ferrovia, a parte i piedi, erano le carrozze, di cui abbiamo approfonditamente parlato qui e le bestie da soma.

Le persone più povere consideravano il cavallo un animale nobile, utile, costoso ma molto produttivo e lo sfruttavano per trainare carri e diligenze, per arare i campi e girare le macine.
I nobili invece, affascinati dalla maestosità di queste bestie, li allevavano come corridori e li cavalcavano durante battute di caccia e passeggiate, erano lo sfoggio della loro ricchezza e del loro potere.

Che gli uomini andassero a cavallo non è una novità di cui stupirci, storia vecchia di migliaia di anni, che però, in epoche come quelle vittoriana e georgiana, fosse permesso cavalcare anche alle signore era un altro paio di maniche.
Già, infatti l'ammirazione per questo animale rasentava l'adorazione, tanto che anche alle signore era permesso cavalcare ed era considerata una buona dote in una sposa, inoltre era uno sport che, per usare le parole dell'Imperatrice Sofia dal film di Sissi, "aiuta a mantenere il personale", cioè una forma fisica longilinea ed aggraziata.

Certo non crediate che le donne cavalcassero come gli uomini... e c'era una moltitudine di altre cose che non potevano fare, come partecipare a determinate battute di caccia o lanciare la bestia al galoppo.
Ma in special modo il loro modo di montare era significativo, sia per il nome contraddittorio che per la posizione in cui dovevano stare.

Esse infatti cavalcavano all'amazzone.
Il nome può trarre in inganno, visto che le Amazzoni erano una tribù di donne guerriere della Cappadocia (centro Turchia) citate in molti miti greci (ad esempio quello di Ercole), consociute per la loro forza.
Di sicuro le Amazzoni non cavalcavano all'"amazzone", che prevedeva sella e finimenti molto particolari, mentre a quel tempo si cavalcava ancora praticamente senza sella, tutt'al più con una coperta.
Cavalcare all'amazzone è infatti una pratica (rigorosamente femminile) in cui la donna si posiziona su un particolare tipo di sella con le gambe tutte da una parte, un po' come le streghe sulle scope, per intenderci.

Perchè questo? Vi chiederete senz'altro...

Beh, ci sono molte risposte, ma la maggior parte ha a che fare con la mentalità dell'epoca che vedeva un affronto in una donna che cavalcava in arcione, ovvero a gambe divaricate sulla sella.
Noi ci facciamo poco caso, ma evidentemente per l'epoca il riferimento sessuale della cosa era imprescindibile [il che lascia pensare che per avere una fantasia così sviluppata i cari Victorians non battessero chiodo tanto spesso >_>].
Insomma, una donna che cavalcava "da uomo" era uno scandalo per la buona società, era una donna perduta, dissoluta e di facili costumi, poco importava che fosse vergine.
Una che per apprezzare maggiormente il piacere di una cavalcata decide di stare in equilibrio sulla sella senza sembrare un sacco di patate è senz'altro una meretrice pronta ad allargare le gambe al primo che passa. mica una sportiva!
[In effetti la fantasia in passato non mancava, proabilmente per via del fatto che la TV dovevano ancora inventarla].

Vabbè, osservazioni caustiche a parte, era estremamente sconveniente farsi vedere in suddetta posizione in pubblico, quindi le signore che apprezzavano una cavalcata "come si comanda" si limitavano a praticarla in privato, lontane da occhi indiscreti.

Altra motivazione altrettanto freudiana era che cavalcando in arcione si sarebbero automaticamente sollevate gran parte delle gonne, mettendo in mostra caviglie e sottovesti di pizzo, altro riferimento sessuale molto esplicito visto che le caviglie erano considerate una parte intima che solo il marito poteva vedere e la biancheria, vien da sè, non doveva neanche essere pensata dagli altri uomini (d'altro canto, era consuetudine in epoca vittoriana far l'amore con camicie e sottovesti indosso, la nudità era considerata sporca e motivo d'imbarazzo).
Una donna vista in biancheria era una donna compromessa, anche se l'uomo non l'aveva toccata neanche con l'unghia del dito mignolo.
A tal proposito ricordo che nel telefilm della BBC Orgoglio e pregiudizio c'è una scena dove il signor Collins vede sua cugina Lydia in sottoveste, questo avrebbe portato, nell'Ottocento, ad un immediato matrimonio; Collins è nella scena giustamente sconvolto, mentre Lydia, che è sciocca e senza principi, la prende con leggerezza ridendo.

Trovate difficile confrontarvi con questi concetti di puritanesimo? Io sì eppure l'etichetta di "puritana" me la sono sentita appioppare ben più di una volta!
In effetti la società moderna, con le sue pance scoperte, i derriere completamente esposti, le mutandine e perizomi a vista e le sue ragazze che parlano peggio degli scaricatori del porto non aiuta a farci comprendere la modestia dell'epoca, certo sbagliata, ma figlia di una cultura differente.
Probabilmente è a causa del proibizionismo del nostro passato che siamo arrivati a talune regole forse troppo liberali, ma questa è la mera opinione di una che ha frequentato la scuola con delle ragazze che sembravano uscite dal Postribolo di Zia Poppea.
Decisamente non so quale sia la strada migliore tra le due, come si dice, il giusto sta nella moderazione.

Ma torniamo a noi. C'è ancora un motivo per cui le donne cavalcavano all'amazzone, ovvero per comodità.
Certo si era in bilico più che cavalcando in arcione, ma se con le crinoline, gli ornamenti e le scarpette di allora sembrava difficoltoso salire in carrozza, figuriamoci cosa doveva essere montare! E cavalcare!

Bene, abbiamo elencato le motivazioni principali, adesso vediamo l'origine di tutto questo: ricordate il concetto vittoriano di donna=pallida=svenevole=debole eccetera eccetera?
Bene, è innegabile che per cavalcare occorra un minimo di polso per tenere l'animale sotto controllo, ecco, questa è la caratteristicha che le donne del tempo non dovevano avere, carattere.
Quindi, per ovviare alla cosa, le ragazze venivano messe sulla groppa direttamente piazzate con le gambe di lato e accompagnate, ovvero guidate per le redini, lungo il percorso.
Ma questo tipo di sudditanza continua stava stretta addirittura alle donne di allora che piano piano riuscirono a conquistarsi la loro piccola fetta di indipendenza nella cavalcata, dopotutto non erano un semplice sacco di mele sulla groppa di un animale da soma! Senza contare che, in mancanza di un po' di appiglio, incidenti di sorta erano molto frequenti.

La sella per la monta all'amazzone
Non era una sella come quelle da uomini, essa infatti aveva una seduta più piatta e più ampia, in modo che la signora potesse accomodarsi con tutti i paramenti della sua tenuta da amazzone (la semplicità era una virtù che, dopo l'epoca della Reggenza, si perse per strada).

A differenza della sella tradizionale, inoltre, essa era, per così dire, storta da una parte, nello specifico sulla sinistra.
Infatti la sella da amazzone in inglese viene chiamata sidesaddle cioè, appunto, sella laterale.
Il pomo della sella, caratterizzato dalla classica forma a coda di rondine, era piazzato leggermente spostato a sinistra, in questo modo, sedendosi, la signora aveva la piegatura della gamba destra esattamente in concomitanza con esso, fungendo un po' da appiglio per rimanere in equilibrio.

La gamba sinistra, invece, passa sul fianco del cavallo, morbidamente, come nella cavalcata in arcione. Con la gamba sinistra si impartivano all'animale i comandi "di tacco" o "di sperone" ovvero determinate indicazioni ottenute premendo con le ginocchia sul costato dell'animale, magari per spronarlo al trotto o a prendere velocità.
A differenza di quel che si crede, il costume dell'epoca non prevedeva che cavalieri e amazzoni (cioè coloro che cavalcavano) indossassero speroni sulle calzature: questo avrebbe rischiato di ferire l'animale in maniera pericolosa, generando azioni a catena di panico nella bestia e, successivamente, nel fantino.
Gli inglesi, inoltre, amavano molto le loro bestie, selezionate con cura grazie a incroci di generazioni di purosangue e difficilmente avrebbero permesso di rovinare una delle loro creature.


Pericoli

Come è facile intuire, montare all'amazzone risulta più difficile perchè il baricentro è spostato su un lato, il che rischia di sbilanciare l'amazzone da un lato o dall'altro.
Nello specifico, se essa cadesse di schiena le sue gambe rimarrebbero impigliate nella sella laterale, provocando, fratture a parte, anche un disorientamento della bestia che la disarcionerebbe.

Se invece lo sbilanciamento avviene in avanti (svenimento, cedimento delle cinghie) la donna cadrebbe rovinosamente in avanti, rischiando fratture di vario genere, traumi, ma, soprattutto, di finire sotto gli zoccoli della propria cavalcatura.



Pratica
A differenza di quel che si può credere, le donne che cavalcavano all'amazzone erano la maggioranza (una percentuale superiore a 90) e questa pratica era diffusa sia nella borghesia che nell'aristocrazia e perfino nel West!

Non mi credete? Date un'occhiata alla foto di lato: l'amazzone che salta l'ostacolo vale dieci dei cowboy che la guardano! Tanto per dire le donnine...

Come accennato, la donne che cavalcavano all'amazzone, se avevano pratica alle spalle potevano raggiungere lo stesso livello degli uomini (e a volte fargli anche un baffo =P), esse erano veloci ed ottime saltatrici.
Nelle competizioni moderne ci sono ancora poche, ma valide atlete che gareggiano nel dressage o nel salto ad ostacoli montando all'amazzone come si usava una volta. Tutto è regolare e regolamentato a dovere.



Vi cito un brano tratto dal libro Un'estate da ricordare di Mary Balogh, dove, nello specifico, una delle donne che popolano questa avventura parla alla protagonista della sua passione per la cavalcata in arcione, un po' con l'intento di sconvolgerla e un po' perchè si lascia trasportare dalla cosa. Inutile dire che la nostra puritana protagonista era abbastanza pietrificata. Nello specifico si fa anche riferimento al fatto che alle donne fossero per lo più precluse le battute di caccia grossa

«Andate a cavallo, Miss Edgeworth?» le cheise di sorpresa Lady Freyia nel mezzo di una discussione sui vantaggi di passare a Londra almeno una parte dell'anno.
«Naturalmente» rispose Lauren.
«Partecipate alla caccia alla volpe?»
«No, non l'ho mai fatto.»
«Ma vi considerate una cavallerizza esperta?»
«Dipende da uello che intendete per esperta. Certo so...»
«Attraversate mai la campagna al galoppo?» chiese Lady Freyia. «Saltate le siepi invece di passare dal cancello? Rischiate l'osso del collo per il puro piacere di sentire fra le cosce l'animale?»
Mary Balogh, Un'estate da ricordare, Mondadori


Se siete preoccupati per Lauren, sappiate che se la cava egregiamente in questa situazione spinosa, Lady Freyia nel libro è famosa per non avere peli sulla lingua e non per cattiveria, è semplicemente la sua natura. D'altro canto l'educazione delle ragazze vittoriane riusciva a trarle d'impaccio anche da situazioni tanto imbarazzanti, se utilizzata con cervello.


Ed ecco qualche interessante video su come si cavalca all'amazzone.
Il primo è quasi una prova di dressage in salsa ottocentesca con tanto di costume, vengono inquadrati parecchi dettagli interessanti:



Questa invece è la competizione britannica denominata Ride2TheSide, internazionale e famosissima, ecco un video con delle immagini della gara e tanta ironia ^_^




E concludiamo con le proposte di lettura, come nei programmi di Superquark; tutti i libri che cito, purtroppo, sono solo in lingua inglese, ma sono di facile reperibilità online, io in particolare mi rifaccio quasi sempre ad Amazon che mi offre molti spunti al riguardo
Bene, per questo post ci lasciamo qui, ma scordatevi che molli l'argomento perchè c'è ancora molto da dire al riguardo!
A presto!
Bacioni



Mauser





PS: infine vi lascio la più spettacolare delle immagini che ho trovato durante le mie ricerche sulla cavalcata all'amazzone: santo Cielo, non avevo mai visto niente di simile! Altro che Lady Oscar!

28 gennaio 2010

Il volano tra badminton e battledore

Per la rubrica degli hobby e sport del passato, parliamo oggi del volano e del battledore. Sicuramente ne avrete sentito parlare, magari con il suo nome internazionale, ovvero badminton, si tratta di uno sport a più giocatori praticato con racchette tonde in un campo erboso.

Nonostante sia stato introdotto alle Olimpiadi solo recentemente, il Badminton ha radici antichissime ed è unanimemente considerato il primo sport di racchetta mai praticato.

Gli studiosi fanno risalire la sua origine alla Cina del 500 a.C., grazie ad alcuni antichi vasi su cui paiono essere stati dipinti ragazzi che si divertono con racchette e palline ornate di piume.
Oltre alla Cina, questo gioco era molto diffuso sia in India che in Grecia: si pensa che la versione odierna riprenda le regole e le modalità di quella indiana, infatti il gioco del volano arriva in Europa attorno al 1860: sbarca in Inghilterra importato dai soldati inglesi impegnati in India.
Sempre in Inghilterra, pochi anni dopo, il badminton ha acquisito l’attuale nome. Il duca di Beufort era solito praticarlo con i suoi ospiti e le sue figlie nella sua residenza di Badminton, nel Gloucestershire.

Prima dell'introduzione del badminton era molto praticato il battledore, gioco analogo senza rete, ove i giocatori si passavano il volano attraverso racchette con tela centrale di straccio o pergamena.


Attrezzi e materiali
Gli attrezzi per giocare sono due: la racchetta e il volano.
La prima ha una forma differente rispetto a quella del tennis, le sue dimensioni sono inferiori ed ha una forma più tondeggiante nella parte piatta, mentre il manico è lungo e sottile.
Nella versione ottocentesca del gioco la racchetta poteva avere anche forma quadrata o trapezoidale; inizialmente era costruita in legno per la struttura; nel battledore la parte centrale è coperta di tela o pergamena e la racchetta prende proprio il nome di battledore, mentre per il badminton originario essa era di canapa o budello per le corde, successivamente si è passati a materiali come l'alluminio, l'acciaio e il carbonio.

La seconda parte fondamentale è il volano (in inglese detto anche shuttlecock), che rappresenta la pallina da colpire.
Il volano ha una forma conica ed è costituito da una semisfera in materiale rigido ma leggero, su cui sono fissate molte piume a corolla, che conferiscono direzione, traiettoria e aerodinamicità alla struttura.
Inizialmente la semisfera era fatta in legno leggero (per esempio sughero) o tessuto, successivamente, con l'introduzione delle materiel plastiche, sia la semisfera che le piume sono state sostituite da una struttura rigida.
Il volano è assolutamente identico sia nel badminton sia nel battledore


Il campo da gioco
Il volano si pratica su un campo erboso rettangolare diviso in due metà uguali da un divisorio, solitamente una rete. i giocatori devono per forza essere in numero pari.

Ogni giocatore o coppia, prende posizione su un lato della rete e obiettivo del gioco è lanciare il volano da una parte all'altra facendolo passare sopra la rete ed eseguendo mosse che garantiscono punti, senza che la pallina tocchi terra.




Sebbene generalmente sia praticato all'aperto, il badminton è giocabile anche al chiuso, per esempio le figlie del duca di Beufort lo giocavano nel grande salone del castello di campagna.

Per il battledore, invece, non c'è necessità né del campo né della rete, è sufficiente uno spazio per i giocatori (dove non si rovina nulla).


Scopo e regole del gioco

Nel badminton lo scopo del gioco è di colpire un volano usando una racchetta e facendolo passare sopra la rete in modo che l'avversario non riesca a rispedirlo indietro prima che tocchi terra e al contempo facendo sì che non atterri al di fuori dei limiti del campo. Ogni volta che si ottiene ciò, il giocatore o la coppia guadagnano un punto. Il primo giocatore o coppia che ottiene 21 punti (sul 20 pari si può proseguire finché non si hanno 2 punti di vantaggio) vince un set.

Nel battledore, invece, si gioca passando il volano da un giocatore all'altro facendo in modo che il proprio avversario non riesca a rimandarlo ad un altro giocatore, il principio è uguale a quello di Schiaccia Sette.


Prima del badminton ufficiale

Si praticava un antenato del badminton, il battledore, in una versione che ricorderete senz'altro dal film Disney Robin Hood, esso era utilizzato come divertimento in Europa fin dal Medioevo. Non si trattava del volano vero e proprio, ma assomigliandoci molto esso è spesso accomunato con la versione moderna che, ricordo, risale alla seconda metà dell'Ottocento!
In particolare questa variante era giocata durante il periodo Georgiano e Regency.


Durante l'epoca Georgiana

Il volano (che però era ancora battledore) era molto praticato in tutte le corti europee e nelle residenze di campagna dei nobili, era considerato un gioco molto divertente e lo potevano praticare sia uomini che donne.
Esso era apprezzato per il fatto che non richiedesse eccessivi sforzi fisici, che avrebbero affaticato i giocatori e li avrebbero fatti sudare, ma aveva una gamma di movimenti abbastanza semplici e non troppo articolati che permettevano a tutti di giocare e di imparare regole e tecniche con facilità.
Maria Antonietta era solita giocare spesso a volano davanti al Petit Trianon assieme alle sue dame di compagnia e partecipare ad una di queste partite era considerato un gran privilegio per le ragazze e le signore della corte, come spiega Madam Campan nel suo libro di memorie La vita segreta di Maria Antonietta, edito in Italia dalla Newton&Compton.


Durante l'epoca Vittoriana
Il volano era ugualmente molto apprezzato per le caratteristiche descritte sopra, rese ancora più indispensabili dall'abbigliamento ingombrante che legava gli arti, impedendo gesti e scatti improvvisi come, invece, si richiede per il tennis.



Del volano si apprezzano la sua natura abbastanza "leggera", la semplicità del gioco e la posibilità di praticarlo ovunque. Essendo un divertimento rilassato e rilassante, come il cricket, era ideale per gite all'aperto e pic-nic.

Il passaggio tra battledore e badminton non fu certo traumatico, visto che tra i due la differenza era minima.


Curiosità
  • Nel 1870 venivano pubblicate sui quotidiani inglesi delle raffigurazioni di partite di badminton come parodia delle sedute alle Camere e delle vicende politiche.

  • In Giappone il battledore è ancora molto praticato dai bambini e ragazzi nelle zone rurali, dove lo si gioca con racchette completamente di legno, dalla forma simile a spatole. Queste racchette sono spesso decorate con disegni tipici di fiori e cortigiane dell'epoca Edo.

  • Sempre in Giappone, la racchetta decorata è anche accessorio per la festa di Tanabata (7 luglio) dove le ragazze e i ragazzi indossano abiti tradizionali, come lo yukata, il kimono estivo in cotone, sfoggiando questo tipo di ornamento assieme alle tipiche borsette, ai fermagli e ai sandali tradizionali.

  • Esiste un manga con protagonista una ragazza che gioca a badminton, il nome di quest'opera è Badminton Girl ed è pubblicato periodicamente dalla rivista contenitore Ribon, in Italia esso non è tradotto.

  • In Sud America è praticato un gioco analogo al battledore derivato da un divertimento Incas. Una pallina simile al volano, con la base più grossa e appiattita e le piume colorate viene lanciata con colpi di mano agli avversari cercando di fare in modo che questi non la acchiappino [risparmiano sulle racchette =P].

  • Per le Olimpiadi di Londra 2012 è stata emessa una serie limitata di francobolli per gli sport in gara, compreso quello del badminton, accompagnato dal busto della Regina Elisabetta II.
  • Nel film Disney Robin Hood Lady Marian e Lady Cocca giocano una partita a volano quando incontrano per la prima volta Saetta e i suoi amici del villaggio.

Bene, con qesto ci salutiamo, ciao a tutti e buona serata!



Mauser






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