Ghinee, sterline, scellini, pence... ma voi lo sapete cosa sono?
Lo devo confessare: preferisco le materie umanistiche [tanto per rimanere in tema]. Non scandalizzatevi quando ve ne dirò il vero motivo... certo mi piacerebbe essere una studiosa di Catullo e Cicerone, ma ahimè vengo da una scuola che di liceo non ha neanche l'ombra e di latino non riesco a imparare a memoria neanche la tabellina delle rose... insomma, il vero motivo per cui preferisco le materie umanistiche è che non ho ancora fatto pace con la matematica da quando studiavo 7x5 e 8x7.
Giusto per questo forse non sono la persona più adatta a parlarvi di come fare i conti coi soldi, specialmente quelli che non esistono più da quasi duecento anni, ma a mia discolpa posso dire che col denaro sto sempre molto attenta e per sopperire alle mie mancanze matematiche, rifaccio i calcoli una mezza dozzina di volte [salvo poi perdere gli spiccioli dalle tasche bucate =P], quindi forse, fedele alla regola "chi non sa fare insegna", posso ottenere risultati positivi.
Quindi, parliamo di queste monete e vediamo di scoprire un po' che cosa erano.
Quando ho letto per la prima volta Magnifica preda di Kathleen E. Woodiwiss ho avuto un attimo di esitazione quando Elise nomina per la prima volta una sovrana. Spero che voi non dobbiate attraversare la mia fase di dubbio, altrimenti vi dovrete sorbire duecento pagine di Wikipedia su interminabili biografie di regine più o meno virtuose.
Il metodo più veloce per imparare è leggere Oliver Twist, dove un amico di Oliver si prende la briga di insegnargli il valore del denaro, eppoi di spedirlo a rubarne. Anche la domanda di apertura è tratta da un libro di Dickens ed egli la pone ad uno dei suoi personaggi: di sicuro Paul, il destinatario del quesito, sapeva eccome cosa fossero scellini, ghinee e penny, ma noi esseri umani del terzo millennio forse proprio no.
Nell'Inghilterra dell'Ottocento il denaro era rappresentato da assegni di cambio (antico nome delle banconote) e monete d'oro, d'argento, bronzo e rame.
Il materiale di cui le monete erano fabbricate indicava anche il loro grado di importanza.
La sovrana e mezza sovrana erano fatte d'oro, mentre la corona, la mezza corona, fiorini, scellini, erano fabbricate in argento come le monete da sei penny e da tre penny.
Penny, mezzi penny e centesimi erano invece realizzati in rame fino al 1860, da quando si dispose che fossero fatti di bronzo.
Ecco una lista contenente i valori delle monete e della cartamoneta con i relativi nomi, grazie a questa sarà più facile distinguere e assegnare loro il giusto valore
Personalmente ho trovato la tabellina di cui sopra molto istruttiva, così, quando leggo uno dei miei amatissimi romanzi storici e mi viene qualche dubbio, posso sempre consultarla e togliermi tutte le curiosità che posso avere a riguardo: per esempio adesso posso finalmente sapere quanto costavano davvero gli abiti di Maxim Seymour, una cifra spropositata per l'epoca.
Scrittura e abbreviazioni
£ = sterlina
s = scellino
d = penny
Esisteva anche un sistema di scrittura molo particolare, per esempio per dire
5 sterline, 10 scellini e 6 penny si scriveva £5.10.6
dove 5 e 6 indicavano rispettivamente le sterline e i penny e potevano anche essere scritti come 5/6.
Secondo molti economisti e studiosi di economia antica, è difficile stabilire quanto valevano le sterline in relazione ai loro cugini dollari americani.
Questo valeva perché il valore del denaro e la sua produzione era fatta in base alle esigenze, si calcola comunque che il valore della sterlina durante la storia americana abbia oscillato da 20$ a 50$ e anche, in casi rari a 200$.
Guardando quanto valeva il denaro nel passato è importante tenere conto delle percentuali dell'epoca di inflazione e svalutazione naturale (o almeno mi pare di ricordarlo dalle antiche lezioni di diritto delle superiori), più avanti, comunque, parleremo del valore materiale delle monete.
Importanza e valore del materiale
Un'altra cosa importante da tenere a mente è che, benché il valore della moneta fosse nominale, essa, soprattutto se di grande valore come la sovrana o la ghinea, aveva anche un valore tastabile perché entrambe erano fatte di puro oro.
Al giorno d'oggi le monete non sono più fabbricate di materiali preziosi come in passato e di sicuro non mi illudo che sia oro quella patina giallina che sta al centro dei 2€ che ho tra le mani tutti i dì, ma fin quasi alla metà del Novecento sono sopravvissuti esemplari di monete in materiale prezioso, ad esempio, per citare una moneta nostrana, le 100 lire d'argento, che tutti i collezionisti possiedono nei loro raccoglitori.
In passato, in un mondo dove il valore delle cose era calcolato in prevalenza attraverso l'oro, anche il valore della moneta lo era, quindi una sovrana d'oro era fatta di tanto di questo materiale che si poteva comprare col suo valore. E lo stesso processo era estendibile per tutte le monete importanti. Non valeva invece per quelle di basso taglio, come i centesimi e i penny.
Il valore della moneta legato al suo materiale è una consuetudine che viene dal passato, da molti millenni prima dell'epoca Vittoriana, dove quello che contava era l'oro della monetina, non il suo nome o il valore nominale.
Le banconote o "promesse di pagamento"
Importata dalla Cina in epoca rinascimentale, era praticamente costituita da "promesse di pagamento", da qui il nome odierno con cui la conosciamo: banconota, ovvero "nota del banco", cioè un foglio emesso dai cassieri della banca contenente una promessa di pagamento.
Una "promessa di pagamento" prevedeva che si poteva scambiare il foglietto cartaceo con tranquillità sapendo che in qualsiasi momento sarebbe stato possibile riscuoterlo in oro in una banca.
A dire la verità il concetto di fondo è valido ancora oggi, solo che non lo sappiamo o ce ne dimentichiamo, ormai avvezzi ad avere tra le dita banconote di ogni sorta. Inoltre è poco usuale trasformare il proprio denaro in oro.
Anticamente anche la foggia stessa delle banconote era diversa, molto più simile a quella di veri e propri assegni che ai moderni foglietti blu, rossi e verdi.
I miei genitori ancora mi raccontano di quando usavano le 1000 lire di carta, una assoluta novità, ed erano dei papiri di quasi mezzo metro, perché 1000 lire erano un capitale; anche in Inghilterra era così, sebbene il denaro cartaceo fluisse con molta facilità, soprattutto nell'entroterra e al Nord, rispetto ad altre parti d'Europa come è il nostro Paese.
La Zecca: la fabbrica dei soldi
Fino al 1815 ogni Banca con una certa disponibilità finanziaria poteva stampare e coniare denaro di Sua Maestà, a patto che tenesse severissimi registri della fabbricazione e ne inviasse costantemente rapporti al Ministero del Tesoro Britannico e alla Banca d'Inghilterra.
In particolare era particolarmente diffusa la stampa di note di cambio da parte delle banche di provincia con cui molti andavano poi a ritirare oro alla Banca d'Inghilterra.
Questo, sul finire della Prima Rivoluzione Industriale, con un commercio sempre più agguerrito e una produzione industriale massiva, creò non pochi problemi, portando in breve ad una drastica svalutazione della sterlina e ad una carenza di oro nelle casse statali in favore del nascente dollaro, all'epoca non ancora divenuta la moneta compra-tutto a cui siamo invece abituati, ma appena in fasce, che tuttavia aveva a disposizione una discreta quantità aurea come sostenitore della propria economia.
Sarà solo nel 1844 che una legge, detta Bank Charter Act prevederà che solo la Zecca reale fosse autorizzata a stampare note di cambio con valore corrente. Lentamente le "note" delle banche assunsero la forma delle odierne banconote e anche il loro significato, esse tuttavia diventarono di uso comune tra i più solo con il secondo decennio del Novecento.
Non so se questo post vi ha chiarito le idee riguardo la moneta vigente all'epoca, spero che almeno non abbia creato più confusione...
Personalmente ho trovato interessante approfondire questo argomento e mi sono accorta di come sembrasse cara la vita all'epoca e di come la disparità tra ricchi e poveri dovesse apparire evidentissima.
Spero che anche a voi sia interessato il post, noi ci salutiamo, a presto e buona serata,
Baci!
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