22 agosto 2011

Quando Urano si chiamava Georgiano

Cari lettori,
quanto spesso tendiamo a guardare e giudicare le epoche del passato, i comportamenti, le consuetudini sulla base non solo dell'esperienza personale, ma anche dell'attuale conoscenza?

Giudicare il passato con il metro moderno è sicuramente una delle cose da non fare quando si parla di Storia, ma alle volte è davvero difficile accostarsi a idee che possono quasi apparire balzane, come credere che la Terra sia piatta come un sottopentola o quadrata come un cubo di Rubik.

Un'illustrazione degli anelli di Urano
prima del passaggio di Voyager 2 (1986)
Molti pensano che queste conoscenze siano completamente decadute solo con la scoperta dell'America nel 1492, in realtà già i Greci avevano ipotizzato una Terra rotonda e di certo non credevano al loro stesso mito delle Colonne d'Ercole, ma ci sono altri campi d'azione che possono apparire altrettanto fantasiosi o improbabili.

Pensate, per esempio, che nel 1807 Brooke's Gazetteer pubblicò una lista dei pianeti fino ad allora conosciuti:
  • Mercurio
  • Venere
  • Terra
  • Marte
  • Giove
  • Georgiano
Probabilmente avrete familiarità con i primi cinque, ma il sesto?
Senza contare che ne mancano ben due (Nettuno e Saturno), tre se proprio non si riesce ad entrare nella moderna ottica che Plutone è stato declassato da pianeta a insignificante ammasso di materiale a cui si sta ancora cercando un nome [povere Guerriere Sailor, sono state dimezzate, come faranno adesso senza le Outer Senshi? Michiru, Haruka, Hotaru e Setsuna].

Beh, quel famoso Georgiano che leggete nella lista, probabilmente non è un'entità tanto sconosciuta, di sicuro ne avrete sentito parlare, ma con il nome di Urano.
Ecco cosa ci riporta la Brooke's Gazetteer riguardo questo pianeta:
The Georgian, the most remote planet in our system, had escaped the observation of every astronomer, as a planet, till the 13th of March 1781, when it was ascertained to be a planet by Mr. Herschel, at Bath, who gave it the name of Georgium Sidus, as a mark of respect to his present majesty. Foreign astronomers, however, in general, call it by the name of the discoverer . . . It shines with a faint steady light, somewhat paler and fainter than Jupiter; but its apparent diameter being only about four seconds, it can only be seen by the naked eye in a clear night, when the Moon is absent. Six satellites, attending upon it, have since been discovered.

Il telescopio usato da Herschel
per la sua scoperta
La scoperta di Herschel fu quasi casuale, nella data di scoperta, infatti, l'astronomo stava testanto il suo nuovo telescopio, che si dice avesse comprato al posto di una zangola per sua moglie, tuttavia il suo acquisto si è rivelato estremamente fruttuoso per la scienza moderna e sono certa che anche la signora Herschel, per quanto scettica di fronte a quell'ammenicolo tecnologico, abbia avuto i suoi vantaggi dalla scoperta del marito e con il ricavato abbia potuto comprare la sua adorata zangola.

201 anni più tardi, nel 1982, la sonda spaziale Voyager 2 passò accanto al pianeta, ormai ribattezzato Urano e nel 1986 si avvicinò ulteriormente.

Che effetto fa sapere che nel 1781 non conoscevano il motore a scoppio e duecento anni dopo siamo dotati di una tecnologia tale da permetterci di volare nello spazio?

Ma rimane ancora in sospeso la questione del NOME? Come siamo arrivati a chiamarlo così?
È da dire che fin dalla sua scoperta in molti pensarono che Georgium Sidus fosse un nome cretino per un pianeta, ma le altre proposte lanciate (Nettuno Gran Bretagna) non erano certo più entusiasmanti, almeno finchè nel 1850 qualche intelligentone propose di continuare con la sequela di divinità greche e si scelse Urano tra le molte anche mancanti all'appello [ed è il caso di dire che gli astronomi, così come l'Olimpo greco, non erano certo a corto di materiale! Percy Jackson docet...].

Giorgio III, comunque, che era matto, ma non scemo, assegnò a Herschel una rendita di 200£ annue per la scoperta, gli permise di trasferire armi e bagagli a Windsor perchè l'Occhio Regale di Sua Maestà potesse guardare una volta ogni tanto il pianeta che gli era stato intitolato e gli consegnò la somma di 2000£ perchè costruisse un grande telescopio con cui continuare con i suoi studi. Herscel non si fece pregare e dall'alto della sua carica di Astronomo del Re costruì un gigantesco telescopio riflettore con uno specchio primario di oltre un metro e mezzo e una lunghezza compressiva di 40 piedi.
Frederick William Herschel
by Lemuel Francis Abbott

(l'autore porta il nome del famoso Gulliver del

libro di Jonathan Swift ^_^)
Al link che segue trovare un'immagine del telescopio.

Grazie ai telescopi costruiti da Herschel, che si dimostrarono tra i più potenti ed efficaci dell'epoca, l'astronomo fu in grado di scoprire diversi altri corpi celesti tra i quali i satelliti di Urano Titania e Oberon e quelli di Saturno Mimante e Encelado.
Nella famiglia di Hersche, comunque, il gene dell'astronomia continuò a vagare, furono infatti astronomi la sorella Caroline Lucretia, tra l'altro anche matematica e cantate lirica [abbinamento insolito, oserei dire] e il figlio di Herschel, John, fotografo e scopritore delle Nubi di Magellano.

A Herschel l'ESA, l'Agenzia Spaziale Europea, ha dedicato un telescopio orbitante, mentre porta il suo nome anche un telescopio inglese situato alle Canarie.


Beh, spero che questo piccolo excursus georgiano nel mondo dell'astronomia, in cui ci eravamo già intrufolati parlando di quella fulgida stella che fu l'astronoma Margaret Bryan, sia stato interessante.

Ringrazio il sito Risky Regencies che per primo ha sponsorizzato la scoperta.

Ci sentiamo presto.
Baci a tutti




Mauser

Nessun commento:

Posta un commento



Hai qualche idea?
Vorresti approfondire un argomento particolare?
Ci sono curiosità di cui vorresti scrivessimo?

Manda una mail a
georgianagarden@gmail.com