21 febbraio 2010

La zitella

Oggi ho ricevuto un commento molto interessante da Silvia, ve lo posto per maggiore chiarezza:


Silvia: Domanda un pochino ostica! XD

Le zitelle partecipavano ai balli? In base alla lettura di molti romance, mi sono accorta che queste donne, se vicine, che so, ai 30 anni, potevano fare da accompagnatrici alle ragazze più giovani, però dovevano limitarsi a osservare e basta? A loro non era concesso ballare, o cose del genere?

E se invece fossero state delle ereditiere? Per quanto stagionate, loro avrebbero avuto il diritto a "divertirsi"?

Intanto devo ringraziarla, l'argomento delle zitelle mi sta particolarmente a cuore (mi sento un po’ una di loro, anche se sono ancora giovane), approfondisce la situazione femminile dell'epoca e ne chiarifica alcuni elementi che risultano un tantino oscuri.

Purtroppo è un argomento complesso ed ero sempre stata riluttante ad approfondirlo perché richiede molta ricerca e molte conoscenze: cercherò di fare del mio meglio, dubito di riuscire ad esaurire il tutto in un unico intervento e anche di riuscire a dare a Silvia tutte le risposte alle domande che mi ha fatto, specialmente perché prima volevo introdurre l'argomento come si conveniva. Naturalmente questo andrà contro tutti i "5 consigli per un blog di successo" che lessi diversi mesi fa, dove era obbligatorio che un post non fosse lungo più di qualche paragrafo per non annoiare il lettore… uhm, a ben pensarci anche questa intro personalizzata sarebbe stata eliminata senza troppe fisime…


Ma torniamo all'argomento e cerchiamo un po' di capire chi fossero queste donne: le zitelle appunto.


Noi nel mondo moderno abbiamo poca familiarità con la "signorina" in questione, nel nostro mondo ci si sposa relativamente tardi, i figli e la famiglia non sempre sono al primo posto nella vita delle donne che ormai pensano alla carriera e ragionano come gli uomini, vanno in trasferta, programmano, danno ordini… nella mia ditta il capo dell'ufficio d'Ingegneria è una donna, una bella signora che assomiglia a Sigourney Weaver e di cui i miei colleghi maschi parlano tra loro dicendo "Quella sì che è una donna con le palle!" e passatemi la volgarità, ma vi sembrano commenti da fare su una signorina?!


Insomma, è tutto un altro mondo, anche non sposarsi non rappresenta una limitazione come in passato perché adesso quasi tutto quello che si fa da sposati lo si fa anche da noi e mi riferisco a: figli, sesso, divertimenti, ecc.

Un bel problema, quindi, affacciarsi ad un mondo dove le zitelle erano degli SCHERZI DELLA NATURA.



Come si diventa una zitella?

È un quesito che non deve essere preso sottogamba, non era così scontato rimanere zitelle, specialmente se alle spalle si aveva una bella famiglia con una bella borsa, ma era sufficiente anche quest’ultima.

Maritavano ragazze pazze, malate, morenti, di tutto insomma, se si era ricchi rimanere zitelle era arduo e bisognava scontrarsi coi propri parenti e la società.


Le ereditiere, già ricche per conto loro, a parte che era difficile che fossero completamente sprovviste di parentela maschile che le indirizzasse con più o meno sollecitudine in qualche direzione, potevano comprarsi ciò che volevano, ma purtroppo, come gli altri, non scegliersi le amicizie. Essere un’ereditiera e una zitella era difficile, dopotutto i cacciatori di dote erano sempre in agguato e sapevano essere molto persuasivi.

I motivi per cui una ragazza diventava (o rimaneva, se preferite) zitella, erano dei più disparati, analizzerò nello specifico qualcuno di questi in un altro post, altrimenti questo diventerebbe chilometrico, ma metto comunque l'elenco, secondo le motivazioni che, a mio avviso, influivano maggiormente.

  • Mancanza di dote o povertà della famiglia di appartenenza o crisi economica della stessa.
  • Immoralità di vario genere, specialmente sessuale, con costumi che si scontravano col principio di castità voluto dalla società (erano sufficienti le dicerie o le malefatte di qualche altra parente, ad esempio Lizzie e Jane Bennett rischiano di non sposarsi perché Lydia ha fatto una cosa immorale, in barba al fatto che le colpe dovrebbero ricadere su se stessi e non sulla propria famiglia).
  • Effettivi difetti fisici, cioè se la ragazza era deforme o particolarmente brutta e quindi non era voluta da nessuno.
  • Indipendenza ideologica/psicologica, che le portava a negare il matrimonio come guinzaglio oppure al non essere accettate
  • Dicerie su tutto quanto detto sopra e malelingue che insinuavano cattiverie
  • Età avanzata, magari per malattie, mancati accordi presi dai genitori, necessità di accudire parenti bisognosi e altro che avevano lasciato la ragazza ormai adulta, non più adeguata al ruolo

Premesso che non approvo nessuna delle cose che ho scritto sopra, mi rendo conto che le zitelle erano un problema piuttosto comune.



Quanti anni hai? La domanda tabù

L'età minima per essere zitella era 20 anni; prima si avevano ancora delle chance, dopo pure, ma se questa aveva già frequentato diverse Stagioni (solitamente due per non mandare nel ridicolo la famiglia con una figlia che non riesce a maritarsi) senza trovare l'anima gemella allora c'erano poche speranze.

Fino a 25/27 anni si taceva sulla cosa, mentre i parenti invocavano il miracolo tanto sospirato.

Oltre i 27 cominciavano le battutine e oltre i 30, come dice la santa Lisa Kleypas, "una donna entrava in lutto per la fine della sua giovinezza", quindi solo un miracolo ancora più grande l'avrebbe salvata, a dire della società.

Chi ha visto il film Insonnia d'amore con Tom Hanks, Meg Ryan e Bill Pullman forse ricorderà una frase che dice, pressappoco: "Tutti sanno che è praticamente impossibile per una donna trovare marito dopo i quaranta" ed è un detto piuttosto comune in America: ebbene, questo può essere trasposto anche in epoca Vittoriana, dove i maschi avrebbero sparlato della parente zitella o quasi divenuta tale dicendo "Lo sanno tutti che è praticamente impossibile per una donna trovare marito dopo 30, solo un miracolo potrebbe aiutarla", il tutto seguito da una serie di battutacce sulla poveretta che magari era sola per motivi indipendenti dalla sua volontà…



Problema sociale

Le zitelle hanno rappresentato, per la società britannica dell'Ottocento, un autentico problema di stato, analizzato da esperti, discusso in più e più aule, divenuto argomento di sociologia e molto altro. Perché?

Perché circa un quarto della popolazione femminile era zitella.

E perché lo era? Non si trattava di un'improvvisa moda del momento, bensì di un problema numerico, visto che la popolazione femminile inglese, come cita Lizzie Bennett in uno dei molti adattamenti cinematografici di Orgoglio e Pregiudizio, "Ha la maledizione di avere più donne che uomini" e per una società come quella di allora doveva essere proprio una maledizione!


Pensate avere circa un milione e mezzo di ragazze che, anche volendo, non possono sposarsi perché manca la materia prima, è orribile!

Un po' il problema inverso che sta nascendo in Cina con la limitazione delle nascite e l'ossessione di avere un figlio maschio anziché una bambina.

Le cause di questo accrescimento spropositato della popolazione femminile rispetto a quella maschile non sono chiare neanche agli storici, si ipotizza che esso sia la conseguenza delle Guerre Napoleoniche, dove molti soldati inglesi persero la vita, lasciando quindi sopravvissuta una popolazione largamente femminile, ma Waterloo fu nel 1815 e il riferimento è a dati del 1850-1860, quando il divario doveva già essersi appianato.

Nel 1851 e nel 1861 il Governo Inglese promosse un censimento decennale della popolazione per studiarne i problemi e cercare di risolverli.

Il censimento evidenzia tutti i problemi di un Paese investito da una crescita economica insostenibile.

Da quei dati e quelle cifre emerge una situazione difficile per le donne: analizzando la popolazione femminile adulta, che nel 1861 si aggirava sui sei milioni di persone, ecco quanto estrapolato

Maritate

3,488,952

Vedove

756,717

Zitelle

1,537,314

Per risolvere questo problema, definito anche negli atti ufficiali come il "Problema delle zitelle", il Parlamento promosse una serie di iniziative di "esportazione delle zitelle" verso le colonie del Commonwealth; molte signore e signorine, alla ricerca di un futuro migliore, si imbarcarono su navi dirette in Australia e America (sia USA che Canada), venivano chiamate Navi delle spose e dovevano andare a riempire il divario popolazionistico contrario che si aveva in luoghi come l'Australia e il West, dove le femmine erano merce rara e ce n'era molto bisogno per generare prole robusta che coltivasse, lavorasse la terra, mandasse avanti l'economia, specialmente quella americana inceppata dalla Guerra di Secessione (1861-1865).



Nella società

Il ruolo delle zitelle nella società vittoriana era inversamente proporzionale alla sua classe sociale: più si saliva e più queste erano viste come "stranezze" e considerate non del tutto normali, come se la loro condizione se la fossero creata, colpevoli, magari, di non essersi accontentate di un mediocre, laido partito dedito ad ubriachezza, sperperatore di dote, spiantato in canna, fallito negli affari, violento, ma disposto a sposarle in un attimo di magnanimità particolarmente generosa tra una bevuta e l'altra.

Il ruolo della zitella come emarginata sociale, comunque, è proprio della classe medio-alto borghese, dove si avevano la maggior parte dei casi e le figure più significative.

Questo perché la nascente, ricca, ma parvenu classe borghese, per darsi un tono, aveva fabbricato una lista di regole per le "signore" e le "signorine" in modo che fossero irreprensibili agli occhi degli aristocratici, che li giudicavano degli arricchiti, ma soprattutto per cercare di sposarle proprio a questi ultimi, nella famosa, eterna, guerra di potere tra denaro e tradizione.

Questo tentativo di integrazione da parte della borghesia creò la dicitura donna-angelo e donna-anima-del-focolare, dove si relegava la figura femminile ad un soprammobile della casa, privo di volontà e di libertà, sempre sottostante all'uomo di casa.

Le donne borghesi erano costrette ad adeguarsi senza poter battere ciglio, mentre le aristocratiche lo facevano per avere le credenziali per sposare un ricco borghese che avrebbe portato alla famiglia di lei denari e conoscenze e le avrebbe permesso di condurre la vita di agi e lussi per cui molte credevano di essere nate.

Ecco quindi come mai il disprezzo per le zitelle si fosse esteso così tanto e perché una donna non sposata fosse considerata con aggettivi orribili come

  • Strana
  • Scherzo della natura
  • Fallita
  • Perduta (nel senso di immorale)

Ma nelle classi minori, dove quello che contava era il lavoro, specialmente perché senza non c'era di che campare, era estremamente comune per una donna rimanere zitella.


L'Inghilterra fu vittima di un processo di industrializzazione selvaggio per quasi tutto l'Ottocento: vennero inizialmente introdotti i filatoi ed i telai meccanici, che diedero inizio alla produzione massiva di tele e tessuto, seguiti a ruota da molte altre invenzioni che sfruttavano l'energia dell'acqua e del vapore e le sue proprietà fisiche.

Nelle industrie di filati lavoravano moltissime donne, essere erano pagate meno degli uomini e col duro lavoro erano robuste come loro. Ad una donna assunta regolarmente non erano riconosciute né ferie, né malattia, tantomeno maternità, alcune non potevano sposarsi prima della fine del loro contratto di apprendistato (durata 10 anni a salario ridotto).

Insomma, costavano meno e producevano come gli uomini, erano impiegabili in tutti i settori.

Con un lavoro massacrante di almeno 10 ore a giornata è facile scoprire perché non si sposassero… (io lavoro almeno otto ore al giorno e a fine giornata non sono al top, tantomeno in vena di conoscere altrettanto stanchi uomini d'ufficio che implorano solo di dormire e una moglie che gli stiri i calzini).

Credo che molte di loro la valutassero la scelta più conveniente e non mi sento di contraddirle, almeno per il momento.

Benchè le motivazioni di queste donne fossero facilmente deducibili per chiunque avesse il cervello, esse andavano contro la figura di moglie e madre perfetta che la donna doveva essere, quindi la classe medio-borghese continò a guardare pietosamente le donne sole che abitavano un gradino più sotto di loro, senza considerare minimamente le loro motivazioni, non capendo che donne del genere non avevano bisogno di un uomo al loro fianco che regolasse la loro vita, anche perché credo che il datore di lavoro ci pensasse a sufficienza.



Dove impiegare una zitella

Negli strati più alti, comunque, le persone sposate facevano buon uso delle loro parenti non maritate: esse erano ottime accompagnatrici, chaperon impagabili per nipotine e cuginette al loro debutto che dovevano essere accompagnate, ma soprattutto tenute d'occhio, non perse assolutamente di vista.


Le zitelle facevano le veci dei genitori della ragazza, impegnati ad intrattenere le loro relazioni sociali, più o meno adultere, qualche stanza più in là: Occhi di Falco, insomma…


Le zitelle erano dipinte come vecchi e arcigne proprio per questa loro funzione del "stare sempre tra i piedi" nei momenti più interessanti della serata (a dire delle ragazzine), per esempio scoraggiando qualche cavaliere dal domandare un valzer alla loro protetta attraverso un intenso gioco di sguardi o sconsigliando alla ragazza di bere il quattordicesimo goccetto di punch al rum (ricordo che il rum fa in media 40°), ricordandole continuamente la cosa giusta da fare.


Non mi stupisce che le zitelle fossero rugose e intrattabili, costrette ad aver a che fare con ochette giulive calate a frotte dalla campagna, obbligate a fronteggiare l'umiliazione ed essere esposte al pubblico ludibrio senza accompagnatore ad una festa, cena o ballo che fosse, mostrando al mondo il loro fallimento come donne.

[Io già mi sarei rintanata in campagna e tanti saluti nipotina insopportabile!]


Anche vedere le ragazzine qualsiasi civettare e flirtare come loro non potevano più fare non doveva essere piacevole, immagino l'invidia di alcune allo scoprire che una ragazza decisamente stupida, molto più di loro, era riuscita ad accaparrarsi il marito.


Senza contare che queste gallinelle ancheggianti ed occhieggianti non erano sempre ben disposte a seguire i loro consigli, ricordando loro, con ben poco tatto, che era perché avevano sempre fatto la cosa giusta che non erano riuscite ad accaparrarsi un uomo. [Bell’affare, fossi io gli avrei allungato un paio di schiaffi, tanto le guanciotte rosse erano di moda @-.-@]

Anche stare alle feste non doveva essere piacevole: non potevano intrattenere una conversazione eccessivamente alta per non annoiare gli ospiti, non potevano ballare né avere comportamenti frivoli: ma allora che divertimento c'era?


Il mercato dei matrimoni, naturalmente!


Eccolo qui il loro divertimento. Il detto chi non sa fare insegna era dalla parte di queste donnette che si calavano nella parte di paraninfi per organizzare i matrimoni della Stagione, speculando sulle possibili combinazioni ed allestendo una specie di mercato delle scommesse sul matrimonio di questo e quella che avrebbe fatto invidia al Libro delle scommesse del White's, se solo gli uomini avessero saputo…


Esse infatti erano espertissime in quest'arte: gestendo loro le pupille era facile indurre un incontro, addirittura crearlo con lo spasimante, piuttosto che evitarne altri.

Divertite dai frustrati, goffi tentativi degli innamorati, le zitelle erano vittime di corruzione e mazzette alla Tangentopoli da parte dei giovanotti che le adulavano e le coprivano di doni pur di spuntare un incontro romantico con la loro bella, spesso suscitando l'ira e l'invidia di quest'ultima nei confronti della parente zitella.

Oltre a questo, nel caso le coppie scarseggiassero, c’era sempre l’ultima spiaggia: i pettegolezzi. Mai sentito di una zitella che non spettegola.

Volete farmi credere che non ci fossero pettegolezzi durante la Stagione mondana londinese? Neanche se me lo controfirmasse la Regina Elisabetta potrei credere una cosa del genere ^__^

Al di fuori della Stagione, le zitelle, se superata una certa età, potevano avere una discreta indipendenza, affittare casa, ricevere ospiti, costruirsi una loro cerchia di amicizie.

Se la zitella medio-borghese aveva sufficiente carattere da sapere cosa voleva dalla vita, a volte poteva ottenerlo.

Poteva avviare un'attività, magari un negozio. Poteva dedicarsi all'insegnamento delle signorine nei collegi specializzati o come istitutrice, poteva fare la scrittrice, come Jane Austen, darsi a qualcosa che la interessava.

In quest'ultimo caso, se la loro inclinazione non era giudicata particolarmente scandalosa (nell'ambito di quello che poteva NON essere scandaloso legato ad una zitella, visto che la sua stessa condizione lo era), allora questa poteva addirittura conquistare l'aiuto economico della famiglia, che pagava per allontanarla in modo da non dover mostrare troppo spesso la donna fuori dalle circostanze dove tornava utile.



Zitelle famose

· Jane Austen

· Charlotte Bronte

· Le sorelle di Luigi XVI

· Elisabetta I, Regina d’Inghilterra

·

Zitelle famose dalla narrativa

·

Anne Elliot

Jane Austen

Persuasione

Amanda Briars

Lisa Kleypas

All'improvviso tu

Sophia Sydney

Lisa Kleypas

L'amante di Lady Sophia

Mary Finch

Rose Melickan

Il codice Blackstone e altri libri della stessa saga

Claudia Martin

Mary Balogh

Semplicemente perfetto

Sophia Carlisle

Connie Mason

Il sapore del paradiso

Olivia Willow

Carolyn Jewel

Il segreto di Olivia

Libby Blue/Olivia Vanderhoff

Robin Lee Hatcher

La fuga di Libby

Catherine Blackewell

Pamela Clare

Schiavo del desiderio

Jane Marple

Agatha Christie

Tutti i libri della vecchietta impicciona che indaga

Charity Thornton

Judith McNaught

Ritrovarsi

La cugina Bette

Honoré Balzac

La cugina Bette

Bridget Jones

Helen Fielding

Il diario di Bridget Jones, dove lei stessa si autodefinisce "zitella lunatica"

Minerva McGranitt

J.K. Rowling

Harry Potter

Le protagoniste di Cranford

Elizabeth Gaskell

Cranford

Rachel Wardle

Charles Dickens

Il circolo Pickwick

Christabel LaMotte


Possession (film)

Probabilmente me ne sarò dimenticata moltissime, la mia memoria comincia a vacillare un pochino ^_^'

Tenete conto che, almeno per le letterarie elencate provenienti dai romance, il futuro della zitella è roseo, infatti, sebbene la loro condizione sia terribile agli occhi della società, queste troveranno sicuramente un uomo disposto a sposarle nonostante ciò; tanto per citare il romanticismo della faccenda, vi posto qualche riga presa da Il segreto di Olivia:

«Una zitella, Sebastian. Non più in giovanissima età, senza parenti maschi che possano provvedere al suo sostentamento, né madri dagli occhi di dragone che vigilino sulla sua virtù.»

E dire che Olivia ha solamente 24 anni… al giorno d'oggi una che a 24 anni è già sposata a volte è giudicata strana!

Ecco invece un brano tratto da Ritrovarsi della McNaught, in queste pagine la zitella, che non è la protagonista, ma solo un’amica, s’è messa in testa di far tornare assieme i due innamorati tra cui sono sorte complicazioni di sorta e, prendendo da parte il baldo giovane e raccontandogli tutta la verità sulla questione, scatena una specie di Terza Guerra Mondiale.

Ecco le parole dell’uomo e del suo amico/nemico dopo aver sistemato le cose:

Temendo che il peggio potesse ancora arrivare, Baskerville si lanciò nella mischia. «Di che cos’altro avete discusso tu e Langford? Siete stati via un bel po’» [in realtà non “erano stati via, ma se le erano suonate di santa ragione al White’s ^__^’]

«Abbiamo discusso di piccole e anziane signore dalla memoria corta» rispose Nicki in tono ironico. «E ci siamo meravigliati per la saggezza di un Dio che, per qualche incomprensibile ragione, di quando in quando permette alle loro lingue di continuare a funzionare, molto tempo dopo che il loro cervello ha smesso del tutto di farlo.»

Il duca di Stanhope alzò bruscamente gli occhi. «Spero che non ti stia riferendo a nessuno di mia conoscenza.»

«Conosci una persona che risponde all’improbabile nome di “Charity”, invece di “Scervellata”?»

Il duca soffocò una risata inorridita a quella deliberata, e inequivocabil descrizione della sua sorella maggiore. «Forse.»

Judith McNaught, Ritrovarsi, Sperling&Krupfer

Nella società moderna (beh, veramente si parla di sessant'anni fa) le zitelle erano molto comuni, specialmente a causa della carneficina fatta dalla guerra; Katherine Hepburne, a mio dire grandissima attrice, era appunto specializzata nel giocare il ruolo della zitella nelle sue parti femminili, come ad esempio La segretaria quasi privata (adoro quel film *___*), oppure in La regina d'Africa e ancora in L'uomo della pioggia.


Anche la famosa Ingrid Bergman ha portato diversi ruoli di zitella sullo schermo come quello di Gladys ne La locanda della sesta felicità (adoro anche questo ^__^).

La zitella più famosa di oggi, credo sia Susan Boyle, la bravissima cantante britannica scoperta all'X-Factor degli inglesi che io ammiro moltissimo, ma ammiravo di più quando non si faceva la permanente e non si truccava come Moira Orfei.



Nomi e origine

Vi siete mai chiesti da dove viene il nome "zitella"? Per scrivere questo post l'ho fatto e la risposta è stata sorprendente, visto che viene da un nome proprio: Zita.


Dal soprannome o nome medievale Zita, che, tratto da una variante del termine cita o citta, significa letteralmente bambina, fanciulla, per estensione, anche pura o vergine: in particolar modo, si pensi al vezzeggiativo di questo termine, ovvero zitella, dal significato di donna nubile
(vagamente sarcastico?).


In inglese, invece, zitella si dice spinster, questo termine indica generalmente le filatrici della lana; l'associazione tra la filatrice e la zitella è tardo medievale, quando le filatrici difficilmente si sposavano, ma grazie al loro lavoro potevano mantenersi e condurre una vita libera. A causa della caccia alle streghe di quel periodo, molte donne che vivevano sole del loro lavoro erano sovrapposto alla figura di streghe e maghe (come quella de La bella addormentata del bosco, l'arcolaio non vi dice nulla?) e a volte processate per questo.

Ecco quindi come dal nome di una professione, praticata fino all'Ottocento, sia nato il nome delle zitelle e lo stereotipo di vecchiette inacidite.

Considerazioni mie

La zitella che adoro più di tutte le altre è Amanda Briars, la protagonista creata dalla Kleypas per All'improvviso tu.

La signorina in questione, arrivata sola e vergine al trentesimo compleanno, decide che non le interessa se il matrimonio non è la sua strada perché vuole continuare la sua carriera di affermata scrittrice.

Ma, con un comportamento molto moderno, per non dire anacronistico, conclude anche che è inutile tenersi la verginità e si fa mandare un gigolò per la sera del suo compleanno. Naturalmente arriva l’eroe di turno (e che eroe!) che la capisce fino in fondo e non si approfitta di lei, non troppo almeno ^_^’
Come dice di lei la proprietaria del bordello, e come posso sottoscrivere, Amanda è stata fantastica, come dovrebbero essere tutte le donne, ha ordinato un gigolò come si ordina un pezzo di carne dal macellaio: unica! Fantastica!

Quello che adoro in lei è la sua indipendenza e il suo modo di andare contro le convenzioni. Amanda ha passato metà della sua vita ad occuparsi di parenti malati e ha perso le occasioni della giovinezza, ma anche da ragazza era sempre stata troppo colta perchè i giovanotti si divertissero in sua compagnia.

Ha trovato la sua vocazione nella scrittura, che tuttavia sarebbe costretta ad abbandonare nel caso trovasse un marito, che difficilmente approverebbe la sua professione e la sua indipendenza culturale. Fortuna che arriva Jack Devlin a toglierla dai guai, visto che lui fa addirittura l’editore! Insomma, le zitelle dei romance hanno proprio tutte le fortune…


Oltre a lei, Bunny Watson, la segretaria quasi privata dell’omonimo film, è lo stereotipo che probabilmente diventerò tra qualche anno. La sua amica Peg Costello, che lavora con lei, la definisce ironicamente “ruota di scorta” e “cravatta vecchia nell’armadio” quando entra in iperventilazione per un invito del suo capo, che la cerca solo quando non trova di meglio. Anche Peg è una zitella, ma almeno la prende sempre con filosofia e sa che il suo destino è diventare una gattara ^_^
Naturalmente Bunny e il nuovo ingegnere dell’automazione (negli anni ’50 non esistevano i pc come adesso e neanche l’informatica a quanto pare) finiranno per coronare il loro sogno d’amore in barba al capo approfittatore.

Sono inoltre diventate famose le zitelle di Cranford, grazie alla trasposizione del romanzo in un telefilm, prossimamente in arrivo sui nostri schermi con una superlativa Judi Dench che straconsiglio a tutti gli appassionati del genere period dramas.

Un'altra attrice che adoro a fare la zitella è Maggie Smith, quando fa Minerva McGranitt è fantastica, però io la adoro in ogni sua parte, è adorabile è splendida!


Bene, ho scritto un poema sulla faccenda e ce ne sarebbe altrettanto, ma devo davvero scappare.

Spero di poter scrivervi presto, bacioni a tutti e buon weekend!


PS: trovare immagini per questo post è stato terribile, così ho spulciato un po' di Cranford, sono quasi tutte da lì.



Mauser






7 commenti:

  1. E nel caso degli uomini? Se decidevano di non sposarsi o risposarsi dopo la morte della moglie, che succedeva?
    *ascolta affascinata*

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  2. Silvia: Sono incantata *.*
    Accidenti, pensavo che la mia fosse una domanda da "botta e risposta", per così dire, non immaginavo assolutamente che ci avresti addirittura dedicato un post... be', sono commossa ;_;

    Grazie mille comunque per avermi risposto. Il post non è stato per niente lungo, anzi, più sono lunghi e meglio è, almeno se si parla di argomenti così strettamente legati ai romance che tanto adoriamo! ^_^

    Però, il mio quesito è rimasto. Se un'ereditiera decide di restare zitella per sua scelta e, se per miracolo non incappa in cacciatori di dote, aveva il diritto a partecipare E DIVERTIRSI agli eventi mondani?

    Scusa, sono una rompi, ma sono MOLTO curiosa!! XD

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  3. Dunque dunque... ecco le zitelle che arrivano in questa sera piovosa genovese!
    Bel racconto e come sempre, ironico con talento!
    Stasera ho visto un film scaricato sul computer, scusa la digressione visto che non ha a che fare con le zitelle, ma non avendo più la televisione (ottima intuizione l'averla "staccata"), quando sono a casa faccio così e, dopo il film ("la doppia ora" per la cronaca) ho aperto il tuo blog pensando di leggere qualcosa di bello e interessante: ed eccomi accontentato!
    Mi piace sia quello che scrivi sia il tuo modo di raccontarcelo e sempre vado anche a leggere i commenti che ti lasciano.
    Ti ho già scritto che sono stupito di quanto pochi numericamente siamo a commentarti, ma secondo me ti leggono in tanti!
    Ciao, alla prossima lettura,
    Stefano

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  4. Ah, che bel post!!!! Grazie mille!!! Una lettura davvero piacevolissima, anche se un po' deprimente! Perché, da brava zitella inacidita (tanto per restare in argomento) secondo me la situazione non è poi cambiata così tanto ai giorni nostri: io mi sento comunque sempre una paria in compagnia dei miei coetanei che sono quasi tutti "felicemente sposati" (come li chiamava, se non ricordo male, la cara Bridjet).

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  5. Beh, tieni conto che in passato essere zitelle non era poi così strano... ce n'erano talmente tante da non essere neanche più compatite e commiserate, ma anzi proficuamente adoperate in famiglia, rendendo un servigio a loro e ai parenti.

    Oggigiorno una donna che non si sposa viene commiserata perchè si dice che sia una "frigida" brutta e antipatica che non sa conquistarsi un uomo, all'epoca avevi ancora la possibilità dignitosa di riferire la tua solitudine all'altissimo numero di donne in più rispetto agli uomini, una scappatoia utile.

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  6. Bellissimo post come al solito!
    Però volevo fare una precisazione, Charlotte Bronte non era zitella...o meglio...non è rimasta zitella,si è sposata con un reverendo ed è morta incinta del loro bambino.

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