6 aprile 2010

La medicina

Bentornati a tutti voi che seguite questo blog e benvenuti a quelli che leggono adesso per la prima volta uno dei miei post.
Argomento odierno: la medicina.
Mi sembrava doveroso affrontare l'argomento, visto che la salute, dopotutto, è un fattore importantissimo della nostra esistenza.

Tendenzialmente si pensa all'epoca vittoriana con un misto sentimento di nostalgia e invidia. Per quanto mi affascini quell'epoca, devo dire che sono cose piuttosto ipocrite da pensare perchè in realtà l'epoca vittoriana è stata costellata di problemi grandissimi, catastrofi e disastri. La vita era difficile e sopravvivere non era scontato, i mali superavano quasi sempre i beni che una persona riusciva a ricevere nella sua esistenza.
Povertà, malattia, disperazione, abbandono erano fattori all'ordine del giorno, non commettiamo quindi gli errori degli ingenui pensando che all'epoca andasse tutto bene, si stava molto peggio di adesso e questo malessere, queste difficoltà erano diffuse per tutte le classi sociali, perfino i figli di re non era detto che sopravvivessero e non solo da bambini! Figuriamoci come doveva essere l'esistenza di una persona qualunque per l'epoca...

Ecco quindi che la salute e le cure, piuttosto che l'emblematica figura del medico, assumono un significato molto più importante di quello che possiamo figurarci inizialmente.

Con questo però, bisogna anche ammettere che la medicina del tempo non era molto evoluta, in special modo se paragonata alla odierna: niente antibiotici, niente antidepressivi, zero ibuprofene, antinfiammatori, antidolorifici e così via, ma uno stile di vita un po' più sano per quanto riguarda alimentazione e movimento contribuiva a rendere meno diffuse malattie che ad oggi sono presenti quasi in ogni individuo.

Una malattia non era riconosciuta tale se una persona non stava almeno tre o quattro giorni con la febbre, a meno che questa non fosse alta, ma mancando gli strumenti per misurarla, spesso non si dava troppo peso ai sintomi di influenze e raffreddori. Entrambe queste malattie, che noi ormai consideriamo un male stagionale guaribile in una settimana al massimo, a quel tempo erano mortali nel 70% dei casi.
Un'infreddatura non era da prendere mai sottogamba, perchè a causa delle conoscenze mediche scarse e dell'atteggiamento comune nei confronti dello "stare male", essa spesso si trasformava in qualcosa di molto grave: broncopolmonite, tisi e quant'altro.
Qualcuno potrebbe pensare che questi problemi, però, si avessero solo da una certa classe sociale in giù, dopotutto i ricchi hanno sempre avuto ottimi dottori e diritti migliori degli altri: SBAGLIATO!
In realtà per i ricchi, per i re addirittura, il mondo girava esattamente come epr gli altri.
Pensate che il marito della Regina Vittorian, il Principe Alberto di Sassonia-Coburgo-Gotha, morì nel 1861 proprio per una febbre tifoide non diagnosticata in tempo dal medico di corte [e vuoi farmi credere che i sintomi della febbre non si vedono? Aspettano che uno si ricopra di pustole rosse e verdi prima di dire: "è malato"?].

Un grande campo, adesso in via di estinzione, in cui i medici lavoravano era quello dell'amputazione degli arti e del rimpiazzo di questi con mani, piedi o altre articolazioni; una volta, infatti, era comune trovare persone mancanti di alcuni arti o prive di un occhio o orecchio, essi venivano rimpiazzati da supporti, arti finti, occhi di vetro e quant'altro (basta ricordare Capitan Uncino, il cattivo di Peter Pan, oppure i due marinai al soldo di Barbossa nel film Pirati dei Caraibi).


L'arte di curare
Durante il periodo Georgiano e Vittoriano era meglio non ammalarsi, di questo ne siamo sicuri.
Ma non solo perchè le prospettive di vita erano misere, ma anche perchè le cure erano oltremodo inefficaci, quando non dannose a loro volta.
La medicina dell'epoca, si può dire, era un bel miscuglio di Fede cristiana, sciamanesimo e rimedi della nonna.
La prima cosa, come l'ultima che si faceva quando c'era un malato in casa, era pregare: non che io disprezzi questa pratica, tuttavia penso che alcuni medici più che pregare avrebbero dovuto concentrarsi un po' di più sui sintomi e sulle cure, piuttosto che sulla redenzione del malato, compito che spettava, semmai, al pastore o al prete (nel caso dei papisti), ma non a un laureato in medicina. E già così erano piuttosto imprecisi nella diagnosi quando non la ceffavano del tutto...

Secondo punto da non dimenticare erano i rimedi della nonna: vino e aceto per l'ubriachezza, intestino di cinghiale per la sifilide (O.o), svariati composti naturali a base di piante e radici triturate con cui si impiastravano le ferite infette e suppurate, oppure brodaglie fatte decantare in decotti dall'odore puteolente, ma, a dire di molti, efficacissimi.
Questa era forse la parte migliore della medicina, visto che composti e cataplasmi a base di foglie e alghe e simili erano effettivamente utili in alcuni casi, peccato che essi non fosse molto diversi dai rimedi del Medioevo, specialmente nelle campagne, e sì che ci dovrebbe aspettare qualche passetto avanti dopo 300 anni...

Il tutto, naturalmente, applicato con una serie di rituali imprescindibili come imposizione delle mani e massaggi inutili degni del più celebre ciarlatano.
La maggior parte dei rimedi naturali, per quanto potessero essere efficaci (ancora molte medicine moderne sono a base di estratto di salice, ortica e così via) erano applicati nelle circostanze sbagliate, per questo risultavano poco utili ai fini della guarigione, senza contare che uno dei principi stessi dell'omeopatia (sciena nella quale io credo assai poco) è ancora che se assumi un rimedio per un male che non hai, questo generalmente te lo fa venire: il massimo per un malato!

I farmacisti, in particolare, erano molto esperti in questo genere di cure (all'epoca facevano più da erboristi che da veri farmacisti, dato che le medicine in serie e le case farmaceutiche non esistevano) e potevano consigliarne moltissimi.
Il farmacista era la prima persona a cui ci si rivolgeva in caso di malesseri non gravi: mal di schiena, mal di testa diffuso, dolori articolari e muscolari.
Nel caso il farmacista prescriveva o preparava qualche mistura strana. Se poi i suoi rimedi erano dei veri e propri bidoni, ci si rifaceva al medico vero e proprio.

Ricordiamo inoltre, sebbene con raccapriccio, che uno dei metodi di cura più utilizzati nel Settecento, e ancora adoperatissimo nell'Ottocento, era il salasso, praticato tramite sanguisughe.
Inutile indugiare nel descrivere questa pratica disgustosa quanto inefficace, se non addirittura dannosa. Molti reali, e moltissime persone comuni, sono morte a causa dell'utilizzo sconsiderato di questa metodologia, tra questi molto famosi sono i casi delle figlie di Maria Teresa d'Austria che, ammalate di vaiolo, vennero più volte salassate per far scomparire il sangue marcio della malattia. Suppongo sia superfluo dire che molte di loro, poverette, non ce la fecero a causa dell'indebolimento.


Medicine dell'epoca
Le medicine adoperate nel periodo passato erano largamente tratte da piante e radici. Si trattava di infusi, tisane, impacchi e cataplasmi che dovevano servire da lenitivo, disintossicante, purgante, antidolorifico e così via. Molti di questi erano efficaci per il loro scopo, tuttavia servivano a poco nel caso di malattie più gravi come influenze, malattie esantematiche, infezioni, cancri e così via.

Alcuni tipi di droghe erano largamente utilizzati come antidolorifici e per "aprire i sensi", come dice lo stesso Sherlock Holmes, protagonista dei libri di sir Arthur Conan Doyle, Sherlock era un cocainomane convinto.
Cocaina, oppio, morfina e così via erano adoperati nei campi più disparati, la cocaina era usata dai dentisti durante le loro sedute più dolorose (ad esempio estrazione di un dente), la morfina era addirittura somministrata, a volte, alle donne incinte!
Altre droghe più o meno famose erano il laudano, un antidolorifico molto potente, peccato che avesse la stessa composizione del moderno assenzio, cioè una bevanda alcolica che supera i 40°.



I batteri e le spore
Verso la metà del Settecento le recenti scoperte scientifiche che riguardavano le creature invisibili ad occhio nudo come i batteri scatenarono una vera e propria guerra a questi microrganismi.
Per un lungo periodo si credette che ogni malattia fosse portata da queste subdole creature e spesso si utilizzarono metodi di cura decisamente inefficaci. Questa credenza era furviante, perchè impediva ai medici di ricercare le vere cause di un malessere.


Il controverso caso dei vaccini
Dei vaccini bisogna parlare sempre con cautela, specialmente riferendosi ai periodi passati. Si tratta di scoperte (o invenzioni, a seconda dei punti di vista) molto recenti e aggiunti all scibile umano quasi per caso.
Un vaccino è un ceppo della malttia opportunamente indebolito e innestato nel corpo di persone sane, in modo che, con una decorrenza rapida, essi potessero sviluppare le difese immunitarie necessarie per combattere quella malattia quando questa si sarebbe ripresentata in forma normale o acuta.
Al giorno d'oggi ci si vaccina troppo, è un dato di fatto, basta pensare a quanto accaduto con l'influenza suina che ha colpito il mondo lo scorso autunno, scatenando una vera e propria ondata di panico quando, a dirla tutta, si trattava di banale influenza, credete alle parole di una che se l'è presa in barba ai consigli di Topo Gigio.
Non solo, a volte ci si vaccina per motivazioni sbagliate, come adesempio per non ammalarsi e non fare assenza dal lavoro, senza contare che questo comportamento sconsiderato indebolisce non poco il nostro fisico.
Risultato? Alla prima mutazione devono fare un nuovo vaccino e, comunque, ci si ammala lo stesso. Bisognerebbe pensare, prima di vaccinarsi.
Nell'Ottocento, invece, le cose erano molto differenti, le persone si vaccinavano in numero troppo inferiore rispetto alla portata di malattie quali la rosolia, la tbc e quant'altro, questo perchè anche il vaccino poteva risultare pericoloso per coloro a cui era somministrato, portando alla morte nel caso esso fosse stato preparato troppo aggressivo o se impiantato in soggetti deboli o già malati.
Se avete visto uno sceneggiato canadese denominato La valle delle rose selvatiche, che quest'estate è andato in onda su Rai1 al pomeriggio della domenica, forse ricorderete che in uno degli episodi un medico di città si trasferiva in questo villaggio dove era ambientata la storia e cercava appunto di promuovere una campagna di vaccinazioni contro la tubercolosi, dovendo però scontrarsi con la ritrosia delle persone e la paura generalizzata, persino con la donna amata, che anni addietro, a causa di una vaccinazione sconsiderata, aveva perso l'amata figlioletta.
Naturalmente finisce tutto bene: per provare ai nuovi compaesani quanto egli è competente e buono, si inietta il vaccino prima su di sè, rischiando di andare vicino alla morte, ma salvandosi in corner grazie all'aiuto dell'amata e della figlia e convincendo tutto il paese.


Malattie diffuse
In passato erano diffuse malattie che oggi dimentichiamo facilmente a causa della loro scarsa diffusione nel mondo civilizzato in cui viviano, ma che sfortunatamente sono ancora presenti in zone sottosviluppate del pianeta, come l'Africa centrale o l'America Latina.
Scabbia, rachitismo e scorbuto erano all'ordine del giorno in ogni paese europeo e dipendevano da un'alimentazione scorretta (o insufficiente allo sviluppo) e priva di determinati elementi fondamentali, ad esempio le proteine, che si trovavano in cibi di difficile consumazione in circostanze particolari come viaggi o povertà estrema.
La sifilide era diffusa quasi quanto l'AIDS adesso e aveva gli stessi effetti, in particolare essa era particolarmente dilagata nelle città di mare, dove il continuo afflusso di persone straniere provenienti da porti e paesi lontani ricchi di altre malttie contribuiva ad una difusione rapida e terribile.
La tisi era la malattia più comune, di cui muoiono moltissime persone, ad esempio Violetta la protagonista della Traviata, Musetta dall'opera Boheme, Satin nel musical Moulin Rouge, la stessa Lady Oscar dell'omonimo manga e anime ad opera di Ryoko Ikeda [maledetta!!! Non dovevi ammazzarmela e neanche André! Io li volevo assieme, assassina! ehm... scusate lo sfogo] oltre che svariati poeti e scrittori famosi.

Il vaiolo e il colera, che ormai non sappiamo neanche cosa sono, erano invece oltremodo diffuse anche in paesi con notevoli progressi industriali e scientifici, come Germania, Inghilterra o Sati Uniti d'America.

Poi c'era la gotta, che a differenza di scabbia e scorbuto era una malattia "da ricchi" perchè provocata dall'assunzione eccessiva di determinate proteine grasse, specialmente quelle della carne. Il colesterolo a cui adesso facciamo così attenzione era niente se confrontato con questa malattia diffusissima.


Cause
Molte malattie di allora, come di oggi, erano causate da una vita sregolta, spesso a causa della povertà che impediva l'assunzione di proteine e vitamine utili, se non indispensabili all'organismo.
Sebbene alcuni tipi di proteine fossero assumibili tramite i legumi, oltre che tramite carne di manzo, esse non erano comunque sufficiente.
In una larga porzione della popolazione l'alcool e il fumo erano vizi di cui non si riusciva a fare a meno e ciò portava a varie malattie come il cancro o l'epatite.
I rapporti sessuali senza protezione, che all'epoca era pressocchè inesistente, erano inoltre mezzo di trasmissione di malattie veneree.

Anche la mancanza di riposo per quanto riguarda le classi meno agiate della popolazione comportava un indebolimento del fisico e un aumento dell'incidenza della malattia.

Senza contare che le condizioni igienico-sanitarie in cui si viveva all'epoca, circondati dalle bestie in campagna e da moltissime altre persone in città, erano deplorevoli e, naturalmente, aumentavano il diffondersi di patologie di sorta.

La mancanza di denaro per curarsi, di certo non era un fattore da sottovalutare, sebbene a volte si tenda a dimenticarsene.



Curiosità
  • InItalia la medicina è sempre stata una scienza molto avanzata fin dall'epoca rinascimentale
  • L'ateneo di Parma vanta una vastissima collezione di cere anatomiche, ovvero ricostruzioni del corpo umano e delle sue parti, sia singole che nell'insieme, per gli studenti di medicina del passato, quando eseguire tagli e prove sui cadaveri era considerato fuorilegge (perchè si violava terreno consacrato per motivazioni non sufficienti e perchè si distruggeva il riposo di un defunto)
  • Anche l'Università di Bologna ha una preziosa collezione di ceroplastiche di epoca settecentesca e vittoriana. In entrambi i casi sono visitabili.
  • Sia la raccolta dell'ateneo di Parma che di Bologna sono apparse in alcuni servizi di Ulisse (programma che adoro) sulla ceroplastica, sulla medicina e sulle tombe.
  • Il più importante museo italiano di ceroplastica è il Clemente Susini di Cagliari ed è famoso a livello mondiale per l'accuratezza delle sue riproduzioni (vedi. Wikipedia - Museo Cere Anatomiche Clemente Susini)


Riferimenti letterari e cinematografici
Chi ha letto Il giardino segreto, il mio libro preferito, sa che Colin Craven, il cugino della protagonista, sta per morire "di tutto" [diagnosi quantomeno azzardata, oserei dire], che poi sarebbe una debolezza diffusa alla nascita a causa del parto prematuro. Avendolo sempre tenuto segregato a causa di quanto detto sopra, il piccolo Colin non ha mai visto il mondo, è debole e magrolino a causa della mancanza di vitamina D e di luce, ha occhi pesti e ossa fragili, muscoli atrofizzati dalla mancanza di moto ecc.
In più è terrorizzato dalle "spore", una paura indotta dai medici e dalla governante che pensano che distruggerebbero il suo fisico malato se esposto a luce e aria [ma che è, un vampiro???], per questo le finestre sono tutte sbarrate. Ma ci penserà Mary a mettere in riga tutti!

Col senno di oggi sappiamo che i metodi di cui sopra e le idee che avevano erano completamente fuori strada, ma che cosa si pensava allora?
Difficile entrare nella mente delle persone, che erano letteralmente terrorizzate dalla malattia. Esistevano epidemie di scarlattina e varicella che uccidevano moltissime persone, il morbillo era considerato fratello gemello del vaiolo, neanche fosse stato peste e, nel libro di Louisa May Alcott, una delle sorelle March protagonista di Piccole donne muore appunto di queste malattie.
Non solo, per chi ha seguito la vita de La signora del West, la narrazione della coraggiosa dottoressa che curava i malati del West, ricorderà perfettamente che si avevano molti casi gravi di queste malattie.
Senza contare che contro altre come il tetano, il tifo, la tubercolosi e così via non esistevano i vaccini.

Un altro caso famoso è quello dell'amichetta tedesca di Heidi, Clara, che è immobilizzata su una sedia a rotelle fin dalla nascita, ma che grazie alle amorevoli cure della protagonista e all'aria delle Alpi riuscirà ad acquistare l'utilizzo delle gambe.

In moltissimi romanzi si fa cenno alla figura del medico o al fatto che la medicina dell'epoca non fosse in grado di salvare le donne partorienti o gli ammalati, questi riferimenti io li ho più volte riscontrati nei seguenti titoli: L'amante di Lady Sophia di Lisa Kleypas, Nodi d'amore sempre di Lisa Kleypas, Via col vento di Margareth Mitchell, con relativi seguiti, ovvero Rossella di Alexandra Ripley e Il mondo di Rhett di David McCaig.
Inoltre, nell'anime giapponese Fiocchi di cotone per Jeanie la protagonista, dopo una serie di avventure e disavventure sceglie di intraprendere la carriera di medico e infermiera nell'America del dopo Guerra di Secessione.
Ci sono poi i classici come Lo strano caso del Dr. Jeckyll e Mr Hyde di Robert Louis Stevenson e anche il capolavoro di Mary Shelley, cioè Frankestein. Anche in Dracula abbiamo la stravagante figura di Van Helsing che è un medico olandese decisamente sopra le righe.

Naturalmente ci saranno migliaia di romanzi che trattano del tema e che al momento mi sono dimenticata... se ve ne viene in mente qualcuno sarò lieta di aggiungerne.


Consigli di lettura
Poichè la medicina del Settecento e Ottocento era una vera e propria atrocità, consiglio le letture di seguito solo per coloro che sono forti di stomaco.
Io stessa non sono riuscita ad arrivare in fondo ad alcuni testi accademici al riguardo e non voglio neanche pensare di leggere dei volumi dell'epoca, dove parlano di cose che oggi definiremmo barbare con assoluta nonchalance.
I libri di cui sopra, a parte di romance spudoratissimi, presentano comunque una panoramica interessante della professione e del ruolo della medicina nel passato.
  • Sherlock Holmes, Doctor Watson, and Victorian Medicine: A Medical Review and Critique for the New Sherlockian by J. E. Anthony, James E. Anthony
  • Medical Profession in Mid-Victorian London by M. Jeanne Peterson
  • Antivivisection and Medical Science in Victorian Society by R. d. French
  • The Fasting Girl: A True Victorian Medical Mystery by Michelle Stacey
  • Medical women and Victorian fiction by Kristine Swenson
  • Health, Medicine, and Society in Victorian England by Mary Wilson Carpenter
  • Victorian Pharmacy and Remedy Recipes by Jane Eastoe, Ruth Goodman
  • The Victorian Chemist and Druggist by W.A. Jackson

Personalmente la medicina vittoriana è qualcosa che mi fa rizzare i peli delle braccia, mi terrorizza e capisco perfettamente come mai la gente avesse tanto timore di ammalarsi. Spero di non aver turbato troppo i vostri sogni,
A presto, buona serata a tutti!



Mauser

7 commenti:

  1. Fantastico *O*
    L'ho letto con molto piacere. In effetti non ho mai capito la classica frase "ai miei tempi si stava meglio" e questo post me ne ha dato un'ulteriore conferma.

    P.s.Ma i manuali d'epoca dove si possono consultare? =3

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  2. Si trova qualcosa negli atenei italiani, ma roba veramente vecchissima!!! Ti consiglio le città dove la facoltà di medicina è molto importante, Roma, Parma e così via.
    Sennò puoi fare un viaggetto in Inghilterra e vai a spulciare la National Library e quant'altro ^_^

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  3. Argh!!!
    Bellissimo questo articolo, mi lascia con la pelle accapponata ma tant'è, a suo tempo si pensava pure di essere avanti o__o'''

    Hai dimenticato un'altra delle malattie più strane che abbia mai sentito, la rabbia...
    Non era difficile ammalarsi di malattie come quella, con tutto il problema dei randagi, le condizioni pietose dei sobborghi, la stretta convivenza con animali come cani, gatti, ma purtroppo anche topi, e pulci e zanzare T__T'''

    Bea*

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  4. Grazie! Mi sei stata davvero utilissima!!!! Complimenti per l'articolo. Non conoscevo il tuo blog e mi sa che dovrò frequentarlo più spesso (sto scrivendo un libro in cui il protagonista è proprio un medico del periodo tardo vittoriano e non è affatto semplice!). Grazie ancora
    Silvia

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  5. Ciao Mauser^^ leggo il tuo articolo a più di un anno di distanza e mi sono accorta di un tuo piccolissimo errore: Satin, la protagonista di Moulin Rouge, muore di tisi, non di tifo! Ci tenevo a precisarlo, perchè Moulin rouge è uno dei miei film preferiti^^
    Ti faccio comunque i miei complimenti per il sito e le informazioni che ne traggo ogni giorno! ;)

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  6. Grazie della segnalazione, provvedo a correggerlo immediatamente =)

    Ciao e a presto

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  7. È un articolo molto interessante. Ho un informazione da rubarti. Mi sapresti dire, dopo la nascita Delle case farmaceutiche come la Bayer, o non so quali altre, le medicine venivano spedite in queste città? Sempre età vittoriana.

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