25 giugno 2010

Caroline Norton e i diritti della donna sposata

Miei cari, come state?
Recentemente, spulciando la rete, è emersa una grande quantità di personaggi semi sconosciuti ai più, di cui però vorrei parlare.
Molte persone del passato che hanno compiuto grandi gesta per la vita e i diritti delle persone, che dovrebbero essere ricordati ad ogni assemblea ufficiale della materia, sono invece relegati nell'oblio, dimenticati.

Regina Strinasacchi è stata l'esempio lampante che abbiamo approfondito di recente, una donna tanto brava da aver suonato alla pari con Mozart, tanto musicalmente raffinata che il celebre compositore le ha addirittura scritto appositamente una partitura per il loro duetto passato alla storia, eppure lei non è neanche citata nei libri di storia e musica. Ricercare del materiale su di lei è stato difficilissimo, non c'è neanche una sua immagine, in giro, quando di altre ero riuscita a recuperare qualcosina, ma di Regina nulla.
Eppure qualcuno ha compreso il suo talento e sono oltremodo onorata del fatto che il post che ho scritto sia stato scelto da Paperblog per la prima pagina della rubrica culturale, quello che mi auguro davvero non è solo rendere popolare il mio blog, che so approfondisce argomenti di nicchia per appassionati, ma forse rispolverare personaggi e figure che davvero meritano la fama e la notorietà. Non sarà il Georgiana's Garden a donargliela, ma spero che li aiuti a fare un passetto.

Con questa filosofia mi accingo a scrivere un nuovo post della rubrica VIP, che si popola sempre più. La donna di oggi, sì, un'altra donna, si chiama Caroline Norton.
I suoi meriti e le sue virtù non sono il frutto di qualche cocktail genetico di creatività, arte e talento, non sono conoscenze che l'hanno portata a scoperte e invenzioni indimenticabili, ma quello che è stato speciale, in lei, è il coraggio che l'ha contraddistinta nel portare avanti una battaglia persa in partenza per i diritti delle donne sposate e divorziate.

Prima che diciate o pensiate qualcosa, vi dico subito che non si tratta di una suffragetta, nossignori, Caroline non era una donna che si batteva per il voto e le pari opportunità, ma solo per le opportunità, perchè è da ricordare che durante i secoli passati una donna sposata non aveva diritti, di nessun tipo.

Per pura coincidenza qualche giorno fa mi sono ritrovata a conversare con alcuni colleghi (uomini), discutendo di come fosse cambiata la figura femminile nel Novecento, diventando sempre più indipendente dall'uomo; a quanto ho avuto modo di capire, questa indipendenza ideologica e materiale della donna mette parecchio a disagio alcuni uomini, che vedono minata la loro figura di supporto e colonna portante, visto che ormai una donna è indipendente senza avere un uomo che la sorregga e protegga.
Il paragone con Caroline mi ha straziata perchè, sebbene qualcuno sostenza che nell'epoca moderna si stia andando troppo verso l'emancipazione femminile, dall'altra ho visto chiaramente cosa c'era, o meglio, cosa non c'era prima e penso che nessun essere umano, uomo, donna o bambino, meriti di essere trattato come lo erano le donne durante Settecento e Ottocento dalla legge e dal punto di vista puramente legale.

Si dice tanto dei diritti che la Rivoluzione Americana e quella Francese hanno portato, li chiamano diritti dell'uomo, ma a tutti gli effetti, essi sono stati diritti solo per gli uomini, non per le donne.
Ditemi che sono femminista, ditemi che sono imparziale, essendo donna a mia volta, ditemi anche che sono figlia del mio tempo, del consumismo, del baby boom anni 90 e di McDonald, prendete la canzone degli Eiffel65 intitolata Figli di Pitagora, ascoltatela e dite pure che sono figlia di tutto quello, una donna in carriera, indipendente, single e tutto questo. Ma sono abbastanza adulta, obiettiva e storicamente matura per poter valutare Caroline Norton per quello che era. Caroline era una donna coraggiosa che lottava per i duoi diritti di essere umano, ma soprattutto di madre, era sola ed era osteggiata e nonostante questo ha portato avanti la sua causa, dando inizio ad una nuova epoca della legge e dei diritti.
Caroline non era una santa, non era una martire, ma era una madre coraggiosa e questo le ha fatto e le fa onore.

Leggete la sua storia e ditemi se non è un personaggio che merita di essere ricordato non solo dalle suffragette e dalle femministe, ma da qualsiasi giurista, da qualsiasi essere umano.


Infanzia e matrimonio
La famiglia di Caroline era culturalmente piuttosto elevata ed attiva.
Caroline stessa era nipote di uno scrittore di teatro, Richard Brinsley Sheridan. Sua madre, Caroline Henrietta Sheridan, nata Callander, era una scrittrice, che tuttavia la stessa Caroline definirà, più avanti, come autrice di romanzetti sullo stile dell'epoca, ma privi di attrattive; la famiglia di sua madre era scozzese e imparentata con diversi lord e lady della terra di Scozia.
Il padre di Caroline, Thomas Sheridan, attore, soldato e governatore, morì in Sud Africa quando questa era solo una bambina di otto anni, una cosa non troppo insolita per l'epoca, lasciando tuttavia la famiglia in una situazione economica piuttosto precaria, anche questa non una novità.
Grazie all'intervento del Duca di York, amico del nonno di Caroline, alla madre e alle figlie fu permesso di alloggiare presso Hampton Court, dove le due rimasero per diversi anni.
Le tre sorelle Sheridan crebbero in un ambiente abbastanza quieto, manifestando da giovani la loro bellezza inconsueta che portò la primogenita, Helen, a maritarsi con un facoltoso peer inglese i cui successori saranno poi governatori del Canada e vicerè d'India. L'ultimogenita delle tre sorelle, Georgiana, era considerata la più graziosa delle sorelle e sposerà un noto duca inglese, diventando Duchessa di Somerset.

Caroline Norton
by Frank Stone
Quando Caroline compì i 16 anni, George Norton, facoltoso membro del Parlamento, affascinato dalla sua bellezza, macchiò irrimediabilmente la sua reputazione violentandola e, successivamente, la chiese in moglie per ripagare la famiglia di lei [bel ripago! Aspetta me che ti ripago! Scusa amore... mi è scivolato l'arsenico nel tuo tè... quanto mi dispiace... Oh, sei già morto? Pazienza...].

Questo episodio dell'esistenza di Caroline fu sempre piuttosto controverso, visto che il marito si rifiutò per tutta l'esistenza di ammettere la sua colpa a riguardo, ma la stessa Caroline ne parlerà in pubblico durante una seduta parlmentare.

Le carte sbagliate di quel matrimonio c'erano tutte: Caroline era troppo giovane e non molto certa di volersi accasare con un uomo più anziano, molto tradizionalista, possessivo e violento, d'altra parte ci vorrebbe del coraggio a biasimarla nel non voler sposare un uomo che l'ha violentata... -.-
Le ristrettezze economiche della famiglia di Caroline, tuttavia, e le ripetute pressioni della madre di lei, favorevole a quell'unione, portarono infine alle nozze della ragazza quando questa era appena diciannovenne.

Come probabilmente Caroline e altri si erano aspettati, George Norton non si rivelò un buon marito.
Egli infatti era un uomo violento, meschino, infedele e dedito ai vizi dell'alcool; Norton picchiava ripetutamente la consorte come sfogo della sua frustrazione, specialmente lavorativa (la sua carriera aveva subito una battuta d'arresto clamorosa); questi comportamenti non cessarono neanche quando Caroline rimase incinta e proseguirono fino quasi al termine della gravidanza, per ripendere una volta partorito [un vero sposino dal cuore d'oro, non c'è che dire. La mia proposta dell'arsenico è sempre valida, ma a questo punto lo ucciderei anche a coltellate].

Nei primi anni del matrimonio, Caroline cercò di crearsi un proprio posto in società costituendo un salotto composto di conoscenze varie e interessanti, tra questi diversi illuministi e letterati, avventurieri e il futuro re Leopoldo del Belgio (quello che, per intenderci, organizzerà e pianificherà il matrimonio di Vittoria e Alberto); il suo comportamento non fu privo di scandali, visto che era pettegolezzo comune nei salotti bene che la signora Norton frequentasse i suoi letterati non solo in salotto, ma anche in camera da letto.
A dispetto del carattere possessivo del marito, Norton incoraggiò questa linea di condotta sperando in un avanzamento della propria carriera [non per essere meschina, Norton, ma stai praticamente mandando tua moglie a battere i marciapiedi -.-]. Fu solo grazie a sua moglie (e ai suoi favori) che nel 1831 l'uomo venne promosso Magistrato della Polizia Metropolitana.


Divorzio e scandali
Portrait of the Hon Mrs Caroline Norton
by sir George Hayter
Il matrimonio, neanche il caso di dirlo, fu un autentico disastro, aggravato dal fatto che lei mal sopportasse il dispotismo e le maniere violente del consorte.
Dopo tre figli e qualche anno di tira-e-molla tra i due, l'unione finalmente ebbe termine ufficialmente nel 1836.

Il calvario di Caroline era appena all'inizio.
Alla donna infatti vennero date una rendita minima (probabilmente fittizia da parte del marito) e fu privata anche dei guadagni che otteneva dalla vendita di due titoli da lei pubblicati: George Norton requisì per sè le somme, sostenendo che ogni bene lei avesse, essendo i libri strati pubblicati quando lei era ancora sposata, fosse di proprietà del marito. Se la cosa vi sembra strana, sappiate che così era la legge inglese del tempo: tutti i guadagni di una donna erano proprietà del marito e col divorzio non poteva rivendicare nulla di tutto ciò per sè.
Caroline gestì bene la situazione, specialmente coi suoi creditori, a cui disse che, se volevano essere pagati, dovevano rivolgersi a suo marito.

Ma questo sarebbe davvero ben poca cosa rispetto a ciò che successe dopo, perchè oltre a tutto ciò le venne preclusa la possibilità non solo di educare, ma anche solo di vedere i suoi tre bambini.
Anche questo non deve stupire, come non deve farlo il fatto che nessuno fosse troppo costernato dalla cosa: sempre per la legge inglse, i figli erano, fino alla maggiore età, proprietà del padre. [Sottolineamo la parola proprietà].
C'era quindi ben poco che Caroline potesse fare per avere i suoi diritti di madre riconosciuti.

La sua reputazione, inoltre, era irrimediabilmente rovinata: passato lo scandalo per la perdita della virtù, che per inciso non era stato neanche colpa sua, era subentrata la nomea di divorziata a rovinarle la vita e le amicizie; essere divorziati, almeno fino alla seconda metà dell'Ottocento, era uno scandalo enorme.
Non solo questo, George Norton mise in giro voci e dicerie secondo cui Caroline e Lord Melbourne, amico di famiglia, avessero intrattenuto una relazione extraconiugale quando lei era ancora sposata con lui.
Caroline Norton come protagonista del suo
romanzo: "The Undying One"
by Rivista LIFE 1883

Non solo, sfruttando la sua influenza Norton bloccò le pratiche di divorzio della consorte, lasciandola quindi in uno stato di moglie-non-moglie per cui lei era ancora totalmente dipendente da lui, sia economicamente che legalmente.


Tragedia e svolta
Una delle chiavi di volta su cui si erge tutta la vicenda di Caroline fu la morte del figlio minore, William.
Caduto da cavallo durante un'uscita solitaria, il ragazzinò riscontrò gravi conseguenze che, tuttavia, non vennero diagnosticate e curate in tempo e con efficienza.
Per togliersi ogni responsabilità sull'eventuale morte del bambino, Norton scrisse alla consorte consentendole di vedere il ragazzo, non accennando minimamente alle sue condizioni fisiche. Quella che a Caroline sembrò un grande conquista, si trasformò invece in tragedia.
William non sopravvisse al lungo e difficile viaggio fino in Scozia e morì prematuramente.
Distrutta dalla perdita, Caroline accusò ufficialmente il marito di negligenza e mancanza di doveri nei confronti dei figli, intentando anche un procedimento giudiziario.
Dopo di allora Norton permise alla moglie di vedere gli altri due figli rimasti.

Segnata dalla propria vicenda, Caroline divenne uno dei principali sostenitori delle nuove proposte di legge che erano state presentate in Parlamento per l'uguaglianza dei diritti e il riconoscimento di dirtti nel matrimonio alle donne sposate.
Al dibattito parlamentare e al vespaio di proteste che emerse dalle Camere, Caroline rispose con un discorso in cui descriveva dettagliatamente le condizioni del proprio matrimonio.
Suddette condizioni a noi possono sembrare barbare, la violenza domestica è cosa tuttora diffusa nel mondo, anche nel nostro Paese, ma non è certo legale o approvata, mentre in passato questa forma di violenza era non solo giustificata, ma anche tollerata, accettata e consigliata dalla stessa Chiesa, che sosteneva che un uomo avesse il diritto di battere la propria moglie, se lo riteneva opportuno.

Con l'insistente campagna di Caroline, si ebbero due importanti leggi, la Custody of Infants Act (1839) e la Matrimonial Causes Act (1857): con la prima la donna aveva la possibilità di custodia dei figli minorenni, in caso di divorzio, mentre tramite la seconda riforma si concedeva alla donna una maggior quantità di diritti nel matrimonio, come la possibilità di ereditare delle proprietà, avere guadagni propri, ecc.

Paradossalmente, Lord Melbourne, amico di vecchia data di Caroline, si oppose alla riforma per cui lei aveva lottato così animatamente.
Per questo suo comportamento fu aspramente ripreso dalla Regina Vittoria, che non era certo una suffragetta, anzi! Quasi mai era favorevole a questo genere di riforma, ma i tempi stavano cambiando e l'esigenza di determinate leggi era ormai prioritaria nella lista delle revisioni dell'antico codice britannico, non troppo diverso da quello del Medioevo.
Lord Melbourne sostenne la sua posizione asserendo che, "dando troppi diritti ad una moglie, in una famiglia si sarebbe venuto a creare un conflitto d'interessi e un conflitto di poteri".

Come la Regina Vittoria, anche Caroline Norton fu estranea, quando non contraria, al movimento femminista che in quegli anni stava cominciando a formarsi.
Ciò che voleva, sostenne Caroline, era solo vedere riconosciuti dei diritti naturali, non sovvertire l'ordine naturale delle cose.

The natural position of woman is inferiority to man. Amen! That is a thing of God's appointing, not of man's devising. I believe it sincerely, as part of my religion. I never pretended to the wild and ridiculous doctrine of equality.

- Caroline Norton


Ormai a noi l'uguaglianza dei sessi, delle opportunità e delle possibilità sembra una cosa naturale, ma non bisogna giudicare il passato alla luce delle riforme moderne e delle conquiste che secoli di donne e uomini hanno fatto, perchè sarebbe sbagliato e si avrebbe una visione storica poco obiettiva e distorta.
La verità era che nell'epoca Vittoriana la donna e l'uomo non erano considerati allo stesso modo e pensarla diversamente era una cosa quasi rivoluzionaria, dopotutto, era la motivazione più utilizzata, uomini e donne erano DAVVERO diversi. Quindi perchè dovevano avere gli stessi diritti?
Non credo che questo sia il luogo né il tempo più consono per un dibattito femminista, sulla parità dei sessi e quant'altro, ma credo che sia corretto dare il giusto peso alle cose, almeno dal mio punto di vista.


Vita sociale e relazioni
Legalmente impossibilitata nell'ottenimento del divorzio, sempre a causa del blocco fissato dal marito, Caroline cercò conforto in altri uomini, intrattenendo diverse relazioni.
Negli anni quaranta dell'Ottocento fu compagna del politico conservatore Sidney Herbert, una relazione conclusasi nel 1846 con il matrimonio di Herbert con un'altra donna.

Foto di Sir William Stirling-Maxwell
secondo marito di Caroline
Lasciato Herbert, Caroline conobbe lo scrittore e romanziere George Meredith e, durante il loro affaire, servì da ispiratrice alla figura di Diana creata da Meredith per il suo romanzo Diana of the Crossways. Anche questa relazione si concluse.

Con la morte di George Norton, nel 1875 Caroline fu finalmente libera dall'ingombrante vincolo del matrimonio e, nel 1877 si risposò con uno storico e scrittore scozzese, amico di vecchia data: Sir W. Stirling Maxwell; la donna morirà tre mesi dopo.

Per quanto riguarda i suoi figli, il maggiore, Fletcher, morì di tubercolosi a Parigi all'età di trent'anni. La perdita di Fletcher segnò tremendamente la madre.
A quel punto rimaneva solo il figlio mediano, Thomas, che, a dispetto della sua salute piuttosto cagionevole, sopravvisse a sufficienza per ereditare il titolo di Lord Grantley dallo zio (il fratello della madre) e sposare una donna italiana conosciuta a Napoli, dove era in cura per la sua salute: Maria Chiara Elisa Federigo.
Il figlio di Thomas, John, numismatico e orticoltore di orchidee, eredità titolo e discendenza; fu protagonista di uno scandalo nel 1879, quando fuggì assieme alla moglie di un altro uomo, Katharine McVickar, figlia di un americano.
Il matrimonio di Katharine con il primo marito, Charles, sarà poi annullato in modo che la donna potesse legalmente sposarsi con John Norton.
Benchè non sia aggiornatissima sui titoli inglesi ancora in uso, mi pare che ci siano ancora eredi diretti per il titolo di Lord Grantley, quindi anche la discendenza di Caroline sia ancora in vita.
Il titolo di Lord Grantley è ancora in uso.


Bibliografia & Sitografia
Su Caroline Norton
Wikipedia (EN) - Caroline Norton
Caroline Norton and a Woman’s Legal Rights
Caroline Norton
Digital Library - Caroline Norton
BBC Historic Figures - Caroline Norton
Lady Caroline Elizabeth Sarah Sheridan Norton

Alan Chedzoy, A Scandalous Woman: The Story of Caroline Norton (libro)

Scritti da Caroline Norton
Caroline Norton, English Laws for women in the Nineteenth Century
Caroline Norton, A letter to the Queen on Lord Chancellor Cranworth's Marriage and Divorce Bill
Caroline Norton, The Letters of Caroline Norton to Lord Melbourne (libro)
Caroline Norton, Caroline Norton's Defense

Sull'argomento
Caroline Norton and the Victorian Divorce Laws
Mail Online - The wife who changed history (il titolo sarebbe da rivedere, ma vabbè...)



Spero che il post sia stato interessante ^_^

Baci a tutti



Mauser

2 commenti:

  1. Bellissimo post!
    Povere donne in che condizioni vivevano...sposare l'uomo che l'ha violentata...robe da matti...

    RispondiElimina
  2. Una storia incredibile, ma purtroppo verissima, di una donna che vissuto una vita piena di dolore e lotte senza fine, e che nonostante tutto continuava ad essere convinta che uomini e donne non avessero pari dignità. Semplicemente, voleva il riconoscimento di diritti naturali...
    Bellissimio post, mi ha fatto davvero piacere leggerlo perché ci ricorda che non dobbiamo mai dare nulla per scontato.

    RispondiElimina



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