Carissimi, carissime, come va?
Consultando la mia agenda di pubblicazione mi sono accorta che è da un po' che non aggiungiamo materiale alla rubrica dedicata agli oggetti del passato.
Cercherò quindi di farmi perdonari propinandovi qualcosa che difficilmente avrete visto nell'epoca moderna: il Geneva fluter.
Guardandolo cosa vi ricorda? Cosa sembra? Un oggetto per il burro? Uno strumento di tortura? Un soprammobile?
Molte donne dell'Ottocento probabilmente l'avrebbero riconosciuto, ma non noi che abitiamo un mondo completamente diverso.
E adesso la grande rivelazione: il Geneva fluter è un ferro da stiro.
Ma allora perchè non chiamarlo semplicemente "ferro"? E come mai dargli questa forma inconsueta tutta seghettata e ricurva?
Tante domande, altrettante risposte.
Il Geneva fluter, come potete vedere dalle varie immagini, è formato da una scatolina che funge da "base", questa si apre a libretto: la parte superiore esterna è formata da tanti triangoli, mentre la parte sottostante ha dei piedi più o meno decorati per essere comodamente appoggiata al tavolo. Nella parte centrale disposta tra i due coperchi andava messa la brace ardente, in modo che sprigionasse il suo calore e scaldasse il metallo di cui era fatto l'oggetto (ferro o acciaio).
La parte staccabile, invece, ricorda vagamente un ferro da stiro da viaggio, ma a differenza dei moderni ferri a cui siamo abituati, non ha né coda né punta, bensì è formata da un rettangolo di metallo ricurvo verso l'esterno con un manico per essere comodamente tenuto in mano senza scottarsi; la parte sotto del ferro è seghettata in maniera speculare a quella della base, in modo che le due possano combaciare perfettamente.
A cosa serviva il Geneva Fluter?
No, non è uno dei misteri dell'umanità, il Geneva Fluter serviva per stirare i vestiti formando i plissé, ovvero quelle piegoline perfette alle gonne o alle camicie, tutte uguali. Sicuramente ne rammenterete diverse forme e fogge.
In passato, per stirare questi indumenti, che con il lavaggio avevano perso la loro piega originaria, veniva adoperato queto strumento.
Le gonne plissettate erano particolarmente in voga nella seconda metà dell'Ottocento, prima di allora una piega simil la si faceva ai volant delle sottovesti e, visto il numero che se ne indossava, non era certo un lavoro da prendere sottogamba e sottovalutare, occorreva molto tempo per queste piegoline e per renderle perfette, senza contare che si rischiava sempre di bruciacchiare un po' la stoffa (cose che capitano ancora adesso ^_^) o di sbagliare l'inclinazione della piega.
Per utilizzare il Geneva Fluter la signora metteva i carboni ardenti nella base a libretto e aspettava che si scaldasse, nel frattempo poteva posizionare il "ferro" sulla stufa, in modo che il procedimento fosse più rapido. Poi, con molta cura, posizionava la stoffa sulla base e incastrava il ferro qualche istante, in modo che prendesse la forma, facendolo basculare seguendo la forma ricurva della superficie del ferro. Fatto un pezzetto si passava a quello successivo e così via, finchè tutta la parte richiesta non era perfettamente pieghettata in maniera impeccabile.
Esistevano diverse varianti al Geneva Fluter, quella di cui abbiamo parlato è la "classica" e la più diffusa, ma in altre la parte del "ferro" era svolta da una rotella seghettata con manico, simile a quella che si usa per tagliare i ravioli, che passava e ripassava sulla superficie della stoffa, rendendola pieghettata (vedere immagine a latere).
L'invenzione di questo strumento è della prima metà dell'Ottocento e si deve ad una ditta americana di Geneva, in Illinois, da cui questo tipo di ferro ha preso il nome: Geneva Ill. Hand Fluter; la società ha prodotto ed esportato questo strumento ed altri per la cura e la gestione della casa in tutta l'America e il vecchio continente.
Per quanto mi riguarda, la scoperta del Geneva fluter è stata davvero interessante, non avrei mai immaginato esistessero strumenti del genere, ma dopotutto, a qualche modo dovevano pur fare...
Molti sono gli oggetti che sono andati perduti nel tempo e, per noi italiani, è anche difficile recuperarne qualcuno ai mercatini delle pulci e simili, perchè in Italia non erano molto diffusi, mentre erano largamente commerciati sia in America (prima e dopo la Guerra di Secessione del 1861) che in Inghilterra.
Soeri che l'approfondimento sia risultato interessante anche per voi, a presto!
Baci
Mauser
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