anche oggi un tuffo nel passato attraverso gli oggetti e l'arredamento del passato.
L'oggetto di oggi è un particolare tipo di credenza molto in voga in epoca vittoriana. Veniva chiamata china closet cioè armadio cinese, sebbene questo mobile avesse ben poco a che spartire con la Cina di allora, ed era un componente dell'arredamento tipico borghese in quanto combinava in maniera raffinata sia la praticità di utilizzo che la grazia delle forme.
Il nome singolare è intrecciato proprio alla natura di espositore di questo mobile, in quanto in origine venne progettato proprio per esporre le cineserie e più in generale ninnoli e suppellettili di piccole dimensioni.
Solo successivamente, durante la seconda metà dell'Ottocento, si cominciò ad usare il china closet per contenere ed esporre i servizi di stoviglie oltre agli inutili soprammobili e alloggiapolvere che invadevano la casa vittoriana e divenne un mobile di dimensioni imponenti, a voltre privo delle antine e del vetro e con tutta la "mercanzia" in bella mostra sui suoi ripiani.
A differenza delle credenze cinesi, alla cui struttura si ispira, il china closet sostituì la carta di riso o il legno delle ante con il vetro. A differenza dell'Europa, il vetro in Cina era molto meno diffuso e raramente impiegato nella mobilia, dove erano preferiti altri materiali, basti vedere la classica struttura delle abitazioni tradizionali orientali, in legno leggero con pareti di carta di riso e stuie di giunchi intrecciati.
Il china closet era inoltre caratterizzato da una struttura tripartita con una sezione centrale e due laterali. La parte centrale poteva essere leggermente prominente, più grande rispetto alle altre due, e con vetrine a riquadri che permettessero di scorgere le stoviglie ordinatamente impilate all'interno, il china closet, infatti, era una credenza da soggiorno e a differenza del modello originario non serviva per la biancheria.
Le due parti laterali, gemelle, completavano l'opera. Nelle creazioni tardo vittoriane queste avevano una forma arrotondata, donando eleganza e raffinatezza, ma in origine la simmetria perfetta imponeva anche che si esprimesse attraverso linee diritte e pulite, quindi niente curve.
Una particolarità era che in tutte le sue varianti il china closet possedeva quattro gambe di legno filiformi di altezza ridotta: anche nei casi in cui il mobile era alto, l'intera struttura era data dai cassetti e dalle ante, non dalle zampe.
La vetrina era sicuramente la specialità di questo mobile che lo rendeva molto apprezzato. L'innovazione di introdurre le stoviglie in sala da pranzo, anzichè tenerle in cucina, è evidentemente borghese, le case di questa categoria di persone, infatti, non sono maestose e imponenti come le dimore delle antiche famiglie nobili, ma grandi a sufficienza per avere una sala da pranzo e importanti quel tanto per ricevere ospiti a cena e invitati ai tea party del pomeriggio.
Ecco quindi che la vetrinetta diventa non solo mezzo artistico per esporre la bellezza dei servizi o l'ordine della casa, ma anche la ricchezza degli stessi.
Questa anta trasparente era più ampia di quelle a cui si era abituati per le credenze da cucina, una volta imponenti e massicce, e trasformava il china closet in un espositore del servizio buono, delle suppellettili e dei piatti d'argento di famiglia che si conservavano per le occasioni.
Una credenza come un'altra, ma dotata di vetri, era infatti il metodo migliore per far notare, senza sembrare un'ostentazione, il proprio denaro agli ospiti, piatti e bicchieri infatti vedevano la luce solo in occasione di eventi particolarmente mondani (cene di famiglia, cene con amici, ricorrenze), in quel modo, invece, la minima scusa per avere ospiti permetteva di far circolare la voce circa le proprie ricchezze e, allo stesso tempo, permetteva di costruire un bel bluff in quanto l'esposizione poteva essere limitata al servizio migliore o agli elementi integri, mentre sotto si sarebbero nascosti i piatti sbreccati, i bicchieri spaiati e il servizio senza piattini.
La magia del china closet è stata mantenuta anche nel Novecento, sebbene il ritorno alla mobilia di struttura massiccia tipica del periodo di Guerra abbia indotto una fusione tra la vecchia credenza di cucina e la vetrinetta da soggiorno, facendo nascere la credenza da soggiorno, il tipico arredo anni Sessanta delle case italiane, dove si conservava il servizio buono da sfruttare esclusivamente per ospiti illustri e cerimonie particolari (nascite, battesimi, festività).
Ancora molto diffuso negli Stati Uniti, è elemento imprescindibile dei soggiorni di quasi tutti i Paesi anglosassoni compresi nel Commonwealth, quindi anche in Australia, Inghilterra, Canada, ecc, dove hanno ereditato la tipica struttura dell'abitazione sviluppatasi nel regno di Vittoria.
Spero davvero che questo approfondimento sulla mobilia dell'epoca Georgiana e Vittoriana sia stato interessante nonostante l'argomento un po' di nicchia.
Spero di poter scrivere presto, anche se per la prossima settimana mi aspetta una trasferta piuttosto impegnativa e quindi non so quando riuscirò a postare a parte il Teaser Tuesday di martedì.
Io dico baci e a presto sperando che sia così ^_^
con affetto
Mauser
Un china closet a vetrina singola |
Il nome singolare è intrecciato proprio alla natura di espositore di questo mobile, in quanto in origine venne progettato proprio per esporre le cineserie e più in generale ninnoli e suppellettili di piccole dimensioni.
Solo successivamente, durante la seconda metà dell'Ottocento, si cominciò ad usare il china closet per contenere ed esporre i servizi di stoviglie oltre agli inutili soprammobili e alloggiapolvere che invadevano la casa vittoriana e divenne un mobile di dimensioni imponenti, a voltre privo delle antine e del vetro e con tutta la "mercanzia" in bella mostra sui suoi ripiani.
Armadio originale cinese |
Il china closet era inoltre caratterizzato da una struttura tripartita con una sezione centrale e due laterali. La parte centrale poteva essere leggermente prominente, più grande rispetto alle altre due, e con vetrine a riquadri che permettessero di scorgere le stoviglie ordinatamente impilate all'interno, il china closet, infatti, era una credenza da soggiorno e a differenza del modello originario non serviva per la biancheria.
Le due parti laterali, gemelle, completavano l'opera. Nelle creazioni tardo vittoriane queste avevano una forma arrotondata, donando eleganza e raffinatezza, ma in origine la simmetria perfetta imponeva anche che si esprimesse attraverso linee diritte e pulite, quindi niente curve.
Una particolarità era che in tutte le sue varianti il china closet possedeva quattro gambe di legno filiformi di altezza ridotta: anche nei casi in cui il mobile era alto, l'intera struttura era data dai cassetti e dalle ante, non dalle zampe.
Particolare delle gambe di un china closet |
Una credenza china closet del Settecento finemente dipinta |
Ecco quindi che la vetrinetta diventa non solo mezzo artistico per esporre la bellezza dei servizi o l'ordine della casa, ma anche la ricchezza degli stessi.
Questa anta trasparente era più ampia di quelle a cui si era abituati per le credenze da cucina, una volta imponenti e massicce, e trasformava il china closet in un espositore del servizio buono, delle suppellettili e dei piatti d'argento di famiglia che si conservavano per le occasioni.
Una credenza come un'altra, ma dotata di vetri, era infatti il metodo migliore per far notare, senza sembrare un'ostentazione, il proprio denaro agli ospiti, piatti e bicchieri infatti vedevano la luce solo in occasione di eventi particolarmente mondani (cene di famiglia, cene con amici, ricorrenze), in quel modo, invece, la minima scusa per avere ospiti permetteva di far circolare la voce circa le proprie ricchezze e, allo stesso tempo, permetteva di costruire un bel bluff in quanto l'esposizione poteva essere limitata al servizio migliore o agli elementi integri, mentre sotto si sarebbero nascosti i piatti sbreccati, i bicchieri spaiati e il servizio senza piattini.
China closet in stile Chippendale |
Ancora molto diffuso negli Stati Uniti, è elemento imprescindibile dei soggiorni di quasi tutti i Paesi anglosassoni compresi nel Commonwealth, quindi anche in Australia, Inghilterra, Canada, ecc, dove hanno ereditato la tipica struttura dell'abitazione sviluppatasi nel regno di Vittoria.
Spero davvero che questo approfondimento sulla mobilia dell'epoca Georgiana e Vittoriana sia stato interessante nonostante l'argomento un po' di nicchia.
Spero di poter scrivere presto, anche se per la prossima settimana mi aspetta una trasferta piuttosto impegnativa e quindi non so quando riuscirò a postare a parte il Teaser Tuesday di martedì.
Io dico baci e a presto sperando che sia così ^_^
con affetto
Mauser
Auguri per i tuoi affari, e grazie mille per questo bell'approfondimento. Non ti smentisci mai.
RispondiEliminaAnche io adoro le vetrinette...sono così eleganti e carine.
Piacciono molto anche a me, ma spolverare diventa una morte! Bisogna prima spostare tutta la marea di soprammobili e alloggiapolvere, pulire i ripiani, spennellare ciascun ninnolo e poi, finalmente, richiudere.
RispondiEliminaNella mia libreria, dove gli scaffali sono invasi dai souvenirs impiego quasi mezza giornata a occuparmi dei vari ripiani e senza avvicinarmi alla tv o alla scrivania notoriamente caotica!
Grazie per questo articolo, ho un "china closet" in miniatura nella mia casa delle bambole e adesso so come riempirlo!!
RispondiEliminaDavvero?
RispondiEliminaDev'essere deliziosa!
Posso chiederti di mandare una fotografia? Mi piacerebbe pubblicare l'immagine dei particolari di una casa di bambole vittoriana =)
Sempre se ti va, chiaro