9 maggio 2011

ll ferro da stiro

Quanto tempo che non mi occupo più della mia rubrica sugli oggetti tipici! Ma c'è così tanto da dire sul costume, sull'architettura, sulle persone e su chi le cita che inevitabilmente qualche argomento finisce per sfuggirmi.

Un po' mi sento in colpa con me stessa per aver trascurato quest'oggetto così importante e che amo talmente.
Ferro da stiro piatto o a induzione
Anche il ferro, come lo chiamerò da adesso in avanti seguendo la figura retorica della sineddoche (una parte per il tutto), così come la già citata macchina da cucire, soffre di quella particolarissima forma italiana del dire DA per indicare il PER, in origine, infatti, il DA era adoperato anche per indicare la funzione degli oggetti o delle cose, la loro destinazione, insomma. In molti aspetti della vita quotidiana, specialmente nei nomi di utensili, questa caratteristica linguistica si è mantenuta anche dopo che se ne è persa l'abitudine, sono esempi comuni:
la macchina DA cucire,
l'asse DA stiro,
il piatto DA portata,
la forchetta DA dessert,
l'orologio DA polso,
la cappa DA cucina,
e così via...

Il ferro da stiro è un'invenzione che va di pari passi con la crescita economica e culturale delle varie società umane, esso infatti comincia a diventare un utensile importante nella quotidianità quando non solo la raffinatezza dei tessuti, ma anche il loro drappeggio diventa simbolo di uno status. Quando la maggior parte della popolazione poteva a malapena permettersi una pezza di lana (se andava bene) da gettarsi addosso, era normale che avere un tessuro riccamente decorato e finemente plissettato fosse il massimo della ricchezza.


Gli Egizi e il non ferro
L'usanza di migliorare i tessuti dando loro un'aria meno dimessa e stropicciata, così come le pelli, è un'abitudine antichissima, diffusa fin dalla Preistoria, ma non nel concetto di ferro da stiro che intendiamo noi, il procedimento era infatti eseguito battendo le pelli o la stoffa con bastoni di legno (Oriente) o pietre levigate dalla forma leggermente concava (Scandinavia).
Questi sistemi rimasero in voga fino agli anni Trenta nelle zone meno industrializzate del pianeta, ancora oggi nelle aree rurali della Cina si possono vederne gli utilizzi.

Come è facile immaginare dai dipinti sulle pareti delle tombe e dei templi egizi, [mi raccomando, si dice egizi, gli egiziani che tanto si ostinano a nominare sono gli odierni abitanti dell'Egitto moderno!] con i gonnellini pieghettati con precisione, furono loro i primi inventori del ferro da stiro; nonostante questo solitamente la nascita di questo strumento viene fatta risalire a circa due secoli dopo Cristo, perchè?
Non per cattiveria, gli Egizi, infatti, utilizzavano un metodo particolare per pieghettare i loro tessuti che consisteva nell'immergere il tessuto in una soluzione acquosa contenente cauciù oppure un estratto dei cactus, particolarmente elastico una volta solidificato, successivamente il tessuto imbevuto veniva piegato con maestria e pressato, lasciato poi a riposare diversi giorni. Una volta terminato il processo di solidificazione della gomma naturale, il peso veniva rimosso e si otteneva il gonnellino plissettato come lo conosciamo noi, insomma, più che il ferro avevano inventato la pressa, mentre la gomma naturale aveva lo stesso effetto che ha la lacca per capelli, mantenere la forma.

Questo processo, tuttavia, è un po' diverso da quello che viene considerato proprio del ferro, ovvero ottenere una piega rompendo i legami molecolari del materiale, sia esso stoffa o pelle, ma anche metallo, attraverso l'uso del calore, che rende suddetti legami più deboli, facili da rompere e da riformare nella forma prescelta, in questo caso a pieghe.

Insomma, se il metodo egizio era paragonabile alla lacca, quello del ferro vero e proprio può essere assimilato alla permanente, dove i legami dei capelli vengono distrutti dalle potenti sostanze chimiche e successivamente ricreati grazie all'impiego di bigodini & co.

Pittura egizia che raffigura il lavaggio e la stiratura dei panni

Cinesi vs. Romani
Se non furono i nostri adoratori di Iside e Osiride a inventare il ferro, chi furono?
La diatriba è aperta tra i cinesi e i romani.
In entrambi i casi la data è da far risalire al II secolo a.C., momento di sviluppo di entrambe le culture e di sufficiente raffinatezza artistica e ricchezza materiale da cominciare a badare a certi vezzi.

Donne coreane che stirano secondo
l'usanza cinese (200 d.C. ca)
Nonostante la diatriba sia ancora in corso, usualmente sono considerati i cinesi i veri inventori, in quanto da lì proviene l'esemplare di ferro più conosciuto fin'ora: si tratta di un recipiente in bronzo dell'epoca Han (200 a.C. - 200 d.C.) corredato di un lungo manico di legno per l'impugnatura, più che un ferro assomiglia ad una di quelle padelle per le caldarroste, ma in realtà non serviva ad abbrustolire il cibo, almeno non nella sua funzione primaria ^_^. La forma del suddetto non è poi così diversa dai ferri da stiro che ancora erano in uso in alcune zone rurali durante il dopoguerra e costituisce uno dei due sistemi utilizzati per ottenere calore, quello che poi diventerà il ferro da stiro a caldaia che vedremo più avanti.

Non che i romani fossero da meno certo, arrivarono al ferro poco dopo i cinesi e realizzarono subito la loro innovazione. I romani sono infatti responsabili della nascita del secondo tipo di ferro che vedremo, che per comodità riferirò come ferro da stiro a induzione.
Se anche non hanno il primato per quest'oggetto, i romanzi, fedeli all'idea degli italiani intrallazzoni e pronti a fare soldi su qualunque cose inventarono la lavanderia, che si chiamava Funiculum ed era un apposito negozio dove il personale veniva pagato per lavare e stirare le tuniche, quest'occupazione è ampiamente documentata negli affreschi di Pompei, o almeno lo era prima del crollo di diverse costruzioni... si spera che qualcuno abbia provveduto a documentare il tutto con foto, altrimenti addio primato.


Il tempo passa...
Il ferro da stiro rimane un oggetto quasi immutato nel corso dei secoli dal 200 d.C. fino al 1800 circa, quando insieme ad altri utensili comincia la sua corsa verso l'automazione.
Si hanno alcune variazioni abbastanza significative coi ferri olandesi del 1200 e del 1300, ma sostanzialmente il principio rimane il medesimo.
Dalle Crociate in Terrasanta i valorosi soldati (e i sanguinari) avevano importato anche i metodi di stiratura orientali, i ferri a caldaia e i trucchetti egizi dell gommatura che rendeva molto bene su alcune tipologie di vesti del Medioevo.

Nel Cinquecento nascono appositi strumenti, simili al ferro, per la pieghettatura delle imponenti gorgiere elisabettiane e si sa che il primato proviene niente popò di meno che da Firenze.

Giovane ragazza che stira
by Louis Léopold Boilly
Arriviamo quindi al Seicento, quando il ferro da stiro comincia ad acquisire sempre maggior rilevanza nell'uso quotidiano (ovviamente delle classi alte), l'impiego di cuffie per i capelli, foulard, pizzi, trine alle maniche e colletti preziosi, oltre alle plissettature del corpetto degli abiti, danno l'impulso necessario alla nascita della professione di stiratore, più comune però nella declinazione femminile di stiratrice, che era una collaboratrice del sarto e, spesso assunte in batteria, passavano le loro giornate chine sui tessuti più difficili e capricciosi senza il minimo riconoscimento.
In questo periodo il ferro inizia a mutare, il manico in metallo viene progressivamente sostituito dal legno, in grado di isolare dal calore, un'idea che i cinesi avevano già avuto, ma che, a quanto pare, non era stata tramandata ai conquistatori cristiani. Non solo, ma si contrappongono sempre più le due scuole del ferro a caldaia e quello a induzione.

È comunque nell'Ottocento, secolo della rigidità fisica e morale, dei vestiti ingessati come le feste senza wurstel Aia, dei colletti e delle maniche inamidate e dei tight che strizzavano il busto, tanto che molti damerini sembravano avere una scopa infilata nella giacca [ho detto giacca! Che credevate?], che il nostro ferro ottiene il massimo dei riconoscimenti e degli impieghi, adoperato a pieno regime da quasi tutte le classi sociali, dalla poco più che umile a quella dei monarchi.
Sguattere di cucina, cameriere tuttofare e servette all'ultimo gradino della lavanderia passavano spesso le loro giornate a farsi i muscoli sopra le sottane della padrona e credetemi che all'epoca era estremamente facile bruciarle!
Dico fare i muscoli perchè stirare era, e in un certo senso lo è ancora, un'attività fisicamente impegnativa: i ferri dell'epoca, fossero a caldaia o a induzione erano pesantissimi, considerando che erano di ferro appunto, a volte riempiti di materiale combustibile, come le braci, per mantenere il calore, inutile quindi dire che mettersi all'ora con questi utensili equivaleva ad una bella seduta di sollevamento pesi in palestra, un ferro pesava da 1 Kg fino a 5 Kg.


Il processo della stiratura
Illustrazione dal manga Emma
by Kaoru Mori
Sebbene il ferro sia un'invenzione abbastanza antica, non dobbiamo credere che il procedimento fosse lo stesso di oggi, soprattutto perchè la tecnologia e le facilitazioni che gli utilizzatori avevano a disposizione erano molto diversi.
Una volta infatti, per quanto ci si sforzasse la temperatura massima che poteva raggiungere un ferro era sui 100-150°C, ma solo per un periodo limitato, in quanto nell'ambiente domestico, spesso freddo, il calore di disperdeva con facilità e non era repentinamente rigenerato da una fonte continua come l'elettricità.
Come fare, dunque?

Esistevano diversi accorgimenti e facilitazioni per fare aiutare un minimo nel lavoro, ad esempio, terminato il lavaggio e prima della stesura, i panni venivano piegati con cura e poi opportunamente strizzati, così che nella strizzatura fosse già data l'impronta per la piega. Esistevano anche strizzatrici a pressione come i tini della vendemmia o la stampa dei giornali dove i panni erano impilati con ordine e poi compressi tramite appositi tornî: insomma, una rivisitazione del metodo egizio.
Per la biancheria di piccole dimensioni, invece, un valido aiuto era dato dalle asciugatrici, grossi catini muniti alla sommità di due rulli girevoli azionati dal lavoro delle braccia; questi rulli servivano per comprimere e far fuoriuscire l'acqua.

Anche quando venivano stesi sulle lunghe corde del giardino i panni, specialmente se di grande dimensione erano sempre sistemati con ordine, i lembi allineati in basso così la fase di stiratura era facilitata in quanto il peso della stoffa bagnata fungeva da calamita verso il terreno sfruttando la forza di gravità che immancabilmente attraeva il tessuto doppiamente pesante verso il pavimento

Antichi stendibiancheria vittoriani posizionati nelle soffitte delle case, dove l'ambiente era più areato
Avete mai notato come le lenzuola di una volta siano ancora, a distanza di secoli, perfettamente lineari nella forma, senza quelle antiestetiche punte che invece si vedono sui teli moderni?
I motivi erano molti, la tessitura era più fitta e totalmente in fibra naturale, molto robusta, ma si usavano anche accorgimenti che le massaie moderne, divise tra l'ufficio, il BlackBerry e il bambino che deve essere portato alla partita di calcio a volte dimenticano.
La stesura dei panni, per esempio era molto curata, si usavano mollette naturali in legno che non macchiassero, saltuariamente per favorire l'aciugatura senza deformare la biancheria venivano apposti dei pesetti in ottone o metallo leggero a 1/3 e 2/3 della lunghezza, altrimenti il lenzuolo appesantito si sarebbe deformato in corrispondenza degli angoli o del centro.

Un altro sistema pre-stiratura valido, impiegato specialmente per le lenzuola sbiancate con la lisciva, era quello di distenderle al sole esattamente piatte, sempre per non far formare pieghe profonde e difficilmente eliminabili.

Domestic employment ironing
by Henry Robert Morland
La stiratura, inoltre non era solo poco efficace, ma anche anche molte controindicazioni.
  • Era faticosissima a causa del peso degli strumenti in metallo.
  • Era lunga, in quanto il calore sprigionato era poco e permetteva di coprire solo una piccola zona di tessuto, con risultati scarsi. Inoltre occorreva ripassare più volte la stessa zona, specialmente per avere determinati effetti pieghettati, anche se per alcune rifiniture venivano usati attrezzi appositi come il Geneva fluter che abbiamo incrociato in passato.
  • Il risultato non era sempre apprezzabile, in quanto la biancheria veniva spesso macchiata dalla ruggine che si incrostava sulla piastra e dalla cenere che vi si depositava quando lo strumento era sistemato a scaldare vicino al fuoco.
  • Stirare era pericoloso in quanto i tessuti naturali avevano la tendenza ad infiammarsi facilmente, da lì il mito della donna che, distratta, lascia bruciare le lenzuola con la classica forma del ferro. In realtà questo era un accorgimento da adoperarsi anche con altri strumenti che contenevano combustibile come scaldaletti, scaldapiedi, preti, frati e monache (non pensate male, era il nome dato a determinati utensili per riscaldare biancheria, lenzuole, stanze, ecc).
  • Stirare divenne anche mortale quando il ferro incominciò ad essere riscaldato tramite energia elettrica, in quel caso, senza le dovute protezioni, la massaia che impugnava l'utensile rischiava spesso di diventare la terra, ovvero lo scarico di energia accumulata: attraversando il corpo umano, cuore compreso, la scarica di energia rischiava di danneggiare gli organi interni e di fulminare la persona. Inutile dire che gli incidenti domestici sono stati uno dei grandi problemi degli anni del dopoguerra, quando l'innovazione tecnologica non era affiancata da altrettanta innovazione e prevenzione.


Tipi di ferro
Finalmente ci siamo e ne posso parlare senza trattenermi, è tutto il post che aspetto di parlare delle varie tipologie di ferro da stiro ^__^

Ferro a caldaia con galletto
Ferro a caldaia
A differenza di quel che si può pensare in riferimento ai ferri moderni, con caldaia di vapore incorporata, non aveva nulla a che spartire con loro, il vapore sarà un'integrazione recente nel sistema di stiraggio, propria del Novecento.
Questo tipo di ferro, che poi sarebbe l'originale, il master, quello inventato in Cina, lo chiamo a caldaia in quanto la sua forma è quella di un contenitore in metallo dove venivano poste braci ardenti o sabbia riscaldata, ecco questa era la "caldaia" di una volta, cioè quello che emetteva il calore.

La piastra sottostante il ferro era relativamente sottile rispetto a quella di alcuni suoi parenti, in quanto parte del peso era dato dal contenuto della caldaia; una variante molto furba prevedeva che i carboni venissero sistemati sopra un letto di sabbia all'interno del ferro e poi ricoperti con altra (naturalmente riscaldata), in questo modo si aumentava la proprietà calorifica delle braci e il peso dell'utensile, ricordiamo che il calore contribuiva poco alla stiratura, in quanto molto più debole di quello a cui siamo abituati, quindi la lisciatura del tessuto era data principalmente dal peso e dall'olio di gomito.

Ferro a caldaia russo
Per migliorare l'effetto stirante anche la parte metallica veniva preventivamente scaldata sulla stufa o nel forno, in modo da essere già cado quando vi si ponevano i carboni, in questo modo il calore sprigionato non andava a riscaldare da freddo il metallo, sprecando quindi parte dell'energia nella fase di riscaldamento (che notoriamente ne consuma molta più che per il mantenimento della temperatura), ma si partiva già dalla fase avanzata.

I materiali più comunemente adoperati per riscaldare il ferro erano: carboni ardenti di stufe e caminetti, sabbia riscaldata sul fuoco, acqua calda (molto raro in quanto l'acqua era un bene raro e prezioso), metallo riscaldato sul fuoco.


Ferro a induzione termica
o ferro a lingotto
Ferro piatto o a induzione
Questo tipo di utensile, parente stretto del ferro a caldaia era un po' una specie a parte. Derivato dal ferro romano e il più diffuso in Europa fino al Settecento, era costituito da un corpo massiccio di materiale termoconduttore, ma anche con proprietà particolari che permettessero alle molecole di rilasciare il calore dopo un certo lasso di tempo altrimenti la proprietà calorifica si sarebbe esaurita nell'istante in cui il ferro veniva tolto dalla sua fonte di calore. A tale scopo bronzo, ma soprattutto ferro erano ottimi.

Si chiama ferro a induzione termica in quanto il calore era indotto da una sorgente potente ed esterna; linguisticamente parlando anche l'altro tipo di ferro sarebbe da definire così perchè pure lì il calore era indotto da una fonte non propria dello strumento che lo trasmetteva alla struttura, ma la descrizione a caldaia rende meglio l'idea di quale fosse il principio di funzionamento.
Viene altrimenti menzionato come ferro a lingotto per la sua caratteristica del corpo di metallo pieno e di forma che vagamente ricorda quella di un lingotto.

Stufa vittoriana con
portaferri
L'utensile era posto sopra o accanto ad una grande fonte di calore, indipendentemente da quale essa fosse (in epoca più recente questa diventerà l'energia elettrica, che tramite presa era collegata direttamente al corpo metallico dello strumento), il ferro assorbiva l'energia e la rilasciava sotto forma calore, utilizzato per stirare.
Poichè l'effetto era a tempo abbastanza limitato, nelle case più ricche era spesso presente un corpo aggiuntivo per la stufa, oppure questa era costruita di forma speciale, magari nella zona lavanderia (vedi foto a lato) dove venivano incastrati molti ferri di questo tipo, che a rotazione si scaldavano, erano usati e riposti e si ricominciava con quello affianco, permettendo di avere sempre uno strumento a disposizione (per un esempio da vedere dal vivo consiglio la visita al Castello di Parolormo, che io ho avuto la fortuna di vedere in concomitanza con la fiera di Messer Tulipano).

Era molto vantaggioso in quanto più leggero rispetto a quello a caldaia nonostante fosse di metallo massiccio, era piccolo e maneggevole e ideale per quegli angoli difficili da sistemare.

Ferri piatti per vari effetti sul tessuto, trina, groffatura, stropicciato, ecc.


La sottoscritta
Ferro a gas tardo vittoriano
Se non si fosse notato, stirare mi piace molto e sono un'autentica appassionata, solitamente passo il sabato o la domenica mattina a stirare, magari guardando qualche programma alla tv come Bell'Italia; ho provato moltissimi tipi di ferri da stiro ed è una delle poche cose che riesco a fare con entrambe le mani, cosa che di solito non mi riesce granchè bene.
I miei preferiti sono i ferri a caldaia laterale, le stirelle, insomma, quelli che viaggiano completi di catafalco pesantissimo a latere, però secondo me sono i migliori, il ferro è compatto e non sbilanciato come quelli più semplici (dove il fondo pesa una tonnellata e la punta è leggerissima, così affaticano il polso), la piastra è spessa e quelle in ceramica sono favolose perchè anche leggere, il manico in sughero è piacevolissimo al tatto e quando afferro il mio ferro mi sento davvero realizzata: sì, lo so che ci vuole poco a farmi contenta -.-'
Comunque sia non solo stirare mi piace, ma senza falsa modestia posso affermare di essere anche piuttosto brava, le camicie sono la mia specialità, soprattutto quelle da uomo, stirare mi rilassa molto e alla fine polsini, pieghe e risvoli sono sempre perfettamente inamidati e ordinati.
Anche se non sono una persona ordinata, vedere una camicia così ben tenuta, sul suo attaccapanni, che cade perfetta mi riempie di orgoglio e soddisfazione: se fossi nata negli anni Cinquanta sarei diventata una stiratrice senza ombra di dubbio e chissà, magari avrei dato una mano come camiciaia alla mia nonna ^__^ La cosa che preferisco stirare, però, sono le tovaglie, vedere quel quadratone disordinato e spiegazzato ridotto alle dimensioni di uno strofinaccio con gli angoli ben appuntiti è fenomenale, le guardo quasi come se fossero figlie mie.
In compenso non vado d'accordo con tutti i lavori domestici, odio pulire i bagni e



Link utili e letture interessanti
Felcri - La storia del ferro da stiro
Atichiferridastiro.com - La storia del ferro da stiro
Forum La casa del Sole - La storia del ferro da stiro
Forum Caffetteria delle More - La storia del ferro da stiro
World Wide Ironing - Story
Victorian flat irons
www.saareisen.de - Gallery
Club svizzero degli amici del ferro da stiro
PHER - Associazione francese degli amici del ferro da stiro



Video
Questo video promosso dal Dean Heritage Center che come dice il nome è un'organizzazione che si preoccupa di sponsorizzare l'eredità culturale lasciataci, mostra una suggestiva ambientazione vittoriana con una donna in costume che stira.
La ricostruzione è mediamente curata e guardarlo è un po' come saltare indietro nel passato:


Questo invece è il presente, a testimonianza del fatto che nelle aree più povere o rurali del mondo, dove l'acqua corrente continua ad essere un lusso e l'elettricità un'utopia, l'avanzamento tecnologico è pressappoco ai livelli vittoriani e il video vi mostra come i ferri a caldaia o induzione di cui noi parliamo come di passato siano invece la loro quotidiana realtà: senza battere ciglio


Spero che questo approfondimento sia stato interessante,
ci sentiamo presto,
baci!





Mauser

5 commenti:

  1. Silvia: il ferro da stiro piatto ce l'ha mia madre come soprammobile!!
    Ne ha ben due!!:D

    RispondiElimina
  2. Anche la mia mamma ha una collezione di ferri da stiro d'epoca: a caldaia, a induzione termica, con manico in legno, con manico in metallo come il resto dell'utensile...

    Bellissimi gli stendibiancheria vittoriani!

    Post estremamente interessante.

    Ludo.

    RispondiElimina
  3. beate voi!
    A casa mia c'è solo una macchina da cucire Singer di inizio secolo, ma purtroppo è più un intralcio che altro (in quel posto ci starebbe benissimo un mobiletto per le scarpe) però mi sarebbe piaciuto avere un ferro simile...
    La prima foto che ho pubblicato, quella coi fiori di pesco, l'ho fatta a Biella qualche tempo fa, ero innamorata della vetrina dove l'ho fatta *__*

    RispondiElimina
  4. silvia: sto ancora pensando alle mogli per corrispondenza e alla saga dei Dilhorne della Marshall... lui è per caso un ex forzato?
    Cioè, che tu sappia, i forzati li spedivano solo in Australia o anche in America?

    RispondiElimina
  5. Anche io a casa ho due ferri di quelli piatti. Li uso sugli scaffali come ferma-libri! Bellissimo approfondimento, anche stavolta :)

    RispondiElimina



Hai qualche idea?
Vorresti approfondire un argomento particolare?
Ci sono curiosità di cui vorresti scrivessimo?

Manda una mail a
georgianagarden@gmail.com