19 agosto 2011

Come il Re Sole introdusse la parrucca

Fu tutta colpa sua se ormai, all'alba dei diciassette anni, ci sono ancora ragazzi che domandano al prof di Diritto se i giudici delle varie corti italiane indossino le parrucche come nei dipinti.
Se pensate che questa conversazione sia l'ennesima esagerazione, sappiate che io ne sono stata testimone durante il secondo anno di scuola superiore quando un mio compagno di classe ebbe l'ardire di porre un simile quesito.

Indubbio è che nel Settecento le parrucche, accessorio ormai quasi completamente tramontato [salvo che nei manga giapponesi dove sono ancora adoperatissime] fossero di gran moda, sia nella foggia a boccoloni che scendeva lungo le spalle, sia nella versione "acconciata" in riccioli sulle tempie e coda da mandarino cinese sulla nuca.
Come mai tutto questo successo per un complemento che aveva perso la sua fama dai tempi dei faraoni?

L'igiene, anche nelle corti più eleganti ed evolute d'Europa, era in condizioni spaventose. Abbiamo scritto qualcosa in passato e vi rimando agli appositi post per ulteriori approfondimenti. Enrico IV di Francia fu un grande sovrano, ma puzzava letteralmente per mancanza di pulizia. Luigi XIV, il famoso Re Sole, non era un bell'esempio per i cortigiani che assistevano alle sue abluzioni mattutine, un autentico privilegio per gli abitanti della sua sfarzosa corte: forse imbarazzato dalla loro presenza, si lavava pochissimo, solo le mani e la faccia, il che vi lascia intendere quali profumi provenissero dalla sua augusta persona e quali strati di sudiciume fossero incrostati nelle zone dove non batte il sole [e non parlo solo del fondoschiena].
I velluti, i colletti a piegoline, le gorgiere, i pizzi e i merletti candidi raccoglievano in abbondanza macchie d'unto durante i pasti [santo chi ha inventato il Viavà, in ditta è l'arma speciale per tutti quelli che usufruiscono della mensa aziendale con i suoi sughi], sudiciume, polvere, pulci e altri parassiti.
E poi ci lamentiamo se qualcuno non si lava le mani prima di sedersi a tavola...

I servizi igienici esistevano soltanto in qualche grande dimora, si diffondevano lentamente suscitando grande meraviglia come in questa descrizione di una marchesa inglese che frequentava Palazzo Belgioioso:
V'è un gabinetto con comodo inglese ove corre l'acqua, essendo il vaso di maiolica in declivio... l'acqua scorrendo velocemente e in abbondanza porta via ogni immondezza.

Domenico Volpi, La vita e i costumi nel Sei e Settecento

Insomma, è proprio il caso di dire che questa stupita signora avesse scoperto l'acqua nel pozzo!
Ma tornando alle parrucche. Luigi XIV di Francia aveva scarsi capelli e dei foruncoli sulla testa, perciò pensò bene di mettersi una parrucca; trovando che essa aumentava la maestosità del suo aspetto la adottò in permanenza. 
La sua idea non fu malvagia, dopotutto fu dettata sì dalla vanità, ma anche dal desiderio di migliorarsi, non di fare tendenza. Peccato che  i nobili di corte, desiderosi di farsi notare agli occhi del sovrano e di sfoggiare l'ultimo grido di tendenza, imitarono il re e si dotarono tutti di boccolose chiome ciondolanti. La parrucca divenne così accessorio indispensabile dell'abbigliamento dei signori e la moda dilagò oltre la Francia in tutta Europa (cfr. Sul perchè la Francia fu la passerella d'Europa) e fin nelle colonie, anche là dove, per il calore, era piuttosto scomoda (pensiamo alle isole dell'America centrali del Golfo del Messico).

Le parrucche furono nel Seicento delle coperte di riccioli che scendevano fino a metà della schiena, nel Settecento divennero imponenti, via via poi si modificando diventando sempre più corte sul dorso, ma altissime sul capo e incipriatissime, zeppe di decorazioni finte come uccellini, fiori, merletti, mollette, fiocchetti, ecc.

Ecco un'interessante illustrazione che mostra come la parrucca maschile si modificò dai primi del Settecento fino alla metà del secolo

 Ci volle la Rivoluzione Francese per far cadere, con le teste, le parrucche dei nobili.

A seguire c'è la scena dal film Amadeus in cui il giovane Wolfgang sceglie la parrucca per la sua presentazione a corte e il suo incontro con Salieri, il compositore ufficiale.


Link e approfondimenti 
Domenico Volpi, La vita e i costumi nel Sei e Settecento
Gail Durbin, Wig, Hairdressing and Shaving Bygones






Mauser

3 commenti:

  1. Oddio, se penso a tutto quello che poteva annidarsi in una parrucca... e se penso che chi non poteva permettersene una nuova ne comprava una di seconda mano, ereditando tutti i pidocchi del predecessore... brr!

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  2. ma luigi era furbo? o capra?

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