2 agosto 2011

Le stanze da letto padronali

Cari lettori, nell'ambito dello speciale dedicato alla casa vittoriana aggiungo ancora un po' di carne al fuoco parlando questa volta di una stanza nello specifico: la camera da letto padronale.
Letto francese in primo stile Impero
Ho preferito separare questo approfondimento dall'altro che sto preparando dedicato al primo piano perché le implicazioni e i ragionamenti che reca con sé sono piuttosto lunghi e toccano diversi cardini culturali

I padroni di casa avevano ciascuno la propria stanza da letto. Fino alla fine dell'Ottocento rimase d'abitudine, specialmente nei paesi nordici, che marito e moglie non condividessero la stessa camera, sarà solo durante i primi del Novecento che quest'usanza andò pian piano scomparendo e mai al di sopra di una certa soglia della scala sociale, né la Regina Elisabetta e il Duca di Edimburgo e tanto meno Carlo e Diana condividevano la stessa stanza, solo William con la neomoglie Kate, a quanto si sa dal palazzo reale, hanno sovvertito le regole, ma dopotutto non sarebbe la prima: Kate non era vergine al matrimonio, è una borghese che probabilmente ascenderà al trono (si veda il caso Wallis Simpson) e i due futuri reali, sempre che la monarchia si mantenga fino ad allora, hanno vissuto insieme per un periodo prima di sposarsi.
Nel periodo di cui ci occupiamo noi, i due coniugi dormivano separati ed era il marito a raggiungere la stanza della moglie quando i due intendevano condividere un po' di intimità.


Voulez vous coucher avec moi
Ovvero: il grande dilemma di dove dormire ;)
 Come distruggere quattro secoli di
storia in un solo dipinto
(abiti, stanza, letto, scena...)
Pensate che quando Napoleone Bonaparte sposò l'Arciduchessa Maria Luisa d'Austria, egli si vantò con gli amici di condividere la stanza con la moglie, un'usanza diffusa nei luoghi mediterranei, ma non a Settentrione.
In Inghilterra solamente i poveri, quelli che abitavano in case degradate, in quartieri come Whitechapel, condividevano il letto, principalmente per una questione di spazio, ma anche di inclinazioni, in quanto negli strati più bassi della popolazione la congiunzione carnale, per dirla con le parole della Regina Carolina di Napoli, era considerata una pratica naturalissima non da condannare, mentre salendo nelle varie stratificazioni sociali il perbenismo raggiungeva livelli super e ogni comportamento che avessi un qualche retroscena di istintivo era condannato con durezza, fino ad arrivare a dire che se due coniugi trovavano piacevole far l'amore, allora perpetravano comportamenti deprecabili e indulgevano nel vizio della lussuria, anche se erano regolarmente sposati [il che ci fa capire che almeno tre quarti dei romance di caratterizzazione moderna sono da cestinare solo per il fatto che i protagonisti non fanno altro che darci dentro come conigli senza il minimo senso di colpa, ma anzi giustificando il tutto con la "naturalezza" dell'atto, peccato solo che all'epoca questa caratteristica fosse un difetto, un minus, non certo una scusante accettabile...].


Localizzazione delle camere
Le due camere dei padroni erano solitamente situate al primo o al secondo piano, la differente location dipendeva dalle dimensioni della casa, se ci si trovava in residenze molto grandi al primo piano c'erano sale da pranzo e da ballo, salotti, ecc. e solo al secondo si trovavano le stanze da letto, mentre nelle dimore più modeste le stanze da intrattenimento erano a pianterreno e quelle più riservate al primo piano.
Letto di Napoleone presso
Fontainbleu
Le due camere erano adiacenti, separate da un salottino intermedio che poteva fungere anche da anticamera. La porticina interna di comunicazione faceva sì che il marito potesse raggiungere a piacimento la stanza della consorte senza passare dal corridoio, rischiando di incrociare i domestici intenti nelle loro attività notturne (spegnere i lumi, per esempio, o portare bevande e stuzzichini su richiesta) o gli altri abitanti che gironzolavano per i piani in preda all'insonnia.

Le stanze dei padroni erano separate anche se la famiglia non era particolarmente facoltosa, a volte erano entrambe piuttosto anguste, giusto lo spazio per un letto e un set da toeletta e non sempre erano gemelle come arredamento e decorazione. Quando si era troppo poveri per avere due camere destinate ai padroni, questi abitavano la stessa... ma con letti separati.
Gli unici a dividere il letto erano fratelli e sorelle, la cui stanza, così come il materasso, era in comune. Le sorelle maggiori Bennett, Lizzie e Jane, si scambiano infatti confidenze prima di andare a dormire nello stesso giaciglio, così anche Lydia e Kitty.

Nel caso dei reali o di persone molto ricche o altolocate, i due coniugi abitavano spesso due ali separate del palazzo, gli esempi sono sotto gli occhi di tutti in qualsiasi palazzo nobile di città, Torino ne è la prova (Palazzo Carignano, Villa della Regina, Palazzo Reale), ma anche all'estero i nobili e gli old money avevano qualche difficoltà nel ritrovare la propria sposa nel mare di camere. Non altrettanto si può dire della classe dei new money dove le radici borghesi erano recentissime e le abitudini acquisite in gioventù difficili da perdere nell'arco di una sola generazione che credeva fermamente nei valori trasmessi da bambini.
Illustrazione di un letto
tardo georgiano inglese con
dettagli rococò

Questa problematica della distanza di camere, particolarmente sentita nel caso dei reali, era risolta in altra maniera: il marito andava a dormire direttamente nel letto della moglie tutte le notti che gli era consentito. Una volta completato il proprio dovere, il principe o il re o il duca si allontanava e apposita servitù preposta lo riaccompagnava ai propri appartamenti.
Il fatto che quelli reali vengano definiti appartamenti dovrebbe già darci un'idea di quali fossero le dimensioni a cui ci stiamo riferendo.
È il caso di ricordare che, specialmente per sovrani, principi e alti in grado, la consumazione dell'atto non era consentita per ogni giorno o ogni periodo dell'anno, ma solamente in certuni, per esempio nei periodi di digiuno come la Quaresima o l'Avvento oltre a quello del cibo occorreva astenersi da qualsiasi forma di gratificazione del corpo, sesso incluso, in quanto ciò sarebbe stato interpretato non solo come una mancanza di rispetto nei confronti di Dio, ma anche come una debolezza nei confronti delle rinunce che un bravo fedele era portato a fare per Fede.


Arredamento e decorazione

Settecento
In epoca barocca le stanze da letto erano dei capolavori di stucchi e dipinti a pannelli. Il soggetto e il metodo di decorazione cambiavano molto a seconda se ad abitarla era un uomo o una donna.
Nel caso fosse la signora ad occupare la stanza, questa era solitamente decorata con colori chiari pastello, il rococò fiorito, spesso in oro o argento era molto apprezzato per l'effetto grazioso, anche se a volte, come all'Amalienburg di Nymphenburg (Monaco di Baviera), l'esagerazione porta ad un senso di oppressione non indifferente.
Il soffitto era affrescato, le scene predilette erano quelle dei miti classici, spesso ritraenti o virtù cardine, come Artemide nota per la sua castità, Cerere come simbolo di fertilità oppure scene di amori con Zeus o Afrodite.
Appartamenti della Regina di Francia,
Reggia di Versailles
La decorazione della stanza e dei
drappi è tipicamente rococò
Il ritratto di questo genere di scene era molto in voga durante il Settecento e rimase nelle decorazioni ottocentesche del sud dell'Europa, venne invece soppiantato più a Nord, dove la caratterizzazione era decisamente troppo pagana perché i puritani inglesi riuscissero a tollerarla a cuor leggero e potessero fare altrettanto coi nudi che la classicità richiedeva per canone.
Lo stemma della casata della moglie del committente o della committente stessa era spesso rappresentato sopra le porte d'accesso, mentre negli angoli del soffitto venivano ripetute le iniziali di lei. Alla Reggia di Colorno, presso Parma, dove sorge il palazzo ducale, negli angoli della sua camera da letto erano dipinte le lettere M e L di Maria Luigia.

La stanza da letto del marito, come quella della moglie, era ugualmente decorata in modo barocco, ma variavano gli stucchi, decisamente meno fini e fioriti, in favore di un arredamento più scuro e più maestoso. Se filiforme e aggraziato erano gli aggettivi di una stanza da letto femminile, non altrettanto erano applicabili a quella del marito.
Le pareti avevano, innanzi tutto, colorazioni più vivide, anche rosso, blu o verde bosco, gli affreschi e i dipinti a pannelli, inoltre, ritraevano scene più cariche di forza vitale, personaggi noti per la loro virilità come Ares, Zeus, Atlante, ecc. oppure, in pochi casi, addirittura scene licenziose con amanti all'opera in una forma di Kamasutra che pochi conoscono, ma che aveva un drappello tutto suo di sostenitori.

Ottocento

Col tempo che passa, cambia anche il gusto del bello e ciò che fa tendenza, ecco quindi che finita l'epoca napoleonica, dove gli assiomi di arredamento georgiano e rococò vennero completamente sovvertiti, anche la camera da letto cambia arredamento per allinearsi con il nuovo concetto dell'epoca vittoriana.

Se nel Settecento l'amore di coppia era incoraggiato e si viveva in una società abbastanza liberale simile a quella moderna [niente di meno, è il caso di dirlo chiaramente] tutto muta quando Vittoria sale al trono e, nello stesso periodo, l'Inghilterra rimane l'unica potenza sullo scacchiere mondiale, di conseguenza l'unica a dettare legge in ogni campo, design compreso.
La famiglia diventa il cardine della società e la piacevolezza dell'atto d'amore e del contorno si riformulano secondo il puritanesimo ottocentesco, perdendo vezzi e ghirigori e adeguandosi ad uno stile rigido, sobrio e lineare.
Stanza da letto del Presidente degli Stati Uniti
Abraham Lincoln
Il letto a baldacchino è la prima perdita importante, via drappeggi e stoffe in eccesso, ciò che ci rimane del vecchio stile in voga è mantenuto solo nelle abitazioni storiche perché, è il caso di dirlo, un baldacchino imponente con piumaggi e colonne ritorte faceva la sua sporca figura in quel contesto e gli inglesi, come è noto, hanno sempre avuto una particolare inclinazione alla teatralità; altrove  i nuovi mobili sono scuri e ingombranti e sembrano saturare lo spazio a disposizione che, con il concepimento dell'idea di appartamento, è ancora meno.
Si prediligono tappezzerie in stoffa con decorazioni dai colori vividi su temi naturalistici, pannellature in legno anche cupo, via pitture, stucchi e affreschi a soffitto e il cassettone entra prepotentemente a reclamare il suo spazio in camera da letto quando non si ha la disponibilità di ripostigli, dispense e madie nel corridoio.

Quando si arriva nella camera vittoriana si avverte da subito una sensazione di soffocamento dovuta alla scelta della mobilia e dei colori, per quanto una camera sia grande, una volta completa appare comunque molto più piccola della sua realtà.
Probabilmente ritroverete qualche esempio simile nelle stanze da letto delle case di campagna dei vostri nonni, con quei mobili scuri della tradizione, stanze dove all'ingresso ci si deve domandare come raggiungere il letto tra comò e comodini in posizioni strategiche [...spigoli tanti/ e chi si alza/ canta New York/ meglio di Liza... da House Credibility di Caparezza]; lo stesso giaciglio è addossato per un lato alla parete, una cosa ad oggi impensabile, dove marito e moglie devono avere la dovuta libertà di movimento, essendo indipendenti nella vita tanto quanto nel sonno. I nostri nonni dormivano tutti in una stanza piccola e angusta, dove quando si alzava uno era matematico che anche l'altro si svegliasse e dove la vita in comune era davvero scandita dagli stessi ritmi per entrambi.

Analizzare in maniera un po' più approfondita l'evoluzione della stanza da letto è sicuramente fonte di grande delusioni per chi è cresciuto credendo che nel passato tutti dormissero in letti con tendaggi damascati e copriletti di broccato.
Una tipica camera vittoriana borghese di
fine XIX secolo
In un breve periodo storico, ciò è avvenuto (periodo Tudor, periodo Barocco), ma la prima considerazione da fare è, indubbiamente, che non tutti erano Enrico VIII o Luigi XIV, quindi, banalmente, non tutti potevano permettersi il lusso e lo sfarzo di una corte reale [che tra l'altro erano tutte indebitate con i peggiori strozzini dell'Europa passata, pensate solo che il Re di Francia fu costretto a promettere il proprio erede, il Delfino, colui che un giorno sarebbe asceso al trono e avrebbe governato una potenza, alla misera figlia senza titoli di banchieri fiorentini per ripianare l'enorme capitale che doveva loro. I due giovani promessi erano Enrico II e Caterina de' Medici].
Ma al di là delle favole, dove tutti i principi sono azzurri e non recalcitranti come Enrico, la moda dell'arredamento impose a tempi alterni delle predilezioni stilistiche non sempre votate allo sfarzo.
L'epoca Vittoriana fu senza ombra di dubbio una delle più ricche che la storia conosce, non solo ma l'avanzamento tecnologico, economico e sociale fece sì che ormai ci si potesse permettere quasi tutto, anche l'inimmaginabile: comunicazioni intercontinentali, trasporti rapidi su rotaia, costruzione in serie...
Questo fece sì che il possesso di oggetti non fosse più sinonimo ricchezza, come accaduto fino ad allora a causa della difficoltà di costruzione e di reperimento e, di conseguenza, dell'elevatissimo costo.
La stanza ducale presso il
Castello di Thirlestane

Lo stile è antecedente il georgiano
(tardo seicentesco) ma possiede già tutte
le caratteristiche del futuro stile georgiano
Nuovo valore del tempo diventa la morigeratezza, essere composti, moderati, pieni di virtù e di compassione. I princìpi diventano la ricchezza, qualcosa di molto meno tangibile e materiale, sebbene, è il caso di dirlo, il dio denaro continuasse a riscuotere discreto successo sotto altre vesti (ozi e vizi).
Avere la possibilità di rinunciare e sacrificarsi, a quanto pare, era la massima idea di crescita spirituale per molti borghesi del tempo. Insomma, i Victorians finivano per martirizzarsi da soli, in parte perché, per quanto avanzata per l'epoca, la scienza dell'Ottocento era ancora arretrata e molti dei loro sacrifici, a causa della condizione che inducevano, sfociavano in tragedie.

Beh, siamo giunti alla conclusione anche di questo approfondimento, ci ho messo un po' a scriverlo perché le cose da dire sarebbero state davvero mille, su tante ho tagliato, considerandole dettagli superflui e già dedicare un intero post solo alla camera da letto in certi punti mi è sembrato decisamente eccessivo, ma ci tenevo a sottolineare come questa stanza, con le idee che reca con sé, sia cambiata nel corso della storia, anche nei due miseri secoli che noi del Georgiana's Garden vediamo sotto la lente d'ingrandimento.
Anche il rapporto tra i coniugi e il talamo era un argomento che ci tenevo a riferire, in quanto spesso le idee che ne abbiamo, contaminate dalla mentalità moderna, sono molto distorte rispetto alla realtà e credo sia giusto dire come, invece, fossero le cose al tempo. Ad essere onesti al 100%, con tutte le difficoltà che avevano nel XIX secolo, io continuo a chiedermi come facessero ad avere tutti quei figli. Penso che in futuro mi riproporrò questa problematica.


Links vari, fonti e approfondimenti
Su suggerimento di Rrys, aggiungo qualche link degli approfondimenti che mi hanno istruita, nel corso degli anni, sulla caratterizzazione della stanza padronale.
Devo inoltre citare le molte visite guidate che ho fatto ai palazzi patrizi di varie città italiane, principalmente Torino, Parma, Firenze, Milano e Roma, dove le gentili e disponibili guide mi hanno illuminata su molti interessanti particolari quotidiani che prima ignoravo.
Da non dimenticare la puntata di Passpartout condotto da Philippe Daverio che riguardava le donne di Napoleone, intese anche come madre e soprattutto sorelle.

Judith Flanders - The Victorian House !!!CONSIGLIATO!!! 
Judith Flanders - Inside the Victorian Home !!!CONSIGLIATO!!!
Sally Mitchell - Daily Life in Victorian Britain !!!CONSIGLIATO!!!
Michael St. John Parker - Life in Victorian Britain
Michael St. John Parker - Life in Georgian Britain
Laura Wilson - Daily Life in Victorian House
Michael Paterson - A brief history of life in Victorian Britain
Michael Snodin, John Styles - Victorian Britain 1837-1901
Michael Snodin, John Styles - Georgian Britain 1714-1837

Johanna Martin - Wives and Daughters: Women and Children in the Georgian Country House !!!CONSIGLIATO!!!







Amanda Vickery - Behind Closed Doors: At Home in Georgian England
Kristine Hughes - Writer's Guide to Everyday Life in Regency and Victorian England from 1811-1901
Marc McCutcheon - The Writer's Guide to Everyday Life in the 1800s
Kirstin Olsen - Daily Life in 18th-Century England
Daniel Pool - What Jane Austen Ate and Charles Dickens Knew: From Fox Hunting to Whist-the Facts of Daily Life in Nineteenth-Century England
Wayne Erbsen - Manners & Morals of Victorian America






(tutti quelli consigliati nell'ambito degli approfondimenti sugli stili architettonici e artistici e sulla mobilia)




Baci e a presto





Mauser

8 commenti:

  1. Cara Mauser,
    piacere, mi chiamo Erika.
    Ti scrivo per la prima volta dopo aver seguito la pubblicazione di molti dei tuoi post. Finalmente oggi ho deciso di scriverti perché volevo complimentarmi per il tuo lavoro!!!
    Uscendo, quindi dall'anonimato, ti rivelo che sono un'appassionata di epoca vittoriana e leggo con molto piacere tutto quello che trovo sul web o su libri a riguardo. Per la verità la cosa che mi appassiona di più dell’epoca vittoriana è l’abbigliamento femminile. Nello specifico quello del periodo a cavallo tra anni ’70 e ’80 dell’800. La nascita della demi crinoline e l’arrivo della tournure… le figure sempre più esili che, più di ogni altra cosa, mi riportano subito all’epoca, sono un simbolo di assoluta eleganza…
    parlando d’altro, questo post sulle camere padronali mi è piaciuto molto. Comprendo che l’argomento possa essere vasto ma sei stata comunque esauriente!
    Ancora complimenti e, con la certezza di seguire i tuoi approfondimenti,ti saluto
    Erika

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  2. Ciao, sono una storica di professione che incappa nel tuo blog quando google decide che sei la risposta alle mie chiavi di ricerca...

    Da storica (laureata in storia moderna) ti pongo una domanda "quali fonti usi per creare questi approfondimenti?" e soprattutto "perchè non le citi a fine articolo?" penso sarebbe interessante poter leggere di quando in quando direttamente le tue fonti così da conoscerne di nuove o magari condividere opinioni su saggi od articoli più o meno noti sugli argomenti di cui tratti...anche se sono scritti in lingua inglese.

    Grazie per l'attenzione e buona continuazione.

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  3. @Erika: ciao e benvenuta nel blog! Conoscerti mi fa molto piacere e grazie per i bei complimenti che hai rivolto al GsG, comprendo bene il fascino che certe epoche storiche riescono a suscitare, anche io sono vittima di un paio di innamoramenti di periodi e come te apprezzo molto leggere e scoprire di storia del costume e abbigliamento. Spero di ritrovarti in futuro, a presto.


    @Rryl: hai ragionissima, in verità dovrei citare le fonti per ogni articolo, ma purtroppo la cosa diventa un po' complicata alle volte, specie quando scrivo mentre sono in trasferta (come in questo caso) e non ho con me il mio bel pc con tutti i link utili e i collegamenti.
    Ti ringrazio di avermelo fatto notare, in futuro cercherò di ovviare come meglio posso e non dimenticarmi di questo dettaglio importante.
    Spero comunque che il blog sia una fonte di informazioni che tu reputi sufficientemente attendibile. A presto

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  4. Quei letti francesi settecenteschi mi sembrano da sempre quanto di più scomodo l'uomo ha inventato... tanto larghi ai lati, ma poi corti in lunghezza, mi danno l'impressione che per dormirci dentro o stai seduto o fai penzolare i piedi all'altra estremità. Non ricordo in quale reggia in Baviera (azzarderei Herrenchiemsee, visto che ricalca Versailles) rimasi basita nel vedere un lettino in cui a malapena sarei entrata io, figurarsi Ludwig II, che era piuttosto alto...

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  5. Vero vero, il povero Giorgio III, di stampo tedesco, quindi già proveniente da un Paese di persone piuttosto alte, ebbe un sacco di problemi in Inghilterra.
    Invece a Palazzo Pralormo, fuori Torino, si può vedere un lettuccio minuscolo dove dormì un influente ministro del primo regno d'Italia: era tanto piccino che al giorno d'oggi ci avremmo lasciato dormire solo un bimbo di tre anni... effettivamente quella dei letti francesi era tutta scena, i materassi non certo Eminflex, sai che mal di schiena!!!

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  6. Brava Mauser, bellissimo post. Dilungati pure "a briglia sciolta", più dettagli ci dai più ci fai contente.
    La prima volta che visitai Versailles, rimasi colpita dal letto di Luigi XIV, corto e altissimo. La guida mi disse che il re, essendo piuttosto basso, utilizzava una scaletta per salirci. Roba da pazzi!

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  7. Beata te che sei stata a Versailles!
    In effetti in passato la gente era molto più bassa di oggi, probabilmente perchè mangiavano poco e male, quindi quasi tutti i letti del Settecento e dell'Ottocento ai nostri occhi appaiono striminziti, solo in Oriente si usava fare letti matrimoniali grossi come piazze d'armi, da noi il minimo indispensabile...

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  8. E aggiungerei gli scomodissimi cuscini cilindrici. Tutti i letti di Versailles ne sono dotati. Credo siano in uso ancora oggi, mi è capitato di trovarli in diversi alberghi francesi. Un ottimo modo per compromettere la cervicale!

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