16 gennaio 2011

Rossella: la fiction di Rai1

Cari lettori,
oggi vorrei parlarvi di una fiction che ho visto diversi giorni fa, in un momento di disperazione.
Generalmente non sono un'amante delle fiction, perchè quando sono belle, storicalmente parlando, di solito il pubblico non le apprezza e le interrompono alla terza puntata, mentre se sono brutte o insignificanti ne programmano duecento stagioni.
Per un certo periodo, lo confesso, mi sono rifiutata di guardare la tv, intanto tra telegiornali (deprimenti) e programmi culturali (anche peggio, salvo solo Piero e Alberto Angela), condito il tutto con fantastiche istantanee di una buona fetta della realtà socioculturale italiana (Uomini&Donne), non mi sono persa nulla.
Ancora oggi, vado d'accordo con la tv solo quando c'è da vedere film in videocassetta (ah, le vecchie vhs...) e qualche commedia brillante americana dei tempi d'oro.

In Italia i produttori si sono particolarmente lanciati nella stesura di sceneggiature a carattere storico, specialmente dopo l'incredibile successo di Elisa di Rivombrosa oppure con i documentari sulla vita dei santi e degli uomini di fede (da Padre Pio a Giovanni XXIII) e dei personaggi della storia italiana (Garibaldi, Petrosino, Perlasca).
Siamo ancora sulla scia di quel successo, ma, a quanto pare, dall'esperienza i nostri conterranei non hanno imparato ad essere storicamente più accurati, quindi, se Elisa era un capolavoro di inesattezze e il suo seguito anche peggio, adesso rasentiamo il ridicolo.

La nostra protagonista Rossella con un abito credibile (uno dei pochi) che sembra arrivare
dritto dritto dai costumisti de Il gattopardo
di Visconti.
Questa era la premessa di Rossella, la fiction a carattere storico che RAI1 ha messo a palinsesto a partire dal 9 gennaio 2011, che si caratterizza proprio come un prodotto storico, quindi adatto a finire nelle grinfie della presente zitella inacidita, la quale zitella, incuriosita dalla trama, l'ha pure gurdata.

Come sapete bene, non sono mai tenera con i prodotti che si definiscono storici solo per accaparrarsi una fetta di mercato, sono così perchè coloro i quali pensano male un prodotto che vogliono etichettare come storico quando, invece, di storico hanno solo le gonne lunghe, mi sembrano proprio traditori di chi si fida: uno si appresta a guardare un programma sperando di trovarci almeno un minimo di attendibilità e... nisba. Il peggio del peggio, potremmo definire più storico Bones.

Vediamo cosa è accaduto questa volta.


Trama
Siamo a Genova, alla fine dell'Ottocento; la giovane Rossella Andrei, con il bel volto dell'attrice Gabriella Pession, è la ricca figlia di un industriale genovese, stretta nell'etichetta che il suo status le impone; di carattere libero e fiero, Rossella vorrebbe rincorrere la propria indipendenza dall'ingombrante famiglia e coronare il sogno d'amore con lo scapestrato giornalista calabrese Giulio Sallustio che ha conosciuto per caso durante una passeggiata.

Contro il volere dei propri cari, Rossella e Giulio convolano a nozze, ma sebbene il loro amore sia profondo, è destinato ad andare incontro a diversi ostacoli a causa del viaggio di lui in Africa e del cambiamento caratteriale che investe Sallustio di ritorno dalla sua esperienza.

Non è precisamente che all'epoca
andassero di moda i capelli sugli
occhi...
Rossella tra alti e bassi, intraprende una vita da madre quasi single con appresso il frutto dell'unione, studiando approfonditamente medicina e riuscendo a diventare una delle prime donne medico della storia d'Italia, passando poi anche alla politica, dove diventerà una parlamentare importante e anticonformista nell'ingessata Italia a cavallo tra Otto e Novecento.


Considerazioni della scrivente sui...

I luoghi
Mauser: Scusate, ma che posto sarebbe quello che si vede nel telefilm?
Sceneggiatori: Genova, c'è pure la Lanterna
Mauser: aaahhhh, ecco perchè aveva un aspetto vagamente familiare. Ma per il mare che avete mostrato, poteva essere anche Casale Monferrato.

Questa, in sintesi, la faccenda luoghi.
E la cosa mi ha fatta molto inbestialire perchè io sono una genovese orgogliosa di esserlo, porto un cognome della mia città che più tradizionale non si può, parlo il mio dialetto e amo la mia terra. Credetemi se vi dico che ho fatto fatica a riconoscere la mia Genova in quegli scorci finti di caruggi puliti e mare da Caraibi.

Non per distruggere i miti romantici degli sceneggiatori e di quelli che vedono nell'Ottocento solo un tempo splendido di amori cortesi e galanteria oltre misura, ma per quanto sia brutto da dire, Genova è un porto, una città di mare, lo è sempre stata, fin dal Medioevo e formava con le altre compari le Quattro Repubbliche Marinare: i vicoli di questa città erano bui e puzzolenti, l'odore del pesce e del salmastro probabilmente si sentiva per chilometri, i passaggi erano (e sono tutt'oggi) angusti e affollati di borseggiatori e donnacce pronte per i marinai appena sbarcati.

Genova non era il centro della vita di società italiana risorgimentale, ma una città di affari e di commerci e, nell'epoca in cui hanno scelto di ambientare la vicenda, un luogo di transizione che stava rinnegando il passato da marinaio per trasformarsi in operaio metallurgico con l'arrivo della siderurgia, Ilva, Ansaldo, Piaggio, Costa, Fincantieri.
Se volevano riproporre La signora dell camelie, Genova non è la città che fa per loro, la location ideale era il lago di Como con Villa Carlotta, ma la mia città è la città che canta De Andrè ne La città vecchia, oppure quella che appare nella Litanìa dell'ultimo Caproni.

Questa è cattiveria, però... la canottiera che spunta sotto la camicia? Ma in quale secolo!
Non dobbiamo mica mettere in mostra la merce (per l'epoca sarebbe
stato scandalosissimo!)
Infatti, accortisi di ciò, la città non la fanno minimamente vedere, qualche pezzetto di spiaggia che poteva essere ovunque, anche a Tripoli, un'occhiata veloce alla Lanterna e poi tutte scene in giardino e location ricostruite.

Comincio a sospettare che l'amministrazione comunale abbia pagato delle tangenti alla produzione perchè scegliessero la città come luogo di ripresa, oppure che, per senso patriottico, agli sceneggiatori piaccia ambientare le loro fiction una per regione, alla maniera del libro Cuore di De Amicis.


I personaggi
Della serie: l'anacronismo regna sovrano.

Lei
Io penso che, se fosse per i libri e le fiction, l'Ottocento sarebbe stato popolato solo da suffragette e non da donne miti e sottomesse agli uomini.
Queste forze della natura sono sempre affamate di indipendenza e se ne strafregano della loro reputazione, così come delle malelingue, lasciate che dica che la cosa era abbastanza improbabile, specialmente ai livelli medio borghese che fanno tanto trasgressione storica.

Indipendenza per una ragazzetta figlia di ricchi industriali e cresciuta nella bambagia? Forse... ma poco probabile, una del genere sarebbe stata indottrinata fin da piccina sul fatto che il suo matrimonio avrebbe dovuto essere con un rampollo delle importanti famiglie storiche della città, oppure con un ricco finanziatore dell'industria di famiglia, tanto per cementare le alleanze; i genitori non avrebbero permesso per nessun motivo che lei si maritasse col primo giornalista di passaggio, tantomeno se mezzo rivoluzionario e indipendentista come Sallustio.
E aggiungo, non l'avrebbero permesso neppure se lei ne fosse rimasta incinta, l'avrebbero fatta abortire oppure sposare di fretta col prescelto spacciando il bimbo per suo, dopotutto i matrimoni, oltre un certo livello sociale, non erano fatti certo per amore... ma anche non troppo in alto...
Se avete visto un'altra fiction tv, questa volta ambientata nell'Italia del Sud e intitolata Francesca e Nunziata (con Sophia Loren, Claudia Gerini, Raoul Bova), recitata non troppo bene, ma più attendibile, sapete bene di cosa parlo.


Insomma, la caratterizzazione dell'eroina è la medesima dei libercoli Harmony (vedi Misteri a Penny House e La saga dei Dillhorne), quindi prendete con le dovute cautele le informazioni che vi passano tramite questi prodotti televisivi, non è la BBC.
Negli Harmony almeno si sa a cosa si va incontro, tutti li classificano come letteratura di serie C, qui invece spacciano i comportamenti di Rossella come storicamente attendibili: oh Cielo!
E in quale tempo dovrebbero esserlo?
Nel Duemila?
Non nell'Ottocento italiano, cari, no davvero.
Ecco un altro prodotto ambientato nell'Universo Parallelo delle coulotte inguinali della Stella della Senna.

Senza contare poi il nome...
Adesso faccio la pignola, ma io a Genova ci abito e vi dico che Rossella non è un nome che si senta ad ogni angolo di strada, qui andavano fino a cinquant'anni fa i soliti nomi tradizionali: Rosa, Maria, Caterina, Nicoletta. Per tutte le potenziali scrittrici, vi supplico dal profondo del cuore di essere coerenti col tempo che scegliete e anche con i pregiudizi sociali, avete mai sentito un francese chiamarsi Frédéric? Non ce ne sono molti perchè è un nome tedesco e, si sa, dopo quella questione dell'Alsazia e della Lorena ai francesi i crucchi non stanno simpaticissimi ¬_¬
Ciò che temo è che il nome sia stato scelto per dare un qualche richiamo al kolossal americano di Via col vento, col quale ci sta abbinato come i cavoli a merenda, ma per richiamare l'anticonformismo della protagonista, la vera Rossella O'Hara.
La vera e inimitabile
Scarlett O'Hara
Anticonformismo un paio di palle, e scusate il francesismo.
La Rossella del kolossal, che per chiarezza d'ora in avanti chiameremo Scarlett per non confonderla con la sua omonima zeneize, non è di certo un'anticonformista e rivoluzionaria indipendentista, progenitrice del movimento per i diritti delle donne! Scarlett era una ricca e viziata ragazzina sudista, attaccata anima e corpo ai privilegi degli schiavisti, tanto è vero che non si separerà da quelli neppure a guerra ormai conclusa, neanche dopo aver sposato Rhett.
La Scarlett creata dalla Mitchell è un personaggio antipatico e intrigante, non è fatto per essere buono e bravo o per parteggiare per lei, è fatto per mostrare il lato umano di una storia d'amore da favola, ma con personaggi umani, zeppi di difetti, e, siamo franchi, Rhett non è certo uno stinco di santo... si dice sudista ma sovvenziona anche i nordisti, fa contrabbando, commercia in armi, viene da una famiglia di schiavisti e, in fondo, cerca solo di ottenere vantaggi per sé, in questo è uguale a Scarlett, ma lo è LUI, non la Rossella made in Italy.

Lui
E Giulio Sallustio?
Con lui non gli è riuscito neanche di creare il classico maschio alpha che piace tanto alle amanti delle storie d'amore in costume, come Fabrizio Ristori, per esempio, bello e sfacciato come tutti i protagonisti dei romance da che mondo è mondo.
No, Sallustio è un incrocio tra lo stereotipo dell'uomo ottocentesco e un personaggio pirandelliano, una montagna infinita di cliché e paturnie mentali a iosa.
Fa il giornalista, che per l'epoca era ancora un mestiere di denuncia (è un idealista, clichè n°1), è un calabrese che lavora a Genova (confronto tra le culture, clichè n°2) e rischia di farsi investire dal calesse guidato (male) dalla protagonista (classico incontro alla Harmony, clichè n°3), senza contare che ci prova con lei nei cinque minuti successivi, neanche fosse Casanova fatto nuovamente uomo.

Amore impossibile, lettere che neanche Leopardi riuscirebbe a scrivere, fughe sotto la pioggia, incontri segreti e consumazione della passione.
Matrimonio riparatore.
Massì! Mandiamo pure a spasso quel poco di credibilità che era rimasta alla ricca famiglia di lei e facciamo come se non fossimo nell'Ottocento, ma nel solito universo parallelo.

Dopo tutto 'sto bordello, neanche l'amore felice, ci lasciano, ma scopriamo che Sallustio è infedele e che non ama più la moglie.

Lui sembra fin troppo elegante per fare un lavoro come il giornalista
Io quest'uomo lo ammazzerei di sberle: lei ha lasciato la famiglia ricca per lui e tutti i suoi privilegi, si è fatta un mazzo tanto per ingranare al ritmo di vita dei poveri e per imparare a lavorare e lui le dice che così non si va avanti? Ma io lo uccido a randellate!
Ma vi sembra un personaggio?


I costumi
Alè, altre note dolenti.
Innanzi tutto comincio a sospettare che i costumisti siano due: uno che si occupa di vestire i protagonisti e uno che, invece, è dedicato alle comparse e ai comprimari.
Perchè dico questo? Perchè se il secondo costumista abbiglia i suoi protetti con gusto e coerenza storica, il primo è, in quest'ambito, piuttosto carente.

Qui diamo il meglio: lei con l'abito
da sera e lui da giorno, decidetevi
quando uscire! Bale, volant, pizzi,
guanti e mezza manica sono
inequivocabili + lui in abito da
lavoro...
bah...
Infatti non mi spiego come mai, nella scena del calesse si vedano due donne passeggiare sul lungomare, decentemente abbigliate per l'epoca con paltò, cappellini e acconciature severe, ma appena si inquadra la protagonista eccola in un abituccio succinto stile anni Venti (che, mi permetterete, sembra un po' fuori posto), con le maniche corte [ma le altre avevano il cappotto!] e i capelli naturalmente sciolti e arruffati.
Sì, proprio la figlia di un ricco e trattenuto industriale genovese.
Ma DOVE?!
Certe volte bisognerebbe insegnare ai registi delle fiction che non basta una gonna lunga e qualche merletto per fare una serie "storica".

Non solo, oltre a rischiare la morte del "povero" Sallustio [magari ci fosse riuscita], creando i presupposti di un amore da telenovela, il signorino in questione neppure si sconvolge a vedere una ragazza, che dovrebbe essere modesta e posata, conciata come la più miserevole delle lavandaie, guance rosse, fiatone, occhi concupiscenti [è una parola molto di moda in politica, ultimamente]. Ma stiamo parlando di Rossell Andrei oppure di Bocca di Rosa?
No, tanto per sapere... giusto per chiarirsi le idee.


Conclusioni
È mia ferma, fermissima convinzione che i produttori e gli sceneggiatori della fiction abbiano ceffato di un buon cinquantennio l'ambientazione del loro prodotto.
Mentre una ambientazione da secondo dopoguerra, come quella di Matrimonio all'italiana, La mia casa è piena di specchi, Chocolat, avrebbe visto queste situazioni elencate poc'anzi perfettamente accettabili, o meglio, tollerabili, non altrettanto si può dire di una caratterizzazione storica da fine Ottocento, vi ho spiegato prima perchè, quindi non torno a dilungarmi.


Se una come me, che ha studiato la storia principalmente da autodidatta, vede molti comportamenti assolutamente anacronistici, figuriamoci che strazio dev'essere stato per chi la storia la conosce sul serio!
Poveri professori... io almeno mi indigno, ne parlo male e passo oltro, ma loro che possono fare?

Il vestito nero è molto bello, ma continuiamo a cadere sui capelli disordinati
Aggiungo inoltre che la Pession, che a mio dire è una brava attrice, come interpretazione storica fosse decisamente su altri livelli quando recitava la Principessa Carolina di Napoli in Ferdinando e Carolina, dove c'era la satira e c'era anche un po' di coerenza/decenza storica.

Produttori e sceneggiatori hanno preferito dare risalto alla vicenda amorosa, finendo però nel solito tranello degli imbecilli e sacrificando la parte che riguarda ambientazione, costumi, location, rendendo il prodotto, per i più informati di dettagli storici, indigesto a causa delle troppe cadute di stile.
È proprio il caso di dire che questa Rossella è un'eroina d'alri tempi, oserei aggiungere "altri tempi rispetto a quelli che vogliono farci credere".


Voglio lasciarvi con un aneddoto, tanto per dirvi quanto una simile fiction sia fuori tempo oltre ogni dire, non è una vicenda allegra, ma è reale e la cito da La Patria, bene o male.

6 giugno 1886
Povera Italia

In un paesino sui monti attorno a Pistoia un corteo funebre si avvia al cimitero. In testa due preti, poi la bara con una corona di rose e ginestre, poi una decina di bambine. Nessun altro, né uomini, né donne, né ragazze. L'intero paese di Porciano, l'infame Porciano, è rimasto in casa per desiderio della morta.
La morta è la maestrina Italia Donati. È arrivata in paese un paio d'anni prima, guadagna quarantacinque lire al mese con cui mantiene, oltre a se stessa, tutta la famiglia che abita a pochi chilometri. Prende alloggio in casa del sindaco dove, al piano di sotto, ha sede anche la scuoletta. Ha 20 anni, ha entusiasmo, è gentile e affabile. Ma ha un difetto fatale: è bella.
Immediatamente cominciano i pettegolezzi. Al sindaco, bell'uomo con barbetta bionda, che vive disinvoltamente con la moglie e un'amante, viene attribuita anche la conquista della maestrina. Poi si mormora del figlio del sindaco. Poi si sussurra del brigadiere dei carabinieri. La povera Italia è oggetto continuo di sorrisetti, allusioni, insinuazioni, talvolta di insulti aperti.
La ragazza chiede il trasferimento; le assegnano una scuola in un paesetto vicinissimo che comunque, per bocca del sindaco, rifiuta lo «scarto di Porciano». Italia non ha amici, nessuno che la difenza e allora chiede lei stessa un esame clinico ufficiale sulla propria verginità. Medico e ostetrica confermano e la cosa viene annunciata al consiglio comunale.
Non siamo in uno sperduto villaggio africano, non siamo nel Medioevo, ma nella civilissima Toscana, culla del Rinascimento, terra di grandi personaggi che hanno dato gloria e fama all'Italia. Ma Italia, la maestrina, non esce dal cerchio infernale del gossip. Ricominciano le voci, i sospetti, le certezze assolute che stavolta sia incinta. Troppo pallida, troppo sciupata e trasandata.
La ragazza è alla disperazione. Scrive alcune lettere, poi si allontana dal paese verso il mulino, raggiunge una specie di piccolo stagno fangoso tra due pareti di roccia, lasciain terra il grembiule rosso e si getta nell'acqua. Una donna di passaggio riconosce il grembiule, sospetta il peggio e quando lo stagno viene lentamente svuotato, appare infatti la sagoma della maestrina, morta per difendere il suo onore.
In una delle lettere chiede un'altra perizia sulla propria illibatezza e di essere sepolta nelmalandato cimitero, senza la partecipazione degli infami. Sulla lapide, in vernice rossa, le sole iniziali ID. Non c'è una vera inchiesta, nessuno è indagato, tutti giurano di essere stati suoi amici, il parroco ammette di aver sentito quelle maldicenze e di non avergli dato peso: erano solo voci di paese.

Carlo Fruttero, Massimo Gramellini,
La patria, bene o male
Mondadori 2010


Questa era la realtà dell'Italia a cavallo tra i due secoli, la realtà di Italia Donati, di un tempo in cui le maldicenze ti distruggevano la vita e dove le ragazze arrivavano vergini al matrimonio e lo consideravano un loro dovere, non un optional che tutti cercavano di circumnavigare, come ci fanno credere libri e film. Se una non era illibata, il marito poteva rispedirla alla famiglia e mandare a monte l'accordo di matrimonio legittimamente, essere caste e modeste era un comportamento che solo alcune categorie di persone si sarebbero sognate di infrangere e SOLO, ribadisco, per necessità: se avevi le voglie, aspettavi di sposarti e poi ti facevi l'amante.
Nessuno avrebbe tollerato che una ragazzetta appena fiorita in donna avesse una relazione clandestina con un uomo, anche per il semplice fatto che qualcuno l'avrebbe comunque saputo, suo padre sicuramente perchè era ricco e la servitù di fiducia in casa ci stava per quello, per riferire ciò di cui si chiacchierava ai piani bassi, dove le dicerie volavano.

Molto romantico ¬_¬
Lui sembra pronto per un matrimonio e lei... che cosa sono quelle spalline? Assolutamente no!
Le ragazze sospettate di non essere più illibate si sottoponevano addirittura all'umilianzione di un esame ginecologico, che per l'epoca era il massimo della vergogna, perchè di certe cose non se ne parlava, solo le malelingue avevano campo libero sull'argomento sesso e non c'era modo di difendersi senza sembrare volgari.
Italia Donati è storia, dimenticata, ma comunque storia.
Rossella Andrei è fiction, una storia d'amore che fa anche sognare, ma comunque fiction.
Io vi chiedo di riflettere solo su questio.

Poi, al di là di tutto e come ogni cosa, può piacere come no.
E so anche benissimo che fare è molto più difficile che criticare.

Ma ho scritto questo post non solo pensando a Italia, ma sentendo insultata in questa fiction troppo leggera il sacrificio e la vergogna di molte, moltissime donne che hanno combattuto per la loro indipendenza minima, non per arrivare ai libri e alle vicende dei datari storici, non è il caso di essere la prima donna medico o la prima in politica per dare un esempio, basta anche essere una delle tante che hanno fattoqualcosa per coloro che sono venute dopo, ma tante non erano.
Erano poche, distrutte dalla stessa società, emarginate, derise, incomprese, portate alla disperazione e a scelte terribili, poi dimenticate, archiviate come dicerie. Perfino il parroco mente. Che vergogna.
Forse questo dovevano rappresentare in una fiction. E la mia critica è soprattutto alla leggerezza di una fiction che ci presenta un Ottocento come il Duemila, dove tutto è libero e senza conseguenze: non è così, l'Ottocento era quasi come il mondo dei talebani, impariamolo perchè altri possano impararlo da noi e non lasciamo credere che fosse un mondo felice di rose e fiori, è importante anche per la nostra storia.


Con affetto e anche un po' commossa,




Mauser

27 commenti:

  1. sante parole!complimenti un post estremamente puntuale e preciso!davvero di questo schifo non ne possiamo più....avessi visto "terra ribelle"la fiction sui cowboy toscani girata nella pampas argentina(tanto sono rimasta traumatizzata) ti saresti sentita male....era ancora più vomitevole!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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  2. Solo oggi mi è capitato tra le mani il giornalino con i programmi tv (sono più un'anituè di sky, rai e mediaset non mi ispirano tanto) e con tristezza capisco che ad oggi mi son persa due puntate di questa serie. Il mio primo pensiero è stato "andiamo a vedere sul blog cosa dicono!" Grazie! Mi hai risparmiato la fatica di accendere la tv e scoprire da sola questa ciofecata! -.-
    Che delusione però! :(
    Emm.

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  3. ribadisco il mio immenso piacere nell'averti scoperta, ho ormai abbandonato la speranza che qui si riesca a produrre qlc di decente, dopo anni di storia del costume mi vengono le coliche a vedere ste cose, guardo solo produzioni inglesi BBC and C. anche se devo vederle almen tre volte per capir proprio bene :E)
    bisou
    Aldina

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  4. Carissime, che bello scoprire che non sono l'unica ad aver trovato deplorevole lo scempio che hanno fatto della nostra storia! E della morale e dei costumi italiani, penso che il livello di questa produzione Rai&co sia una specie di telenovela messicana che, a detta dei miei colleghi che sono stati in Messico per mesi, non hanno concorrenti, neppure quelle argentine si avvicinano a tanto schifo!
    Terra nostra, sigh, che depressione... la guardava la mia maestra di disegno e ogni volta si raccontavano le puntate con un'altra allieva, ho sviluppato una specie di allergia.
    Per non parlare di Butteri&Briganti, l'erede spirituale di Elisa, anche lì vorrei proprio sapere cosa hanno del buttero e del brigante quei due che hanno scritturato ¬_¬

    Alla fine la BBC rimane la mia ultima risorsa, a costo di non capire una parola almeno mi rifaccio gli occhi con la bellezza british e l'accurata ricostruzione costumistica.

    Aldina cara, come tu possa sopportare tutto ciò non lo so, a volte mi dico molto fortunata a non aver seguito le mie vocazioni storiche o mi sarei aperta le vene già molto tempo fa.

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  6. bbc e starz sono la mia sola salvezza....dio benedica internet se no saremmo abbandonati a noi stessi;(

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  7. Condivido appieno, come al solito, quello che hai scritto!

    A proposito di serie televisive..ho appena scoperto che hanno iniziato a sottotitolare:"The Forsyte Saga"(2002):
    http://www.subsfactory.it/forum/index.php/topic,22224.0.html
    YAY! Ma forse ne eri già al corrente.

    Un bacio e complimenti ancora per il blog.
    Ale

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  8. No che non lo sapevo, ma scoperirlo mi fa molto felice! Evviva, finalmente un po' di televisione degna di questo nome! Seguirò sicuramente il progetto e chissà che, se avrò tempo, non ci scriverò sopra qualcosa, mi piacerebbe ma ho così tanti progetti in piedi che non so dove troverò le ore necessarie =(

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  9. Tanti progetti in piedi??
    Curiosissima me! e aspetto fiduciosa i tuoi post.
    Sono dannatamente piacevoli da leggere con una buona tazza di thè ^^

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  10. Sono anche dannatamente lunghi da scrivere, purtroppo, tutta colpa della mia incontinenza verbale

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  11. Mi sono fatta quattro risate nel leggere la tua recensione e vedere come hai smontato, pezzo pezzo, questo sceneggiato! Purtroppo i prodotti buoni della televisione italiana sono quasi miraggi, ma la vera tragedia, con fiction che si spacciano per storiche è che chi vi si dovesse accostare, digiuno di storia, potrebbe ricavarne un'immagine sbagliata ed essere portato a credere che quella sia la realtà...Comunque, sai credo che, ma forse sto dicendo una castronata, il nome Rossella sia stato 'inventato' in italia proprio per tradurre lo 'Scarlet' del colossal, e dunque non poteva essere un nome in auge nell'ottocento...Seguirò con molto piacere il tuo blog!

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  12. Beh, Rossella è un nome medievale, della serie Rossa-Bruna-Fulva ecc a seconda del colore di capelli, però il massimo della popolarità l'ha senz'altro avuto con la nostra Scarlett.

    Magari le fiction italiane fossero miraggi... almeno avremmo la soddisfazione di immaginarci qualcosa di bello, invece con queste premesse non si riesce neppure a ricamarci un po' sopra, fanno troppo schifo =(

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  13. Concordo in tutto, ma proprio tutto.
    Non capisco i produttori di queste cose: ma pensano che siamo tutti degli ignoranti? Avete visto "Terra ribelle", ambientato nella mia Toscana? Gli esterni sono andati a farli in Argentina (proprio uguale alla Toscana, eh?). I protagonisti erano obbrobriosi, era pieno di inesattezze storiche, i costumi facevano pena (ho visto addirittura un vestito senza maniche indossato dalla protagonista: ma se fino agli anni 20 del '900 si portavano le maniche tre-quarti anche ad agosto!).La cosa peggiore però era la trama: solita storia di figli persi e ritrovati, amori contrastati ricco-povera nobile-plebeo e viceversa, indagini alla C.S.I. svolte per di più da una donna (ve lo immaginate, nella seconda metà dell'ottocento? Era gia tanto se le facevano studiare, ma non medicina e le indagini di polizia erano appannaggio maschile esclusivo).
    Penoso, non sono arrivata alla fine.
    Meglio gli Harmony, almeno sono storicamente più accurati puoi immaginarti ambienti e situazioni accettabili.
    Un pensiero affettuoso per la povera Italia Donati e per tutte quelle come lei; una cosa simile successe anche ad una domestica di Puccini, che si suicidò perchè si diceva fosse la sua amante.
    Purtroppo, a volte succede ancora.
    Lucilla

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  14. Beh Lucilla, hai proprio colto nel segno!
    Non ho guardato tutta Terra Ribelle, ammetto di non aver retto neppure alla trama stampata sul solito settimanale televisivo e averla catalogata come "evitabile" da allora, poi il fatto che l'avesse scritta Cinzia TH Torrini era tutto un programma...

    A quanto pare le spalline saranno la nuova moda dell'estate, tra TR e questo Rossella vanno alla grande, anche se storicamente inesistenti, bah...

    Che si deve fare? Ormai non ci mettono più neppure le buone intenzioni, partono col presupposto di creare un polpettone e per loro il fine giustifica i mezzi.
    Ma ve la siete vista Agnese Ristori che passeggia tranzolla col suo manzo da allevamento e passano una notte al mulino insieme (senza fare niente eh!) in un'epoca in cui perfino rimanere sole in una stanza con un'uomo era considerato scandaloso?
    Lei invece niente, nessuno alza un sopracciglio

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  15. Cara Mauser, si vede che si tratta di liberi arrangiamenti. Ma le spalline no, mi rifiuto di portarle! Ormai gli sceneggiatori partono dal presupposto che gli spettatori vogliano sangue, sesso (tanto, magari fuori luogo) e lieto fine, con tanti saluti alla verosimiglianza e alla fedeltà al periodo storico.
    Un solo prodotto mi sento di salvare ed è "Roma", di qualche anno fa. A prima vista sembrava pieno di svarioni, ma documentandomi ho scoperto che era davvero molto accurato nella ricostruzione storica e con costumi splendidi (soprattutto verosimili, non più i soliti lenzuoli o toghe a tutte le ore).
    Una vera gioia per gli occhi, ma naturalmente non era una produzione italiana. Qui da noi lo hanno addirittura censurato per via di qualche nudo maschile (ma si può? e quelli femminili, quelli vanno bene, no?) e non hanno mai trasmesso la seconda serie.
    Ah già, che stupida, dovevano trasmettere al suo posto quei capolavori di "Elisa di Rivombrosa" e seguiti vari.
    Hoioi.
    Ciao
    Lucilla

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  16. Grande Mauser! Un post strepitoso, precisissimo nell'analisi e nella bocciatura, ineccepibile nelle argomentazioni e piacevolissimo da leggere! Sì, l'unica risorsa resta la BBC (per un servizio pubblico così sarei disposta a pagare anche più del canone RAI! - e invece guarda che cosa ci propina... Intanto nessuno si perita di tradurre e doppiare i loro bellissimi sceneggiati... che robe...)
    Aggiungo solo per dirti che sul mio blog c'è un pensierino per te!... http://unteconjaneausten.blogspot.com/2011/01/grazie-susy-per-questo-premio.html

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  17. Hu, non sapevo fosse un nome Medievale...quante cose si imparano! Sul mio blog c'è un pensiero per te (anche se vedo che altri hanno già pensato di donartelo!): http://piccolosognoantico.blogspot.com/2011/01/un-altro-premio.html

    Spero che passerai a trovarmi!

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  18. Immagino che tu non abbia visto l'ultima puntata di "Rossella". Io me la sono "casualmente" persa e speravo di recuperare con una tua divertentissima recensione. Non vorrai mica costringermi a guardarla, he? Ma mi vuoi sulla coscienza?
    Ciao
    Lucilla

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  19. Beh, dipende se TU vuoi ME sulla coscienza ^_^

    ...e io che speravo di poterne fare a meno... ieri sera l'ho vista di passaggio e piuttosto che lasciare il primo canale avrei guardato anche il telegiornale di StudioAperto

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  20. hihihi.... forse è meglio un libro, vero?
    Lucilla

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  21. Ciao M. non sapevo dove scrivertelo, ma lo faccio qui. Passa da noi....c'è una cosina per te! Un bacio, a presto su London!

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  22. Ciao sono Valentina il 9 gennaio mentre pensavo alle canzoni del mio cantante preferito: Marco Mengoni mi sono trovata in TV il film "Rossella" è bellissimo....




    Ciao da Valentina!!!

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  23. silvia: grazie Mauser per quest'altro post, sempre interessante, sensato e "pieno di te" (non sapevo come definirla meglio, scusa).
    Si vede proprio che ci metti "anime e core" quando scrivi per il blog, perché altrimenti non ti infiammeresti così tanto.
    Sono contenta che ci siano ancora delle persone che "hanno ancora la voglia di prendersela" per le stronzate (sono volgare, ma non me la sento di essere fine, in questo momento) che la televisione, da almeno cinque anni a questa parte continua a propinare alla gente.

    Io onestamente, da quando annunciarono la prima edizione del Grande Fratello, ebbi come la visione delle reti televise sospese sull'orlo di un abisso.
    Oggi, data odierna 23 gennaio 2011, posso dire nell'abisso ci sono saltati dentro a piè pari, senza nemmeno provare a guardarsi alle spalle (sai, ripensamenti).

    Grazie mille per aver postato la storia di Italia, un'ulteriore finestra sul mondo chiuso e puritano del tempo, un altro piccolo incentivo che mi spinge a "prendere coscienza" di quanto la storia, anche quella più vicina a noi, non è fatta solo di date famose o avvenimenti che hanno cambiato l'intero andamento di regni, stati e altro.
    La storia è avvenuta anche nel quotidiano, nei piccoli paesi grandi quanto un pugno, e le tragedie non sono SOLO quelle documentate sui libri.

    Grazie, davvero. La piccola, triste storia della maestrina è stato come uno scrollone improvviso. Mi ha fatto sussultare e poi rabbrividire, mentre dentro di me sentivo un senso di pena e profonda tristezza per questa povera ragazza, il cui unico difetto, come recita l'articolo stesso, era di essere giovane e bella.

    Ora, però, cambiando un attimo argomento, vorrei farti una domandina.
    Come li segui tu i film della BBC? Io non riesco a trovare gli streaming!
    A me poi servono quelli sottotitolati. Il mio inglese zoppica un po', e per quanto sia volenterosa, dovermi riascoltare dei dialoghi più volte per capire il significato mi manda in bestia!!

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  24. @Silvia: ti ringrazio per il bellissimo commento, oltretutto molto sentito e la cosa mi riempie di gioia, altrettanto l'aver portato la storia di Italia Donati, la STORIA QUOTIDIANA, un po' più vicino a non essere più nel dimenticatoio.

    Per quanto mi riguarda, assumo contenuti televisivi con una tale bassa frequenza da potermi ancora permettere sfoghi di rabbia con il televisore e i suoi accessori (ma solo perchè comincia a essere mooooolto vecchio e quindi dovremo cambiarlo a breve).

    Per quanto riguarda, invece, i telefilm BBC, di solito anche io aspetto i sub online. Il mulo è il mio compagno di viaggio e di solito trovo validissimi contenuti, di solito preferisco questa strada perchè non mi trovo benissimo con gli streaming, quindi il mio consiglio è di affidarsi al solito sano download.
    Poi secondo me guardare film e telefilm in lingua, ascoltare canzoni originali e leggere della roba leggera in inglese (io mi affidavo ai manga) è la strada migliore per trasformare il nostro inglese scolastico in "inglese da strada": forse non perfetto, ma indubbiamente comprensibile ai più

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  25. Mia cara,
    personalmente avevo già notato qualcosa di estremamente urticante negli spot che pubblicizzavano la fiction, da qui la saggia decisione di non cercare un briciolo di tempo per vedere "Rossella".
    Dopo avere letto il tuo post poi, non solo so di avere fatto benissimo, ma ribadisco che è così che dovrebbero dare lezioni di storia a scuola, ricordando i fatti veri, di chi la storia l'ha vissuta, fatta e, purtroppo, anche subita.
    Complimenti per il tuo post, esempio di ciò che si chiama critica costruttiva :)
    Continua sempre così, il tuo contributo è prezioso. Grazie Mauser :)

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  26. MIE CARE GENOVESI PROVINCIALI

    NON AVETE CAPITO NULLA

    SIETE PROPRIO DELLE GENOVESI OTTUSE
    DIMOSTRAZIONE DI COME E' QUESTA CITTA ' NEL NS DI SECOLO!

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