29 marzo 2011

Jane Eyre in Beijing

Già che siamo in tema di Jane Eyre, visto che di recente abbiamo parlato dell'adattamento di Fukunaga in uscita nelle sale da metà marzo, ho deciso di continuiare a sfruttare la nostra Jane e di proporvi, questa volta, un adattamento certamente insolito, ma non per questo scadente.

La nostra istitutrice della brughiera, infatti, nel 2009 ha lasciato le nebbiose lande inglesi e si è trasferita momentaneamente a Beijing per un adattamento teatrale messo in scena al Beijing's National Center for the Performing Arts, d'ora in avanti NCPA.

Nota: per i pochi che dopo le Olimpiadi del 2008 ancora lo ignorassero, Beijing è la capitale della Repubblica Socialista Cinese, città a noi nota anche con il nome occidentalizzato di Pechino.

Per accompagnare adeguatamente il clima del post e la suggestiva ambientazione, ho preparato una playlist di musica cinese, di cui un brano tradizionale e due C-pop provenienti entrambi dalle Olimpiadi che dovrebbe essere in esecuzione in questo momento.


Scheda tecnica
Produzione: National Centre for the Performing Arts, Pechino
Direttore: Wang Xiaoying
Sceneggiatore: Yu Rongjun
Attori principali:

Siete sorpresi di ritrovare l'amata maestrina così distante dalle mura centenarie di casa Rochester? Io personalmente sono rimasta un tantino sconcertata, non tanto per Jane, che è un'opera internazione e conosciuta in ogni angolo del globo, ma soprattutto perchè il teatro orientale vanta splendide rappresentazioni, storie e drammoni al cui confronto i film wuxiapian (La tigre e il dragone, La foresta dei pugnali volanti, La città proibita, I tre regni, Hero) sono favolette da raccontare ai monelli.

Sia in Cina che in Giappone, infatti, la tradizione teatrale, oltre ad essere molto diversificata per genere e per ruolo, era un tassello fondamentale dell'esistenza degli esseri umani che si ponevano come obiettivo di assistere ad almeno una rappresentazione ufficiale e importante nella vita.
Il teatro è preso molto seriamente in Oriente, ancora oggi è così a differenza di quanto accaduto da noi, dove ormai chi va a teatro viene automaticamente classificato nella categoria dei matusalemme, in barba al fatto che può andare a vedere un'opera, un balletto, una rappresentazione di prosa, un concerto musicale, una rassegna poetica, musical e quant'altro.
Se il teato Kabuki e il teatro No giapponese sono comunque rinomati in tutto il mondo, anche l'Opera di Pechino vanta una tradizione invidiabilissima, molto antica e molto conosciuta, per questo sono rimasta tanto stupita che la Cina così conservatrice in materia teatrale, fedele alle storie della tradizione taoista e confuciana, si sia aperta ad una rappresentazione tanto occidentale quanto può esserlo Jane Eyre.

È anche da dire che, a dispetto della sua totale caratterizzazione occidentale, Jane è molto conosciuta in Cina, dove la sua interpretazione del 1970 con George Scott e Susannah York è osannata come un autentico capolavoro della storia del cinema.
Insomma, si può dire che, anche nell'anticonformismo, i produttori del NCPA abbiano comunque voluto puntare su qualcosa di sicuro e non buttarsi proprio allo sbaraglio con un'opera di quelle contemporanee che poi non apprezza nessuno.

Jane Eyre risulta comunque il primo tentativo nel teatro cinese NCPA di un adattamento letterario tipicamente occidentale.
Un traguardo invidiabile per la nostra maestrina che per approdare al NCPA di strada ne ha fatta tanta, ma è ammirevole constatare quanto i produttori non abbiano minimamente variato la vicenda per adattarla alle proprie preferenze stilistiche o scenografiche dal gusto molto orientale, gli unici cambiamenti in tal senso sono stati per la teatralità dell'opera, che doveva essere resa idonea per una sua trasposizione sul palco, enfatizzando quindi la minimale gestualità dei personaggi, Jane e Rochester infatti, per stessa caratteristica stessa della cultura anglosassone sono abbastanza trattenuti nelle loro manifestazioni di affetto e ancora di più vista l'epoca in cui romanzo e autrice anno vissuto; ma questo processo di teatralizzazione della sceneggiatura è un passo imprescindibile della trasposizione di un romanzo, specialmente di uno un po' datato, in un'opera per il palcoscenico: questo passaggio una volta era fatto anche per il cinema, ma con lo scadere sempre più profondo delle capacità recitative degli attori contemporanei rispetto ai loro predecessori, si è andato perduto ormai da più di un ventennio, con Liz Taylor è morta anche l'ultima grande diva, chi ci rimane ormai?


Critica, affluenza e commenti
Tre quotidiani tra i più importanti della capitale cinese hanno recensito la messa in scena del Jane Eyre di Beijing, in paticolare il Beijing Daily Messenger, il The Beijing News e SINA.com, un sito di critica.

Tutti e tre si sono espressi in termini entusiastici e lo spettacolo ha riscosso moltissimo successo anche nel pubblico con più di 10.000 visitatori allo spettacolo, registrando il tutto esaurito per le 10 serate in programma nel giugno 2009 ed è stato addirittura replicato per una seconda stagione teatrale l'anno successivo e, non ci è dato sapere, forse lo sarà per una terza nel presente 2011.

Una caratteristica importante è che nessun cliente del teatro ha richiesto il rimborso del biglietto una volta terminato lo spettacolo, è un fatto importante in quanto nessuno si è pubblicamente risentito né del soggetto scelto né della recitazione, giudicando quindi lo spettacolo più che passabile.

Se la trasposizione teatrale, è stato detto, rende perfettamente sentimenti e stati d'animo, un po', ne è sacrificata la scenografia.
Quasi tutti gli sceneggiati televisivi e i film riguardanti Jane Eyre, infatti, hanno sempre puntato moltissimo sulla fotografia e l'ambientazione e sul suggestivo scenario naturale che la brughiera inglese offre. A teatro è un po' difficile ricreare la brughiera o una casa semi abbandonata come poteva essere Thornfield Hall all'arrivo dell'istitutrice, è stato quindi deciso dalla produzione un allestimento minimale con pochi colori e sui toni del grigi, del marrone e del nero per rappresentare la cupezza dell'ambientazione, senza cercare di emulare la grandezza della natura che invece aveva fatto grandi i lungometraggi del passato.

Ottima invece è la ricostruzione dell'abbigliamento, che denota un grande lavoro e un impegno fuori dal comune dei costumisti teatrali, che evidentemente hanno studiato bene le informazioni in loro possesso, evitando grossolani errori di stile come è accaduto in altre trasposizioni storiche, ad esempio Orgoglio e Pregiudizio 2006 che ha avuto dei picchi di caduta non indifferenti in certi punti.
Non solo accurata, ma delicatamente decadente è stata la scelta di fondo della realizzazione dei vestiti, che non denotano ricchezza e opulenza come difficilmente Jane avrebbe potuto permettersi, ma la miserevole povertà di una ragazzina cresciuta in orfanotrofio e di professione misera istitutrice in una sperduta casa nella brughiera dimenticata. Insomma, costumi che siano anche uno specchio dell'anima dei protagonisti e non una mera esaltazione di bravura.


Attori e attrici
Sebbene lo scetticismo fosse inizialmente alto per la capacità di attori provenienti principalmente dalla televisione, alla fine ciascuno ha recitato splendidamente la propria parte e le polemiche che aveano accompagnato la realizzazione e in particolare la scelta dell'attrice Chen Shu per il ruolo di Jane sono state accantonate in favore dell'ammirazione suscitata dalla suddetta attrice nel difficile ruolo che l'ha fatta salire al livello di grandi star internazionali cinesi come Gong Li, già protagonista di Lanterne rosse e La città proibita e personaggio importante nel film Memorie di una geisha.
Ma Chen Shu, molti hanno dimenticato, esordì sul pascoscenico 12 anni fa proprio nello spettacolo di un'altra governante a noi molto nota, Maria von Trapp nel famosissimo Tutti insieme appassionatamente dove interpretava la figlia maggiore.

Chen Shu, come molte adolescenti sue compatriote, ha studiato Jane Eyre durante le scuole medie [in Italia ce lo sognamo di studiare Jane alle medie...] e dice di essersi immedesimata molissimo nel modo di Jane di conservare silenziosamente il proprio dolore e le proprie sofferenze, ma allo stesso tempo ammette di essere rimasta affascinata dalla forza interiore di questa donna che ha saputo ribellarsi alle convenzioni e avere il coraggio di lasciare un uomo ricco e potente che era già sposato. Jane, che non accetta di essere la ruota di scorta di nessuno, ha quindi proclamato la sua volontà in maniera chiara e decisa, ha dimostrato di sapersi mantenere e vivere la sua vita e di bramare i sentimenti più che i soldi.


Se su Chen Shu si erano avuti dei dubbi, non altrettanto è accaduto per l'attore maschile, Wang Luoyong che aveva già recitato spesso a teatro e in particolare nei musical di Broadway, diventando uno degli attori preferiti per la messa in scena dello spettacolo Miss Saigon, rivisitazione in chiave musical della famosa opera pucciniana Madama Butterfly.

Insieme questi due attori sono riusciti a ricostruire una delle coppie più conosciute, amate e tormentate dell'intera letteratura, riportando i dubbi e le difficoltà che hanno accompagnato la loro esistenza, separati e insieme, fino all'amaro lieto fine che conclude la vicenda.
In particolare i duetti sono stati molto toccanti e spontanei, scrivono i quotidiani e confermano gli spettatori, e nelle scene singole entrambi hanno saputo replicare lo struggimento che invade i cuori di Jane e del suo amato Rochester.


Ci tenevo a riportare la notizia del lungo viaggio di Jane dall'Inghilterra vittoriana alla Cina socialista moderna, per tratteggiare la vita che spero sia ancora lunga e famosa di quest'opera che tutte noi amiamo, chi più chi meno.
A mio avvio Jane Eyre rappresenta appieno quel clima di cambiamento che fu l'epoca vittoriana con le sue contraddizioni, con il suo filo che la lega al passato, ma allo stesso tempo con il bisogno di crescita e conoscenza che la spinse inesorabilmente verso un futuro di cui noi siamo parte.
Non solo, ma volevo un attimo confrontare anche la recente opera cinematografica con una un po' meno conosciuta, ma che non ha certo nulla da invidiarle. Se il film di Fukunaga, a giudicare dai trailer che ho visto, punta molto su suspence e fotografia ad effetto, la versione cinese si concentra invece su sentimenti e recitazione, caratteristiche che nel cinema e nel teatro cinese non sono ancora scomparse del tutto come accaduto invece in Occidente.
Io penso che questa Jane Eyre in Beijing non abbia niente di meno delle sue consorelle europee e mi auguro che presto il dvd con le riprese dello spettacolo venga commercializzato anche su Amazon.come, dove sono sintonizzata da un po' alla sua ricerca, specialmente per via delle entusiastiche recensione che i frigidi quotidiani ne hanno fatto.


Spero che l'approfondimento sia stato interessante,
Baci a tutti!





Mauser






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5 commenti:

  1. Ciao! Un approfondimento molto interessante! Qualche tempo fa navigando su internet avevo visto il poster e credevo si trattasse di una versione cinematografica, non pensavo che fosse invece teatrale. Sembra una versione ben riuscita. Peccato che qui da noi a nessuno venga in mente di mettere in scena Jane Eyre o altri classici. Grazie dell'interessante post! Seguo sempre con piacere il tuo blog, complimenti per l'impegno!

    ;-)

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  2. Da noi è capitato spesso che realizzassero degli adattamenti teatrali per alcuni classici, ma sono stati sempre tanto deprimenti che forse, grazie al cielo, adesso hanno smesso...
    In realtà, per quanto anche io sponsorizzi un po' più di conoscenza di certa letteratura, quelle piece erano davvero tremende al limite dell'orrido.
    Sono felice che la realizzazione cinese sia stata di alto livello

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  3. Anche io sono d'accordo con te M. che le poche trasposizioni di classici fatte da noi in Italia, in tv o a teatro, sono state davvero deprimenti. Non mi lamento più che non vengano fatte, visti i risultati. E devo dire anche che sono molto curiosa di vedere questa rappresentazione cinese. Ormai dopo il primo ordine su Amazon...ci ho preso gusto! :)
    Un bacio

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  4. Io adoro Amazon!
    ...e in genere tutti i siti che ti permettono di comprare libri online a volte introvabili. L'unico problema è che in certi casi ho preso delle cantonate pazzesce con storie che poi non mi sono piaciute x niente =(
    Non avere il libro da sfogliare tra le mani ha i suoi contro, molti contro...

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  5. ...studiare Jane Eyre alle medie?! Sì, decisamente, noi ce lo sogniamo, persino alle superiori o all'università!
    Mi è piaciuto molto leggere questo post, conferma che la forza dei classici travalica qualunque confine!

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