29 ottobre 2010

Prima di Twilight: amore horror

Siamo finiti sull'argomento Twilight già qualche volta, ogni tanto lo cito perchè più che un libro si tratta di un fenomeno socio-culturale, anche se di culturale ha ben poco.
Ma in barba alla sua bassezza narrativa, è un prodotto talmente apprezzabile che se non lo si detesta finisce inevitabilmente per piacere.
Twilight comunque non è nato dal nulla, non s'è fatto da solo, ma è il frutto di un continuo rimaneggiamento della figura del vampiro che è iniziata dal Vampyre di Polidori, è proseguita con il Dracula di Bram Stroker ed è arrivata attraverso Intervista col vampiro, per merito dell'osannata Anne Rice e di Leonardo di Caprio.

Twilight, ad essere onesti, è il prodotto più apprezzabile tra le storie di adolescenti, il romanzo gotico e High School Musical, col risultato che, almeno qui, non ballano in continuazione con coreografie perfette: penso che nella realtà, e come esempio ho preso la mia ex scuola superiore, non si riuscirebbe neanche a far alzare la mano tutti insieme agli studenti di una classe, lì invece meglio che Broadway...
Almeno in Twilight, dopo tre capitoli di HSM da diabete, i protagonisti non coltivano velleità dance, apprezzo questa carenza, specialmente perchè, come non mi stancherò mai di ripetere, il mio miglior rapporto con il ballo è sicuramente quello da spettatore e le mie incapacità motorie rasentano quelle di Bella Swan. Insomma: sono una nerd a tutti gli effetti.

Nonostante tutto mi sono piaciuti sia Twilight che High School Musical, e perfino il terzo capitolo di Step Up che sono andata a vedere qualche settimana fa insieme alle amiche e che mi ha molto esaltata.
Ma riflettendo su Twilight e tutte le infinite serie di vampiri uscite o in uscita (e vi assicuro che ce ne sono per i beati) mi chiedo come abbia fatto a scaternarsi questo fenomeno, non che mi dispiaccia, non troppo, tuttavia la curiosità c'è stata, specialmente quando entrata in libreria mi sono accorta che al genere vampirozzi era dedicato un intero scaffale, come non si fa con altri generi meno di tendenza.
E cercando sulla rete mi sono imbattuta in un interessante approfondimento che evidenziava come questo non sia stato il primo confronto della narrativa con l'horror romantico (romantico in senso sia letterario che affettivo), così con qualche ricerca aggiuntiva ho ricostruito il boom di vendite vittoriane di libri con protagoniste queste creature non morte, siano essi zombie, vampiri, licantropi, emissari del Demonio e chi più ne ha più ne metta.


In principio fu il romanzo gotico...
Se avete mai letto qualcosa che possa essere assimilato al romanzo gotico, qualcosa come Il monaco oppure Udolpho allora saprete sicuramente già che gli ingredienti di quella che al giorno d'oggi è stata ribattezzata gothic novel, cioè esattamente lo stesso nome dell'epoca, c'erano già tutti alla fine del Settecento, dopotutto ricordiamo che nel famosissimo romanzo L'abbazia di Northanger, naturalmente della "zia" Jane Austen, la protagonista Catherine Morland è una vera divoratrice di romanzi di questo genere e ne legge in continuazione, anche se spesso di nascosto.
Perchè di nascosto? Direte voi...
Ebbene, per i contenuti, il romanzo gotico contiene infatti gli ingredienti più affascinanti della letteratura di passaggio adolescenziale:
- Mistero
- Magia
- Tormento
- Sesso
- Amore
Beh, adesso che siamo nel Duemila i nomi sono un po' cambiati, abbiamo il thriller al posto del più banale mistero, la magia di una volta è stata chiamata fantasy e per quanto riguarda il tormento, abbiamo passato il nome e siamo andati direttamente dall'analista, o meglio, ci abbiamo mandato i protagonisti dei romanzi di oggi che si fanno di quelle paturnie mentali che alla fine perfino il lettore ha bisogno di una buona seduta dallo psicologo per rimettere ordine nella sua confusa mente, dove ideali di altri mondi si confondo con quelli del nostro.
Poi c'è la miscela esplosiva sesso&amore che fa scalpore oggi (qualcuno si preoccupi di citare la scena dell'amplesso in Vi presento Joe Black) e figuriamoci come doveva essere all'epoca: proibito e affascinante.
E infatti Catherine ne è affascinata e li legge di nascosto prima di andare a dormire, sogna storie del terrore, personaggi inquietanti e fantastica di avventure grottesche e amori proibiti.
Vi assicuro che anche i romanzi dell'epoca erano espliciti da morire e crudi altrettanto, la violenza faceva tendenza e se un'eroina non era stata struprata almeno un paio di volte allora il libro non vendeva, altro che scenette caste al limite del Monastero di Vallechiara, non erano libri per le educande, quelli.


Topoi della letteratura gotica
La maggior parte dei romanzi gotici è finita nel dimenticatoio per lo scarso spessore narrativo di cui erano caratterizzati, esattamente come finirà con le gothic novel moderne una volta conclusa la manovra commerciale per spingere i vampirozzi, così i nostri nipoti, riaprendo la vecchia soffitta della nonna, si ritroveranno per le mani una marea di libercoli di dubbio gusto (certe copertine, mamma mia...) e saranno costretti a rivenderli esattamente come si fa ancor oggi coi romanzi gotici ritrovati nei bauli, illeggibili e troppo diversi dalla cultura odierna per essere apprezzabili. Vediamo qualche luogo comune di questo genere narrativo e per maggiori approfondimenti rimando alla completissima sezione di Wikipedia sugli archetipi della letteratura horror che trovate a questo link
Wikipedia - Letteratura horror

L'ambientazione
Nel 90% dei casi, avrete a che fare con un rudere dove si svolgeranno le vicende, se proprio non è un rudere, è comunque un castello/chiesa/villa mezza abbandonata e sinistra da morire con guglie e torrioni, zeppa di spettri e di ombre inquietanti, pavimenti che scricchiolano e porte che cigolano. E zero ironia come ne Il fantasma di Canterville di Oscar Wilde.
Le descrizioni di questi luoghi e di panorami in genere sono forse un po' lunghe e presenti, il diletto che gli stessi paesaggi procurano ai personaggi sono al limite dell'esagerazione per essere non solo comprensibili ma anche apprezzabili dal punto di vista narrativo, così come sono esagerate le reazioni dei personaggi, rendendo i volumi dei mattonazzi disumani (citando Pietro Taricone in riferimento a Un uomo, una donna), ottimi come materiale da costruzione o per tenere in piedi mobili pericolanti.

L'eroina
Sull'eroina di solito casca l'asino, nel romanzo gotico è proprio così, l'eroina è sempre bellissima, sensuale da morire e pronta a scoprire la sessualità che sta fiorendo in lei, insomma una MarySue al 100%, ma, ahimè, verrà privata del suo fiore da amori brutali, rapporti rudi e uomini sbagliati, spesso deviati e più vicini al BDSM che alla realtà dei suoi amori di fanciulla che sogna ardite carezze e labbra impertinenti, insomma le fantasie di una odierna tredicenne.
L'eroina è naturalmente ficcanaso, come tutte le eroine, la sua qualità migliore è il radar-trova-guai e innata è la sua abilità di cacciarvisi contro ogni buonsenso.

L'eroina è vergine e questo tenetevelo a mente, perchè è il punto focale della vicenda, il mezzo di ricordare al lettore scene prurigginose al limite del porno-soft per incatenarlo ad una storia di distorsioni mentali che altrimenti non sta in piedi, ma d'altra parte anche Dracula è basato sugli stessi ingredienti (scene varie di Lucy che cammina mezza nuda o in camicia nel cimitero e gli approcci del signor Dracula al morso che ricordano molto i preliminari di un atto sessuale, oppure la parte in cui Jonathan viene quasi violentato dalle "figlie" di Dracula, quelle specie di Gargoyle donne, naturalmente svestite che neanche Milo Manara avrebbe saputo fare di meglio).

L'eroina, inevitabilmente, perderà la sua qualità di purezza virginale durante il libro, ma se l'avrete odiata la metà di quanto ho fatto io, di solito le avrete anche augurato torture peggiori [una puntata di Porta a Porta o di Uomini e donne, magari?].
L'eroina ha sempre nomi pomposi e altisonanti, scordatevi le Mary e le Rose dei romanzi più classici, qui troviamo Antonia, Alberta, Augusta, Barbara e compagne [le Valchirie insomma, manca giusto la ninfa Lorelei e poi siamo a posto].

Il protagonista
È la parte migliore del romanzo, questo perchè di solito non è eroico bensì solo il protagonista.
Vittima di malefici o a sua volta contrattore di patti con satanassi assortiti, il protagonista ha una mente traviata, pensieri impuri sulla protagonista e libero accesso al suo corpo. Non sempre il protagonista è l'amore della fanciulla.
Questo protagonista mentalmente instabile è molto diverso dai nostri eroi moderni, infatti la nostra società ci sta portando un mito molto moderno di un uomo che non è un superuomo, è un uomo macchiato e a volte impaurito, ma non per questo pavido e desideroso più che mai di avere valori solidi a cui aggrapparsi e persone piene di affetto su cui fare affidamento, forse per esorcizzare la solitudine che pervade molte donne in carriera, incapaci di allacciare relazioni serie e durature con uomini che sappiano tenere testa ad una donna che in realtà è un piranha del commercio, il capo del marketing o la direttrice generale del settore Ingegneria; nell'Ottocento le donne erano diverse e sognavano la trasgressione, ecco quindi che i protagonisti del libro erano solo una scusa per mostrare scene sconce alle quali, altrimenti, le ragazzine che leggevano non avrebbero avuto accesso.
Questi protagonisti erano tormentati, ma superuomini in grado di dominare le loro donne, anche con la violenza, erano un'ottimo espediente per mostrare tuniche da cerimonia che lasciassero intendere più di quel che si diceva sul serio.

Ma c'è una differenza ancora più abissale tra l'eroe del romanzo gotico e quello delle moderne gothic novels: entrambi sono tormentati dalla loro natura di mostro, ma mentre l'eroe moderno si rode l'animo nel tentativo di essere buono e gentile, far le cose contro natura (vampiri vegetariani?), scegliendo di essere il paladino della bontà di cuore e di fare del male solo se questo minaccia il suo happy ending con la sua dolce metà, il protagonista del passato era un autentico BASTARDO (leggetevi Il monaco e poi parliamo).
L'eroe del passato si interrogava spesso sulla sua condizione, ma in ben più di un caso sono arrivata alla fine dove l'eroe in questione non si redime. E per far finire la storia l'autore/autrice è costretto/a ad ammazzarlo. Il che non è un espediente che mi dispiaccia troppo.
A seconda dell'autore si potevano scegliere diversi finali dopo un libro di zozzerie lo si fa morire per opera delle forze del male con le quali egli aveva un legame, molto quotato il suicidio per non far del male a leima questo è già una corrente tarda del gotico, che si getti da qualche merlatura in preda alla sua furia bestiale o che venga accoppato dai buoni.
Già perchè in alcune storie il protagonista è kattivo e l'amore della fanciulla, l'eroe, è un altro, magari un ragazzotto scialbo e slavato che condivide interesse per la botanica e non sa neanche tenere in mano una penna, mettere in fila una conversazione che non faccia morire di noia oppure... (meglio non approfondire gli aspetti più moderni e il perchè la ragazza rimanga eternamente insoddisfatta).
A volte prima di morire il protagonista riesce anche ad uccidere la ragazza (e già solo per questo gli dareste la Zanna d'oro), naturalmente in qualche modo truculento pieno di sangue che cola, nella più classica tradizione splatter.
Negli altri casi appiate che vi trovate di fronte ad un romanzo commerciale, uscito dalla penna di qualche ghost writer esclusivamente per cavalcare l'onda.
Comunque sia il romanzo, bigotto oppure no, il tormentato amore tra la creatura infermale e orrorifica e la nostra avvenente quanto antipatica eroina-perfettina avrà al 78% delle volte finale tragico, morte di uno, morte dell'altro, morte di entrambi, suicidio collettivo ecc.



Significati profondi
Non ce ne sono.
Inutile cercarli, questi libri non sono stati scritti per averne, ma solo per mostrare culetti al vento e scene di sesso alle ragazze e ai ragazzi dell'epoca che vivevano come suore di clausura. Il che è anche abbastanza evidente, ogni scusa è buona per slacciare una vestaglia, far intravvedere le calze, citare un ombelico di troppo, mostrare corpi nudi e avvinghiati in una specie di orgia infernale e citare passioni irrefrenabili e non trattenute o introdurre il tormentato eroe dalla finestra con ben poco cavallereschi propositi nei confronti della nostra piaga, pardon, protagonista, animato da lussuria animale.

Badate però a non commettere l'errore degli stolti nel sottovalutare violenza e scene di sesso, non si tratta certo di libri da educande, come diceva la mia prof di Lettere, di quelli per cui al giorno d'oggi non ci si sconvolge più (ad esempio I promessi sposi dove tutta la storia scabrosa non ci viene minimamente raccontata ed è il lettore a figurarsi chissà quale perversione), posso garantire che in questi romanzi gotici ci danno dentro come conigli, rispolverando il Kamasutra dell'epoca e anche l'eroina ritrosa mica si fa pregare tanto... o sono diventata perbenista oppure erano davvero dei libri all'indice


Target di pubblicazione
I romanzi gotici del Settecento, ma soprattutto dell'Ottocento erano molto letti e moltorichiesti dal pubblico, specialmente questi ultimi perchè ormai il target si era esteso ed erano in molti a potersi permettere l'acquisto di un libro, mentre nel Settecento il pubblico era ancora limitato.
Sebbene molto amati dalle ragazze e dai giovanotti (quelli più superficiali), i romanzi gotici, salvo qualche caso, non erano ben accoli dalla critica letteraria, che tendeva a smontarli alla grande, considerandone la maggior parte, a ragione, prodotti dal dubbio spessore narrativo e il più delle volte mancanti di alcuni fattori fondamentali per un buon romanzo, oppure infarciti di grossolani errori storici che facevano accapponare la pelle.

Non c'era distinzione di genere, se maschile o femminile, per quanto riguardava questi libri, sia uomini che donne ne leggevano, certo alcuni particolarmente truculenti erano proibiti alle signorine, che dovevano trovare altre strade per leggerli, mentre erano apprezzati dai signori e dai giovanotti, che ne discutevano nei club di Londra, alle battute di caccia o ai ritrovi tra amici a casa di uno e dell'altro.
Darcy per esempio, in uno dei molti seguiti da me letti dimostra di non apprezzare molto il trasporto della moglie e della sorellina Georgiana per il genere gotico, del quale le due cognate vorrebbero riempirgli la biblioteca [si vede che è un seguito scritto da qualcuno che non è la Austen, ce la vedete Elizabeth Bennet a leggere questa roba? Non è Catherine Moreland lei!].


Casi storici e casi letterari
Che i romanzi gotici saltassero fuori come funghi, non è una novità, vediamone insieme qualcuno per farci un'idea del genere di letteratura che anche all'epoca gironzolava tra gli scaffali.

Vathek di William Beckford
Vathek, califfo di grandi ricchezze e di incontentabili appetiti, stipula un patto diabolico suggeritogli dal perfido Giaurro, ai fine di ottenere enormi poteri, una volta raggiunto il Palazzo del Fuoco Sotterraneo. Per realizzare il suo sogno di potenza, il califfo non esita a lasciare i suoi cinque palazzi, ad abiurare la fede musulmana e a compiere grandi nefandezze, come il sacrificio di cinquanta bambini, figli della sua gente. Nel viaggio verso il Palazzo, il suo seguito - fantasmagorico caravanserraglio che spazza e contamina tutto ciò che incontra - si assottiglia sempre più, fino a lasciarlo solo di fronte alle oscure porte dell'abisso. Ma si tratta di un perfido inganno, perché oltre quelle porte non lo attendono i talismani che controllano il mondo, bensì il regno di Eblis, l'inferno musulmano. A Vathek e alla sua donna, ridotti - come gli altri che li hanno preceduti - a morti viventi col cuore tormentato dalle fiamme, non resta che vendicarsi su Carathis, la madre che l'ha cresciuto nell'avidità e nell'assenza di una vera fede. Non c'è speranza nell'oscuro mondo dipinto da Beckford: il male è legato alla condanna senza appello e l'unica ricompensa per il patto mefistofelico è l'inganno.
aNobii - Vathek


Udolpho by Ann Radcliffe
Incipit del romanzo
Ogni eccesso è peccaminoso: perfino un dolore in origine lodevole si trasforma in una passione ingiusta ed egoista se vi indulgiamo a spese dei nostri doveri, intendendo per tali quanto dobbiamo a noi stessi non meno che agli altri

Considerato l'archetipo del romanzo gotico, fu pubblicato nel 1794, anno dell'ascesa e della caduta di Robespierre. Sull'apparente struttura del racconto di formazione femminile, Ann Radcliffe modella un percorso attraverso gli spazi sublimi del terrore, nei quali l'eroina si smarrisce in una vertigine noir che la conduce oltre i limiti della ragione e della natura. Nella Francia del 1584 la giovane e sensibile Emily St. Aubert, rimasta orfana di entrambi i genitori, viene rinchiusa dalla zia Madame Cheron e dal suo compagno, il perverso zio Montoni, nel tenebroso castello di Udolpho, sugli Appennini. Solo dopo una convulsa serie di avvenimenti agghiaccianti Emily riesce a riacquistare la libertà e a ricongiungersi con il suo innamorato, Valancourt.
Debaser - I misteri di Udolpho
Jane Eyre Fan Forum - I misteri di Udolpho [negli spoiler la recensione vera]
aNobii - I misteri di Udolpho


L'italiano di Ann Radcliffe
Ambientato nel 1764 a Napoli, L'Italiano racconta le vicissitudini e le prove a cui viene sottoposto l'amore dei due protagonisti, Vincenzo di Vivaldi ed Elena di Rosalba. Vincenzo, innamoratosi di Elena a prima vista, è intenzionato a sposarla e ottiene anche la benedizione della zia, con la quale la giovane vive. Il ragazzo appartiene però a una nobile e ricca famiglia e sua madre, la Marchesa, è decisa a impedire il matrimonio che ritiene indegno per il figlio. Aiutata dal diabolico monaco Schedoni, la donna fa rapire Elena, che viene rinchiusa in un convento. Vincenzo riesce a liberarla ma, proprio quando i due innamorati sono sul punto di sposarsi, vengono nuovamente divisi dall'intervento degli uomini di Schedoni. Il monaco porta la ragazza in una casa isolata per ucciderla, ma a questo punto scopre che Elena è in realtà sua figlia, e decide così di nasconderla in un posto sicuro; Vincenzo viene invece rinchiuso nelle prigioni dell'Inquisizione. Dopo una serie di colpi di scena e di inaspettate scoperte il giovane viene liberato ed Elena scopre con gioia di essere solo la nipote del malvagio Schedoni, il quale appartiene in realtà a una nobile famiglia di cui Elena è discendente. A questo punto la giovane è degna di sposare Vincenzo, e i due innamorati possono finalmente riunirsi e convolare a nozze.
[non per essere rompiscatole, ma è la festa dei clichè letterari ¬_¬, anche il cattivo che fa il padre alla protagonista, ma non lo è davvero perchè sennò sta male che abbia un genitore tanto snaturato e lei non riuscirebbe a convivere con questa realtà, che tristezza...]


Il castello di Otranto by Horace Walpole
(per questo libro si veda come ambientazione la bella Strawberry Hill di cui abbiamo parlato in precedenza).
Tormentata vicenda familiare ambientata nella signoria di Otranto tra pregiudizi sull'Italia e archetipi gotici.
Corrado, figlio di Manfredi, deve sposare Isabella di Vicenza, ma muore prima di consumare il matrimonio, Manfredi decide allora di sposare lui la nuora, ma ella scappa rifugiandosi dal contadino Teodoro, innamorato di Matilda, figlia di Manfredi.
Un'antica profezia del castello grida giustizia contro tradimenti e usurpatori del feudo. Moriranno in molti e compariranno in continuazione fastidiosi fantasmi ficcanaso onniscenti quanto il narratore del Manzoni
Wikipedia - Il castello di Otranto
aNobii - Il castello di Otranto


Il monaco di Matthew Gregory Lewis
Il romanzo narra la caduta di Ambrosio, monaco spagnolo considerato da tutti un santo.

Quando il confratello preferito di Ambrosio, di nome Rosario, gli si rivela essere una donna, Matilda, innamorata di lui, il monaco conosce prima la tentazione e poi, malgrado i suoi tormenti interiori, il peccato [per chi non l'avesse capito: ci va a letto insieme].
Ben presto però il rapporto con Matilda non appaga più la lussuria del monaco che, in cerca di una nuova fonte di piacere, si innamora della giovane Antonia [alè, vai con l'eroina vergine].
Per appagare i suoi desideri carnali Ambrosio fa ricorso, attraverso l'aiuto della stessa Matilda, alla stregoneria, grazie alla quale entra una notte nella casa di Antonia con l'intento di stuprarla. Qui viene però scoperto dalla madre di lei, Elvira, che il monaco uccide per non essere smascherato, fuggendo poi in preda al rimorso.
Ambrosio, sempre su suggerimento di Matilda, decide così di avvelenare Antonia, per farla sembrare morta e poi seppellirla in una cripta accessibile solo a lui. Il piano va a buon fine e la giovane viene violentata, ma, nel frattempo, il nascondiglio sotterraneo viene scoperto da un gruppo di soldati che arrestano il monaco e la sua complice, non prima però che questo abbia pugnalato a morte Antonia.
I due sono consegnati all'Inquisizione, torturati e condannati a morte. Per sfuggire alla sentenza, il monaco, seguendo l'esempio Matilda, decide di vendere la propria anima al diavolo.

aNobii - Il monaco


Inoltre fanno parte del genere soprannaturale gotico anche romanzi come Frankestein di Mary Shelley e Il vampiro di John William Polidori, entrambi questi romanzi furono concepiti nella famosa vacanza sul lago di Ginevra organizzata da Lord Byron che prevedeva tra i suoi ospiti, oltre a Mary Woollstonecraft Godwin (all'epoca non era ancora sposata con Percy Shelley, sebbene fosse come una moglie e avesse avuto da lui una figlia nata morta e un bambino, Willmouse, ancora vivo), Percy Shelley, John William Polidori e naturalmente il celeberrimo Byron, che all'epoca intratteneva una relazione con la sorellastra di Mary, Claire Claremont, a sua volta incinta.

Dal racconto Vampyre di Polidori nascerà poi l'esempio a cui si ispirerà Bram Stroker per il suo Dracula, a sua volta caratterizzato da elementi soprannaturali tipici dei romanzi gotici: ambientazione tetra, vampiri e satanassi, sesso e sensualità a gogo.


I romanzi gotici, prima di Twilight da dove è iniziato il discorso, erano la risposta degl scrittori alla richiesta del pubblico che, come oggi, voleva amori proibiti, spesso interspecie, con un che di melodramma (all'epoca andavano alla grande le storie tristi e lacrimevoli).

Il romanzo gotico tra Settecento e Ottocento è stato il nonno di Twilight, poi seguito da babbo Stoker e da mamma Rice, con lo zio Edgar Allan Poe e l'altro zio Howard Lovecraft [hai voglia a fare l'autore horror con un nome come Lovecraft... -.-].

Insomma, non è la prima volta che l'editoria si trova costretta a sopperire in poco tempo ad una richiesta impellenti di prodotti del fantastico/orrorifico per una voltura del mercato, come vedete non abbiamo inventato niente di nuovo neanche qua...


Spero che l'approfondimento sia stato interessante, ora scappo, baci




Mauser

8 commenti:

  1. Oh, my God.
    In due parole, ti adoro.
    Mai visto un approfondimento migliore sull'universo gotico *_* Sei sempre spigliata, divertente, dissacrante, ma anche chiara e precisa che più non si può. Ti trovo, diciamo così, professionale, ma se di solito vale l'equazione professionale = noioso, nel tuo caso la regola va all'aria. Ho sorriso da un orecchio all'altro tipo Stregatto durante tutta la lettura e pure sghignazzato senza ritegno nei punti giusti XD
    Partire da Twilight e cercare una risposta alla domanda "Ma perché i vampiri piacciono tanto a 'sta generazione?", poi, è stata una gran mossa. Tanto per cominciare, il titolo attira lettori come un'esca con i pesci (sì, va bene, sono una vampirofila senza speranza, che sia la Meyer o che sia Stoker mi basta vedere qualche dentino affilato e un po' di sangue e vado in visibilio). Secondo, è bello che tu cerchi di collegare i periodi di cui parli alla nostra realtà, mostrando che in fondo in fondo la natura umana non è cambiata e ci saranno, per esempio, cose che al pubblico non smetteranno mai di piacere (io le chiamerei "le tre S": suspence, sangue, sesso).
    Marty

    P.S. se te lo stai chiedendo, sono la stessa Marty che qualche giorno fa ha sbavato sul video della Riverdance. Praticamente mi sto innamorando di questo blog ogni secondo di più *_*

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  2. Carissima Marty, che bello risentirti!
    Innanzi tutto quoto IN TOTO la tua equazione delle tre S, sono assolutamente d'accordo con quanto hai detto, alla fine la gente nei romanzi cerca sempre le stesse cose, sebbene i risvolti possano essere differenti a seconda del momento storico, influssi della società ecc.
    Per quanto mi riguarda, ho letto moltissimi libri di vampiri, sebbene non si tratti del mio genere preferito, ma il genere vampiri è denso di misteri senza essere pesante come un vero thriller e lascia molto spazio all'introspezione dei personaggi e al racconto dei loro stati d'animo, che approvo in pieno, inoltre anche le ambientazioni sono molto suggestive, ogni tanto bisogna staccare da una città con grattacieli, skyline vertiginose, negozi e auto per ogni dove e ritornare alle radici, raccontando leggende ecc.
    L'approfondimento è giunto un po' inaspettato anche per me, mi sono messa a scrivere e poi il tutto è diventato un post, ci ho messo un sacco a terminarlo perchè nei giorni di trasferta è sempre difficile avere connessione alla mano e materiale di consultazione, ma qui bisognava attingere solo ai ricordi legati ai libri letti e se c'è una cosa che faccio bene è rammentare le cose inutili ^___^

    PS: credo che lo stile che tu chiami "professionale" dipenda grandemente dal fatto che io scriva post come scrivevo i temi a scuola, con la stessa struttura, del liceo l'unica cosa che davvero mi manca erano le tracce per i temi e la sfida di creare qualcosa di accettabile da uno spunto che non sempre mi piaceva, non sempre quando inizio un post adoro alla follia l'argomento, ma le sfide a me stessa sono l'unica cosa che non posso mai rifiutarmi

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  3. silvia: scusa se era un po' che non mi facevo sentire, ma in questo periodo vado davvero molto poco su internet, e difficilmente ho avuto occasione di leggere i magnifici post del tuo blog!!
    Al solito, ad ogni modo, mi ritrovo a farti i complimenti per la bravura e la freschezza che hai dimostrato nel trattare questo argomento, e aggrappandomi al commento poco più sopra, non posso che essere d'accordo con lei, su tutto.
    Non posso che complimentarmi per questa nuova riuscita, perché sei riuscita a prendere la moda del momento e allacciarti comunque ai periodi storici che tutte noi lettrici, e te compresa, amiamo da impazzire, e penso che con quello che hai scritto, sei riuscita a dimostrare che, per quanto si desideri fare sempre qualcosa di nuovo, pure le mode sono ripetitive.

    Per quanto mi riguarda, NON sono una vampirofila, perché grazie al successo di Twilight sono usciti tanto di quei romanzi scadenti che anche se volessi, non riuscirei a leggere per il moto di disgusto.
    Preferisco di gran lunga i lupi mannari, più istintivi e "vivi" dei mostriciattoli sopra. Senza contare che ho un'insana passione per i cani!!XD

    Detto questo, non so se sei una lettrice di romance originali, ma durante le vacanze estive di quest'anno, ho trovato in una libreria di Boston un'enorme sezione del genere... e indovina?
    Mannari e vampiri hanno fatto irruzione anche nel XIX secolo!!!

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  4. Cara Silvia, non sei l'unica ad avere la passione per i cani! Io li adoro, mi piacciono moltissimo e, cosa che mi fa molto piacere, credo che la cosa sia reciproca, non ho mai trovato un cane che dimostrasse indifferenza o fosse restio nei miei confronti, anche i più diffidenti dopo tre secondi mi fanno le feste e la cosa mi rende molto contenta.
    Ho letto qualche romance originale (davvero sei stata a Boston? Che invidia...), ma visto che a stento riesco a stare dietro ai libri in italiano ho deciso, per il momento, di mettere una pietra sopra quelli in inglese, altrimenti dovrei passare tutte le mie giornate a leggere e non penso che questo farebbe la felicità di chi mi paga per lavorare...

    Detto ciò, sono contenta che il post ti sia piaciuto, i Romanzi Gotici erano un genere che volevo approfondire da un po' ed è venuto spontaneo fare un parallelismo tra romanzi gotici=gothic novels.
    Cmq hai perfettamente ragione a dire che con Twilight sono arrivati anche una caterva di romanzacci di infimo ordine

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  5. silvia: Sì, sono stata due settimane in America ad agosto, la mia prima esperienza fuori dall'Europa... ed è stata fantastica!

    A parte questo, non posso che darti ragione. Già è complicato tenere dietro a tutti i titoli che ci stanno propinando, figurarsi leggere in originale!!XD

    A parte questo, però, nonostante tempo fa fossi una grande fan degli RM della Mondadori, visto che sono gli unici romanzi de genere a essere presi in considerazione per venire stampati, ho sempre comunque avuto il forte sospetto che ci fosse qualcosa che non andasse, in questi libri.
    I miei sospetti sono stati confutati alcune settimane fa, dopo che mi è arrivata la copia originale di un libro che avevo in precedenza letto in italiano (Due settimane con uno sconociuto della Mullins)... e onestamente posso dire che, non hanno fatto tagli o riduzioni di pagine per rientrare nelle trecento necessarie... HANNO OPERATO UN VERO E PROPRIO STUPRO.
    Purtroppo posso parlare solo per questo titolo, ma posso affermare che molto probabilmente anche tutti gli altri titoli hanno subito la stessa, terribile sorte!

    Quando si dice, DIFFIDATE DELLE IMITAZIONI!

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  6. Beh non è che non avessero mai un significato nascosto, certo solleticavano il gusto per il proibito del lettore, ma alcuni critici hanno trovato anche interessanti risvolti sia psicologici che sociali. Cito ad esempio il caso di Dracula dove si può intravedere l’ombra del positivismo che pervaderà l’inizio del XX secolo ma che era già un fenomeno presente nel 1897 (anno della sua prima stampa). Dracula è un vampiro ma prima di esserlo fu un “uomo del Medioevo” (con tutta l’accezione negativa che tale definizione comporta), viene da una terra strana e violenta (chi ha letto il libro ricorderà come i primi capitoli si soffermino molto sull’accentuare l’arretratezza del luogo). Il vampiro di Stoker è quindi in definitiva il simbolo più chiaro della Superstizione e del Passato. Ora veniamo al suo nemico giurato: Van Helsing. Questi è un dottore quindi un uomo di scienza (nonostante la sua passione per l’esoterismo) simboleggia un po’ il Futuro ed in sostanza è come dire: la Scienza illuminerà la notte della Superstizione ed il Futuro ci scrollerà di dosso il polveroso Passato. Più Positivista di così.

    Poi ovvio accanto ai Grandi ci sono tanti Mediocri (qaundo non proprio Deprecabili) che si dibattono cercando di eguagliare i Maestri. Eppure vorrei far notare che un altro curioso particolare: Di Vampiri prima di Stoker scrissero molti grandi scrittori (tra cui Gogol e Dumas figlio) dopo di lui se ne sono occupati solo scrittori di nicchia attaccati al genere Horro-Fantasy con ammiccamenti erotici. Curioso, vero?

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  7. Indubbiamente vero tutto ciò che hai detto sul "caso Dracula", devo però precisare che questo non è propriamente un romanzo gotico, ma si caratterizza, per stessa affermazione dell'autore, come un horror. Un horror un po' all'antica, ammettiamolo, che come i vecchi film dell'orrore non fanno più molta paura, dove gli effetti scenografici erano quel che erano e l'intera vicenda si appoggia più sull'ansia che crea al lettore col suo climax che sullo splatter come si sceglie invece oggi.
    L'horror di Stroker non ha niente a che vedere né con Poe (a me personalmente terrorizza) né con Lovecraft.
    Con ciò non voglio assolutamente affermare che i romanzi gotici siano tutti delle porcherie, in ogni cosa alla fine c'è qualcosa di apprezzabile, tuttavia non sono certo letteratura e come per quelli moderni, non prodotti di grande spessore. Poi è evidente che un minimo di qualcosa dovessero pur averlo, fosse anche di trama, altrimenti hai voglia a scrivere tutte quelle pagine senza dire davvero nulla (a mia opinione, e ribadisco, è un'opinione, c'è riuscito solo Proust).

    Comunque è un interessante confronto di opinioni al riguardo, grazie di aver detto come la pensi, io tendo a giudicare molto duramente queste cose

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  8. Cavolo!!! scrivi besissimo,mai letta una critica così divertente, leggera, piacevole e allo stesso tempo vera.

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