18 ottobre 2010

Come vendere una moglie

In questo blog si parla spesso, forse troppo, di matrimonio.
Sarà che siamo in prevalenza ragazze, sarà che il matrimonio è ancora uno dei "fuochi" intorno a cui ruota ancora la vita delle persone, sarà quel che sarà, ma è innegabile che ultimamente le statistiche al riguardo non siano delle più entusiasmanti: ovunque ci si volti si sente parlare della crisi del settimo anno, del periodo di riflessione, di amanti e segretarie che non hanno di meglio da fare che sedurre i loro colleghi, di persone che si scoprono improvvisamente innamorate di un altro.
Insomma, non è proprio argomento allegro.
Comincio a riflettere sul fatto che tutto questo parlarne sia, in realtà, una forma di esorcismo.

Qualcuno pensa che in passato la cosa fosse migliore, anche per via del fatto che i ruoli erano molto più definiti.
In realtà la gente stava assieme perchè da soli non si riusciva a sopravvivere, oppure perchè separarsi "stava male", cioè minava la stabilità e l'equilibrio di una società basata sulle tradizione e sulla routine, che rifuggiva i cambiamenti e la pretesa di indipendenza, sia che venisse da un paese, da un uomo o da una moglie.

Non so se la cosa fosse effettivamente più positiva: stare con una persona che non ti va non è un'esperienza piacevole e passarci tutta la vita quando potresti fare dell'altro, a cominciare dal cercare davvero l'anima gemella, non è costruttivo (produttivamente parlando: non porta a nulla).
Certo bisogna riflettere attentamente su queste questioni prima di sposarsi, ma visto che la maggior parte della gente non si sposava per volontà propria, quanto per costrizione, avevamo comunque un numero discretamente alto di uomini e donne che non erano soddisfatte della loro condizione coniugale.

Selling a wife by Thomas Rowlandson


Procedure di separazione
Se si trattava di una donna bisognava muccare (nel senso di sopportare e tirare avanti, termine mutuato dal dialetto genovese), in passato tutto era concesso al marito: diritti, proprietà, possedimenti, capofamiglia. Un uomo poteva picchiare la moglie, mandarla a rubare o a prostituirsi, sfruttarla come serva e tradirla senza che questa potesse dire niente (a tale riguardo, il primo vero passo avanti fu il Marriage Act promosso da Caroline Norton, di cui abbiamo parlato nel post a lei dedicato, circa i diritti di una divorziata).

Se invece la situazione era al contrario, nel senso che l'uomo non era soddisfatto, si avevano diverse strade perseguibili:
  • l'omicidio: non era poi una strada così inusuale, tutt'altro! Il marito colpevole, inoltre, aveva anche una scappatoia di legge che consisteva nel giustificare l'efferatezza compiuta come delitto d'onore ed esso era valido per qualsiasi familiare dipendesse da lui, vale a dire moglie e figli. Tramite questa scusante, si affermava che il delitto era stato compiuto quale conseguenza di una grave azione deleteria all'immagine, all'onore e alla rispettabilità della persona ed era, cosa da non credere scusata! Le scuse accampate quale comportamento dannoso erano delle più false quanto infondate, in cima alla cui lista campeggiava il solito adulterio. La moglie adultera poteva essere uccisa per impiccagione, il marito adultero che uccideva la moglie per poter stare con l'amante, anche se la moglie era innocente, era addirittura lodato. E non pensiate di guardare da un'altra parte, in Italia, nella cara e vecchia Italia, molti mariti, specialmente del Mezzogiorno, fanno ancora appello a questa legge che esisteva anche nel nostro Paese. Il padre che uccise la figlia perchè si rifiutava di indossare il velo richiesto da alcune frange della religione musulmana, si dichiarò protetto dalla legge italiana e chiamò dalla sua il delitto d'onore.
  • l'abbandono: frequentissimo avvenimento; in quel caso, tuttavia, il detto ogni lasciata è persa era significativo e tutto ciò che l'uomo non poteva portare con sé non gli sarebbe più appartenuto, a meno che non avesse fatto ritorno. Si trattava di una situazione molto triste perchè spesso il marito portava con sé i pochi risparmi della famiglia, lasciando moglie e figli a vivere di miseria. Avveniva anche il contrario, cioè che la moglie scappasse di casa senza voltarsi indietro, come la moglie di George Rocher nel film Chocolat; in alcuni casi queste donne, che fuggivano per disperazione e non per vanagloria, portava appresso i figli. I risultati erano spesso terribili per tutti.
  • divorzio e separazione: una strada perigliosa, irta di difficoltà e percorribile solo nel caso entrambi i coniugi fossero d'accordo con la decisione di separarsi. Nel caso non lo fossero, si andava incontro a terribili conseguenze legali, calunnie di sorta e impedimenti giudiziari imposti dal marito, come nel caso della già citata Caroline Norton, le cui pratiche rimasero sospese a causa dell'influenza del consorte e fu solo con la sua morte che la donna potè considerarsi effettivamente libera dai vincoli con lui. Un mezzo per la donna era quello del ricatto, ma bisognava orchestrare bene la propria trappola e difficilmente era messa in atto poichè amanti e figli illegittimi non erano certo motivo di vergogna per un uomo, anche se sposato. Nossignore, il ricatto doveva riguardare temi più scottanti, solitamente politici.
Ma c'era un'altra strada di cui si parla poco e che, con la nostra mentalità moderna, lascia alquanto perplessi.
Benchè sia l'omicidio che l'abbandono fossero piuttosto praticate, non credo che riusciamo davvero a figurarci come metodo di divorzio la vendita della propria moglie.
Invece era una pratica abbastanza diffusa senza che stiamo a scandalizzarci troppo.

Io penso che sia qualcosa di abominevole, una consapevolezza che fa accapponare la pelle e disgusta non solo quelle che, come me, sono cresciute a baby boom, latte e femminismo, ma anche tutti coloro che vivono in questo millennio.
La vendita delle persone implica schiavitù: bisogna dunque dedurre che una moglie fosse schiava del proprio marito, perchè questo perverso sistema di vendita della consorte avesse qualche fondamento?

La risposta è , ma con riserve.
Le riserve vengono principalmente dalla benevolenza di lui, dalla fortuna di lei e dal fatto che... avessero dato alla cosa un altro nome.
Bel modo maturo di porsi di fronte al problema, vero? Se questo era il sistema per arrivare a capo delle questioni, comprendo ancora meglio perchè l'epoca Georgiana prima e Vittoriana poi fossero affette da piaghe sociali definite insanabili.
Tutto sta in un utilizzo scorretto della lingua e della terminologia, .
Beh, non proprio, però in questo caso sì.

L'Inghilterra, che all'inizio dell'Ottocento aveva abolito la schiavitù (come ci ricorda il film Amistad) si rendeva complice di un commercio di vite altrettanto vergognoso per il semplice fatto che non erano pronti ad accettare l'indipendenza che le donne si stavano costruendo, un'indipendenza che nasceva dalla natura stessa della società che stavano costruendo.
Vero è che si trattava di un problema di tutto il mondo (la prevaricazione maschile), vero è che all'epoca le donne fossero effettivamente più deboli (sebbene in larga parte per volontà della società e non per debolezza fisica), vero che bisogna adottare un punto di vista storico e non lanciare giudizi affrettati figli del nostro tempo, ma si trattava di VENDERE una donna! Una VITA!

Sì, lo so che questa cosa era, oltre che frequente, anche diffusa e che si è protratta a lungo, anche in Italia, specialmente durante il grande periodo di emigrazione verso la Francia, l'Argentina e gli USA, quando i padri vendevano i figli che non riuscivano a sfamare a uomini senza scrupoli che li sfruttavano, però ciascuno di questi episodi, antichi o recenti, mi disgusta ogni volta e io mi chiedo, anche senza il femminismo e le libertà che abbiamo oggi, che effetto faceva agli occhi dei victorians? Non li schifava profondamente questo comportamento? Anche secondo i valori cristiani secondo cui la maggior parte di loro diceva o fingeva di vivere.
Dio ha dato all'uomo la libertà, addirittura il libero arbitrio e poi si hanno di questi esempi.
E dire che la Carta dei diritti dell'uomo era ormai vecchia di un secolo e la famosa liberté egalité e fraternité redatta da circa un cinquantennio (prendendo come punto di riferimento quello di massimo sviluppo economico inglese: gli anni '50 dell'Ottocento).

Bel branco di ipocriti... i diritti dell'uomo contano solo quando fa comodo...


Background storico e socio-culturale
Bisogna dire, a loro discolpa, che il comportamento descritto era fortemente disapprovato e osteggiato dall'opinione pubblica (a differenza di quanto accadeva per il già citato delitto d'onore, che invece era tollerato); ma per quanto i borghesi disapprovassero o i ricchi si schifassero, non era tra loro questo mercanteggio di donne, bensì nella classe più bassa della popolazione, i poveri che non avevano di che vivere e che scendevano a compromessi moralmente terribili per riuscire a campare, come la prostituzione, il furto e il commercio di vite.
Certo, finchè il compromesso appena citato riguardava la singola persona che sceglieva una determinta strada, si poteva discutere, ma quando erano altri a decidere per lei mandandola a prostituirsi come la maggior parte delle ragazze che svolgevano la professione più antica del mondo, oppure le vendevano, beh... penso che ci fosse troppa scena e troppa connivenza, come al solito chi doveva occuparsi della cosa chiudeva un occhio.

Un altra attenuante, se così si può dire, derivava dal fatto che, secondo ricerche condotte, il rituale della vendita della moglie era tanto diffuso da giustificare una sua nascita piuttosto antica (si hanno documenti risalenti al 1302).

Dal punto di vista legale, fino al Marriage Act 1753, per una ufficiale cerimonia di matrimonio non occorrevano documenti legali o la celebrazione da parte del pastore, i matrimonio non era necessario che fossero registrati presso una chiesa, una parrocchia o il locale municipio, era sufficiente che entrambe le parti fossero d'accordo con l'unione, consenzienti quindi (su questo sorvoliamo, il più delle volte sappiamo tutti che non era così) e che avessero raggiunto l'età necessaria per il matrimonio, prevista di 14 anni per gli sposi e 12 per le spose.

La classe che maggiormente cercava di ostacolare il dilagante proegiudizio e la scusante con cui si ammantavano gli uomini che si rendevano colpevoli di un simile abuso nei confronti della loro consorte (ho usato la parola abuso perchè un uomo che si permette di decidere della vita degli altri in base al proprio egoismo, a mio ammiso, commente esattamente un abuso nei confronti dei diritti e della vita della persona) erano gli intellettuali.
Siamo negli anni del 1800-1850 e, come ricorderete, eravamo nel boom della carta stampata. Nascevano i quotidiani, si stampavano i libri e si cercava di mettere una pezza all'analfabetizzazione della popolazione con la promulgazione di leggi apposite al riguardo che garantissero un'istruzione anche ai ceti bassi.
Ebbene, queste persone che troppo spesso consideriamo perse nei loro sogni utopistici e nei loro ideali astratti, condannavano duramente il comportamento di questo uomini che vendevano la propria donna. In un mondo dove per sostenere un'opinione bisognava essere qualcuno e per fare l'intellettuale occorreva avere alle spalle anche un discreto patrimonio, gli intellettuali, proprietari di giornali e riviste, presero carta e penna e condannarono dai fogli dei primi giornali il comportamento abbastanza diffuso.

Già, c'era un tempo dove per fare l'intellettuale non occorreva andare a scannarsi in qualche talk-show televisivo... e, siamo franchi, queste persone non consideravano la pratica della vendita della propria moglie come deplorevole in base a chissà quali diritti d'uguaglianza dei sessi, non erano i paladini del pre-femminismo, erano persone mediamente acculturate che, seguendo i ragionamenti che stiamo facendo anche noi, erano giunti alla conclusione che si trattasse di un gesto terribile.
Già, perchè noi giudichiamo la cosa principalmente in base alle conoscenze e ai diritti di cui abbiamo iniziato ad apprendere da fanciulli, senza contare che noi siamo mediamente molto più acculturati di molti intellettuali del tempo, in ogni campo, ma all'epoca che queste basi non c'erano, il risultato doveva essere costruito tutto da capo, ecco perchè ho fatto sì che anche questo post seguisse il ragionamento logico che potrebbe fare una persona qualsiasi senza tirare in ballo lotte di uguaglianza e suffragette o citazioni legali che non conosco neppure.
Le conclusioni a cui anche noi siamo giunti, potevano essere dedotti da chiunque, sicuramente da una persona con un discreto grado di cultura, ma, penso, per buonsenso anche da un analfabeta completo che di cognizioni aveva solo quelle della Bibbia, perchè quelle le abbiamo tutti.

Ecco qualche citazione presa dai quotidiani di allora

Morning Herald, March 11, 1802
On the 11th of last month, a person sold, at the market cross, in Chapel en le Frith, a wife, a child, and as much furniture as would set up a beggar, for eleven shillings!


Morning Herald, April 16, 1802
A Butcher sold his wife by auction the last market day at Hereford. The lot brought £1 4s. and a bowl of punch.


Annual Register, February 14, 1806
A man named John Gorsthorpe exposed his wife for sale in the market, at Hull, about one o'clock; but, owing to the crowd which such an extraordinary occurrence had gathered together, he was obliged to defer the sale, and take her away. About four-o'clock, however, he again brought her out, and she was sold for 20 guineas, and delivered, in a halter, to a person named Houseman, who had lodged with them four or five years.


Morning Post, October 10, 1807
One of those disgraceful scenes, which have, of late, become too common, took place on Friday se'nnight at Knaresborough. Owing to some jealousy, or other family difference, a man brought his wife, equipped in the usual style, and sold her at the market cross for 6d. and a quid of tobacco!


Doncaster Gazette, March 25, 1803
A fellow sold his wife, as a cow, in Sheffield market-place a few days ago. The lady was put into the hands of a butcher, who held her by a halter fastened round her waist. 'What do you ask for your cow?' said a bystander. 'A guinea,' replied the husband. 'Done!' cried the other, and immediately led away his bargain. We understand that the purchaser and his 'cow' live very happily together.


The Gentleman's Magazine, 1832
The Duke of Chandos, while staying at a small country inn, saw the ostler beating his wife in a most cruel manner; he interfered and literally bought her for half a crown. She was a young and pretty woman; the Duke had her educated; and on the husband's death he married her. On her death-bed, she had her whole household assembled, told them her history, and drew from it a touching moral of reliance on Providence; as from the most wretched situation, she had been suddenly raised to one of the greatest prosperity; she entreated their forgiveness if at any time she had given needless offence, and then dismissed them with gifts; dying almost in the very act.


The Times, July 1797
On Friday a butcher exposed his wife to Sale in Smithfield Market, near the Ram Inn, with a halter about her neck, and one about her waist, which tied her to a railing, when a hog-driver was the happy purchaser, who gave the husband three guineas and a crown for his departed rib. Pity it is, there is no stop put to such depraved conduct in the lower order of people.


Lloyd's, 1720
We were lately witnesses of a case of wife-selling in an old town in South Staffordshire. It appeared that the husband had set his affections on another woman, and his wife hearing of it, had very justly showed their displeasure in a variety of ways; whereupon the husband, who was a collier, took her to the marketplace, and sold her to the highest bidder for five shillings. There was much excitement in the crowd which assembled to witness the act, and the affair ended with a good deal of drinking at the expense of the husband and the purchaser.


Aris's Birmingham Gazette, March lst, 1790
As instances of the sales of wives have of late frequently occurred among the lower classes of people who consider such sale lawful, we think it right to inform them that, by a determination of the courts of law' in a former reign, they were declared illegal and void, and considered (a light in which religion must view them) as mere pretence to sanction the crime of adultery.


Per finire, dal libro Rosa d'inverno di Kathleen E. Woodiwiss, troviamo una scena analoga, dove tuttavia è il padre a vendere la propria figliastra Erienne:
"Signori, voi siete venuti qui con la speranza di trovar moglie e moglie lei sarà... per uno di voi!" Avery rise, puntando un dito verso quelli che si erano avvicinati per dare un'occhiata più da vicino.
Assunse un'aria seria, afferrandosi i baveri della giacca. "Ora, io le ho dato la mia parola che è il matrimonio che voialri signori avete in mente, niente di meno, e mi aspetto che voi vi comportiate di conseguenza. Assisterò io stesso al matrimonio e non tollererò nessuno scherzo. Sono stato chiaro?"
Un brivido di repulsione corse lungo la schiena di Erienne quando vide tra la folla quello che lei chiamava il topo grigio. Si era spostato fino a mettersi di fronte alla piattaforma e il suo sorriso soddisfatto le faceva capire fin troppo chiariamente che sarebbe stato uno dei contendenti più interessati.
[...]
Avery alzò le braccia per imporre silenzio e attenzione alla folla.
"Adesso, signori, come avete certamente sentito, io sono perseguitato dai creditori, altrimenti non avrei mai pensato di ricorrere a una decisione del genere.
[...]
"È arrivato il momento, cominciamo. Qual è la vostra offerta, signori? Che cosa sento? È mille sterline quello che sento? È mille sterline?"


Naturalmente è un libro poco attinente alla realtà, visto che le spose venivano vendute per molto meno, come si evince dai documenti riportati sopra. Mille sterline erano una fortuna che nessun uomo avrebbe speso.


John Ashton
, autore di innumerevoli libri di approfondimento sull'epoca dei primi dell'Ottocento, nel suo Modern Street Ballads ne cita una intitolata proprio Sale of a wife.
La pratica viene più volte citata anche in altri suoi libri.

Un'altra citazione molto famosa viene da Thomas Hardy nel suo romanzo Il sindaco di Casterbridge, dove il protagonista, ottenebrato dall'alcool, vende ad un marinaio la moglie Susan, con cui litiga in continuazione, e sua figlia neonata Elizabeth-Jane. Il peso di ciò che ha fatto lo accompagnerà per tutta la vita, condizionando le sue azioni per vent'anni e decretando la sua disfatta.

Qualche link di approfondimento:
Wikipedia EN - Wife selling
John Wright - Wife sale (online su Google Books)


Ai posteri l'ardua sentenza, diceva Manzoni.
Noi siamo quei posteri...





Mauser

3 commenti:

  1. Dio mio, è davvero terribile! Sapevo già del delitto d'onore (ahimè, sono del sud, e c'è qualcuno che è davvero convinto che esista ancora...)ma la VENDITA!
    Il tuo blog è davvero interessante, sto scoprendo un sacco di cose che non sapevo...

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  2. Purtroppo era davvero così.
    Il delitto d'onore ha accompagnato l'Italia fino agli anni Settanta del Novecento e credo che sia una di quelle macchie di arretratezza culturale di cui non ci libereremo mai, personalmente mi vergogno che qualcuno abbia tollerato di mantenere una simile legge tanto a lungo...

    Sono contenta che il blog ti piaccia, spero che continuerai a seguirlo e che possa essere ancora interessante

    Mauser

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  3. Il delitto d'onore era un'attenuante per il "coniuge"...non per il marito.
    Se una donna tradita avesse ucciso il marito, dichiarandosi disonorata, avrebbe avuto accesso alle stesse attenuanti.

    RispondiElimina



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