26 novembre 2010

Il corteggiatore galante: il quadro

Girovagando qualche mesetto fa, ai tempi dei miei approfondimenti sui Preraffaelliti, mi sono casualmente imbattuta in un artista davvero interessante che spesso viene associato alla Confraternita appena citata, ma alla quale, come ci ha brillantemente spiegato Lhoss, non appartenne mai davvero.

Sono aperte le scommesse sullo sfortunato pittore che ha avuto la scalogna di capitare sulla mia strada, ma visto che alla fine non è di lui, bensì di un quadro che volevo parlare, devo rivelarvi il suo nome, sennò facciamo notte e non posso aprire un nuovo sondaggio solo per il signorino...
Il suo nome fu Edmund Blair Leighton, un po' altisonante, ma caratteristico e il quadro a cui sto facendo riferimento è quello che vedete di seguito

Scheda tecnica
Titolo dell'opera: The gallant suitor
Traduzione: Il corteggiatore galante
Autore: Edmund Blair Leighton
Anno: 1890
Tipo di pittura: olio su tela

Come avrete sicuramente notato si tratta di un dipinto dal soggetto molto semplice, un giovanotto e una signorina, a passeggio per un sentiero di campagna, probabilmente innamorati, ci forniscono una splendida panoramica delle consuetudini dell'epoca Regency circa il corteggiamento, argomento di cui avevamo già discusso ampiamente in passato (Il corteggiamento, Corteggiamento e regali d'amore).
Nello specifico, il dipinto è un ottimo spunto per vedere queste abitudini dei giovanotti e delle fanciulle attraverso una serie di dettagli splendidamente raffigurati e con grande maestria del pittore che, come la maggior parte degli artisti che mi piacciono E, come la maggior parte dei pittori romantici, è paranoiato e ha una mania ossessivo compulsiva nella rappresentazione minuziosissima di particolari irrilevanti, ma, come non mi stancherò mai di dire, rendono più quotidiana l'ambientazione, contribuendo a coinvolgere lo spettatore.

Il metodo migliore, a mio avviso, di spiegare suddette consuetudini è analizzando ogni dettaglio significativo che ha rappresentato Leighton nel suo splendido dipinto.
Quindi, fedele a questo mio modo di agire, ecco che inizio, premetto solo una piccola distinzione che farò tra i dettagli legati ad abitudini e comportamenti e altri che ho evidenziato per la loro precisione e accuratezza, dettagli che spesso vengono dimenticati, ma di cui Leighton non si è scordato.

Abitudini e consuetudini
Cultura e religione
Non ci è dato sapere che genere di libro stia leggendo la ragazza raffigurata nel quadro, personalmente mi sentirei di dire che si tratta della Bibbia, perchè lei ha tutta l'aria di stare tornando dalla messa pomeridiana e sarebbe quindi naturale avere i Testi Sacri sottobraccio, ricordiamoci che l'Inghilterra è anglicana e gli anglicani hanno una vera predilezione per il Vecchio Testamento, in particolare nell'epoca Regency tutti ne possedevano una copia, spesso era l'abbecedario dei ragazzi di casa e lo si portava in chiesa per leggerlo insieme al parroco o alle signore.
Nel caso non fosse la Bibbia, potrebbe trattarsi di un libro di poesie, di sonetti magari, in linea con il romanticismo diffuso del quadro.
Particolarissimo il fatto che la ragazza non stia indossando dei guanti, ciò significa che probabilmente non si aspettava di avere visite o compagnia durante la camminata, altrimenti li avrebbe sicuramente indossati.

L'usanza di togliersi il cappello
Ve la ricordate? Ne avevamo parlato approfonditamente nel post intitolato: Come si salutava.
Era un'usanza assolutamente imprescindibile quando un giovane incontrava una signora che conosceva, anche solo di vista: se ella dava segno di saluto, perchè l'iniziativa partiva da lei, allora lui era assolutamente obbligato dall'etichetta a toccarsi la tesa (un gesto frettoloso e non troppo rispettoso, ma comunque segno che si aveva notato il gesto) oppure di alzare leggermente tuba e abbozzare un inchino.
In questo caso il giovanotto galante, come ci dice il pittore nel nome del quadro, sta cercando di fare colpo sulla signorina in rosa, inutile quindi soffermarsi sul fatto che avrà sfoggiato le sue migliori maniere con lei, poco ci manca che stenda la giacca a terra per farle passare un'inesistente pozzanghera.

L'inchino
In riferimento a quanto detto poc'anzi, sfruttando tutto il galateo a sua disposizione il giovane pretendente, oltre a scoprirsi il capo, assolutamente con la mano sinistra, fa anche un inchino mentre lascia sfilare la ragazza.
Questo è intuibile dalla posizione dei piedi e dalla leggera curvatura della spina dorsale che si protende verso il passaggio della ragazza; l'inchino era fatto rimanendo a gambe leggermente divaricate, piegando in avanti le spalle e la schiena in una posa rigida e un angolatura precisa secondo la procedura spiegata nel post Come si salutava che avevo citato in precedenza.
Colgo l'occasione di aver evidenziato gambe e piedi per farvi notare l'abbigliamento basso di lui, composto da brache sportive (cfr. l'approfondimento sui pantaloni, brache e breeches), quindi di colore chiaro, probabilmente tessuto da passeggio o di camoscio, e stivali al ginocchio, questi ultimi lasciano supporre, visto che erano usati per la caccia e le uscite campagnole (vedi Le scarpe), che il giovanotto avesse intrapreso di proposito la passeggiata nella speranza o nell'intenzione di incrociare la fanciulla di ritorno.
Quanti dettagli succulenti...
In più, se date uno sguardo alla seconda immagine del paragrafetto potrete notare diversi particolari interessanti che evidenzierò in seguito. Per il momento la figura serve solo a farvi notare la postura per l'inchino.

Galanteria da favola: tenere il cancello aperto
Le buone maniere del giovanotto in questione si sprecano e, oltre a salutare la ragazza, farla passare e inchinarsi al suo cospetto, il pretendente galante le tiene aperto il cancelletto per attraversare il piccolo ponte di campagna.
Un gesto decisamente grazioso per noi donne del Duemila, dove gli uomini è più probabile che la porta la sbattano in faccia piuttosto che la tengano aperta, ma per l'epoca era senza dubbio doveroso, anche se non del tutto inefficace, visto che l'espressione di lei lascia supporre che sia estremamente lusingata di tutte queste attenzioni di cui lo spasimante la ricopre.
Particolare il fatto che anche l'uomo sia sprovvisto di guanti, un accessorio immancabile nella moda dell'epoca, non credo di aver ancora trovato un Mr Darcy senza guanti bianchi alla mano...


Particolari circa la storia del costume
L'orologio che spunta dal panciotto
Era un'usanza diffusissima, difficile trovare ritratti di gentiluomini e dandies Regency che non mostrassero orgogliosi l'orologio di famiglia, spesso d'oro o comunque prezioso, che spunta da sotto l'abbottonatura della giacca o del panciotto; l'orologio era appeso tramite un cordone di cuoio o di tessuto che doveva metterlo in risalto rispetto al tessuto delle brache, quindi:
brache chiare=cordone scuro
brache scure = cordone chiaro
Semplice, no?
Nel nostro caso il gentiluomo è vestito da passeggio, quindi di chiaro [perchè tutti metterebbero pantaloni e abiti chiari per camminare su strade sterrate o nel fango, no? Beata innocenza...] e per conseguenza l'orologio è appeso tramite nastro scuro.
Notate inoltre la cura con lui Leighton ha dipinto l'abbottonatura a doppiopetto della giacca di lui, assoltamente divino! E che pazienza...

Stivali da passeggio
Se la praticità dei vestiti dei giovanotti lasciava un po' a desiderare circa intelligenti scelte di colore per uscite all'aperto, almeno avevano la dignità di indossare stivaloni alti al ginocchio, come è la moda di quest'anno [ho incontrato qualche giorno fa la mia ex prof d'inglese e sembrava la sorella mancata di qualche pornodiva], il che era decisamente saggio: le strade erano prevalentemente sterrate, sia in campagna che nei centri abitati, compresi Londra e altre città, il lastricato era un'usanza tardiva e non molto impiegata per via dell'altissimo costo e della scomodità che creava alle carrozze, che sul sampietrino e sulle mattonelle sballottava ancora di più, facile quindi intuire che con due gocce di pioggia diventasse tutto un pantano. Cautelarsi indossando calzature consone era una buona scelta e conferiva anche fascino e dignità sportive, magari non presenti ma vabbè.
Prego, mettete a fuoco le minuscole pieghe dei pantaloni che si arricciano all'imbocco dello stivale, Leighton aveva sicuramente problemi psichici, ma che particolari! E il fango sulla punta delle scarpe? E il minuscolo tacco dello stivale?

La cravatta
Per non farci mancare nulla, nel dipinto viene anche accennata l'elaborato nodo al collo che si portava in epoca Regency.
È evidente che il personaggio non è un dandy, non è affettato e snob nei movimenti, ma piuttosto un borghese o nobiletto di campagna della gentry, quindi scordiamoci gli elaborati cache-col alla Brummel, tuttavia la cravatta c'era e, sebbene in una forma decisamente più modesta nell'annodatura, era molto adoperata anche per questioni pratiche (riparare dagli spifferi e dalle correnti d'aria). A latere l'ingrandimento.

Le trine al cappellino
Se il giorvanotto è già, di per sé, un'enciclopedia della moda, la ragazza non è senz'altro da meno.
Il suo grazioso cappellino, creato con pennellate estrose, presenta dettagli raffinati e curatissimi, ad esempio la graziosa ruche del tessuto sotto la visiera, come era particolare usanza verso la fine del Settecento, ai tempi dell'ambientazione dei romanzi della Austen.
Significativo anche il piccolo fiocco tono su tono che dà una nota di colore al copricapo e separa la tesa dal resto della struttura rigida. Il cappellino, si vede, è in coordinato con l'abito, dello stesso rosa pallido, e il rosso del fiocchetto è ripreso dal nastro con cui la ragazza ha pudicamente chiuso il colletto del vestito, anche qui con un grazioso arricciamento.
Il cappellino è il cassico bonnet, cioè "a budino" che dà il nome alla categoria dei period dramas ambientati in quest'epoca.

Soprabito guarnito di pelliccia e vestito a balze
Per non farci mancare nulla e far sognare signore e signorine non animaliste, o almeno non troppo, Leighton veste la sua modella (perchè alla fine il qadro è una specie di sfilata di moda) con un delizioso soprabito coordinato al vestito e guarnito all'allcciatura con pelliccia chiara.
Osservando i panorami e i movimenti, probabilmente si era all'inizio della primavera, quando il clima era ancora rigido e i vestiti mantenevano dettagli invernali, come la pelliccia, ma si cominciava a uscire senza cappottoni e sciarponi. La pelliccia al tempo non era considerata poco etica come al giorno d'oggi, era sicuramente il mezzo più naturale per stare al caldo e non ve ne era l'utilizzo massiccio odierno. Una guarnizione di cappottino primaverile in lapin (coniglio) o in volpe era perfettamente accettabile e, infatti, la ragazza la sfoggia senza problemi.
Sotto si intravede il vestito della ragazza, naturalmente chiaro come nella più classica tradizione regency, decorato con fiorellini rosa e con una piccola balza finale ornata di pizzo.

L'immancabile borsetta
In un sacco di dipinti e film, le donne escono senza borsa.
Per me è inconcepibile e a supporto del fatto credo che sia sufficiente pesare la mole di oggetti che mi porto quotidianamente appresso, che non scende mai sotto 10 o 20 kg.
Leighton, seppure uomo, era attento orsservatore e non ha commesso l'errore di far uscire di casa la ragazza senza la borsetta.
Diciamocelo, le borse dell'epoca erano un po' ridicole e inutili, minuscole nelle dimensioni, dove le banconote giravano libere senza essere racchiuse in un portafoglio, non avevano nulla in comune coi moderni bauletti Louis Vuitton o con le deliziose tracolle Burberry. Ma erano dei piccoli capolavori di ricamo e di uncinetto, come avevo avuto modo di spiegare nel post su Le Borse a cui vi rimando per ulteriori dettagli.


La domanda, alla fine di questa analisi modaiola è la seguente: sono state efficaci le attenzioni del giovane spasimante galante? Hanno effettivamente conquistato la ritrosa (seeee) e pia ragazza di ritorno dalle sue letture, oppure hanno miseramente fallito?
E nell'ultimo caso, perchè? Lui non era il suo tipo? Era già impegnata? Era senza dote o zitella?
Sono aperte le scommesse.
Io punto, naturalmente, sulla coppia felice.
Tifate con me per questo ragazzo gentile come non ce ne sono più ^___^





Mauser

4 commenti:

  1. Ma dove le trovi tutte queste informazioni?! Ti prego, svelami il tuo segreto! *_*

    Non so, studi all'università, o che?

    Tra questo blog ed "esclamazioni antiquate", siete i posti preferiti dove passare il tempo!

    A proposito di facebook, ti ho segnalato nel gruppo "Avere nostalgia di epoche mai vissute ". :)

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  2. All'università?
    Ahaha, mai messo piede, anche perchè non credo che nella mia città ci siano corsi di approfondimento al riguardo. Purtroppo non ho continuato gli studi, sono una semplice diplomata, tra l'altro in una cosa che non c'entra una mazza.

    Nossignore, mio fedele amico nella ricerca di informazioni è il "metodo delle ricerche" che si fanno alle elementari che mi ha insegnato la mia mamma quando credevo ancora di voler fare la veterinaria e il mio massimo esempio di conoscenza era la vecchia enciclopedia di casa.

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  3. °_°

    E come cavolo fai a trovare tutte queste informazioni? X°°D

    Beh, grazie. Io ci ho provato, ma la mia biblioteca è davvero poco fornita, il mio inglese non raggiunge quello gergale, per cui...

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  4. Ciao Mauser!
    ottimo post come sempre! anche io mi chiedo dove riesci a trovare tutte le informazioni ... io ci metto un sacco di tempo per trovare le poche informazioni che servono a scrivere i miei piccoli post!
    comunque anche io tifo per la coppia felice!!

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