15 dicembre 2010

Piccoli gesti di igiene quotidiana

Un po' per continuare la serie di post che volevo dedicare all'igiene e un po' per rispondere all'ulteriore domanda di Sara, rieccoci a parlare della salubrità della vita.
Bacile e brocca
Ad essere del tutto franchi, se quello dell'altra volta vi è sembrato un post che già metteva in luce le manchevolezze igieniche del passato attraverso l'assenza di determinati sanitari o utensili di vita, vi informo da subito del fatto che troverete all'interno delpresente particolari a dir poco raccapriccianti e che andranno ad infangare l'immagine di idilliaca società vittoriana che molti hanno nella loro testa.
Io mi auguro di essere in grado di trattare l'argomento con sufficiente finezza da non togliere il sonno a nessuno e non adoperare termini che possano essere dubbiamente interpretati oppure fastidiosi, vi prego comunque di tenere a mente l'argomento di cui parliamo: cercherò di essere professionale e adoperare un gergo prevalentemente medico/scientifico per non infastidire.

Vero, le condizioni igieniche e salutari erano indescrivibili, ma non giudicate troppo severamente i victorians, molte scoperte scientifiche e mediche dovevano ancora affacciarsi al mondo, inutile parlare di igiene, quando era molto lavarsi una volta al mese. Inutile parlare di sterilizzare gli strumenti chirurgici, se intanto non c'erano i mezzi.

L'arretratezza tecnologica era sicuramente un handicap non da poco; per il progresso dell'igiene, mancando i mezzi per ottenere le conoscenze o per portare certe abitudini nel quotidiano, c'era ben poco a cui fare appello, non per tornare sempre sugli stessi episodi, ma il Principe Alberto morì a causa di una febbre non diagnosticata ed era un principe! Se morivano i re a quel modo, figuriamoci i poveracci, che di certo non se la passavano meglio... quante regine sono morte di parto o per complicazioni delle gravidanze? Quante di loro sono morte di vaiolo? Perfino colera e scarlattina erano comunemente diffuse tra le case imperiali e, rammento, la dissenteria era quasi mortale... il marito di Caterina II di Russia, Pietro III, si dice morì proprio di dissenteria; in realtà è quasi accertato che una cospirazione con al centro la futura zarina sia stata ordita per eliminare l'inetto Pietro, ma nessuno si scandalizzò alla notizia e, mentre oggi la cosa suscita una certa ilarità, oltre alla coscienza della responsabilità della sovrana, all'epoca sembrava trattarsi di una fine assolutamente normale.

Vediamo nel dettaglio alcuni degli esempi più classici di igiene, analizzandoli dal punto di vista vittoriano e georgiano e pensiamo a quanto la sfaccettatura che assumevano fosse diversa da quella moderna anche per via della mancanza di mezzi.


Lavarsi le mani
Quando si è bambini, fin dall'asilo, maestre e genitori predicano ai figli di lavarsi sempre le mani: dopo essere tornati a casa, dopo essere scesi dai mezzi pubblici, dopo mangiato, prima di sedersi a tavola, quando ci si macchia o sporca.
Donna che si lava le mani
by Gerard Der Borch
Sagge precauzioni per limitare la possibilità di infezioni o dei terribili germi di cui la Lisoform è così ghiotta, ma questo presuppone una costante non da poco: l'acqua e magari, perchè no, il sapone.
L'acqua è la base della civiltà umana, dai tempi degli Egizi e dei Sumeri, e ancor più indietro nella Preistoria, l'acqua è al centro della vita e senza è difficile sopravvivere, ma se l'acqua non è disponibile proprio in quel punto o in quel momento?
Solo le ville e i palazzi di una certa importanza possedevano un pozzo personale, gli altri si rifacevano al pozzo del paese, che magari non era proprio a due passi: come si faceva a lavarsi? Si andava al villaggio o al fiume? Ma se quando si tornava a casa bisognava ri-lavare le mani, come ci insegnano oggi, qualche conto non torna...
Ecco quindi che, soprattutto tra il popolo, si desse ben poca importanza a mangiare con le mani pulite, certo le massaie chiedevano sempre ai mariti di lavarsi, ma chi lo faceva? Ricordate la scena di Sette spose per sette fratelli, quando Milly per costringere i fratelli a lavarsi e sbarbarsi prima ruba loro i vestiti e li lava di nascisto e successivamente li minaccia di non dargli più da mangiare se questi non si fossero puliti. E allora perchè non ricordare anche Biancaneve, dove la bella principessa costringe gli scorbutici nanetti a lavarsi, con conseguente scena di Brontolo che viene costretto a farsi un bagno?

Se i contadini, quindi erano costretti ad una minima forma di igiene da parte delle mogli e delle autorevoli figlie, i nobili e i ricchi borghesi erano apparentemente più attenti: sulla tavola venivano sistemate ciotoline di acqua e limone in cui sciacquare le dita prima, dopo e durante i pasti, solo che senza sapone è un po' difficile estirpare i germi... anche loro non eccellevano in pulizia, quindi.

Il maggior sponsor della pulizia delle mani, comunque, sarà il colera che si diffonderà in Inghilterra nel 1831 e che scatenò il panico tra la popolazione, che per salvarsi era disposta a qualsiasi cosa, anche a lavarsi!


Lavarsi i denti
Fatevi due risate, giusto per non morire dal raccapriccio. Gli spazzolini super-ulta-mega-fantasmagorici Oral-b e AZ dovevano ancora nascere, semplicemente non esisteva l'abitudine di lavarsi i denti, tanto a che serve? [io ne vengo oggi da una visita dal mio dentista che, di solito, fa più male al mio portafoglio che ai miei denti].
L'immagine più disgustosa al riguardo che potete immaginare è quella di una tavola di contadini o piccoli commercianti che, dopo il pranzo di Natale si puliscono i denti dai rimasugli di tacchino con un ossicino o un pezzettino di legno pescato dal primo cespuglio di passaggio.
Dalla metà dell'Ottocento si comincerà a dare una certa importanza al sorriso, una ragazza doveva sorridere con grazia e senza far morire il proprio corteggiatore per la bruttezza dell'espressione, ecco quindi nascere l'igiene orale: un composto a base di bicarbonato di sodio e limone faceva le veci del dentifricio e, posso assicurare, funzionava alla grande!
Peccato che il bicarbonato, oltre allo sporco, togliesse anche lo smalto dei denti... ancora oggi per alcune persone e per determinati problemi alla dentatura, bicarbonato e limone vengono consigliati dal dentista al posto del più comune dentifricio, che è un concentrato di sostanze chimiche non sempre benevole verso il nostro organismo, per questo è assolutamente sconsigliato ingurgitarlo, così come anche le gomme da masticare.
Certo, la dieta povera preservava i più fortunati, grazie all presenza di molte verdure e poco grasso o zucchero (anche gli orientali che consumano molte verdure e riso hanno denti bianchissimi), ma ad ogni modo, fino a dopo la Seconda Guerra mondiale era cosa assolutamente normale avere denti giallastri o anneriti, alcuni mancanti, così come lo era farsi fare la dentiera a trent'anni oppure farsi rimpiazzare quelli marci con i classici denti d'oro.
Era la medesima storia sia per gli uomini che per le donne e, se tra le persone borghesi cominciava a diffondersi l'uso dello spazzolino, certo non tra il popolo che rimarrà a combattere problemi odontoiatrici e carie fino ad oggi.

Un valido aiuto alla propria bocca era apportato dalla radice di liquirizia che aveva notevoli proprietà: antiulcera, emolliente, rinfrescante, espettorante, corticostimolante ed antiflogistica. I contadini la masticavano in continuazione e questo favoriva un certa pulizia della dentatura, oltre a diversi altri meriti.
La radice di liquirizia era l'antenata del chewing gum, solo che era molto più salutare, visto che il primo favorisce nervosismo, acidità di stomaco, problemi di fegato, urlcera e induce al bruxismo, la pratica di digrignare i denti durante il sonno. Anche per i denti, le migliorie che può apportare non hanno paragone rispetto ai mali. Ciò che non viene detto è che le sostanze contenute nelle moderne gomme da masticare corrodono lo smalto dei denti, non, come dicono nelle pubblicità, lo rinforzano, inoltre aumentano il ph della bocca e contribuiscono a inibire temporaneamente le papille gustative situate al centro della lingua, col risultato che, a lungo andare, si perda la percezione del gusto, che risulterà sempre più blando e insipido.
Senza contare che rappresentano un problema ambientale non di secondo piano e anche antiestetico.
Per approfondimenti ilGiornale.it,BenessereBlog.it.


Alito cattivo
L'alito cattivo, si dice, è una peculiarità degli inglesi.
Partendo da questo presupposto, lasciate ogni speranza, o voi che entrate.
Esattamente.
Donna che si pettina
by Edgar Degas
Se l'igiene orale era praticamente inesistente, era conseguenza inevitabile che ne risentisse l'alito, ma non solo per via della mancata pulizia, che certo faceva la sua parte, anche una dieta non proprio corretta, specie tra i ricchi, contribuiva a peggiorare la situazione, così come anche il consumo di alcolici: l'alcolismo nell'Ottocento era un problema diffuso specie tra le classi operaie, dove uomini e donne di bassa estrazione affogavano la loro disperazione nel gin e nel rum, i liquori più economici, spendendovi tutti i loro averi e, spesso, mandando sul lastrico la propria famiglia.
Se avete visto il film Il marchese del grillo di Mario Monicelli, da poco scomparso, con Alberto Sordi nella parte del personaggio del Marchese Onofrio, ricorderete una scena in cui il compare di Sordi, Ricciotto, fa notare all'amico
A sor Marche' [sua sorella] c'ha un sorcio morto in bocca!

Riferendosi alla sorella di lui, Camilla; il marchese, tuttavia, ostinatamente fa finta di non accorgersene per "non darle la soddisfazione". Qui il link, l'episodio è al minuto 1:32.

Quindi, cara Sara che mi hai chiesto informazioni al riguardo, rinuncia pure ai sogni dei romance, che non descrivono mai gli aspetti più schifosi dell'esistenza: nei libri gli eroi e le eroine hanno sempre una batteria di denti definiti bianchissimi, ma in realtà le cose erano ben diverse.
Tali ottimistiche descrizioni derivano dal fatto che i romance sono prodotti moderni dove se uno ha i denti un poco storti viene mandato di filato dal dentista per farsi torturare quattro anni con un apparecchio a tiranti, molle e campate che neanche il ponte di Messina sarebbe tanto... ma una volta le realtà erano altre.


Il bagno
Mother and child bathing
by Paul Emile Chabas
Era usanza lavarsi una volta a settimana, sia per le signore che per i gentiluomini, ma le abitudini variavano da persona a persona.
Solitamente si richiedeva un bagno ai propri servitori dopo essere usciti a cavallo per qualche passeggiata o battuta di caccia, poichè lo sforzo fisico fa sudare, e inoltre ci si sporcava non poco di fango ed erba. La cosa che, personalmente, mi fa più ridere è quando, nei libri, gli eroi che hanno a che fare coi cavalli o nelle stalle hanno sempre un odore di cuoio, misto ad un virile aroma speziato.
Qui autori e autrici devono proprio infiocchettarla bene la cosa, perchè tra sforzo fisico e contatto coi cavalli, non era certo cuoio l'odore che si sentiva, ma sterco di animale, paglia che marcisce e pastone per gli animali. Insomma, non esattamente eau de toilette...
Quando leggete queste descrizioni così rosee, vedetela dal punto di vista di allora (spero sempre che questo sia quello che volevano ottenere gli autori): un uomo che puzza di cavallo, cuoio e sudore dopo una cavalcata in campagna o aver lavorato nella stalla e nei recinti era cosa assai normale, neanche l'eroina sarebbe stramazzata a terra disgustata, visto che anche per i ricchi era cosa normale, semplicemente.
Pensate che molti gentiluomini in visita alle amate arrivavano a cavallo, figuratevi che effluvio... ecco perchè era cosa buona e giusta farsi un bagno appena rientrati alla propria tenuta.

Inoltre molti signori e signore a volte richiedevano un bagno dopo un ballo o un ricevimento, questo principalmente per rilassare le membra affaticate da tutto quel ballare e dallo stare in piedi, che è estenuante, specie con le scarpe sbagliate: l'acqua tiepida è assolutamente una manna del cielo e un'usanza anche moderna.

Mr Darcy (Colin Firth)
al bagno
Il bagno comune era fatto dopo la cena, ci si immergeva nella tinozza e ci si crogiolava nel tepore dell'acqua, che più che tepore non era, visto che era scaldata col fuoco...
D'altra parte, i ricchi avevano la possibilità di un bagno caldo, i loro servi si sarebbero lavati dopo di loro, nella tinozza con l'acqua ormai raffreddata (per non sprecarne altra) e i poveri avrebbero optato per un bel tuffo nel locale fiume.


Igiene dei capelli
Note dolentissime. Pidocchi e pulci erano comunissimi non solo tra il popolino, ma anche tra i ricchi e le elaborate parrucche settecentesche erano un ottimo veicolo, pensate che molte signore usavano nascondere nella miriade di riccioli speciali attrezzi per grattarsi la cute o la schiena!
Blonde girl combing her hair
by Pierre Auguste Renoir
Perchè i capelli erano così sporchi? Perchè ci si lavava poco, ma la capigliatura ancora meno perchè con le tonnellate di capelli lunghissimi e la mancanza di phon, lavarli e asciugarli era un'impresa ciclopica.
Se gli uomini potevano permettersi di andare da un parrucchiere, le donne possedevano domestiche e cameriere che spazzolavano e acconciavano loro i capelli, ma avevano anche qualche problema in più.
Una donna che avesse deciso di lavarsi i capelli dopo cena, quando era abitudine lavarsi, sarebbe stata costretta ad andare a dormire tardi e inevitabilmente con la chioma ancora umida, un buon punto di partenza per raffreddori e simili, specie durante il rigido inverno.
La chioma veniva lavata nella tinozza o in una bacinella con sapone e poi con composti che la rendessero lucida e splendente (cfr. Consigli vittoriani per i capelli), profumata con oli a base di rosa, caprifoglio e mughetto (principalmente per profumarla, ormai i moderni shampoo possiedono già profumatori per tutti i gusti) oppure lino e visone (per renderla lucidissima, per chi volesse provarli, l'olio ai semi di lino si acquista in profumeria o erboristeria, ma usatelo con moderazione!) che andavano mescolati all'acqua o applicati alle ciocche, dopodichè il tutto era infagottato in un telo di lino e strofinato con foga per eliminare l'acqua in eccesso, infine ci si sedeva sole o in compagnia della propria sorella o dama di fronte al caminetto e si iniziava a spazzolare le chilometriche ciocche con una spazzola naturale finchè non fossero state asciutte e voi avreste avvertito una disarticolazione muscolare di spalla, deltoidi e muscoli assortiti; quest'abitudine è ben visibile nello sceneggiato BBC del 1996 di Orgoglio e Pregiudizio dove spesso le sorelle Bennet discorrono davanti al fuoco, spazzolandosi le chiome.

Se era d'estate e la ragazza si era lavata nel fiume, come nel caso di contadine, lattaie ecc, allora poi si sarebbe potuta stendere al sole nei campi, lasciando che i raggi asciugassero le ciocche, non so se qualcuno la ricorda, ma quando ero bambina ascoltavo una canzone tratta da Carosello che si chiama Susanna verso il sole che era molto graziosa, era cantata da Elisabetta Viviani, colei che poi darà la voce alla splendida sigla di Heidi, anche se quella che sentivo io, ancora su musicassetta, era del Coro Fonola: se volete ascoltarla cliccate qui; tenete conto che per metà della mia vita io avrei voluto chiamarmi Susanna proprio per questa canzoncina ^__^

Inoltre quando ero bambina e portavo anche io i capelli lunghi, che al tempo mi arrivavano fino in fondo alla schiena, asciugarli dopo la piscina o il bagno era sempre un supplizio infinito, bisognava stare ore e ore sotto l'asciugacapelli, mi immagino che vita dovessero fare le bambine dell'Ottocento in una analoga situazione, visto che la lunghezza della capigliatura era pressappoco la medesima.
I capelli lunghi, d'altra parte, sono considerati femminili nella maggior parte delle culture e acconciarli è un'arte in tutto il mondo, basta pensare alle elaborate trecce africane, alle capigliature delle principesse indiane o alle nobildonne dell'epoca Tang in Cina. In Giappone erano di moda sciolti e si vedono stupende pitture del periodo Nara o Heian.
Ancora oggi, se siete appassionati di anime e manga come la sottoscritta, saprete che molte volte i protagonisti delle storie presentano capelli fantasmagoricamente lunghi, leggete: Sailor Moon, Wedding Peach, Inuyasha (sebbene questo sia abbastanza attinente con la reale lunghezza delle chiome dell'epoca Sengoku), Chobits, Vampire Knight, Ufo Baby, Perfect Girl Evolution, Haruhi Suzumiya, ecc.

Direi comunque che il discorso capelli lunghi sia in tema, visto che è uscito da poco il nuovo film Disney intitolato Rapunzel dove la principessa protagonista ha capelli magici lunghi cento braccia (secondo la fiaba originaria)!




I propri bisognini: urina e feci
Vaso da notte
Qui andiamo veramente sul difficile, spero che voi abbiate il pelo sullo stomaco... i propri bisogni all'epoca erano fatti nel vaso da notte, lo si adoperava al mattino, alla sera e ogni volta che se ne aveva la necessità, era usato sia per l'urina che per le feci, quindi immaginatevi che profumi... proprio per questo il vaso era provvisto di coperchio. Questo era valido sia nel caso di uomini che di donne.

Per le donne esisteva anche il bourdaloue, da adoperarsi in quelle occasioni dove non ci si poteva recare alla ricerca di un vaso e si era infagottate in chilometri di vestiti da cerimonia, il bourdaloue era un utensile a forma di 8, simile alla seduta di un bidet, ma più piccolo e sprovvisto di gambe, realizzato in materiale leggero come legno o ceramica, era fatto per le occasioni mondane e veniva fatto passare sotto le innumerevoli gonne e sistemato da una solerte (e sfortunata) cameriera tra le cosce della signora dove, nascosta dalle crinoline, questa avrebbe fatto i propri bisogni, dopodichè avrebbe fatto un cenno alla serva, che in maniera discreta avrebbe tolto il bourdaloue e l'avrebbe fatto rapidamente sparire insieme al suo contenuto.

Bourdaloue
Ma se la signora in questione fosse stata in giro a passeggio? In mancanza di vaso, la soluzione era una sola e non mi sto riferendo al darsi alla macchia tra i cespugli, accucciate con le gonne tra i denti. Nossignore, quelli erano comportamenti da popolane e mungitrici, le donne vittoriane di una certa classe avevano sviluppato un senso del disgustoso molto particolare: avvertito lo stimolo mentre si era a passeggio ci si fermava un attimo, magari fingendo di conversare con l'amica (le passeggiate erano molto lente e raramente da sole) e si faceva i propri bisogni lì, sul posto: in piedi!
Vi scandalizza la cosa? A me personalmente sì perchè tutti questi vittoriani pieni di fisime sul corpo, maniaci della rispettabilità erano controsensi viventi.
E pensate che la cosa fosse diversa nel caso si dovesse fare altro, oltre la pipì?
No, tristemente il procedimento era identico. Si faceva il bisognino e poi si proseguiva come se niente fosse, mentre lo strascico passava elegantemente sopra il ricordino che si era lasciato sul ghiaietto: la punizione divina.
Bagni pubblici vittoriani
(per uomini)
...e poi ci lamentiamo di quelli che portano i cani a sporcare nelle aiuole...
Mi immagino che meraviglia dovessero essere calze, scarpe e mutande.

Ma, vi potreste chiedere, come facevano le signore a lasciar cadere il tutto senza che questo rimanesse nei mutandoni o non imbrattasse il tutto? Bene, bisogna fare un salto indietro al post riguardante la Biancheria intima, in quell'intervento avevo descritto come erano strutturati i mutandoni da signora e, sicuramente, ricorderete che i mutandoni erano costituiti da due gambe di tessuto unite in vita da una fettuccia, ma non esisteva il cavallo: le due estremità non erano cucite assieme, di conseguenza esisteva un buco proprio lì in mezzo [non proprio un sistema anticoncezionale d'eccellenza, ma vabbè].

Pantaloni con la patta
Per gli uomini, grazie al cielo, le cose erano migliori, esistevano bagni pubblici con orinatoio oppure alla turca dove, sotto pedaggio, si entrava a fare i propri bisogni quando si aveva necessità, il che era un bene perchè non sarebbe stato molto raffinato trovarsi di fronte un duca o il marchese di Carabas che, preso dal bisogno, si era appena fatto la pipì nei calzoni come un bambinetto la notte.
Anche i vestiti erano concepiti meglio, infatti l'abbigliamento maschile prevedeva la cosiddetta patta, quel quadrato di tessuto ripiegato all'insù che partiva dal cavallo e arrivava fino in vita, chiuso da bottoni sui due lati, ecco, era sufficiente abbassare la serranda e si era pronti per il proprio lavoro.


Igiene intima
Qui stavamo messi anche peggio dell'igiene dentale.
Toccare i propri genitali, anche con intenzioni serie di pulizia, era considerato sconveniente, sia per gli uomini che per le donne, al limite dell masturbazione [che a mio modo di vedere è un'altra cosa].
Bidet vittoriano
Terrorizzati dal fanatismo religioso, i victorians non si lavavano.
Durante l'epoca Regency la diffusione di un rudimentale bidet aveva portato qualche progresso, progresso però destinato a fossilizzarsi per molti anni finchè, passato il boom del terrore indotto dal commettere peccato, le persone riprenderanno a lavarsi.
Il minimo sindacale di pulizia di certe zone era una strofinata con uno straccio bagnato durante l'immersione nella tinozza, non ci si soffermava troppo a lungo, casomai potessero pensar male... inutile dire che, anche per questo, la qualità dei rapporti sessuali non era eccellente e non solo tra marinai e donnacce di strada.


Cambiarsi i vestiti
Abitudine molto moderna, derivante soprattutto dalla moltitudine di abiti a buon mercato che tutti possono acquistare, quindi anche i più poveri possono possedere un guardaroba ben rifornito di capi d'abbigliamento.
In passato uomini e donne avevano ben poco con cui abbigliarsi, ecco quindi che il vestito che indossavano poteva essere anche l'unico che possedevano: nel film Sette spose per sette fratelli, ambientato tra i rudi abitanti del West, quando Adamo sposa Milly, ella non ha che l'abito azzurro che porta, infatti lui le suggerisce di adattarsi la cassa di vestiti che fu di sua madre: ora, se i vestiti di una donna, di tutta la vita, stanno in una cassa... beh, non erano poi così tanti, credo.
Vestito da spazzolare per via
dei preziosi ricami
Questa era la situazione dei poveri, non si faceva molto caso alle macchie di fango e ai rattoppi, anche a vista o di fortuna, un vestito veniva rammendato e rattoppato sempre, non si buttava qualcosa solo perchè si era sgualcito e la mia nonna è ancora capace di eseguire il rammendo su rammendo, ovvero rammendare un rammendo ormai scucito e rovinato.

Per i ricchi le cose erano diverse: se si aveva la disponibilità economica si cambiavano diversi abiti al giorno e ci si rifaceva parte del guardaroba una volta all'anno, sempre nell'ottica di non apparire a troppi ricevimenti o eventi mondani con lo stesso abito, che avrebbe fatto molto poveraccio.
Una ragazza che veniva presentata per la Stagione mondana doveva avere una fornitura fresca e completa per l'occasione, una bella spesa, con i prezzi che avevano le sarte.
Ma le donne meglio vestite, di solito, non erano le regine o le mogli di ricchi gentiluomini, bensì vedove e le amanti, che solitamente erano la stessa cosa perchè molte vedove desiderose di mantenere il loro posto in società, ma anche di tenere stretta la libertà conquistata col lutto, se giovani e piacenti si offrivano come amanti di annoiati signori. Mentre i re mandavano in giro le loro consorti quasi abbigliate di stracci alla maniera di Cenerentola, invariabilmente fuori moda rispetto alla corte che le criticava apertamente, le amanti possedevano l'ultimo grido in fatto di vestiti e gioielli e conti aperti presso sarte e orafi.
Questi ricchi abiti di cui si adornavano le donne in passato, spesso intessuti di filo d'oro o d'argento, decorati con pietre preziose incastonate nella trama e nei ricami e guarniti con pizzi pregiati provenienti da monasteri di suore belghe, non erano da buttare in lavatrice a 40°C, non venivano neanche lavati, ma semplicemente spazzolati con cura dalle dame del guardaroba dopo ogni utilizzo, venivano apposti impacchi zuppi d'acqua profumata per eliminare l'odore del corpo e del sudore e anche dei profumi particolarmente aggressivi di cui ci si innaffiava, erano rammendati se necessario e smacchiati con bicarbonato, limone, talco o olio e infine riposti nuovamente. Per gli abiti di gala, questa era la procedura.
Più semplice con gli abiti da giorno: i completi da amazzone o da cavallerizzo erano spazzolati vigorosamente con una spazzola di setole dure in cinghiale per eliminare le tracce di fango ed erba e, solo se necessario, lavati, quest'ultima operazione era eseguita solo se indispensabile perchè la tecnologia di tessitura della lana faceva sì che, anche quella pettinata, si infeltrisse, mentre il velluto perdesse la sua lucentezza.
I fenomenali capelli di Sailor Moon
Camicie, camicette e camiciole erano invece lavate spesso, settimanalmente erano mandate alla lavandaia del paese oppure alle donne della casa adibite al bucato e smacchiati con cura a mano una per una.
I corsetti non si lavavano, perchè questo avrebbe rovinato la forma e la sagoma rigida interna, così come non si toccavano le crinoline, sebbene si lavassero le imbottiture in tessuro, i cosiddetti cùl, giusto per essere fini...
Venivano lavati anche guanti, fazzoletti e colletti finti, calze, calzini e biancheria in genere.


Pulizie in casa
Forse la qualità della vita non era eccellente, forse non era il massimo dividere la propria branda con gli animali della fattoria, ma sicuramente in passato anche i più poveri si prodigavano maggiormente nelle pulizie domestiche, molto più di quanto si faccia oggi o si immagini anche solo di fare.
Se nei moderni appartamenti è concesso alla massaia di lavare in terra una volta a settimana, cambiare le tende una volta all'anno e passare la cera ogni sei mesi, in passato queste erano attività molto più ricorrenti.
In certune case la biancheria del letto viene mantenuta per un mese intero, in passato mai più di una settimana, le tende cambiate una volta al mese, la cera stesa quasi tutti i giorni, o almeno una volta la settimana. Utilizzando spesso i caminetti per riscaldarsi, un'attività frequente era quella di rimuovere la cenere che si accumulava nei focolari, compito solitamente attribuito al gradino più basso delle cameriere o alle sguattere.
Certo, le donne moderne hanno una scusante perchè la maggior parte di loro lavora 8 o 10 ore al giorno, uscendo di casa la mattina alle sette e non rimettendoci piede se non dopo 12 ore, una volta invece la donna viveva, più o meno metaforicamente, incatenata al focolare e la sua giornata comprendeva, come lavori, proprio pulire e rassettare. Almeno una spazzata in casa e rifare i letti erano cose quotidiane. Si mettevano i copriletti e i guanciali a prendere aria, si sbattevano i tappeti e si toglievano le ragnatele, da questo punto di vista, l'esosità delle donne delle pulizie ha portato ad un peggioramento delle nostre condizioni, sebbene nessuno si sia ancora ritrovato a dormire, senza metafore, a letto con un maiale.


Il sapone
Il sapone oggigiorno è un composto chimico. Le sue proprietà rasentano l'acido cloridrico e non è più in forma di saponetta. Il sapone moderno non è sapone, è alchimia.
Il sapone di una volta non era sapone, era finto.
Il sapone di una volta va distinto in due categorie: il sapone da poveri e il sapone da ricchi.
I poveri erano così poveri che non si potevano permettere l'acquisto di una saponetta profumata e un po' meno aggressiva, così lo preparavano manualmente in casa sfruttando le proprietà della cenere di legna, come abbiamo visto in questi post:
La cenere e la liscivia
Ricette per i saponi di una volta
Il sapone casalingo, tuttavia, era molto aggressivo e, anche se lavava lo sporco lasciava le mani ruvide e rovinate.
Chi poteva comprava sapone economico.
Ma il meglio era il sapone da ricchi, il sapone da ricchi era un'opera d'arte di colori pastello, intagli graziosi e decorazioni, era rifasciato in carta raffinata, profumato alla rosa e al mughetto e come sapone valeva poco. Ma era graziosissimo.

Bene, credo con questo che sia tutto, spero di non avervi sconvolti troppo...
ora scappo, bacioni a tutti!




Mauser



PS: se non si fosse notato, di recente ho guardato Rapunzel ~ L'intreccio della Torre ed è stato bellissimo! Finalmente la Disney torna alla vecchia scuola! Hurrà!




21 commenti:

  1. Oddio parli a una fangirl di Rapunzel. X°D

    Lo adorissimo.

    Comunque, interessante e disgustoso nello stesso momento. ._____.

    RispondiElimina
  2. ecco ... Irene ieri ha tirato fuori che vuole andare a vedere Rapunzel ... ora mi tocca accompagnarla!!
    a parte gli scherzi: brava come sempre! complimenti per l'approfondimento!

    RispondiElimina
  3. Beh dai sarà meno peggio di certi film che danno in giro...

    RispondiElimina
  4. Ecco Mauser...diglielo! Almeno vediamo se la convinco a portarmici! E' così per fare due risate. Comunque davvero bravissima. Devo dire che alcune cose non le sapevo. Purtroppo è vero, spesso nei libri vengono omesse completamente queste cose, reali e storiche, ma forse poco carine da leggere in un romanzo d'amore. Della serie " caro Mr X...debbo dire che il vostro odore è simile a quello di un letamaio, ma vi amo! " non è punto fine!!!

    RispondiElimina
  5. Massì!
    Dai Alessia, andate a vedere Rapunzel, io mi sbellicavo dalle risate come una scema, sarà che a me i film disney piacciono (quasi) sempre ^___^
    La scena alla locanda merita un 10+, parola di Francesco Amadori, pardon, di Monica...
    Eppoi anche la grafica è carinissima, non come i vecchi film in CG che sembravano di plastica... non ai livelli di Nemo o Wall-e, ma comunque ben fatta, fidatevi ANDATELO A VEDERE!
    È piaciuto anche al ragazzo di una mia amica, più di così...

    Concordo sul fatto che non sia molto romantico descrivere le abitudini igieniche in un romanzo (e in un romance), di solito quelli brutti, sporchi e puzzolenti (e col cappello nero) sono i cattivi, gli eroi sembrano tutti usciti dai cataloghi Postalmarket, dei quarti di manzo con più denti di un seghetto al traforo

    RispondiElimina
  6. A meritare davvero è il ballo di paese. Davvero. Musica, scena, impatto emotivo, tutto.

    RispondiElimina
  7. Va bene, mi avete convinto! Andremo a vedere Rapunzel!
    (comunque di solito a me piacciono tantissimo i film Disney ... è che mi sentivo un po' a disagio a 25 anni ad andare al cinema a vedere un cartone)
    poi vi farò sapere se mi è piaciuto!
    bacio

    RispondiElimina
  8. Potrei capirlo se tu fossi andata a vedere Barbie la Principessa e la Povera o qualche cosa simile, ma penso che con Rapunzel tu non corra rischi, se ci sono andata senza vergogna io che ho più o meno la tua età ci può stare tutto

    RispondiElimina
  9. belliximo il post ! addio alle utopiche descrizioni dei bellissimi conti o duchi cn i denti splendenti cm il sole! quando c sarà il post sul libertino, sui bordelli, i locali ke venivano frewuentati , le amanti e sulla prostituzione a metà 800? vorrei saperne di più a proposito grazie!!! PS sn la ragazza ke stava scrivendo il libro riguardo alla domestica di colore nn so se t ric!! ciao!!!!!!!!

    RispondiElimina
  10. Ciao Nelly, mi ricordo di te, non mi sono certo dimenticata, soltanto che si tratta di argomenti complessi da trattare e preferirei farlo con più tempo a disposizione di quanto ne abbia adesso, ma tranquilla che li ho nella mia To Do List

    RispondiElimina
  11. Ooooh, molto utile!
    Questa è la volta buona: mi leggo tutto, tutto, tutto il blog pezzetto per pezzetto. Come ti ho già detto, questo sito è una miniera d'oro a cui attingo per scrivere, e due giorni fa ho avuto quella che per un po' mi sembrerà l'idea del secolo...
    Quindi un milione di volte grazie per queste sbirciatine nella VERA vita dell'Ottocento!
    Ah, a proposito (non c'entra col post ma devo proprio approfittarne): dato che sto facendo una fatica bestiale a trovare dati certi, non è che puoi soccorrermi tu e farmi sapere quando fu abolita in Inghilterra la pratica di sfidarsi a duello? Non ti chiedo neanche di aggiungere un post sui combattimenti a singolar tenzone alla tua infinita lista di cose da fare, solo rispondimi a questo commento con una misera data piccina picciò, ti supplico... se non metto le mani su quest'informazione metà della trama salta in aria!
    A presto,

    Marty

    RispondiElimina
  12. Ciao Marty,
    la data che cerchi, ufficialissima, è il 1819.
    Ti cito un anche un paio di cosucce:
    Già nel 1700 solitamente il duello è estraneo alla legge ufficiale, che lo vieta o al più lo tollera, ed è visto dai contendenti come un'azione sostituiva della stessa legge, assente o ritenuta insoddisfacente ai fini della giustizia. In Francia i duelli mietevano vittime come la peste, mentre in Inghilterra era pratica assai desueta e come si evince dagli atti delcaso Ashford-Thornton era mantenuto solo perchè...si erano dimenticati di abrogarlo, tanto per dire quanto fosse frequente.
    Per più info ti rimando alla pagina di Wikipedia che parla dell'argomento e che è molto interessante, se poi vuoi approfondire, le pratiche del caso Ashford-Thronton sono consultabili online e sono molto interessanti
    http://it.wikipedia.org/wiki/Duello

    Spero di esserti stata d'aiuto, baci

    RispondiElimina
  13. Da una parte mi sei stata non solo utile, di più. Penso che ti sarò grata in eterno, nei secoli dei secoli, amen.
    Dall'altra mi hai distrutto un sogno. Credevo che fosse moooooooolto più tardi e questa "bella" scoperta mi incasina i piani. (Mica ti accuso, tu riferisci la verità storica e ambasciator non porta pena!)
    Oh, beh, vedremo cosa si può fare.
    Grazie di nuovo e a presto!

    Marty

    RispondiElimina
  14. Marty, tieni conto che se anche la legge lo proibiva, non era detto che non ci fossero duelli clandestini, ce n'erano a bizzeffe, se la cosa può aiutarti.
    Cmq i victorian dovevano fare i conti con la loro morale, è naturale che prima o poi si sarebbero ricordati di quell'articolo, il caso Ashford-Thornton è stato l'episodio che la scatenato la bufera ^_^

    RispondiElimina
  15. Ooooh, le cose si fanno losche XD
    Probabilmente un duello clandestino è l'unico modo per trarmi d'impaccio. O così, o mezza storia se ne va magicamente in fumo. Purtroppo per me questo "piccolo intoppo" del duello è assolutamente cruciale e se non lo faccio succedere addio trama... Grazie, grazie, grazie, grazie, 1000000000000000000000000000 volte grazie! Hai salvato me, la mia idea e la rispettabilità di due miei personaggi, per non dire tre (è un pasticcio immane, non fare troppe domande o potrei non saperti rispondere nemmeno io che sono l'autrice!) XD
    Ah, ne approfitto per chiederti una cosa molto idiota: è normale che quando commento io debba cliccare 2 o anche 3 volte su "Posta commento" prima che risulti pubblicato?
    Bye bye,

    Marty

    RispondiElimina
  16. Ti dirò, a me tocca la stessa trafila, credo che Blogger abbia implementato un nuovo sistema di riconoscimento dei generatori automatici di spam, ma che menata!
    Anche a ME che sono l'autrice? Uffa...

    RispondiElimina
  17. Che dire! Complimenti per l'eleganza nel trattare un tema tanto delicato. Nonostante sia di stomaco forte, la parte dedicata agli stimoli fisici mi ha un tantino disturbata... adesso non sarò più in grado di pensare a Jane Eyre che vaga per i boschi distrutta dal freddo e dalla fame senza pensarla anche imbrattata dai propri bisogni. Ma me la sono cercata! Grazie infinite, tornerò alla prossima richiesta!

    Sara

    RispondiElimina
  18. Piccolo avvertimento: non é il bicarbonao a sciogliere lo smalto, ma la combinazione (fatale) col limone, "provare" per credere (e non lo consiglio perché oltre a sbiancare i denti, li sensibilizza e si sbiancano pure le gengive, l'ho vissuto in prima persona.....

    Susanna

    RispondiElimina
  19. Hai ragione, mi sono espressa male ^__^
    Anche io l'ho ho usato questa combinazione per un po' di anni su suggerimento del dentista e in effetti anche se li sbianca un po' poi ti ritrovi coi denti sensibilissimi che danno sempre fastidio =(
    Grazie della precisazione!

    Mauser

    RispondiElimina
  20. Mi piacerebbe sapere invece come se la passavano col ciclo XD

    RispondiElimina
  21. ... e io che volevo nascere nel 1800 per conoscere Oscar Wilde... e poi quando le donne avevano il ciclo cosa mettevano?

    RispondiElimina



Hai qualche idea?
Vorresti approfondire un argomento particolare?
Ci sono curiosità di cui vorresti scrivessimo?

Manda una mail a
georgianagarden@gmail.com