Cotinuando con la rubrica del costume, oggi vorrie parlare della biancheria. Abbiamo approfondito un bel po' di capi dell'abbigliamento che stanno fuori e che si vedono all'esterno, credo quindi che sia il momento adatto per parlare di quello che invece si portava sotto.
Non credo che sarà un argomento che creerà scandalo, ma penso che sia quello giusto per fare un minimo di confronto su come ci si approcciava ad un argomento del genere: non ci si approcciava.
Semplicemente la biancheria intima era trattata, nell'Ottocento, come nelle scuole di suore. Era un argomento che non usciva dalla camera. Tutt'al più la si poteva vedere nei negozi e nelle sartorie dove la si comprava, ma come tutto ciò che aveva a che fare con l'intimità delle persone, era un argomento tabù.
Difficilmente se ne discuteva e sicuramente queste conversazioni non erano mai tra due persone di sesso diverso, anzi, gli uomini ne parlavano difficilmente, mentre le ragazze e le donne ne potevano discutere durante i loro tè pomeridiani o le visite dalla modista.
Insomma, era un argomento segreto da annoverare tra quelli sussurati dietro i ventagli e i paraventi, nominati ad alta voce nei bordelli e nelle case chiuse, proibito quasi quanto il sesso e lo scandalo. Taciuto, ma con cui tutti avevano a che fare, già perchè sarebbe stato un po' difficile non averci a che fare ^_^
E dunque parliamo dei capi che componevano la biancheria delle signore.
Le mutande. Per la verità erano veri e propri mutandoni!
Erano fatti di cotone, lana o seta per i modelli più cari, bianchi o crema, fermati in vita da una fettuccia e lunghi fino alle ginocchia. Erano composti da due gambe che, tuttavia, non erano fissati al cavallo, in questo modo era molto più facile espletare le proprie necessità fisiche.
I mutandoni particolarmente costosi avevano le estremità inferiori decorate con pizzi e ricami. Le persone meno abbienti solitamente avevano ricamato sulla stoffa solamente il loro monogramma, questo era presente su ogni capo della biancheria intima sia degli uomini che delle donne.
L'allacciatura era simile a quella dei moderni pareo, il che creava un notevole vantaggio per l'acquisto di capi già confezionati non su misura, un comportamento comune per la bassa borghesia e le classi basse. In alcuni le signore si creavano da sè i mutandoni per loro e per i mariti o familiari. Questo perchè eranoe stremamente povere oppure pudiche.
E' da sottolinea che il tema della pudicizia, soprattutto nel periodo Regency, era particolarmente sentito.
Le gambe dei mutandoni erano sagomate, più strette intorno alla piega del ginocchio oppure, se erano particolarmente lunge, alle caviglie.
Dal 1850 in poi la dimensione dei mutandoni cambiò, rendendoli lunghi fin quasi alle caviglie.
Mostrare i mutandoni a qualcuno che non fosse il consorte era considerato estremamente sconveniente. Se qualcuno ricorda il film Mary Poppins, c'è una scena all'inizio quando la made di Jane e Michael torna a casa da un raduno di suffragette e, cantando assieme alla cuoca e alla cameriera, crea sconcerto in quest'ultima alzandosi le gonne fino alle ginocchia, evidenziando la biancheria che porta sotto.
Le mutande da bambina erano molto più corte, arrivavano pressappoco a metà coscia.
Passiamo adesso ad un altro capo d'abbigliamento, la camiciola.
Essa era un indumento anch'esso di lana, cotone o seta, più o meno decorata con ricami e pizzi sullo scollo e sulle spalle.
Poteva essere sia smanicata che a mezze maniche, difficilmente essa era a maniche lunghe perchè creava difficoltà e brutti effetti sotto le maniche dell'abito.
La collatura, ornata quasi sempre da tre bottoncini, era quasi sempre rotonda o quadrata; non si sono mai trovate camiciole con scollo a V o a barca perchè erano particolarmente scomode sotto gli abiti.
La camiciola era lunga pressappoco fino alla vita e a seconda del periodo in cui era stata fabbricata poteva essere più o meno sagomata secondo le forme della signora che la indossava. Anche le camiciole erano acquistate dalla sarta o nei negozi di indumenti preconfezionati, in alcuni casi anche tramite catalogo postale, ma questa è un'abitudine che si diffonderà solamente dopo la metà del secolo con la nascita e la crescita dei grandi gruppi di vendita per corrispondenza.
Questo indumento andava indossato sopra i mutandoni.
Così abbigliata la donna passava poi a indossare le calze.
Le calze venivano indossate a questo punto perchè più avanti sarebbe risultato particolarmente difficile, soprattutto se si indossavano crinoline, tournure e altri tipi di sottovesti.
Le calze fatte in cotone o lana; poichè le materie plastiche ed elastiche non erano ancora state inventate, esse erano fissate tramite fili e fiocchi oppure giarrettiere.
Le calze potevano essere lunghe fino al ginocchio o sopra il ginocchio, ma quest'ultimo modello era pochissimo diffuso.
Alcuni particolari tipi di mutandoni, specialmente quelli da ragazza, avevano una fila di bottoncini con cui si potevano fissare le calze. Negli altri casi si avevano le giarrettiere, sotto forma di nastri che serravano la calza ad una certa altezza, oppure i reggicalze, strisce con due fettucce e gancetti che tenevano le calze, ma questo era un accessorio prevalentemente maschile.
Le calze erano sagomate con una singolare terminazione a punta sul piede.
I colori erano molto accesi e vivaci, un po' perchè dovevano essere abbinate all'abito e un po' perchè erano un indumento che difficilmente sarebbe stato mostrato al grande pubblico.
Si procedeva poi con le scarpe perchè successivamente la ragazza o la donna, con il corsetto e tutta l'imbracatura, difficilmente sarebbe riuscita a piegarsi a sufficienza da permettere di allacciare le stringhe.
A questo punto andava sistemato il corsetto sopra la camiciola.
Il corsetto andava fissato in modo che snellisse i fianchi e sospingesse verso l'alto il seno, creando un decolleté prorompente. Del corsetto abbiamo approfonditamente parlato in questo post: il Corsetto.
Esso andava fissato molto stretto in modo da donare alla donna una vita che non superasse i 40cm, che poteva essere circondata con due mani. A parte le donne della nobiltà e le borghesi particolarmente ricche, la maggior parte delle signore non aveva a disposizione personale di servizio che l'aiutasse a vestirsi, il corsetto veniva quindi tirato il più possibile attraverso una serie di fettucce e poi i fili venivano girati sul davanti e annodati sopra lo stomaco con un doppio nodo.
Sopra il corsetto a volte poteva essere indossato un copri-corsetto, una camiciola formata sulle sagome del busto che lo proteggesse, questo perchè i corsetti erano piuttosto costosi.
Se la signora era benestante, sopra tutto ciò andava sistemata una sottoveste e la crinolina (qui il post al riguardo) in legno o metallo.
A quel punto poteva essere indossata un'altra camiciola e poi la seconda sottoveste.
La sottoveste era abbinata alla camiciola e ai mutandoni, fabbricata nello stesso materiale e ornata in fondo con pizzi e ricami.
A seconda del grado sociale si potevano indossare fino a otto o nove strati di sottovesti, questo, dato che spuntavano dalla gonna, dovevano essere molto graziose, ricamate e impreziosite da pizzi e sangallo.
La sottoveste era aperta da un taglio a V sul retro e fissata in vita da una striscia di tessuto.
Sopra tutto questo andava poi indossato il vestito e, successivamente, le scarpe e tutti gli accessori.
La signora solitamente si faceva pettinare solo dopo aver indossato tutti gli indumenti perchè alcune parti come le camiciole andavano infilate dall testa e questo rischiava di rovinare l'opera fatta coi capelli.
Passiamo adesso alla biancheria da uomo.
Si tratta senza dubbio di un argomento limitato perchè, a differenza di quella femminile, la biancheria maschile era in numero particolarmente esiguo.
La parte principale era costituita dai mutandoni.
Essi, fatti prevalentemente di lana, erano molto più attillati di quelli femminili perchè dovevano essere indossati sotto le breeches, i trousers e i pantaloons.
Anche la lunghezza era inferiore, soprattutto per quei modelli di fine Settecento che andavano indossati sotto le breeches, i cosiddetti pantaloni al ginocchio, era quindi inaccettabile che i mutandoni spuntassero dall'orlo dei pantaloni.
A parte i mutandoni, la biancheria maschile era costituita solamente dalle calze.
Queste erano fissate tramite fettucce direttamente alle brache per quanto riguarda i modelli al ginocchio, mentre con l'avvento dei pantaloons si fecero largo anche i reggicalze, una striscia di tessuto o cuoio sistemata sopra il ginocchio con due fettucce munite di gancetti con cui si pinzavano le calze per essere tenute sollevate.
Il colore delle calze, dopo che la moda delle breeches fu passata, virò prevalentemente sullo scuro: marrone, blu o nero.
A differenza delle calze da donna, la cui comparsa creava scalpore, come quando la signora sollevava le gonne per non sciupare il vestito su un terreno accidentato, le calze da uomo facevano spesso la comparsa quando i gentiluomini accavallavano le gambe.
I pantaloni, infatti, erano piuttosto corti di lunghezza, era quindi facile che, quando si piegavano i calzini comparissero dal bordo.
Per il resto, sopra i mutandoni gli uomini indossavano direttamente la camicia, per questo era particolarmente sconveniente quando una ragazza vedeva un uomo in maniche di camicia, visto che sotto indossava ben poco altro...
Vi lascio un video dove viene mostrato come ci si abbigliava all'epoca, purtroppo è in inglese, ma la donna che spiega è molto brava e parla con calma, quindi è facile comprenderla, inoltre credo che le immagini parlino da sè:
Aggiungo poi un link che porta ad un sito dove viene mostrata la biancheria intima della Regina Vittoria in tutti i suoi particolari e con i monogrammi che la contraddistringuono:
QUEEN VICTORIA'S UNDERWEAR
Concludiamo qui il nostro viaggio nella biancheria dell'Ottocento sottolineando che essa non cambiò più di tanto dalla metà del Settecento fino alla fine dell'Ottocento, rimanendo praticamente immutata nonostante la moda esterna degli abiti si sia modificata parecchio.
Noi ci vediamo presto, ciao a tutti e buona serata!
Mauser
dove posso trovare una crinolina in acquisto? abito a torino
RispondiEliminaAcquistare una crinolina è un bel problema e non solo a Torino perchè in giro se ne trovano davvero poche, specialmente create col metodo di una volta.
RispondiEliminaTi consiglierei di provare con i negozi da sposa, purtroppo non sono pratica della città, quindi non posso indicartene uno in particolare, ma credo che i più grandi siano attrezzati.
Mi raccomando specifica bene l'effetto che vuoi ottenere, perchè in Italia c'è un po' di confusione tra la crinolina e la sottoveste e spesso chiamano quest'ultima crinolina per l'effetto che fa sotto la gonna.
Altrimenti ti conviene cercare online: le misure per la crinolina sono lunghezza, larghezza e girovita, che deve essere preso come nelle gonne a tubino, quelle da tailleur, perchè la crinolina è portata con la vita alta, mai bassa.
Su ebay ci sono diverse offerte, altrimenti se vuoi una crinolina non rigida puoi trovare qualcosa qui ->
AliExpress
CorsetsAndCrinolines.
Spero di essere stata utile, anche se ho qualche dubbio perchè non ho mai provato a comprarle e quindi non sono ferratissima in argomento... a presto
Mauser
Ottimo approfondimtento! - Certo che le donne hanno sempre avuto una quantità di gabbie a mortificarne la libertà, persino quando si vestivano... (ancora oggi, con questi tacchi vertiginosi, non posso fare a meno di ripensare ai tempi dei busti, delle crinoline, dei mille minuscoli bottoni, dei lunghi lacci intrecciati, dei cappellini. ecc.. Ogni epoca ha il suo strumento di tortura!)
RispondiEliminaIl corsetto doveva snellire la vita, non i fianchi
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