Sarò io che adoro i libri che hanno come ambientazione il tardo Settecento e i primi cinquant'anni dell'Ottocento e, quindi, questa ambientazione è imprescindibile, ma penso che ormai tutti tra sceneggiati, libri e fumetti abbiano sentito parlare della cosiddetta "Stagione".
Ma la Stagione era davvero così Mondana come viene identificata?
Assolutamente sì.
E adesso ne parleremo un po'.
Innanzi tutto "Stagione" vien dal gergo scenico ed è l'abbreviazione di "Stagione teatrale", ovvero un periodo di tempo in cui la produzione dei teatri londinesi era particolarmente ricca rispetto ad altri mesi dell'anno dove, invece, la capitale si svuotava vedendo fuggire i propri abitanti alla volta delle campagne, per esempio per festeggiare il Natale in famiglia oppure per ripararsi dall calura estiva nelle proprie dimore del Nord.
Ma perchè i teatri erano in fermento?
Beh, perchè nella primavera le ragazze cominciavano a cercare marito e si organizzavano i balli di debutto, le famiglie più elitarie ovviamente nella capitale, e questo chiamava altri dalle campagne e della piccola nobiltà di periferia, la gentry, ovviamente più gente andva e più ne serviva, c'era chi seguiva i padroni, chi ne approfittava per fare affari, le ragazze facevano i balli, gli uomini andavano per cercare moglie ecc.
Qualche tempo fa ho scritto un post circa il Debutto in Società, quindi adesso ne sappiamo tutti un po' di più sulla faccenda, e anche sul matrimonio e sul perchp fosse così importante, questo ci fa capire come mai i balli della Stagione fossero così ambiti.
Ogni ragazza sognava di partecipare a questi ritrovi tra ricchi perchè, naturalmente, la caccia era di alto livello. Frequentando ambienti dove bazzicavano gli altolocati era più facile far innamorare qualcuno di loro. E un matrimonio conveniente era quello che tutti si auguravano, soprattutto i parenti che spendevano fiumi di soldi per le proprie graziose figlie e nipoti, perchè fossero all'altezza del nome e del luogo che frequentavano senza sfigurare.
Naturalmente le brutte figure erano la mortificazione più grande di ogni donna che partecipava e c'era sempre qualche malalingua che metteva zizzania o criticava con acidità.
Ma non pensiamo che la Stagione fosse fatta solo di balli e ricevimenti, c'erano molti altri ritrovi importanti, come la beneficenza, dovere di ogni signora benestante, che prevedeva ritrovi settimanali tra le "anime pie" che donavano soldi o oggetti preziosi, che cucivano o portavano cibo e coperte. Purtroppo come molte altre cose, nel corso del tempo perse un po' del suo significato originario, quindi si donava e si faceva beneficenza più per sentir parlare di sè e dei propri doni costosi alla comunità dei derelitti che per effettiva bontà d'animo...
Ma essere considerata buona, devota e sufficientemente preoccupata dalla situazione dei più disgraziati erano caratteristiche che non potevano assolutamente mancare in una buona moglie del tempo.
Ma quando c'era davvero questa Stagione?
L'inizio era tradizionalmente dopo Pasqua e terminava con l'apertura della caccia al fagiano che incominciava il 12 di agosto.
Per quella data quasi tutte le damigelle e i gentiluomini si erano allontanati dalla capitale o dalla città piuttosto mondana dove erano andati a trascorrere quel periodo (per esempio Bath, come fa Catherine di Northanger Abbey).
La Stagione londinese, tuttavia, aveva ritmi un po' differentì: essa iniziava dopo Natale e terminava a metà estate. L'inizio coincideva con la Seduta del Parlamento, la prima del nuovo anno.
Il luogo più prestigioso dove debuttare e trascorrere la prima Stagione, per una ragazza era senza dubbio la capitale, ma si trattava di un'arma a doppio taglio.
Perchè? Beh, perchè la capitale era frequentata da uomini e donne avvezzi a certi eccessi e ad un determinato tipo di comportamento da tenere, contegno, maniere ecc che differivano da quelle utilizzate in campagna dalla piccola nobiltà terriera.
Brillare come una stella alla Stagione di Londra era sinonimo di grande fortuna e abilità, bisognava essere speciali, ma cadere alla Stagione londinese, con le regine del pettegolezzo schierate, i giornali scandalistici (già, c'erano già allora), fare qualche cosa di sbagliato era una cosa che segnava per sempre perchè, sebbene qualcuno potesse passare oltre gli errori di una ragazza che debuttava in una città di provincia o non si venisse neanche a sapere, di sicuro altrettanto non valeva per la capitale, dove le notizie si allargavano a macchia d'olio sotto l'egida delle Patronesse di Almack's, nei club e nei ritrovi del cucito o della beneficenza.
La Stagione londinese, quindi, era frequentata da chi, in quell'ambiente, era abituato a stare: nobili di alto rango, ragazze figlie di ministri o di patrizi inglesi con cognome importante e la borsa piena.
Ovviamente vi partecipavano anche i meno avvezzi e alcune giovani riuscivano anche a trovare un marito, ma per quanto riguarda le apparizioni mondane, era più l'imbarazzo che altro. La società londinese, il ton così decantato era acido come il limone nei confronti degli estranei e, soprattutto, dei campagnoli.
Per questi motivi molte ragazze che appartenevano a ceti leggermenti inferiori sceglievano per il debutto una città ugualmente importante, ma meno oppressiva della capitale, dove cadere nei tranelli dell'etichetta o nelle trame degli approfittatori (cacciatori di dote, libertini, imbroglioni, usurai, faccendieri ecc) era ancora più semplice.
E anche così, come insegnano molti libri, era abbastanza facile rimanere "scottati" e marchiati per tutta la vit (cfr. Il sapore del paradiso, di Connie Mason, oppure Northanger Abbey, di Jane Austen e anche Ragione e Sentimento, sempre della stessa autrice).
Il vero debutto delle damigelle nella società "bene", ad ogni modo, iniziava dopo la presentazioni di queste al monarca.
Tipiche della Stagione di Londra erano le corse dei cavalli ad Ascot, dove bisognava essere vestiti adeguatamente per essere ammessi e si seguiva un'etichetta addirittura più rigida di quella adoperata a Palazzo; molto importante era anche il Chelsea Flower Show, manifestazione di tipo botanico con floricoltori provenienti da tutto il paese (citato nel libro Un sentimento inopportuno di Katie Fforde che, sebbene sia un contemporaneo, presenta qualche accenno alla manifestazione che si tiene ancora oggi a Londra).
Anche il Festival di Edimburgo era un'attrazione importante esattamente come le piece proposte dal West End Theatre.
Al giorno d'oggi le gare di tennis di Wimbledon cadono proprio durante il periodo della Stagione, il che lascia intuire da dove derivi l'origine di questa competizione sportiva.
Come ci si vestiva durante la Stagione?
Rifarsi il guardaroba era l'obbligo per ogni ragazza e, è il caso di ammetterlo, anche per gli uomini.
Era impensabile sfoggiare mise datate o mode passate. Era concesso il tocco personale, purchè il proprio estro creativo non fosse troppo evidente.
E un guardaroba da quanti abiti era composto?
Una miriade, a tal proposito cito un brano tratto da Sognando te, bellissimo romance di Lisa Kleypas:
Derek le rivolse un sorriso irresistibile. "Sono qui perchè mia moglie ha un piccolo problema che con voi non ammetterà mai."
"Ah?" Lo sguardo di Monique cadde istantaneamente sulla pancia di Sara.
Derek sorrise e fece una smorfia mentre Sara gli affondava un gomito nel fianco. Chinandosi verso la sarta, le disse in tono confidenziale: "Il problema è che ha paura di spendere i miei soldi".
A parte che questo sembra essere un problema diffuso in ogni eroina di romance che si rispetti, tutto ciò dovrebbe comunque lasciar intuire che la cifra a cui si fa riferimento è piuttosto importante. Vergognosa, per citare Pretty Woman.
[...]
"Non voglio che mia moglie sprechi un pomeriggio intero cercando di convincervi a fare vestiti con le stoffe meno costose o senza fronzoli. Voglio che li abbia il meglio e sia elegante quanto qualsiasi donna in Inghilterra, anzi di più. Il prezzo non è un problema."
[...]
"Quanti vestiti avete in mente, monsieur?"
A Sara dava fastidio che i due stessero portando avanti la transazione come se lei non fosse presente. "Quattro abiti da giorno" li interruppe "e due da sera. Sei in tutto. Forse un camicia da notte in percalle..."
"Venticinque" disse Derek alla sarta. "E non dimenticate i guanti, le scarpette, la biancheria intima, e qualsiasi altra cosa occorra."
Ammetto di aver provato molta invidia nei confronti di Sara in questa scena, un po' perchè questo libro mi fa impazzire (e Derek ancora di più... se non si fosse notato ho una vera predilizione per gli uomini in giacca e marsina) e un po' perchè un uomo che ti rifà il guardaroba a questo modo o ha i soldi da buttare, o vuole fare colpo e si sta indebitando per tutta la vita, o è innamorato cotto. Una opzione non preclude le altre. Però è romantico ugualmente.
Ma senza divagare troppo, questo era per dare un'idea. Venticinque abiti erano una bella cifra!
Certo non si poteva comparire in pubblico ai balli sociali o da Almack's con un vestito che si era già messo più volte perchè sarebbe stato sconveniente. Quindi bisognava mettere mano al portafoglio. Le sarte e le modiste delle città più frequentate facevano affari d'oro nel mese che precedeva l'apertura della Stagione e anche le sartine di periferia, o per le ragazze del paese o per i grandi ordini delle città che mandavano "in appalto" le richieste era un periodo ghiotto.
Era usanza, infatti, che le grandi couturiere si facessero aiutare dalle sarte meno famose compensandole per il lavoro. Insomma, ciascuno faceva del suo meglio per apparire e far apparire bello.
Anche gli uomini rifacevano il guardaroba, rinfrescavano vecchi modelli e li adattavano alle nuove mode. Si facevano confezionare anelli e bastoni da passeggio, cappelli e guanti. In Bond Street, una delle strade dei negozi di Londra, esisteva un negozio di cappelli molto famoso che marchiava ciascuna creazione e, dal numero, si poteva risalire all'acquirente (cfr. Emma, victorian romance, manga dell'autrice giapponese Kaoru Mori dove William Jones, il protagonista, smarrisce il cilindro in America e questo viene spedito al negozio il cui indirizzo è stampigliato su un'etichetta all'interno: il negozio provvide a restituirgli la tuba).
Posto una piccola lista di regole essenziali da conoscere per partecipare con decoro ad una corsa ad Ascot:
- Ad Ascot il cappello è obbligatorio.
- Per essere presentati per la prima volta al Palco Reale occorre essere dignitosamente vestiti e sponsorizzati da qualche conoscenza dei reali o parenti della famiglia regnante, oppure da qualcuno che è stato ammesso al palco più di quattro volte.
- Se si dispone del privilegio di entrare nel Palco Reale, occorre che i gentiluomini indossimo abiti neri o completi grigi da mattina abbinati a panciotto e cilindro.
- Le signore non devono mostrare troppa pelle.
- I vestiti devono esse accollati e le spalle coperte.
- Indossare un cappello e scarpe basse per essere ammesse al Palco.
Durante la Stagione, poi, c'erano molte cose da fare, passeggiate, ritrovi tra amiche, circoli del cucito, tè con le signore, la beneficenza di cui si è detto sopra, visite al porto traghetti o ai giardini Vauxhall.
C'erano le visite ai poverelli, c'era lo shopping (quello non manca mai), le gite in campagna.
E naturalmente c'era il riposo dopo i balli del mercoledì che si protraevano fino all'alba.
Oltre a queste occupazioni tranquille c'erano poi le corse clandestine con le carrozze, il gioco d'azzardo e l'alcool, con cui spesso si eccedeva.
Per la Stagione le ragazze andavano a stare dai parenti che abitavano in quella città, oppure la famiglia (o quella dei parenti) prendeva in affitto una casa e vi si stabiliva per un certo periodo con tanto di servitù.
La casa poteva essere di proprietà, in quel caso essa veniva utilizzata esclusivamente durante i periodi di soggiorno nel luogo e la servitù poteva essere assunta "a progetto", ovvero dal primo maggiordomo solo per i periodi di permanenza del padrone, oppure stabilmente.
La servitù a progetto era una consuetudine molto diffusa, ma creava un tasso di disoccupazione altissimo durante i periodi morti dell'anno, come l'estate.
E che cos'era la Piccola Stagione?
Con questo termine si definisce esclusivamente la Piccola Stagione Londinese che si aveva da ottobre a dicembre in occasione della riapertura delle Camere del Parlamento dopo il break estivo.
Non era frequentata come quella primaverile e non era indicata per il debutto in società, ma era comunque una scusa per mettersi in mostra, farsi vedere ed enfatizzare gli sviluppi della Stagione passata, ovverossia fidanzamenti, matrimoni e pettegolezzi.
A quante Stagioni si partecipava?
Una volta introdotti in società non c'era un limite, ma le ragazze che dopo la seconda, massimo terza partecipazione non avevano ancora trovato marito poteva sentirsi parecchio a disagio assieme a ragazze più fresche e giovanili, e quindi più appetibili, inoltre erano spesso vittima di pettegolezzi e malignità.
Una donna definita ufficialmente zitella, comunque, era un'ottima accompagnatrice per le più giovani e poteva introdurl negli ambienti e badare a loro con un occhio particolare. Erano molto ambite per la loro funzione di abili chaperon.
Una donna sposata invece partecipava alla Stagione esclusivamente per mettere in mostra sè stessa e il proprio status sociale o manifestarne uno che non si possedeva.
Credo di aver detto tutto sulla Stagione.
Eventualmente scriverò qualche post aggiuntivo, non credo davvero che si possa esaurire ogni dettaglio in così poco spazio...
Auguro a tutti buona serata, ciao!
Mauser
Davvero interessante, grazie mille per avermi "aperto gli occhi" sulla stagione mondana...
RispondiEliminaEd io che pensavo fosse il cambio di stagione!
Grazie ancora!
Ciao, sto leggendo un romance ambientato a Firenze nella seconda metà dell'ottocento dove si parla di Stagione come fosse quella londinese. NOn mi risulta che esistessero questi fenomeni sociali anche in altre parti d'Europa... magari in altre forme potevano essere simili ma non erano di certo stagioni all'inglese. Sbaglio?
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