4 novembre 2009

Il Debutto in Società

Quante volte, nei libri e nei film abbiamo sentito nominare questo benedetto debutto?
Io una marea di volte, un centinaio e forse più e non sto volutamente esagerando.
Come apro un libro della Austen, della Heyer, di qualsiasi altra ambientazione, dagli ultimi dark-magic-gothic al romance storico più incallito ecco che il Debutto mi aspetta al varco.

Ormai noi ragazze del terzo associamo il Debutto con i diciotto anni.
Per la mia maggiore età mi è arrivata a casa una bella busta con l'invito al Ballo delle Debuttanti della mia città, occasione a cui non ho partecipato, ma mi sono rifatta guardando in televisione la serata del Ball delle Debuttanti di Vienna, con tante splendide ragazze in abiti dell'altro secolo che danzavano con grazia assieme ai cadetti dell'Accademia di Livorno tirati a lucido.

Il Ballo moderno è la ricostruzione di una favola, dove le ragazze fanno finta di tornare indietro nel tempo, vengono servite come le damine di una volta e possono vivere la magia di un ballo di gala, occasione alquanto rara.
Ma che cos'era il Ballo e il Debutto fino a un paio di secoli fa?

Il Debutto in società era l'ufficializzazione dell'entrata nella società, nel mondo dei grandi.
In parole povere, le ragazze erano pronte per sposarsi: benvenute nell'età da marito!

La tradizione risale addirittura al medioevo, quando le signorine in età papabile venivano presentate a corte... per lo stesso motivo. Sì, i tempi cambiano, ma mai a sufficienza... l'obiettivo femminile dei secoli passati era lasciare la cada paterna e diventare la signora di una propria. Un pensiero che fa inorridire ogni moderna suffragetta, ma la triste realtà del mondo misogino che ha regnato fino a non molti anni orsono.


Per il Debutto ed essere ufficialmente presentate al ton nella loro nuova condizione, le ragazze altolocate si recavano a Londra durante la Stagione Mondana, in primavera, e partecipavano ai balli, alle cene e ai ricevimenti. Prendevano il tè con gli adulti e cominciavano a parlare di argomenti meno infantili.
L'obiettivo del Debutto era quello di cominciare a guardarsi intorno e scegliere un buon partito da puntare.
Poichè nella società del passato i rapporti tra i due sessi erano legati quasi esclusivamente dal matrimonio, era importante che, appena raggiunta la maturità fisica e psicologica, la ragazza iniziasse a darsi da fare.
I suoi obiettivi come donna, anche per ottenere un certo prestigio di sè, erano, nell'ordine:
  1. Sposarsi
  2. Sposarsi in una famiglia benestante, di rango pari, ma possibilmente superiore al suo
  3. Cementare la sua posizione mettendo al mondo degli eredi
  4. Possibilmente eredi maschi
C'è da fare una piccola precisazione sull'ultimo punto.
In passato infatti, poveri com'erano di conoscenze di genetica in un mondo gestito e organizzato quasi esclusivamente dagli uomini, le donne erano considerate responsabili per il sesso del nascituro.
Benchè le nostre nozioni moderne in campo medico facciano sapere anche ad una bambina di dieci anni che questo punto è determinato esclusivamente dagli uomini, a quel tempo tutta la colpa era addossata alla donna e, naturalmente, tutto il merito al di lei compagno.

[piccola annotazione per cui ringrazio l'utente Anonimo che mi ha lasciato la segnalazione: si sta ancora studiando su che cosa determini veramente il sesso del nascituro.
Recenti teorie di cui ho da poco anche io scoperto l'esistenza sostengono che sia l'ambiente dell'utero che favorisce il movimento di determinati spermatozoi X piuttosto che Y e viceversa, tuttavia, anche se il sesso del bambino fosse effettivamente determinato da ciò, mi sembra un tantino eccessivo addossare ad una donna l'intera colpa (???) per aver partorito una femmina piuttosto che un maschio, soprattutto dato che non si tratta di una scelta volontaria e che sia portare avanti una gravidanza che partorire non sono proprio una passeggiata].


Una donna sposata aveva molti più privilegi rispetto ad una ragazza nubile, era indipendente dalla famiglia e questo era un punto fondamentale: riuscire a staccarsi dalla casa paterna sanciva l'inizio della vita adulta, specialmente in famiglie numerose con più di quattro o cinque figli dove la considerazione del singolo era sempre seconda al bene del gruppo e dove si perdeva in parte la propria identità.

Il matrimonio dell ragazze era prioritario per elevare il casato di rango e dargli maggiore considerazione negli ambienti che contano. Il futuro marito, inoltre, si accolava anche i debiti della famiglia e aiutava le altre sorelle per il loro debutto, a volte fornendo loro la dote necessaria, ma questi sono argomenti che tratteremo approfonditamente in altri post.

L'età per il debutto delle ragazze andava dai diciassette ai ventitrè anni, dopo questo fatidico compleanno la poveretta cominciava ad essere considerata una zitella e iniziava lentamente il suo declino sociale.
Il debutto generalmente avveniva un paio di anni dopo essere diventate signorine, questo perchè nei secoli passati l'età dello sviluppo e, soprattutto, delle prime mestruazioni era più avanzata rispetto a quella attuale: al giorno d'oggi le ragazze hanno il menarca tra i dieci e i sedici anni, mentre nel Settecento e nell'Ottocento l'età era tra i quattordici e i diciotto.

Generalmente le ragazze provenienti da famiglie con sorelle maggiori potevano debuttare soltanto dopo che le sorelle maggiori si erano sposate. Naturalmente c'erano parecchi strappi a questa regola, specialmente se l'età tra le varie sorelle era poca, questo perchè i fidanzamenti erano piuttosto lunghi.

Il modo più conosciuto di debuttare era partecipare a balli e ricevimenti.
Le famiglie benestanti portavano le proprie figlie a Londra per la Stagione Mondana, ma non tutti potevano permetterselo: la Stagione di Londra era, infatti, molto dispendiosa. Occorreva procurarsi un guardaroba nuovo e all'ultima moda per non sfigurare e bisognava avere le conoscenze e gli agganci giusti per essere invitati, per esempio, ai balli di Almack's del mercoledì o simili.
Le Ragazze che debuttavano a Londra avevano anche la possibilità di essere presentate ai sovrani, un'occasione considerata un grandissimo onore.

La Stagione londinese, comunque, offriva una vastissima scelta di partiti tra cui scegliere: uomini in cerca di moglie frequentavano assiduamente la corte, i pranzi e i balli, giovani scapoli o ricchi vedovi, cacciatori di dote e libertini incalliti.
Le innocenti debuttanti non erano le sole alla ricerca, anche gli uomini si recavano ai suddetti ritrovi nella speranza di trovare una ragazza di aspetto piacevole, con buone maniere, dotata di talento, proveniente da una buona famiglia con molti agganci e una dote considerevole e dalla reputazione immacolata per diventare la nuova signora di NewCastle, Lady Fitzgerald o Mrs Potter. O semplicemente l'amante di qualcuno.

Per le ragazze della Stagione di Londra un matrimonio bene era quasi assicurato, il che ripagava genitori e parenti dei debiti che avevano contratto per mandarle nella capitale o per farle studiare nei prestigiosi collegi femminili dove insegnavano etichetta e buone maniere.

Si conta che l'87% delle ragazze che partecipavano a due Stagioni finissero per sposarsi; di queste il 59% faceva un buon matrimonio, il 30% un matrimonio tra pari, 11% un matrimonio svantaggioso.
D'altro canto, i balli di debutto erano una delle poche occasioni per mettere in contatto uomini e donne. Vi erano poi i matrimoni combinati da bambini dalle famiglie, un'usanza in voga però solo tra famiglie nobili di alto livello o nella provincia. Eppoi vi erano i compaesani.

I matrimoni tra compaesani meritano un discorso a parte: sposare uno proveniente dalla propria città o cittadina era considerato sia un bene che un male. Difficilmente sarebbe stato un matrimonio particolarmente eccellente, ma garantiva una cera rispettabilità e la sicurezza del posto dove si sarebbe andati ad abitare.
Ovviamente non garantiva però il futuro: nobilastri della campagna o imprenditori del Nord Inghilterra erano vittima dell'alcool o del gioco d'azzardo quasi qanto i giovani debosciati della City e altrettanto perseguitati dai debiti.

Capitava che le ragazze si innamorassero di uomini irraggiungibili durante la loro prima stagione o rimanessero affascinate dal lusso e dalla nobilità, poco abituate come erano allo sfarzo e all'ostentazione della capitale, specialmente se provenivano direttamente da qualche rigido collegio dell'entroterra o dalla società di campagna.

Alcune ragazze si sposavano per amore, un caso raro, ma, come spiega Lisa Kleypas nel suo racconto Nodi d'amore, le coppie innamorate, nella società di Londra erano considerate provinciali e campagnole. Una considerazione decisamente poco lusinghiera nei confronti di questo sentimento.

Ma tornando al debutto.
Trovato uno o più spasimanti, la ragazza e la famiglia cominciavano le proprie considerazioni.
Scelto quello più idoneo, questo veniva incoraggiato dalla giovane: accompagnati da uno chaperon i due innamorati potevano passeggiare brevemente per i Giardini di Vauxhall, andare a teatro o partecipare ai balli.
Se il rapporto resisteva (anche grazie agli accordi tra il giovane e la famiglia di lei), questo culminava in una proposta di matrimonio.

In alcuni casi la ragazza portava avanti la relazione da sola e solo alla fine, dopo aver ricevuto il suo consenso, lo spasimante si proponeva ai di lei genitori.
In questi casi, non sempre la proposta veniva accolta. In quel caso i due o rinunciavano al loro amore oppure fuggivano nottetempo per sposarsi a Gretna Green, la prima città scozzese dopo il confine, dove ci si poteva sposare alla maggiore età scozzese: 16 anni.
Poichè in alcuni casi la relazione tra i due era una semplice infatuazione giovanile, i matrimoni rischiavano di finire presto o di portare a relazioni fredde tra i due coniugi.
Una fuga a Gretna era considerato un grande scandalo per una famiglia.

Un altro grande scandalo era quando i fidanzati decidevano di rompere il fidanzamento. Questo, ad opera soprattutto dei gentiluomini, lasciava la ragazza e la sua famiglia in uno stato di grande confusione: il tempo era passato da quando aveva partecipato alla Stagione, quindi era "invecchiata", inoltre le malelingue facilmente attribuivano a lei la colpa per questa decisione improvvisa, sostenendole contro le accuse più disparate, dalla frigidezza di affetti al traporto eccessivo, una condizione che non si addiceva ad una signora.

Alcune ragazze, vittime di libertini senza scrupoli o affascinati dai giovani rampolli della Londra bene, perdevano la loro reputazione immacolata cadendo in qualche tranello delle buone maniere che le portava ad essere considerate delle donne deboli che cedevano facilmente agli impulsi del peccato (notasi che non necessariamente queste poverine andavano a letto con i suddetti uomini, poteva anche trattarsi di una semplice uscita senza chaperon).

Una volta che una ragazza aveva perduto la sua virtù, questa difficilmente riusciva a maritarsi, a meno che non avesse dalla sua una dote piuttosto importante.

Si diceva che i giarini Vauxhall di Londra fossero così intricati che perfino le più accorte delle madri perdessero di vista le figlie assieme agli innamorati ;) (ma tra l'altro, che potevano mai fare? A parte qualche bacetto non credo che ci fosse la possibilità di compromettersi più di tanto...)

Ma escludendo incidenti di percorso e trabocchetti della società, i balli di debutto delle ragazze erano un modo per sognare il principe azzurro e cercare anche di trovarlo.

La parte da sogno, per chi poteva permettersela, era il guardaroba nuovo. Ci si recava con largo anticipo dalla sarta a farsi cucire gli abiti e a comprare le stoffe pregiate: cotone e lino durante la Reggenza, ma anche broccati e sete, damaschi e velluti per i tempi vittoriani.
Si sceglievano le scarpe coordinate e si realizzavano i cappellini ornati di fiori e piume.
Era uno strappo alla rigida etichetta, questo periodo di preparazione.
Le ragazze si facevano belle acconciando i capelli in pettinature raffinate ornati di perle e brillantini, fiori e nastri; con i ferri caldi ci si arricciavano le punte (al contrario di adesso) e si intrecciavano le ciocche. Le cameriere consegnavano solo pasti salutari alle loro giovani padrone perchè mantenessero la linea che era fin troppo facile perdere con i banchetti luculliani delle case importanti e dei circoli di prestigio.

Durante la Stagione non c'erano solo i balli e i ricevimenti, ma anche i pranzi e le colazioni, le passeggiate in calesse o nei parchi della città, ci si recava alle opere di beneficenza organizzate dalle matrone, si andava alle corse dei cavalli e dei cani, a teatro e ai concerti.
C'erano i tè pomeridiani e le visite ai parenti o alle amicizie della città, ci si faceva vedere in giro per cercare di attirare su di sè l'attenzione dei gentiluomini impressionandoli con le loro maniere, mentre questi tentavano approcci discreti al parco o ai concerti, facendo più che altro colpo con il loro contegno, il fascino e, naturalmente i soldi.

E' difficile descrivere la magia di quei momenti, penso che molti autori e autrici abbiano fatto decisamente meglio di me, ma credo che la strada migliore sia quella di immaginare questo mondo fosforescente che affascina coi suoi colori e le sue maniere affettate. Con la sua ricercatezza.
Certo non mancavano né la villania né la grossolanità tra le boriose matrone della capitale e i tronfi signorotti che pensavano che comprare una moglie fosse come comprare un cavallo. In effetti era così che molti giudicavano le donne, ottime giumente da riproduzione che andassero bene anche come trofeo da esibire tra amici, tipo la trota da sei chili pescata tre settimane prima.
Anche la concorrenza non era male tra le giovani, basti pensare alla frase pronunciata da Elizabeth Bennett "Perchè l'Inghilterra ha la maledizione di avere più donne che uomini...?".

Ma insomma, si sognava la favola anche allora, sebbene a quel tempo le ragazze volessero soprattutto trovare un marito, mentre quelle di oggi vogliono solo rivivere i begli attimi della cavalleria, dello scintillio delle luci, degli abiti sfavillanti.

E allora continuiamo a sognare anche noi con la magia di quel tempo...

Buona serata a tutti, ciao ciao!



Mauser

6 commenti:

  1. Sul sesso del nascituro non è il maschio che "decide": pare che gli spermatozoi, prodotti in uguali proporzioni, possano avere motilità diverse tra X e Y in base all'ambiente chimico in cui si trovano. Non è da escludere che quindi il sesso sia in qualche modo "deciso" dall' utero.

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  2. Devo ammettere che, a parte il fascino di leggerne nel romanzi e di scoprire un modo di vivere così diverso a quello a cui sono abituata, i balli non mi entusiasmano particolarmente. Questo non significa però che l'argomento mi interessi poco!
    In particolare mi piace fantasticare sul tipo di ragazza che sarei stata io a balli di quel genere! Perché immagino che se fossi vissuta a quel tempo avrei adorato anch'io queste occasioni di svago, e sarei stata anch'io tra le fanciulle in cerca di marito! Che cosa buffa immaginarmi così! :)

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  3. Chissà che genere di personaggio saremmo stati!
    Io probabilmente sarei diventata un'acidissima zitella di quelle che trascorrono il loro tempo ai balli degustando tortine e facendo tappezzeria =)

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  4. Ciao! Mi puoi togliere una curiosità incredibile? Di solito, venivano fatti dei regali alle ragazze che debuttava, da parte delle famiglie?

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  5. Finalmente sono riuscita a iscrivermi e commentare...anche se ho ancora qualche difficoltà...

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  6. Raramente, spesso capitava che la famiglia avesse accantonato una somma per quello come si faceva per la dote, per pagare il guardaroba e gli eventi.
    Di solito comunque era la madrina o la signora che l'accompagnava al primo debutto che si accollava le spese

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