21 luglio 2011

Sonzogno pubblica «Come una rosa d'inverno»

Cari lettori,
a volte i miracoli esistono.

Benchè io sia scettica per natura stessa del mio carattere, perchè non si può essere sarcastici senza essere un po' scettici, questa volta sono estremamente positiva e, una volta in più ancora dobbiamo ringraziare l'evoluzione tecnologia che ci ha portato il web 2.0, cioè quel tipo di interazione che permette agli utenti di Internet di essere gli stessi costruttori, realizzatori e contibutori delle piattaforme e dei contenuti.

Insomma, per dirla con le parole di Tram:

Sì, lo so che per sua stessa definizione il web 2.0 fattelo-da-te può essere una manna (quando trovi quel che cerchi) o un lavoro (quando lo scrivi), ma trovo molto produttivo il fatto che esistano blog, forum e siti come Wikipedia o aNobii.
Inoltre, questa proliferazione di persone che esprimono la loro opinione, esercitano una specie di libero arbitrio commerciale consigliando o scongiliando e si preoccupano di far sapere cosa ne pensano delle cose a volte torna utile perchè sensibilizza i produttori di beni e servizi destinati agli utenti (anche quelli 2.0) secondo le richieste di questi.

Insomma, il solito preambolo che parte da Saturno per dire che il web 2.0 ha fatto l'ennesima conquista ed è riuscito a strappare con successo dai meandri dell'oblio Winter Rose, il romanzo che segue l'altro racconto di Jennifer Donnelly, quello di cui in passato lessi e scrissi: I giorni del tè e delle rose che solo di recente, lo scorso tardo autunno, abbiamo avuto la possibilità di vedere ristampato da Sonzogno in edizione economica dopo che la hardcover era introvabile, costosissima e sparita dai mercati cartacei e online (cfr. Braccando «I giorni del tè e delle rose»).

Per Winter Rose - Come una rosa d'inverno era stata aperta una petizione online per sensibilizzare la casa editrice sul problema di lasciare in sospeso una serie, tra l'altro neanche una caterva di libri come le varie saghe paranormal romance che abbiamo sul mercato (Feehan, Cole, Ward, Adrian) che constano di decine di volumi, ma due miserevoli libri per la storia creata dalla Donnelly che sarebbe stato un vero peccato lasciare in sospeso decidendo di cogliere la mela con il primo, ma fare finta di dimenticarsi dell'altro.
Sono felice di questa risoluzione che ha portato la casa editrice ad avvicinarsi anche al secondo libro e mi auguro che la qualità dell'edizione che intendono proporre per la storia sia leggermente superiore a quella della versione economica de I giorni del tè e delle rose, della quale mi sono veramente vergognata sia per la scarsa cura dell'impaginazione e formattazione, sia per la scelta dei materiali e della copertina (orrorifica).
Ma pensiamo positivo!
Come una rosa d'inverno sarà pubblicato da Sonzogno a settembre e io mi auguro che non faccia subito il tutto esaurito e che siano state preventivate un numero sufficiente di copie da distribuire alle librerie.


Trama
Siamo sulle sponde del Tamigi e corre l'anno 1900.
I sobborghi londinesi non sono certo posto per una ragazza, specialmente quelli più malfamati e puzzolenti, ma la determinazione di India Selwyn Jones è talmente grande da sfociare nella testardaggine ed è infatti riuscita ad estorcere alla sua famiglia il permesso di esercitare come medico per i più bisognosi.

Proprio tra la gentaglia India conosce il più famoso tra i gangster della capitale, il temutissimo Sid Malone, tanto affascinante quanto ammantato da un'aura di crudeltà e mistero. Il suo senso di giustizia le impone di cercare di redimerlo, ma non è questo l'unico motivo che la lega al pericoloso criminale tanto diverso da lei, quanto il misto di attrazione e repulsione che la spingono ad abbandonare la sua vita e i suoi cari per seguirlo nel mondo di violenza, povertà, miseria e storie di vita.

La storia è il seguito di quella che aveva visto protagonista Fiona nello scorso volume, che qui ritornerà insieme a Joseph per alcune apparizioni. Secondo le rivelazioni dello scorso capitolo, infatti, Sid Malone è il nome che il fratellino di Fiona ha acquisito per vivere nei sobborghi di Londra, braccato com'era dalla polizia per i suoi incontri clandestini di pugilato e sconvolto per l'assassinio della madre ad opera del misterioso Jack lo Squartatore.



Grazie, Internet!
E grazie anche all'autore anonimo del commento che mi ha permesso di scoprire questa interessante news!
Con affetto, ad entrambi


Mauser

6 commenti:

  1. Bellissima notizia M! I giorni del tè e delle rose è ancora sul comodino di Alessia (l'abbiamo comprato a metà) ma mi fionderò in libreria appena uscirà il seguito...chissà che io riesca a leggerli entrambi prima della fine dell'anno! :)

    RispondiElimina
  2. Sono sicura che riuscirai a finirlo prima tu di me, che lo sto leggendo in inglese. Io, per ora, l'ho abbandonato: mi fa soffrire troppo. Intendo riprenderlo perché voglio vedere come va a finire, ma non so quando accadrà.

    Tutto quello che ho detto precedentemente rimane vero: è scritto bene, è ricco, ricchissimo di personaggi multisfaccettati (a me piace particolarmente il "VERO CATTIVO"), l'intreccio è complesso e la storia interessante... ma a me mette l'ansia.

    Buone letture,
    Ludo.

    RispondiElimina
  3. Soffrire?
    Oh mamma, Ludo così mi preoccupi!

    però in effetti neanche a me piacciono i cattivi redenti, sono poco credibili, insomma perdono la dignità che hanno i veri cattivi...

    RispondiElimina
  4. @Mauser: sono io che ho un rapporto strano con il grande romanzo storico-sociale. La narrazione ricca di pathos non aiuta e io... mi faccio prendere dall'ansia, come dicevo. Si tratta più di inclinazioni personali che altro e ammetto che non avrei dovuto usare il verbo «soffrire». Diciamo che è un romanzo che mi turba molto per come sono fatta.

    Non ho ancora avuto modo di leggere la tua entry sulle divise dei domestici, ma lo farò presto. A proposito, hai letto Kuroshitsuji? So che doveva arrivare in Italia... probabilmente l'hanno già pubblicato.

    Ludo.

    RispondiElimina
  5. Beh, tutti abbiamo i nostri perchè, io per esempio non sono psicologicamente in grado di resistere alle vicende prive di lieto fine diabetico, neanche ai finali aperti ad essere onesti. Inoltre il romanzo storico che tratta avvenimenti della shoah mi traumatizza non poco, la mia visita a Mathausen mi ha profondamente segnata e da allora mi rendo conto che per male possano raccontarla, non sarà mai come il trauma che ho subito e, lo dico francamente, sono contenta di avere, altrimenti non ne avrei mai compreso la gigantesca portata.

    Kuroshitsuji l'ho visto in fumetteria, ma non l'ho preso, ho tante di quelle serie attive che non me la sento di cominciarne l'ennesima =)
    Se riesco lo leggerò a scrocco da qualche amica

    RispondiElimina
  6. Sono veramente felice che sia uscito il seguito. Non so se lo adorerò ancora, arrivata alla fine. Intanto mi godo il piacere di incontrare di nuovo una donna letteraria, Fiona, che mi ha dato tanto. E' sempre bello tornare a sentir vicini certi personaggi!

    RispondiElimina



Hai qualche idea?
Vorresti approfondire un argomento particolare?
Ci sono curiosità di cui vorresti scrivessimo?

Manda una mail a
georgianagarden@gmail.com