6 febbraio 2011

La cosmesi al tempo dei victorians

Partiamo da un presupposto che per me è una regola di vita: il gusto del bello trascende la moda.

Quando ero più giovane i miei compagni di classe mi prendevano spesso in giro perchè non mi vedevano mai ai piedi le fantomatiche scarpe Nike e mi chiamavano poveraccia a causa di ciò, invero devo confessarvi che io porto avanti una campagna di boicottaggio della Nike per quelle notizie trapelate da giornalisti di frontiera che avevano scoperto l'impiego di ragazzini giovanissimi nella catena di produzione.
A chi mi dice: tanto lo fanno tutti, io rispondo secondo il principio spartano: "sì, lo fanno tutti perchè il concetto stesso di produrre in massa il superfluo (non penso sia necessario cambiare paio di scarpe una volta ogni sei mesi) è bacato, e quindi applica principi bacati, tuttavia, secondo il principio citato poc'anzi , io ti punisco perchè ti sei fatto scoprire, ergo, sei un imbecille che non merita di stare sul mercato globale, tesoro, se vuoi la globalizzazione, questa è".
Comunque le scarpe non sono state l'unica cosa e ci sono momenti nella propria vita dove si è troppo giovani o troppo stupidi per lasciare che semplicemente le prese in giro ci scivolino addosso, io tacevo e poi mi facevo le paturnie, fosse adesso li ricoprirei d'insulti, ma si sa, con l'età i difetti si accentuano.

Ad ogni modo, trascurando questo piccolo interludio, ciò di cui volevo parlre oggi non è una seduta psicologica da un poveraccio che analizzi i miei complessi, bensì dei canoni di bellezza e delle cose che si facevano per apparire più conformi agli standard dell'epoca: voi cosa fate? Trucchi, scarpe alte, dal parrucchiere una volta la settimana? Manicure, estetista? Andate farvi strappare le sopracciglia o a impiastrarvi il viso? Vi fate fare i massaggi o le terme? Fate sport tutti i giorni per il solo fine di dimagrire e non per la sensibilità verso l'attività fisica?
Vediamo cosa facevano in passato...


Rococò time
Una volta dall'estetista mi è capitato di riflettere su come fossero cambiate determinate manie di bellezza nelle donne e il primo pensiero, mentre una ragazza si faceva strappare le sopracciglia, è stato il constatare come questo fosse, per esempio, completamente in antitesi con le abitudini rococò dove sopracciglia folte e crespe erano all'ultima moda nella fastosa corte francese di Maria Antonietta.
Non mi credete? Invece è così, non solo le sopracciglia non venivano rimosse come è usanza piuttosto moderna per renderle sottili e definite, ma le donne se le pitturavano volutamente per renderle più spesse e scure, le spazzolavano al contrario perchè sembrassero ulteriormente folte e, in mancanza di un aiuto da parte di Madre Natura (quella di Puffi, ovviamente), se ne applicavano di finte.
Le satire dell'epoca non sono state indulgenti con queste poverette fashion-victim del tempo, in alcune scenette satirische che erano tanto di moda venivano ritratte mentr si applicavano dei topi morti sopra gli occhi: tutta raffinatezza!

Vanità
by Francois Brunery
Era invece estremamente importante la pelle; doveva essere chiarissima, morbida e delicata; durante la fastosa corte dei Luigi, per ovviare alle macchie, all'acne e alla mancanza del fondotinta, le donne solevano applicare al viso, al collo e alle mani delle creme a base di piombo e... cacca di uccelli.
A me personalmente fa un po' schifo, ma visto che non ho la più pallida idea di cosa contengano realmente le creme di bellezza L'Oreal, Garnier e altro reclamizzate in tv, non mi pronuncerò sulla cosa. Posso però dire che georgians e victorians se le andavano davvero a cercare! L'arsenico nelle pitture della carta da parati, il piombo nelle creme, il mercurio nei cappelli... se non morivano giovani era davvero un di più!
L'impiego del piombo abbiamo capito che non era proprio la trovata più intelligente, ma in moltissime culture di tutto il mondo si riconosce l'impiego del guano nella preparazione dei belletti, lo si ritrova sia negli impiastri rituali delle civilta precolombiane, una fra tutte quella Incas, ma anche nell'impasto del belletto della bianchissima maschera delle geishe, dove era espressamente richiesto che la cacca in questione fosse quella di un usignolo.

Se avete lo stomaco forte, date un'occhiata al video qui sotto che parla della toeletta di una signora georgiana ^__^




Cosmetici industriali
La cosmesi come scienza è antica, ma come business e fonte di denaro un po' meno, questo perchè nel Settecento il commercio e la produzione industriale non erano ancora sufficientemente evoluti per fare delle sprovvedute donne dell'epoca un target di prodotti miracolosi, esistevano parrucchieri e profumieri che si intendevano anche di belletti, fard e matite per occhi, ma la loro professione era abbastanza limitata sebbene quasi ogni donna della corte si servisse dei loro ritrovati.

Con il brusco cambio di rotta dell'epoca regency, che abolì qualsiasi cosa non fosse naturale, anche il commercio di prodotti di bellezza ricevette un duro colpo d'arresto.
Vanità
by Auguste Toulmouche
Prodotti di cosmetica come creme, oli e saponi erano realizzati artigianalmente, preparata dalle ragazze interessate aiutate da mamme e zie che le supportavano nella loro conquista della femminilità.
I profumi erano di gran moda (cfr. L'acqua di Parma di Maria Luigia), non altrettanto successo avevano rossetti e ombretti, la pelle doveva essere naturale e luminosa, non castigata sotto uno spesso strato di cerone biancastro alla moda di Ridge di Beautiful, pardon, volevo dire alla maniera rococò. Qualche ardita provò con molta intenzione a rilanciare la moda, si veda per esempio la Principessa Carolina di Brunswick, sposa di Giorgio IV, ma i tentativi furono dei fallimenti che la portarono ad essere etichettata come ridicola piuttosto che chic.

Nell'Ottocento, quando invece la tecnologia e l'intenzione di fare del denaro con i prodotti di bellezza c'erano, era invece considerato sconveniente che le ragazze si impiastrassero la faccia con pitture, colori e composti come avevano fatto fino a qualche decade prima.
Questo perchè erano le donne di malaffare a tingersi i capelli, imbellettarsi di rosso le guance e le labbra ed esaltare gli occhi.

Vi riporto un passaggio da uno dei miei libri preferiti: Una ragazza fuori moda di Louisa May Alcott, la stessa autrice di Piccole donne, ma io personalmente preferisco il primo alla storia delle sorelle March, principalmente perchè ero un'accesa sostenitrice della coppia Jo/Laurie, anche se lui era un po' vanesio, ma credevo fermamente nelle capacità di lei di redimerlo, invece è toccato a quella smorfiosetta di Amy...
Maud uscì dalla stanza. Non appena la porta si fu chiusa alle sue spalle Tom rivolse una domanda a Fanny, sottovoce:
«Fan, Trix si trucca?»
L'unica risposta fu una risatina soffocata.
«Ho il diritto di saperlo» riprese Tom, irritato.
Con una punta di panico Thomas Shaw cominciava a rendersi conto che il ruolo di fidanzato non era tutto rose e fiori.
«Che cosa ti fa suppore che lo faccia?» chiese di rimando Fanny.
«Be', insomma...» Tom appariva piuttosto imbarazzato.
«Non mi permette mai di baciarla sulle guance: solo di sfiorarle appena le labbra. Poi, l'altro giorno, mentre prendevo un fiore per metterlo all'occhiello, le ho fatto inavvertitamente cadere una goccia d'acqua sul viso. Volevo asciugarla, ma lei mi ha respinto ed è corsa allo specchio tamponandosi più volte con un batuffolo d'ovatta; quando è tornata aveva una guancia più rossa dell'altra. Non ho detto niente, ma ho cominciato a sospettare. Allora: si trucca o no?»
«Sì. Ma acqua in bocca, mi raccomando: se sapesse che ho svelato il suo segreto non me lo perdonerebbe mai».
«Non me ne importa: questa storia non mi piace affatto e deve finire.»
«Non puoi farci niente. Gran parte delle ragazze si truccano con cosmetici in crema o in polvere; si scuriscono le ciglia con forcine bruciacchiate e prendono acqua di colonia su zollette di zucchero oppure un po' di belladona per avere gli occhi più lucenti. Clara ha provato anche l'arsenico per migliorare la sua carnagione, ma la made gliel'ha proibito.»
«Voi ragazze siete un mucchio di imbroglione. Ame le ragazze imbellettate come attrici non piacciono affatto» replicò Tom con aria disgustata.

Louisa May Alcott, Una ragazza fuori moda



Come si sa, comunque, la voglia di apparire migliori è inarrestabile e la diffusione di questa scienza della bellezza e del suo commercio, sebbene inizialmente malvista, continuò a svilupparsi fin tanto che si divenne sempre più tolleranti e alla fine creme, belletti e pitture, che dopo il periodo rococò erano stati dimenticati, ritornarono di moda, sebbene in maniera meno vistosa.


L'erbolario: dalla natura con terrore
Visto che la chimica stava ancora muovendo i suoi incerti passi, in passato il più fedele amico di una donna era il suo orticello di erbe officinali o, in alternativa, il farmacista.
La Toilette
Autore sconosciuto
La fede numero uno da seguire per ritoccare il proprio aspetto era che il trucco non dovesse essere appariscente [un'idea che, tristemente, è andata sparendo coi secoli presentandoci mostri dagli occhi cerchiati come i panda e dalle labbra tanto plasticate dal gloss da sembrare ridicole], fu così che più che cosmetici da applicare alla pelle fossero molto utilizzati preparati, bevande, tisane e olii che avevano come effetto quello di esaltare una certa dote.

La belladonna, per esempio, era ampiamente adoperata per far sì che gli occhi acquistassero luminosità, il che non sarebbe un cattivo effetto, se la pianta non appartenesse alla stessa famiglia di pomodori e patate. Ok, che c'è di stano? Pomodori e patate non sono tossici, li mangiamo... invece no!
Le foglie di pomodoro o di patata sono velenosissime, tanto che possono uccidere un uomo adulto in breve tempo e la stessa ingestione in quantità ridotte provoca effetti da avvelenamento evidenti e terribili.
Anche la belladonna è un veleno portentoso, inutile quindi dire che, chi eccedeva nell'impiego, rischiava una fine molto tragica.

Per schiarire la pelle un preparato casalingo a base di oppio sortiva ottimi effetti. Splendido, si diventava dei cocainomani per far sembrare la pelle più giovane...


Durante il XIX secolo iniziarono perfino a nascere dei centri di bellezza, uno particolarmente famoso in Bond Street di Madame Rachel, che prometteva la bellezza eterna [sembra la strega di Biancaneve -.-'], peccato che tra gli ingredienti delle sue rinomate creme e paste di bellezza figurasse l'arsenico, di cui abbiamo ampiamente parlato in passato, quindi forse, più che Biancaneve, bisognerebbe citare La morte ti fa bella, che ne dite?
Ma dopotutto, come dice il proverbio: se bella vuoi apparire, dal dolore devi morire, sebbene la mia estetista mi abbia assicurato che ne esista anche una versione decisamente meno violente che dice se bella vuoi apparire, un poco devi soffrire ed io apprezzo molto le sue intenzioni, sul serio...
...e Il diavolo veste Prada è maestro.


Per contro di un sempre maggior numero di ragazze che si truccavano (poco e soprattutto non vistosamente), alcune donne della vecchia guardia condannavano severamente questi comportamenti, ad esempio la giornalista Eliza Lynn Linton, che in un articolo del 1868 lancia una forte invettiva, sostenendo che questi comportamenti stavano facendo marcire da dentro la società e uccidendo la religiosità delle ragazze in un conflitto con l'apparire esteriore.
The admiring glance
by Auguste Toulmouche
Come vi sarete senz'altro accorti, il confronto continui tra bellezza interiore e bellezza esteriore era già una polverire all'epoca, accentuato quanto oggi, solo che di mezzo ci mettevano pure la religione, ma l'epoca vittoriana era religiosissima e puritana, quindi è normale che comparisse a dare manforte alla purezza di spirito e bellezza dell'animo piuttosto che a quella del corpo che non è altro che un mezzo di tentazione e di peccato (cfr. Susanna e i vecchioni qui la narrazione dal libro di Daniele e spiegazione).

Il prosieguo della storia lo conosciamo tutti: negli anni Venti del Novecento andarono di moda i capelli scoloriti verso il rosso (come le prostitute dell'Ottocento O.O), nel dopoguerra il rossetto rosso era un must di tutte le più grandi attrici: Marlene Dietrich ha fatto scuola, ma anche Joan Crawford, Marylin Monroe e anche la più grande trasgressione femminile dopo il divorzio.

Intanto la Loren e la Lollo fanno tendenza oltreoceano lanciando le supermaggiorate mediterranee stile lavandaia settecentesca prima di essere soppiantate dall'esile ed eterea, eterna Audrey Hepburn.

Negli anni Sessanta arrivano la minigonna e i capelli cotonati, Doris Day passa alla storia come la biondina della porta accanto e nel decennio dopo Brigitte Bardot come la biondona dell'altra porta lanciando la trasgressione degli occhi bistrati pesantemente di nero che saranno un cult degli anni Settanta, dovedopo Woodstock, anche gli uomini inizieranno a truccarsi e per cantare non sarà più necessaria la cravatta.
Da Marilyn, stavolta Manson, ai Tokio Hotel il passo è breve...
Detto ciò, mi sono appena rovinata l'appetito.


Da leggere
Consiglio sicuramente la lettura del seguente libro, acquistabile su Amazon.it (sì, Amazon è ANCHE in Italia!!!), sebbene non ne esista la traduzione in italiano...
Madelene Marsh, Compacts and Cosmetics: Beauty from Victorian Times to the Present Day


Noi ci ritroviamo presto con qualche ricetta di bellezza che sono riuscita a recuperare durante le mie ricerche ^___^

Baci a tutti





Mauser

6 commenti:

  1. Grande! :D
    Io conosco anche la versione ai tempi di Dante: le donne si lavavano capelli con piscio per schiarirli e facevano bollire una gallina con qualcos'altro (ora non ricordo) e ci facevano il bagno. Poi si rasavano la fronte, perché la fronte alta era considerata bella, inoltre si rasavano le sopracciglia.

    Le donne si imbellettano da sempre. :)
    (però non era poi così vero che nel periodo vittoriano era importante solo l'interiorità, visto che mi pare proprio di ricordare che gli uomini si sceglievano le belle donne, prima di ripiegare su "scelte disperate".)
    Ah, ipocriti. :D

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  2. Bellissimo questo post.. il video è fantastico, la signora georgiana avrà tirato la coda a due scoiattoli per farsi le sppracciglia.. ahahahah!
    ..aspetto le ricette di bellazza sperando che non includano piscio e brodo di pollo.. ;)

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  3. Quella di decolorarsi i capelli usando l'urina di cavallo o vacca è un'usanza molto antica, già le donne romane la adoperavano quando divenne di moda il "biondo barbaro", mentre in precedenza ci si coloravano i capelli di scuro con l'hennè, con il carbone, l'olio e il mosto, c'erano tantissime ricette.

    L'osservazione che hai fatto sugli uomini victorian è vera fino ad un certo punto perchè erano in pochi, sia uomini che donne, a scegliersi il /la propria consorte, c'era il matrimonio conbinato anche per gli uomini e la ragion di stato andava oltre l'apparenza...basti vedere il caso di Enrico VIII con Anna di Cleves... se la famiglia lo imponeva era difficile sfuggire al matrimonio con uno scorfano, per quanto ripugnante

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  4. Mi fa un po' sorridere il fatto che sappiamo benissimo che la cosmesi è una roba da piccolo chimico impazzito con l'animo del Dulcamara dei vecchi tempi, eppure continuiamo a impiastricciarci con qualunque cosa e a sottoporci a qualunque manipolazione. Da sempre! E non smetteremo, presumo... Post molto istruttivo!
    (bellissima la citazione di L.M.Alcott)

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  5. Verissimo, anche se tutte prima o poi diciamo che truccarsi è un po' come dire il falso su noi stesse, alla fine siamo alle prese con rossetti, fondotinta e altre amenità...
    Mal comune, mezzo gaudio

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  6. ciao che bel blog mi sono appena unita e t ho aggiunta nella blogrollo, spero che passerai da me, ho aperto un blog d bellezza oggi baci baci
    http://consiglibellezzaemoda.blogspot.it/

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