Le donne proteggevano la loro pelle delicata con cappellini, parasoli e guanti e anche gli uomini non erano da meno, basti ricordare gli ombrelloni di seta e i drappi coprenti con cui i gentiluomini inglesi venivano trasportati con tutti gli onori per ripararsi dal forte sole egiziano, durante le visite agli scavi archeologici o per la permanenza indiana.
In tutta questa prevenzione accurata poteva accadere ugualmente che una ragazza si scottasse, per esempio cavalcando o giocando a volano e allora che fare?
Il fastidioso rossore che rimane per un paio di giorni non era considerato propriamente fine, ecco quindi che le zie e le mamme consigliavano alla giovane di lavarsi il viso alla sera con il latte non scremato, un trattamento garantito che avrebbe cancellato la bruciatura in pochissimo tempo.
Era un'ottima soluzione perchè il latte è un idratante naturale ricco di proteine e grassi che ammorbidisce la pelle e la panna un emolliente molto efficace, insieme combattevano alla perfezione questi inconvenienti al sole.
Questo trattamento era talmente all'avanguardia che, ancora oggi, chiamiamo latte solare la crema doposole. Il latte e le mandorle sono entrambi componenti ancora presenti nei doposole e negli anti scottature che usiamo d'estate e, in linea generale, anche efficaci [la sottoscritta non fa testo, è riuscita a bruciarsi andando al mare 4 ore dalle 8 a mezzogiorno, quindi in zona protetta, e applicandosi tre volte la protezione 60: quando lo racconto in giro non mi credono...].
Nel caso la bruciatura fosse molto evidente, c'era però anche un composto naturale a detta di molti infallibile:
Grattate finemente una radice di rafano e lasciatela ammorbidire nel latte per alcune ore, dopodichè impastate bene le due e adoperate il composto per lavare il viso mattina e sera. Risultati garantiti!
Consiglio personale: chiudete gli occhi quando applicate la polpa, il rafano ha un sapore molto forte e a me fa addirittura lacrimare gli occhi ad effetto cipolla, quindi prestate attenzione che non ve ne finisca dentro o piangerete a lungo ^__^.
I fatti: l'autunno scorso quando sono stata a Monaco, ci hanno portato a mangiare al ristorante sotto la Rathaus, il municipio cittadino, dove hanno servito squisite salsiccette di Norimberga con purea di patate, orribili crauti e uno sconosciuto trito di erbe.
Da brava schizzinosa ho subito scartato i crauti, che puzzano troppo per il mio naso perchè io riesca ad avvicinarli alla bocca, e così anche lo sconosciuto trito; la mia migliore amica che era con me, invece, che è un'erbivora, si è subito lanciata sul rafano proposto: in cinque secondi l'ho vista passare dal rosso al viola pansè, per terminare inun verde ramarro che mi ha preoccupata notevolmente.
Per due ore la poveretta non ha parlato, ma a gesti mi ha fatto capire che non mi sarei mai dovuta avvicinare al rafano in tavola. E aveva ragione.
Bene, anche questa ricetta è ultimata, quest'estate se qualcuna ha la passione di rosolarsi al sole tipo lucertola mi faccia sapere se funziona, io cercherò di non averne bisogno... -.-'
Baci
Mauser
Grazie mille per queste tuoe interessantissime discussioni... Mi saranno assai utili per la realizzazione della mia tesi!!
RispondiElimina