12 ottobre 2011

La signora è molto indaffarata

La signora è attualmente molto indaffarata e non potrà ricevervi...

Con queste parole, di solito, molti visitatori delle dame del passato erano congedati direttamente dalla servitù appena sopraggiunti in casa. Domestici e cameriere personali avevano una precisa lista di invitati graditi, ammessi, da congedare o, addirittura, da scacciare senza molti riguardi, un po' come le moderne segretarie che, a seconda del mittente delle telefonate, trasmettono o meno la chiamata al destinatario, altrimenti la cestinano con qualche scusa plausibile, della serie "è in riunione/è fuori/attualmente è al telefono/la faccio richiamare il prima possibile", c'è gente che aspetta ancora oggi...

Ma cos'aveva di così importante da fare la nostra signora per non avere neppure il tempo di ricevere i propri invitati?
Come si svolgeva la sua giornata?
Dopo quella del valletto vediamo oggi la giornata di una signora della buona società.

La sua segretaria sedeva dietro un paravento, con l'agenda degli impegni sociali della principessa.
«Domani mattina alle nove, equitazione; alle dieci e trenta visiterà il nuovo ospedale pediatrico. Alle tredici pranzo con tre membri del consiglio per discutere il contratto del vanadio all'America. Alle quattordici consegnerà degli orologi d'oro a quattro impiegati delle ferrovie. Alle sedici prenderà il tè con le signore del consiglio. Alle diciassette e trenta l'Accademia Scientifica terrà una conferenza sulla vita degli insetti delle Montagne Balean nel bordest. Alle diciannove tornerà per prepararsi per la cena delle venti e trenta. E alle ventidue...»

Jude Deveraux, La principessa

La mattina
La mattina della nostra signora incominciava naturalmente col suo risveglio.
Passati ormai i tempi dei festeggiamenti fino all'alba in voga nel Settecento, era anche più ragionevole l'ora in cui svegliarsi, una regolina basilare diceva che più si stava in basso nella gerarchia e prima occorreva svegliarsi.

A differenza della signora, questo è il mio metodo di sveglia
I domestici di una casa solitamente si svegliavano intorno alle 5 di mattina (cfr. La cameriera), c'era molto lavoro da sbrigare prima che i padroni si alzassero a loro volta e cominciassero ad essere più di disturbo che di aiuto, senza contare che cameriere e valletti erano continuamente infastiditi da queste presenze dalle quali dovevano scostarsi, inchinarsi, ecc, distraendoli dall'operato.
Risveglio
La sveglia metodo Montessori era puntata per le 7-8, ci si alzava più tardi solo raramente se si erano intrapresi viaggi lunghi e stancanti oppure si aveva preso parte a feste particolarmente grandiose, lunghe e mondane.
A svegliare la padrona era la sua cameriera personale, di cui abbiamo già visto la figura in passato, costei si preoccupava di non traumatizzare la giornata della signora, quindi dimentichiamoci una domestica che entra di gran carriera nella stanza padronale e le spalanca le tende in faccia, per una cosa del genere, se la signora era particolarmente permalosa, la ragazza sarebbe stata licenziata su due piedi.
Il risveglio era graduale, la luce veniva fatta filtrare lentamente attraverso le tende bianche, raramente le cortine del letto servivano a qualcosa oltre la scenografia e poichè non era usanza che marito e moglie trascorressero insieme tutta la notte, accadeva di rado che nel letto di lei ci fosse necessità di sigillare il tutto, questa formalità era lasciata alle prime notti di nozze dei matrimoni combinati tra grandi casate e, con il progredire del secolo, si perse anche lì.


Colazione (detta spuntino)
Generalmente nel corso del tempo si sviluppavano delle consuetudini comportamentali riguardo ciò.
Solitamente i borghesi facevano colazione in sal da pranzo, mentre i nobili se la facevano portare in camera dal proprio servitore con un vassoio colmo di leccornie provenienti dalle cucine.
Su richiesta del padrone venivano cucinate espressamente brioche, cornetti, cioccolate, farciti muffin, ecc.
Nel caso si fosse ospiti in case altrui, era la cameriera personale o il valletto a portarla e, se questa per un qualsiasi motivo mancava, era la cameriera assegnata. Da ospiti, comunque, solitamente era preferibile scendere per lo spuntino in sala da pranzo, dove ci si doveva rigorosamente servire da sé, secondo il metodo inglese. In America, dove essere serviti è il massimo del privilegio, i camerieri rompono questa norma servendo la colazione anche agli ospiti, nel film Gosford Park, se ricordate, i due americani ospiti, regista e attore sotto mentite spoglie, rimangono abbastanza perplessi da questa singolare usanza.
Per quanto mi riguarda questa è la regola.
Se la signora decideva di scendere per la colazione, solitamente lo faceva già abbigliata a dovere, ecco quindi che la fase della vestizione va spostata indietro di un passo, andando a posizionarsi prima della colazione.

Dal Manuale di gestione e organizzazione della
casa
di Isabella Beeton, ecco qualche suggerimento

per la colazione
Solo nelle famiglie borghesi esisteva l'usanza di pranzare tutti insieme anche al mattino, tale usanza, con il progressivo accrescimento di potere della classe commrciante, si diffuse notevolmente ed ecco che per la colazione veniva imbandita tavola come ad un pranzo.
La colazione era molto nutriente, simile alla colazione continentale degli alberghi delle grandi catene Hilton, Holiday Inn, Novotel, c'erano uova, pomodori, pancetta, burro, pane e marmellate e perfino farinata d'avena e porridge, pollo e mostarda . Immancabile una buona tazza di tè come corroborante.

A differenza di come nominiamo noi i pasti giornalieri, per i Victorian la colazione si chiamava spuntino in quanto la colazione vera era il pranzo e il pranzo la cena.

Vestizione
In questa illustrazione una solerte cameriera
aggiusta l'acconciatura elaboratissima della
padrona.
La toeletta mattutina era un rituale sacro per una donna vittoriana, sia che fosse aiutata da una serva, sia che procedesse per conto proprio. Potendo, qualsiasi signora si faceva aiutare da una cameriera, fosse anche la cuoca, per stringere il corsetto e abbottonare la miriade di pomelli degli abiti, infatti, occorreva comunque una terza mano che aiutasse e un paio d'occhi in più.

Per questo particolare momento della donna mediamente benestante di cui noi stiamo parlando dovete immaginarvi la nostra dama non molto diversa dalle bambole senza vita con cui si giocava da bambini, erano le loro cameriere a fare tutto, a versare l'acqua della brocca nel bacile, a spruzzarene le goce in faccia, a sciacquare via i segni del cuscino e le occhiaie con pezze umide imbevute anche di aromi profumati al mughetto, alla rosa, al caprifoglio e alla lavanda, a pettinare loro i capelli e a vestirle di tutto punto, arrivando non solo ad abbottonare le vesti e stringere i corsetti, ma anche a legare le fettucce che fissavano le calze alle mutande, i nastri delle camiciole, i bottoni delle maniche.
Alcune donne arrivavano in età adulta senza sapersi vestire da sole, un caso esemplificativo è quello di Mary Lennox ne Il giardino segreto perchè arrivata nel castello dello zio, sperduto nella brughiera, non è minimamente in grado di badare a sé, né di vestirsi, pettinarsi, ecc. in quanto in India avevano sempre provveduto le sue cameriere. Se infatti guardate la prima scena dell'omonimo film del 1993 viene raffigurata proprio Mary nell'atto di essere vestita dalle sue servitrici indiane (min. 0:44)


Essere vestite e riverite, per queste donne era la norma, a noi probabilmente apparirebbe come una perdita di tempo perchè siamo abituati a muoverci con gesti frenetici in mezzo ai tessuti elastici, i fiocchi delle maglie sono applicati, al massimo annodiamo i nastri di una camicia, abbottoniamo i polsini o tiriamo su la zip della gonna, l'estermo è infilarsi le calze, ma pensate che esasperazione se le collant ve le infilasse qualcun altro con i suoi tempi? Io non sopravvivrei, detesto quando mi pettinano, figuriamoci se mi dovessero vestire...
E a proposito di pettinare, ovviamente anche quello era compito della domestica, che oltre che una donna dalle molteplici abilità era anche un'abile parrucchiera e sapeva arrangiare i quattro peli della padrona in elaborate pettinature all'ultima moda, era espressamente richiesto che la cameriera personale si documentasse con materiale e riviste sulle tendenze parigine anche per poter consigliare la padrona in merito a scelte di vestiario e di acconciatura.
Generalmente si cominciava con una passata di spazzola per districare i nodi formatisi durante la notte (anche se si dormiva coi capelli raccolti in una treccia) e lisciare la chioma, certamente la cameriera personale della signora avrà avuto delle manine d'oro, visto che molte donne sono sensibilissime quando si parla di farsi pettinare da mani altrui ed io per prima, quando da bambina mia mamma mi pettinava i capelli, strillavo come un'aquila.
All'epoca dovevano ancora fare pace con il pettine, infatti era poco adoperato rispetto alle morbide spazzole d'argento con crine di cinghiale o setole di maiale.
Con i capelli sciolti e fluenti sulla schiena, si procedeva ad intrecciarli secondo una precisa pettinatura.
E aggiungiamo che oltre che esperta di moda e parrucchiera, la cameriera doveva avere pure un carattere che s'intnasse con quello della padrona: una serva troppo chiacchierona con una lady taciturna erano una coppia poco affiatata, il contrario era già migliore, sebbene certi caratteri mal tollerassero la passività di altri rispetto alle loro chiacchiere...

Una cameriera vittoriana sistema l'acconciatura
della padrona che si rimira nello specchio
Tra cameriera e padrona esisteva un rapporto molto intimo, sebbene il loro legame non fosse esattamente di amicizia, dopotutto le classi sociali erano ben definite, le due condividevano moltissimo della vita l'una dell'altra, spesso la padrona arrivava a confidare i propri segreti alla cameriera che l'accompagnava in ogni aspetto della vita e, quindi, era vista un po' come una piccola coscienza in formato maid sulla propria spalla, pronta a dare consigli assennati. Problemi di cuore? Relazioni illecite? Gravidanze? Le cameriere sapevano tutto, anche quello che era oscuro ai più.
L'Imperatrice Sissi, per essere vestita e pettinata impiegava circa due ore e una decina di dame di compagnia presenziavano alla sua toeletta, il che mi fa rivalutare di molto i 20 minuti che passo in bagno tutte le mattine [anche se la maggior parte del tempo è perchè mi sto appisolando sulla tazza o di fronte allo specchio].

Vi sembra una cosa tanto strana essere aiutati da una cameriera? Roba dell'altro secolo? Date un'occhiata a questa foto tratta dalla rivista LIFE, ritrae Ida Sykes Billups prima di entrare ad un party, poco prima dello scoppio del secondo conflitto mondiale. Anni Quaranta. Del Novecento. Non Medioevo.
Probabilmente qualcuna delle vostre nonne era già viva...

Disposizioni e organizzazione della casa
Finalmente abbigliata e profumata a dovere, la signora era pronta per incominciare la sua giornata lavorativa e il suo primo dovere era prendere nota dell'andamento della casa.
La donna incontrava nei propri appartamenti la governante che le riassumeva i fatti salienti della giornata, eventuali episodi degni di nota o situazioni per le quali era necessario il suo intervento, ad esempio licenziamenti o carenza di personale, per ciascuna si procedeva secondo le disposizioni, dopodichè la padrona scendeva a discutere il menu insieme al cuoco o alla cuoca. A seconda dell'atteggiamento più o meno liberale della padrona, questa si recava personalmente in cucina oppure riceveva la cuoca in salotto o in sala da pranzo e si disquisiva di quali portate presentare per il pranzo e per la cena, di eventuali ospiti ecc. I gusti specifici dei singoli non erano contemplati in quanto erano i rispettivi camerieri personali a doversene preoccupare informando di ciò la governante, simili piccolezze non dovevano giungere alle orecchie di una dama che, nel frattempo, si stava preparando per la sua uscita mattutina.
Discutere del menu era un'occupazione abbastanza impegnativa se si contava che ciascun pranzo aveva molte portate e un'anatra la si poteva cucinare in mille e un modi.

Oltre a queste preoccupazioni, la signora doveva occuparsi di avvisare per la presenza di eventuali ospiti a pranzo, cena o colazioni future, commissionava alla servitù il ritiro di acquisti e oggetti fatti in giro con l'uso del landau, e stabiliva se ci fosse la necessità di particolari attività fuori dall'ordinario, come la pulizia di certe stanze, lo smantellamento delle tende, la potatura del giardino, il rinfoltimento della ghiaia del vialetto, la lucidatura dell'argenteria o lo spolveramento dei grossi lampadari a molti bracci che pendevano dal soffitto.


Passeggiate mattutine
In un'epoca in cui le palestre Virgin Active non esistevano, gli unici modi per fare attività fisica per una dama erano camminare, camminare e camminare. E magari andare a cavallo.
Di ritorno dalla modista
by Andrea Marchisio
Poichè la dieta vittoriana, per i benestanti, era molto ricca di proteine e carboidrati e si rischiava di ingrassare facilmente, le donne praticavano tutto quanto in loro potere per eliminare l'antiestetico adipe che già allora era stato eletto a nemico del nostro sesso, ecco quindi che sia le dame di città che di campagna non si sarebbero risparmiate una bella passeggiata, naturalmente i soggetti di interesse cambiavano a seconda di dove ci si trovava.
Se la dama era in campagna la sua passeggiata avrebbe previsto stradine sterrate che costeggiavano campi o boschi e i confini della proprietà, giri in giardino oppure una gita fino al paese più vicino, in città invece era più probabile che la signora si recasse in qualcuno dei grandi parchi cittadini, come Hyde Park, per esempio, dove si potevano incontrare anche alcune conoscenze e scambiarsi pettegolezzi, oppure facesse una mattinata di shopping nelle strade più in come Bond Street, Piccadilly, Regent Street, ecc.
Una dama non usciva mai da sola, era una regola ferrea, pertanto se non aveva la compagnia di sorelle o figlie, questa partiva insieme alla propria cameriera che, nel caso fosse andata a fare spese, si sarebbe preoccupata dei pacchi e dei pacchetti, oppure avrebbe commissionato la consegna al garzone del negozio; non c'era neppure bisogno di saldare i conti in ciascun negozio perchè questi venivano pagati in blocco una volta al mese oppure ogni sei.
Le cameriere che seguivano la loro padrona indossavano un abbigliamento informale, non la divisa, e camminavano sempre tre passi dietro la signora, sacchetti e pacchi alla mano. La spesa per la casa non era competenza della dama, delegata alla cuoca e alle ragazze di cucina, la padrona acquisatava solamente capi d'abbigliamento e d'arredamento.

Nel caso le proprietà (occorreva molto spazio) e le finanze lo permettessero e la dama fosse particolarmente atletica, al posto della passeggiata poteva uscire per una cavalcata insieme ad uno stalliere o un mozzo di stalla che l'accompagnasse [mai da sola, ricordate?]. In campagna alcune dame erano davvero spregiudicate cavallerizze, montavano a gambe divaricate e praticavano il salto a ostacoli meglio degli uomini, che di solito erano fantini un po' fiacchi. Ad una donna, comunque, non era mai consentito montare stalloni selvaggi, era sconveniente, la loro trasgressione massima era un docile castrato o una giumenta mite dall'improbabile nome di Indaco o Violet, mentre per i focosi animali ancora in possesso dei loro attributi venivano coniati nomignoli come Attila, Satana, Cerberus, ecc. perchè sembrassero possenti, virili e mascolini e ricordassero e non erano ancora stati vittima di un taglio di troppo e non si erano trasformati in Attilia, Lady Satana e Cerbera.
Come dice l'Imperatrice Madre Sofia a Sissi nel primo film dedicato alla giovane principessa bavarese, questa era un'ottima abitudine perchè aiutava a mantenere il personale, cioè la linea. Conoscendo le inclinazioni anoressiche dell'Imperatrice Elisabetta, molti storici e suoi biografi non stentano a credere che fosse così determinata nelle sue cavalcate mattutine e portasse allo sfinimento le cavalle e le dame del suo corteo che avevano il privilegio di poterla accompagnare.


Corrispondenza
Rientrata in casa rinvigorita dall'attività fisica, la nostra signora, opportunamente cambiata d'abito, si dedicava ad un altro dovere ineluttabile: smaltire la corrispondenza.
All'epoca uomini, ma soprattutto donne, erano delle grafomani senza ritegno e scrivevano moltissimo, ai parenti più prossimi come le figlie o sorelle si arrivava addirittura ad una missiva al giorno, con altri invece ci si scambiava lettere di cortesia principalmente per non perdere i contatti, raccontandosi qualche curiosità, eventi accaduti degni di nota e solite considerazioni sulla condizione del tempo e delle strade.
Se alcune dame trovavano particolarmente svagante questa attività, considerandola un obbligo quotidiano a cui adempiere e lo facevano con trasporto, altre erano abbastanza insofferenti e vi si dedicavano solo qualora un'assenza troppo prolungata avesse potuto compromettere l'amicizia o il rapporto.

Penning A Letter
by George Goodwin Kilburne
Sebbene l'attività di corrispondenza potesse essere più o meno apprezzata, essa era imprescindibile. Mancando i mezzi di comunicazione di base, le lettere erano l'unico modo per far girare le informazioni da una persona all'altra e da una parte all'altra del paese.
Era abilità dello scrivente riuscire ad essere spiritoso e originale senza toccare temi particolarmente scabrosi [ricordiamoci che la parola gravidanza era quella che le vere signore non usavano mai, a dispetto del fatto che le nascite fossero frequentissime], ma ugualmente entrare in qualche particolare interessante.
Eccosa cosa ci racconta Lisa Kleypas al riguardo in Magia di un amore:
Sospirando, Aline estrasse un altro foglio di carta dal cassetto della scrivania e intinse il pennino nell'inchiostro. Una decina di lettere era impilata di fronte a lei, missive di amici e parenti che in quelmomento erano senza dubbio sconcertati dal ritardo della sua risposta. Però per lei era impossibil buttare giù una lettera in due minuti. La corrispondenza era un'arte che richiedeva attenzione ai dettagli: si dovevano riportare le ultime notizie con stile e freschezza... e se non si erano verificati eventi di nota, bisognava diventare frizzanti o persino filosofici in maniera creativa.
Corrugò la fronte, guardando le tre lettere che aveva terminato. Aveva descritto problemi minori nella gestione della tenuta, riferito dettagli di pettegolezzi e dato ragguagli precisi sul clima degli ultimi giorni. «Come sono diventata brava a parlare di tutto tranne che della verità...» sussurrò tra sé con un sorriso d'autoderisione. "Di recente mi sono fatta un amante e ho avuto due rapporti sessuali scandalosi, uno nel bosco e uno nel mio camerino. Mia sorella Livia sta bene e si trova a Londr, dove al momento con ogni probabilità si sta rotolando tra le lenzuola di un americano alcolizzato..."
Cercando di immaginare come una lettera simile sarebbe stata presa dalla cugina Georgina o dalla prozia Maude, Aline sogghinò.
In quelmomento dalla soglia provenne la voce di suo fratello, procurandole una scusa provvidenziale per interropersi. «Buon Dio. Non devi avere proprio niente da fare, se ti sei messa a sbrigare la corrispondenza.»
Lei alzò lo sguardo su Marcus con un sorriso vagamente canzonatorio. «Senti da che pulpito... la persona più negata a rispondere alle lettere che abbia mai visto.»
«In effetti è un'attività che detesto» ammise lui. «L'unica cosa che faccio più malvolentieri di scrivere una lettera è riceverne una. Perchè mai, di grazia, dovrei essere interessato alle minuzie della vita di un'altra persona?»

Lisa Kleypas, Magia di un amore

Come vedere la situazione era tutt'altro che rosea

I figli
Nell'arco dei mille impegni della giornata della nostra signora, c'era anche il controllare accuratamente l'educazione dei figli.
Nelle famiglie la prole era spesso numerosa, molti morivano precocemente a causa di malattie e scarse condizioni igieniche anche della classe alta, la mortalità raggiungeva livelli stellari e se in una casa si avevano tre figli che erano arrivati all'età adulta, era probabile che almeno altri quattro o cinque fossero morti nel frangente.
Una famiglia con sei figli, probabilmente aveva visto una quindicina di gravidanze con pessimi esiti, l'aborto spontaneo, purtroppo, era fin troppo comune.

I bambini più piccoli solitamente avevano una stanza a loro dedicata per giocare, la nursery di cui abbiamo già accennato in passato, a fare la guardia ai piccoli c'era una o più balie che si interessavano della buona salute dei piccini.
La mamma, qualche ora al giorno, andava nella nursery per coccolare i pargoletti, prenderli in braccio e vederli gattonare per tutta la stanza.

I più grandi invece avevano una giornata abbastanza fitta in compagnia di istitutrici o insegnanti. I figli sotto i dieci-dodici anni studiavano a casa e non venivano quasi mai mandati all scuola pubblica, dove si sarebbero mescolati con persone di ceto nettamente inferiore e questo non era auspicabile. Validi insegnanti venivano assunti dalla famiglia perchè inculcassero nelle piccole e biricchine teste dei bimbi di casa le basilari nozioni di lingua inglese, storia, matematica, geografia, filosofia, francese, latino, geometria.
La stanza studio era il regno degli istitutori dove, muniti di lavagna, bacchetta e orologio, seguivano con occhi rapaci i progressi dei piccoli.

Essendo educati in casa, per la signora era abbastanza facile trovare un po' di tempo per seguire la loro educazione, farsi leggere i componimenti scritti o sentir ripetere la lezione commissionata dai maestri. In realtà la madre metteva raramente becco nell'istruzione dei piccoli, era il padre che teneva le redini, che sceglieva se quel bambino avrebbe frequentato un collegio o se quella figlia fosse andata in una scuola per signorine. La madre, in tutto ciò, si limitava a chiocciare intorno ai suoi piccoli.


Pomeriggio
Pranzo (detto colazione)
Il pranzo era la prima attività del pomeriggio, era servito intorno alle 13 nella sala principale oppure sul patio o nel gazebo e consumato tutti insieme.
Le portate erano molte, ma non si trattava di un pasto particolarmente abbondante, specialmente dato che la colazione era stata così ricca. L'usanza del sostanzioso pranzo è tipicamente mediterranea e diffusa nei paesi dell'Italia, Francia, Spagna, Grecia, ecc., altrove il pranzo di mezzodì è molto parco.

Intermezzo
L'intermezzo pomeridiano poteva essere dedicato a svariate attività ricreative e serviva per occupare il tempo tra la fine del pranzo e l'inizio delle visite del pomeriggio. La nostra signora si dedicava al ricamo o alla musica (particolarmente d'inverno), poteva schiacciare un pisolino (usanza diffusa in estate o nelle zone più calde delle colonie) o ultimare la montagna di corrispondenza che aveva iniziato la mattina, leggere era un'altra occupazione rilassante, magari praticata all'aperto.
Comunque decidesse di trascorrere il tempo, non si trattava d'altro che di un interludio.

Visite e passeggiate pomeridiane
Rinvigorita dal pranzo e ritemprata dallo svago, la signora si preparava per l'uscita del pomeriggio.
Accompagnata dai servitori, e a volte dai parenti più o meno prossimi, si recava in visita dalle proprie conoscenze per rinnovare saluti, auguri e amicizie.
Una signora che uscisse sola per le visite non era considerata scandalosa, poteva esserlo se andava a trovare un gentiluomo scapolo o decidesse di farsi accompagnare sulla sua carrozza senza chaperon.
Signore a passeggio
Le visite del pomeriggio erano molto rapide, duravano dai quindici ai venti minuti per le conoscenze occasionali e quarantacinque minuti o un'ora per le persone con cui si era molto in confidenza: sorelle, cugine, madri, figlie, amici intimi. Essendo la durata tanto breve, era facile per una signora riuscire ad incastrarne molte all'interno dello stesso pomeriggio.
La visita iniziava con un proprio valletto che portava il biglietto da visita al portone della destinataria, qui il biglietto era preso in carico dalla servitù di casa e portato su un vassoio d'argento all'interessato/a o alla madre di questi. A quel punto la persona decideva se accogliere o meno la nuova venuta, potevano esserci altri ospiti in visita, e quindi bisognava valutare se sarebbe stato opportuno mescolare le persone [no di certo se in passato c'erano stati screzi], oppure occorreva valutare i tempi, se si stava uscendo per passeggiate o appuntamenti.
Nel caso il/la destinataria decidesse di accogliere la nostra signora, il lacchè informava il valletto in attesa delle intenzioni della casa e faceva accomodare la donna, oppure la pregava cortesesemente di respingerla. In rari e particolarissimi casi l'interessata poteva recapitare all'ospite un breve messaggio dove spiegava per sommi capi le motivazioni.
Non farsi torvare in casa quando passavano per una visita oppure respingere un visitatore dava sempre adito ad un sacco di chiacchiere: chissà dov'è, chissà cosa sta facendo, chissà con chi è, chissà dove sta andando...
Un po' come quando a scuola mancava qualche compagno e subito partiva il tam tam tra i compagn: ieri stava benissimo, l'ha fatto per la verifica di matematica, ha bigiato insieme alla ragazza... e poi magari il poveretto era a casa con un febbrone da cavallo.

Alcune amiche, ma la cosa accadeva più di rado, per il pomeriggio programmavano uscite e passeggiate insieme, spettacoli pomeridiani a teatro o ai Vauxhall Gardens, concerti, ritrovi del cucito; questo comportamento era proprio delle ragazze fidanzate che non avevano necessità di ricevere i corteggiatori e neppure i parenti, essendo loro troppo giovani.

Il tè pomeridiano
L'usanza del tè, imprescindibile per ogni buon inglese, poteva avvenire sia durante uan visita a qualche conoscente, che lo offriva alla signora, sia per conto proprio o con la compagnia dei propri amici presso una sala da tè.
L'usanza di sorbire questa squisita bevanda al di fuori di una casa privata ci dà l'idea di quanto cenare, pranzare o consumare cibo fuori casa fosse, per l'epoca, condiderata un lusso stratosferico.
Per un gentiluomo cenare al White's era prestigioso, questo perchè era considerato estremamente lussuoso, per dire superfluo, andare a fare una cosa fuori casa quando la si poteva fare tra le mura domestiche con meno dispendio di denaro.

Signore settcentesche partecipano ad un tea party in giardino
Sul finire del pomeriggio, nel caso la nostra signora abitasse in campagna, era previsto di assistere alla messa. Solo chi lavorava era esentato dal presentarsi a messa tutti i giorni, per gli altri la presenza era obbligatoria e quotidiana, si poteva andare alla messa del mattino, relativamente presto (7-8) oppure alla sera. A differenza della suddivisione cattolica, non c'erano vespri da recitare o rosari il dopocena.


Sera
La cena (detta pranzo)
Se la cena della nostra signora era consumata a casa, questa avveniva con tutta la famiglia schierata intorno al tavolo della sala da pranzo, a seconda dei casi e della religiosità dei presenti poteva essere preceduta da una preghiera di ringraziamento tratta dai versetti della Bibbia.
Cena formale
Per la cena in casa la signora si cambiava d'abito rispetto a quelli da passeggio del pomeriggio (detti promenade dress) oppure quelli più informali che aveva indossato per i lavori in casa come semplici preparazioni in cucina o giardinaggio. L'abito per la cena non era formale, a meno che non fosse fuori casa, in quela circostanza l'abito era più ricco, ma manteneva una certa sobrietà se paragonato ai fastosi vestiti da ballo.
Esisteva poi la circostanza in cui, a far seguito ad una cena fuori, si aveva anche un ballo, allora la signora usciva riccamente abbigliata, pronta per il dopocena.
 
Quale che fosse l'occasione, la toeletta serale era fondamentale per la vita di una signora perchè era quella che sarebbe stata vista agli eventi mondani più chic della città ed era importante che fosse ineccepibile, ma anche in possesso di quel pizzico di stravaganza per far parlare di sè.
E anche qui entrano in gioco le poliedriche abilità della cameriera personale della nostra madame, che doveva destreggiarsi in un'infinità di occupazioni differenti, più che una cameriera era un'estetista completa che si occupava della cura del corpo della padrona, delle sue pettinature, inoltre faceva anche da stylist e personal shopper quando la signora la portava con sé per compere.

James Gillray, noto incisore ed acquarellista, nel 1810 realizzo una sequenza di tre illustrazioni che raffigurano la toeletta di una signora, fedelemente accompagnata dalla sua servitrice.
Ve li ripropongo per chiarire un poco come si svolgeva la cosa.


Il dopocena
Il dopocena di una dama poteva avere molte declinazioni, a seconda del periodo dell'anno, della compagnia, degli inviti.
Durante la stagione qualunque ricevimento aveva la sua descrizione e una pletora di cronisti pronti ad immortalare i vari outfit delle miss presenti.
I Vauxhall Gardens riscossero molto successo nel primo ventennio dell'Ottocento, anche se da alcuni erano considerati disdicevoli per via del buio e della facilità con cui coppiette, amanti e innamorati potevano sparire nella macchia.
Eredi dei Vauxhall furono i Ranelagh Gardens e i Cremorne Gardens che offrivano spettacoli musicali e teatrali e suggestive scenografie naturali complete di fuochi artificali e vista sul Tamigi [meno inquinato di oggi].

Altrimenti i locali più chic che offrivano balli, come Almack's erano il sogno di molte dame, ma per alcuni bisognava ricevere l'invito... e le patronesse della celebre sala da ballo non erano le uniche a pretendere referenze impeccabili, molte dame in vista della nobiltà, anche vicine ai sovrani, davano sfarzosi ritrovi danzanti, ma mandavano loro stesse i biglietti, selezionando, per così dire, l'utenza con molta attenzione per non incorrere in pettegolezzi o dicerie malevole.
Essere invitate ad un ballo era sempre una grande emozione per le ragazze che cominciavano a farsi notare in società e ad acquisire familiarità con il complesso ambiente di preferenze, gerarchie, conoscenze che era il ton londinese.

Quando la stagione era un ricordo lontano, la città offriva comunque molti svaghi, il teatro era sempre una scelta considerata ottima, a patto di essere convenientemente accompagnati da parentela e chaperon. C'era l'opera e il balletto tra cui districare
Salottini dove si eseguivano brani musicali rimasero in voga dal Seicento fino alla fine del XIX secolo e ancora per buona parte del XX. Si poteva scegliere tra la musica da camera, la musica sacra, esibizioni di virtuosi dello strumento, si vedano le esecuzioni del celebre Niccolò Paganini, queste ultime erano particolarmente apprezzate perchè i virtuosi erano personaggi spesso stravaganti che con le loro manie e le dicerie sul loro conto divertivano il pubblico e la musica che eseguivano era allegra e vivace, a volte ripresa da melodie popolari, poco in comune con le lagne melense o le sinfonie pompose che proponevano i loro concorrenti.

E se la nostra abitava in campagna?
La vita era più noiosa, ci si ritrovava a casa di amici per trascorrere insieme e in compagnia la serata, si giocava a carte, a whist, per esempio, in mancanza di un quartetto d'archi o di una piccola orchestra ciascun partecipante si esibiva cantando o suonando, le ragazze il pianoforte o l'arpicordo, piuttosto che l'ormai caduto in disuso virginale, si leggevano poesie romantiche o libri in compagnia, ci si raccontavano storie dell'orrore e si beveva molto.  Qualcuno organizzava piccole rappresentazioni con pupazzi e maronette in teatri da camera come quello che si può riconoscere nel film di Tutti insieme appassionatamente, dove Julie Andrews e i bambini di casa Von Trapp mettono in scena una divertente esibizione con protagonista un pastore di capre che fa sorridere il padre (e un po' meno la sua fidanzata).

La serata, per la nostra signora si chiudeva intorno alle undici di sera o mezzanotte, quando ormai stanca dall'ora, spossata dalla giornata e coi piedi doloranti rientrava a casa in carrozza, sognando gli impegni per l'indomani e tutte le cose che andavano ancora fatte.
Ma andare a letto era impossibile prima di aver consumato una tazza di tè non zuccherato come corroborante o un bicchiere di latte caldo, a cui seguiva un lungo lavoro di smantellamento da parte della cameriera personale, che scioglieva e pettinava i capelli (si dormiva con le trecce perchè non si annodassero), lavava sommariamente la padrona, la struccava e le infilava la camicia da notte, mettendola a dormire e rimboccando le coperte come ad una bambola.

...e allora buonanotte anche a tutti voi, cari lettori,
ci sentiamo presto,

Un bacio




Mauser

8 commenti:

  1. carissima che post interessante...!!! Senti, puoi perdonarmi per non averti ancora risposto?? Appena trovo un attimo di respiro ti mando una mail e ti spiego... :) Un abbraccio

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  2. post delizioso e guida preziosa per chi è appassionato di epoca vittoriana!! complimenti!
    Erika

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  3. silvia: aaaaah, che vita grama, 'ste povere signore...

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  4. Ma come, non vi fanno pena queste poverette costrette tutti i giorni ad uscire per shopping e passeggiate e visite alle parenti?

    Io morirei d'inedia...

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  5. personalmente sono molto affascinata degli scorci di vita quotidiana, li ritengo il sale della storia... certo rapportata alla nostra esistenza, quella di queste dame può sembrare noiosa e monotona però sembra quasi di seguirle passo passo da dietro l'angolo mentre fanno le loro commissioni. E' per questo che trovo il post molto interessante!

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  6. Ma perchè non ho scoperto prima questo blog? Era proprio quello che cercavo da mesi! :) Mi servivano informazioni proprio su argomenti come questo per via di una storia che sto cercando di scrivere...ora spulcio per bene tutti i post u.u
    E complimenti per tutte le cose che sai!

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  7. Per favore passate fa dei lavori stupendi... grazie in anticipo =)http://www.facebook.com/#!/pages/Elda-La-Lady-del-Lavoro-a-Maglia/144078945710129?sk=wall

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  8. Bellissimo post! Penso proprio che i vari "la giornata di" siano i miei argomenti preferiti! :)

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