27 dicembre 2009

La macchina per cucire

Ciao a tutti!
Ben ritrovati dopo questo Natale 2009 che, grazie al Cielo, è andato un po' meglio di quello precedente =P
Come vi sentite dopo le abbuffate delle prime feste? Io sono così piena che potrei vomitare e se solo penso che tra qualche giorno è Capodanno e mi tocca ricominciare a rimpinzarmi per non offendere zia Adelina e zia Dolores (scherzo mica si chiamano così ^_^) mi prende veramente male!
Mi sa che fino al 2010 io sono a digiuno...
Ma proprio in virtù di tanto tempo libero, ecco rimettermi a scrivere sul blog, quest'oggi l'argomento sarà............la macchina per cucire!
Occhio a quel PER, non sta campato per aria, ma ha il suo significato perchè indica la funzione! Lo so, discorso assurdo, lo saprete già senza che ve lo spieghi, ma qui dalle mie parti esiste la deformazione dialettale che il DA indica il PER, quindi la macchina è "da cucire", non chiedetemi delucidazioni in merito, i padri genovesi evidentemente avevano qualche deformazione linguistica... l'unica cosa che so è che si dice anche macchina da lavare (la lavatrice) ecc.

Ma vi chiederete: perchè proprio un post sulla macchina per cucire?
Beh, questo congegno tecnologico ha seguito un po' il percorso che fa questo blog, la sua storia nasce nel Settecento e si è via via evoluta fino a diventare quel portento che mostrano in tv che tra un po' cucinerà anche il roastbeef, caratterizzando una professione, quella della sarta e del sarto, che ha seguito passo passo ogni generazione nata tra la metà del Settecento e i primi del Novecento senza mai abbandonarle. E non solo!
E' proprio tra la fine dell'Ottocent e i primi anni del Novecento che la macchina per cucire entra anche nelle case comuni, dove le donne, per racimolare qualche spicciolo, eseguivano i lavoretti più noiosi per le cucitrici (le sarte) e preparavano in casa gli abiti per la famiglia, sarà tuttavia solo negli anni '40 che, prima in America e poi all'estero, si ebbe il grande boom di questo arnese, entrando nella quotidianità.

La macchina da cucire, a differenza del telaio che ha rappresentato il punto di partenza della Rivoluzione Industriale diventando "meccanico", ha subito questo genere di metamorfosi solamente nella seconda metà dell'Ottocento e ci impiegò parecchio prima che la cucitura in serie diventasse apprezzabile e rendesse nei confronti di quella a mano.
Un esempio? Parlo di un tempo non troppo distante: gli anni Cinquanta.
Negli anni Cinquanta del Novecento (meglio precisare, non vorrei creare troppa confusione) era assolutamente normale avere abiti fatti su misura da una sartina. E, soprattutto le camicie, era impensabile comprarle già fatte, bell'e pronte!
Mia nonna, lo saprete perchè l'ho già detto, era proprio una camiciaia e con la sua macchina per cucire confezionava le camicie ai dirigenti della Piaggio. Non ho una sua fotografia di quando lavorava con la macchina per cucire, ma mi piacerebbe davvero vederla ^_^

Ma torniamo alla macchina, bando alle ciance e mettiamoci a parlare della sua turbolenta storia, premetto che per stendere questo articoletto mi sono servita in maniera massiccia del contributo di Wikipedia, sempre un'ottima collaboratrice e un aiuto importante per i dettagli che tendono a sfuggire di mente =P

Struttura e funzionamento
Come dice il nome stesso, la macchina per cucire è un'apparecchiatura meccanica il cui è scopo è quello di fissare insieme lembi di stoffa, pelle e altri materiale attraverso una cucitura.

Il principio di funzionamento prevede l'impiego di un filo, solitamente di cotone, che viene fatto passare attraverso le due parti da giuntare attraverso l'impiego di un ago oscillante che segue il movimento alto|basso.

A seconda del tipo di cucitura che si vuole ottenere, la macchina può avere una struttura più o meno particolare, gli aghi possono avere diverse dimensioni, per adattarsi al materiale su cui andranno a cucire, ugualmente essi potranno avere anche forme diverse a seconda del tipo di cucitura che si vorrà realizzare, ad esempio per la cucitura invisibile si adopera un particolare tipo di ago ricurvo che trapassa solo il primo strato di tessuto e infilza appena il secondo, dando l'illusione che non ci sia cucitura (è il metodo impiegato per gli orli di pantaloni e gonne formali, dove non sta bene che l'orlo basso di chiusura sia visibile).
Anche la struttura può essere diversificata: molte macchine da cucire avevano una base in parte smontabile con cui era possibile cucire i polsini delle camicie, un lavoro che richiedeva per forza un supporto sottile e tubolare per seguire la forma della manica. Questo venne successivamente realizzato anche grazzie all'aggiunta di un braccio di lavoro intercambiabile e applicabile alla struttura originaria, ma si tratta comunque di un'aggiunta piuttosto recente, prima ci si ingegnava come si poteva.

Le macchine per cucire si differenziano, oltre che dal tipo di punto eseguito, anche per la struttura con la quale sono composte e che di conseguenza la differenziano in base all'utilizzo che possono avere.


Pedale e Manovella
Sicuramente vi è capitato di vederne di entrambi i tipi.
L'originale macchina per cucire aveva un sistema di movimentazione degli aghi attraverso una manovella laterale che l'utilizzatore/trice si preoccupava di girare in continuazione; a seconda della velocità con cui si muoveva la manovella, si regolva anche quella dell'ago che cuciva insieme la stoffa.

Tipicamente la ruota laterale era manovrata con la mano destra, mentre era la sinistra ad occuparsi di direzionare il tessuto per seguire la linea corretta dove cucire.

La manovella era fissata al resto della struttura attraverso una cinghia di cuoio ed era, per così dire, l'anello debole della macchina da cucire perchè la cinghia di trasmissione era facile all'usura e spesso andava, oltre che cambiata, anche adeguatamente lubrificata.
Benchè il prototipo della macchina per cucire sia antico di quasi tre secoli, è piuttosto frequente ritrovare nei casali o nelle case dei nonni delle macchine a manovella.

L'evoluzione del modello della macchina per cucire portò all'introduzione della macchina a pedale, questo tipo di macchina prendeva l'energia di funzionamento da un pedale disposto sotto la struttura e non più dalla manovella laterale.
Nonostante questo, la manovella non scomparve deltutto dai modelli seguenti perchè era tramite essa che si poteva regolare alla perfezione l'andamento e la velocità della macchina.

Attraverso l'innovazione del pedale, la cucitrice si ritrovò quindi ad avere a disposizione entrambe le mani, con cui era possibile regolare ancora meglio le cuciture, l'andamento sia della stoffa che del filo e creare splendidi effetti.

Il pedale, però, comportò anche un ingrandimento della struttura della macchina, che dovette quindi diventare una specie di tavolino a cui la cucitrice si sedeva per far andare tutta la struttura..

L'Ago, ritorno alla Bella Addormentata
Molti sottovalutano l'importanza di questo componente, sostenendo che "uno vale l'altro", in realtà le caratteristiche dell'ago sono quelle che predicono come sarà il risultato finale di una cucitura.
L'ago è quindi fondamentale e le sue diverse caratteristiche determinano la sua efficacia nella formazione del punto.


  • Codolo: È la parte dell'ago che viene fissata sulla morsa presente nella parte inferiore della barra ago. Ha una forma cilindrica e talvolta presenta una sezione longitudinale del codolo stesso, che favorisce l'esatto posizionamento dell'ago nella macchina. Sul codolo sono impresse normalmente anche le caratteristiche fisiche dell'ago stesso.
  • Calcio: È la parte terminale del codolo; ha una forma a tronco di cono per favorirne l'inserimento nella barra ago.
  • Spalla: Anch'essa a forma di tronco di cono, raccorda la parte superiore dell'ago (codolo) con la parte inferiore (stelo).
  • Stelo: È la parte compresa tra la spalla e la cruna, può presentare un rigonfiamento appena sopra la cruna per favorire l'allargamento dei fili di trama ed ordito allo scopo di ridurre l'attrito. Il diametro dello stelo determina la finezza d'ago e varia a seconda della tipologia del tessuto da lavorare.
  • Scanalatura: È un canale scavato lungo lo stelo nella parte anteriore dell'ago dalla cruna fino alla spalla ed ha la funzione di contenere il cucirino durante il passaggio attraverso il tessuto, per non provocare attrito e tensioni elevate. In alcuni casi può essere presente una scanalatura anche sulla parte posteriore dell'ago, in questo caso di dimensioni più ridotte.
  • Cruna: È il foro, posizionato appena sopra la punta, entro cui viene infilato il cucirino. È il punto di maggior attrito dell'ago a causa del continuo scorrere del cucirino al suo interno; per questo ha una forma ideata per ridurre al minimo lo sfregamento ed un diametro variabile da proporzionare al titolo del cucirino da utilizzare.
  • Scalfo: È un vano posizionato nella parte posteriore dell'ago, subito sopra alla cruna. Ha due funzioni fondamentali: la prima è di consentire la formazione del cappio del cucirino, la seconda è di favorire il crochet nell'afferrare il cappio stesso, passando il più vicino possibile all'ago.
  • Punta: L'estremità inferiore dell'ago è chiamata punta; ha una forma conica ed un vertice appuntito che può avere varie sezioni.
    All'interno delle punte è inoltre necessario fare un'ulteriore suddivisione a seconda dell'impiego per cui sono progettate:
    • Punte tonde: vengono impiegate nella cucitura dei tessuti, l'arrotondamento infatti permette di penetrare tra la trama e le fibre senza rovinarle e senza creare quegli antiestetici fili che spuntano e che rovinerebbero il colpo d'occhio del capo finale.
    • Punte taglienti: vengono impiegate per la cucitura di tutti i materiali composti da uno strato uniforme e non da un'intreccio. In particolare sono utilizzate nella cucitura della pelle dove, per operare una bucatura, occorre fare molto sforzo su un punto preciso del materiale.


Struttura originaria e struttura a pedale
La struttura originale della macchina per cucire era da tavolo.
Sarà solo con l'introduzione del pedale che essa assumerà la forma di un tavolino a cui l'utilizzatore si sedeva per far andare il tutto.

La macchina era inizialmente un congegno utilizzabile su qualsiasi superficie piana di adeguata altezza per un lavoro ben fatto e una luce sufficiente; la sua costruzione di metallo e legno la rendeva decisamente poco trasportabile e lo rimase a lungo (fino alle Singer anni '50), ma con il ridimensionamento degli spazi e una gestione più ottimizzata dei componenti divenne abbastanza facile muoverla all'occorrenza senza problemi di dimensioni, l'unico inconveniente era costituito dal peso non indifferente...
Essa era fissata al tavolo o al supporto tramite martinetti poichè lo strumento doveva rimanere fermo mentre si eseguivano le cuciture.

Con l'introduzione del pedale la macchina iniziò ad assumere dimensioni ragguardevoli.
Essa rappresentava molto spesso una parte del mobilio ed era grossa quanto una piccola cassettiera o un tavolino. Anche l'altezza era aumentata.
Fu per questo che taluni modelli, oltre all'originaria struttura di supporto, vi costruirono attorno un piccolo mobile in legno che contenesse il tutto: la macchina era a scomparsa, ovvero poteva essere sistemata all'interno della struttura, mentre le gambe e la pedaliera erano coperte da una parete di legno, in questo modo la macchina era completamente rinchiusa e invisibil e tutto il mobiletto poteva essere utilizzato come supporto fino al nuovo utilizzo.
Il principio di scomparsa delle macchine a cucire del genere ricorda senz'altro quello dei moderni arredamenti Foppapedretti.


Difficile è attribuire l'effettiva paternità del meccanismo della macchina per cucire.
La sua invenzione è piuttosto controversa, infatti brevetti per meccanismi in grado di produrre cuciture furono depositati da Fredrick Wiesenthal nel 1755, da Thomas Saint nel 1790, da Barthélemy Thimonnier nel 1830 e da John J. Greenough nel 1842.

Con l'introduzione del telaio meccanico nella produzione di tele e tessuti e la trasformazione di tale produzione in un sistema industriale, si abbassò drasticamente i prezzi della stoffa, il che rappresentò un ottimo trampolino di lancio per la macchina da cucire prima tra sarti e sarte (prima metà dell'Ottocento) e poi tra la gente comune (tarda seconda metà).

Nel Novecento, dagli anni '20 agli anni '40, cioè prima della macchina da cucire industriale, si sopperì alla produzione di abiti in serie con batterie di uomini e donne che cucivano contemporaneamente nei locali della società. A tal proposito rimando il link al video a fine pagina con la canzone The sewing machine tratta da un musical proprio degli anni '40. Il video rende un po' l'idea di come doveva essere l'ambiente di lavoro.


Insomma, le macchine da cucire sono state per molto tempo le fidate compagne delle nostre nonne e bisnonne. Ultimamente l'introduzione della cucitura in serie, oltre ad aver dato luogo a capi che si sfilacciano alla prima occasione meno indicata, ha anche costretto quest'oggetto ad un ridimensionamento di utilizzo. Da una parte è diventato completamente automatizzato, senza più la cucitrice che fa andare il pedale o la manovella, azionate ad energia elettrica. Dall'altra, visto che ci sono ben poche persone che sono in grado di adoperarla, la macchina da cucire è diventata uno dei tanti elettrodomestici sponsorizzati in televisione.



Lascio dei link interessanti sull'argomento:

A Brief History Of The Sewing Machine
Si tratta di un sito di approfondimento sulla storia della macchina per cucire. Purtroppo è in lingua inglese, ma dato che non utilizza termini tecnici particolarmente approfonditi, credo sia comprensibile da tutti, nel sito è inoltre presente una vasta gallery di fotografie e stampe di macchine da cucire d'epoca.

Ecco il video di cui parlavo intitolato The sewing machine, è tratto da un musical, Annie get your gun, poi trasposto negli anni '50 in versione cinematografica e arrivato anche in Italia con (l'orrido) titolo di Anna, prendi il fucile.





Qui invece abbiamo un video illustrativo di una bellissima macchina per cucire Singer di fine secolo, assolutamente deliziosa!




Altro video molto carino sulle macchine da cucire d'epoca, assolutamente fantastiche! *____*




Ecco poi due spot pubblicitari della Singer degli anni 50/60, so che sono un po' tardi, ma le macchine da cucire non è che siano cambiate granchè nel tempo =P


Per finire, ecco tre libri: il primo, Old Sewing Machines, della casa editrice Shire, è un ottimo approfondimento sulla storia della macchina da cucire, naturalmente in lingua inglese.

Il secondo, The Encyclopedia of Early American Sewing Machines: Identification & Values, è un libro di approfondimento contenente valutazioni di mercato, ma soprattutto bellissime illustrazioni.

Per finire, ecco
Queen Of Inventions: How The Sewing Machine Changed the World, approfondimento davvero molto interessante ^_^

Tutti sono acquistabili su Amazon.com.

Ora vi lascio, a presto!



Mauser

4 commenti:

  1. Io a casa ho diverse macchine da cucire! *_*
    ne ho del 1870, 1880, una degli inizi del '900, due della seconda guerra mondiale. *_*

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  2. Se fortunata! ♥_♥
    Io ho una vecchia Singer dell'Ottocento e la macchina da cucire che regalarono a mia nonna per il matrimonio (degli anni 40/50); l'altra mia nonna che faceva la camiciaia aveva un'altra bellissima Singer, una delle prime versioni commercializzate in Italia ereditata da sua zia che era magnifica! Mi incanta guardare qualcuno che cuce a macchina, ma io non so farci assolutamente nulla, e dire che quelle moderne praticamente fanno tutto da sole ç_ç

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  3. Riconosco come un amico o amica del cuore chi la scritto e mi ha fatto un grande favore e se questa persona avesse bisogno del mio aiuto sono sempre a disposizione. Dalla tua amica Aisha.

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  4. Cara Aisha, grazie del commento, spero che anche il resto del blog sia interessante come questo post e che tu possa apprezzarlo altrettanto.

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